
GDR – PLAY BY FORUM
Quella non era una caverna, si trattava piutosto dell'anticamera di un luogo chiamato consapevolezza.
A Christian non era mai mancata, certo, eppure si contano pochimi mortali in grado di comprendere ciò che è oltre il velo: un mondo simile al nostro, l'Underworld, dove ogni cosa ha una sua nuova forma e ogni forma è modellata dal ricordo che le anime hanno di esse - o il ricordo che essa ha di sé.
Quella caverna doveva ricordare tempi lontani, poiché nell'Underworld era una sorta di oscuro tempio dove la polvere era nascosta sotto utentili dorati e di utilizzo quasi liturgico.
Lei, una donna indiana d'altri tempi - bella quanto spettrale - sedeva lì.
Un romanzo di quelli che a Londra avrebbe attirato gli occhi curiosi di molti lettori, tra i più scettici. La sua bocca ospitava parole logiche, di quelle che hanno reso le battute di Sherlock celebri.
Le risposte che scivolavano dalle labbra erano colpi di scena, gelidi.
Una domanda dopo l'altra, una pedina dopo l'altra. A ogn risposta una mossa avvincente.
La partita a scacchi era a metà e lei pregustava il suo pasto. Lo avrebbe divorato dalla spalla in giù masticando la sua carne. Quanti soldati aveva macinato tra i denti fino a quel momento? Troppi.
Ma a ciascuno di loro offrì una partita a scacchi prima di appropriarsi della loro anima.
Christian era diverso.
Lui era in vantaggio, era riuscito a mantenere la freddezza necessaria per concentrarsi.
Lei, dopotutto, non era una brava giocatrice. Ma l'ansia, si sa, può rendere la mente il parcogiochi dell'inettitudine.
Proprio perché lui sebrava diverso, lei si incoraggio a chiedergli qualcosa di inaspettato.
"Qual è il tuo nome? Io sono Samiksha e sono una sacerdotessa del mondo degli spiriti".
Turning: Christian, Samiksha
Stiamo perdendo tempo.
“Il mio nome è Chirstian Crane, dottor Crane mi chiamano tutti. “
Il gelido spettacolo davanti hai miei occhi lo avevo solamente sentito raccontare, o letto in polverosi volumi scritti in antiche lingue ormai morte.
“I miei occhi” mi fermai a riflettere per un secondo, sono loro a vedere quello che la sacerdotessa mi dice di essere?
Gli chiesi: come puó il mondo degli spiriti essere visto così vividamente? Come puó l’etere nascosto incarnarsi in una simile visione? È la mia mente che sta vedendo?
Intanto mossi una pedina sulla scacchiera, gelida come se i suoi atomi non avessero mai visto la luce del sole, pensai che sentendo ancora il gelo sotto le mie tiepide dita, potevo spesare di essere ancora un uomo, vivo.