
GDR – PLAY BY FORUM
23/10/18, 23:41 - Murasaki: Note Importanti: Starling incontra per la prima volta l'escatologico e pensa di esser stata morsa, ma quando la trovano non solo non presenta ferite, ma le telecamere rilevate non hanno registrato nulla: sembra aver avuto un attacco di schizofrenia.
23/10/18, 23:42 - Murasaki: Nel teatro nessuno ha visto Green Finger, che lei giura di aver incontrato. Sostiene per un attimo di averne visti addirittura due. Anche in quel caso lei spara al "nulla" e si porta una mano all'occhio facendo credere di avere problemi di instabilità mentale.
23/10/18, 23:42 - Murasaki: Starling è stata rimessa a uno psicanalista e sospesa dal lavoro, mancano pochi giorni prima che possa riprendere.
23/10/18, 23:43 - Murasaki: Murasaki L'Escatologico entra nel salone della casa di Starling, che aveva appena finito di fare il bagno. Seduto alla sedia principale, a capotavola, aveva le gambe allargate e fissava i palazzi dalla finestra. Erano le 3 del mattino. Sigaretta tra le labbra, ammira una luna nuova, oscura. Forse la vede solo lui. Quando ti avvicini al frigo per bere del latte, lo trovi. E' Green Finger.
24/10/18, 00:05 - Selene Starling: Non ero riuscita a prendere sonno in nessun modo. Avrei dovuto essere stanca dopo la giornata passata, avrei dovuto riposare in vista della ripresa del lavoro, avrei dovuto essere stanca anche solo perché erano le tre del mattino: invece nulla, non sentivo affatto la necessità di dormire.
Aprii il frigo e presi il cartone del latte mentre ripensavo alle sedute di quei giorni.
Lo psicanalista mi aveva suggerito di rompere i rigidi rituali della mia routine, motivo per cui un uomo dormiva nella camera, nonostante non fosse domenica mattina. Questo era anche lo spunto che mi aveva spinto a fare una doccia a quell'ora di notte: un tentativo di rilassamento, l'acqua calda avrebbe dovuto allontanare la tensione.
Sorseggiai qualche stilla dal bicchiere prima di prendere un sorso come si deve. Avevo preferito non lavare i capelli per non perdere troppo tempo, ma evidentemente quella notte il tempo era l'unica cosa che non mi mancava.
Forse dovevo solo tornare a letto e stendermi, in breve sarebbe arrivato anche il sonno.
Mi allontanai dal tavolo della cucina, al quale mi ero poggiata, per tornare in camera, per poco non urtai contro lo spigolo; fermato in tempo il movimento e tornata in equilibrio mi sfiorai la palpebra dell'occhio mancante: il mio senso della profondità non era lo stesso di prima, questo faceva nascere in me una gran rabbia.
Scuotendo appena la testa uscii dalla cucina per andare in camera, per un momento girai lo sguardo verso la finestra del salone, dalla quale in genere si vedeva molto bene la luna...
Qualcosa non andava: qualcuno era seduto al tavolo, una figura inconfondibile.
Serrai le mani sul bicchiere: ero disarmata, in pigiama, senza il cellulare a portata di mano. La cosa più logica era scappare, ma dovevo trovare qualcosa da portare con me.
In silenzio indietreggiai appena, il giusto per poter prendere uno dei coltelli da cucina sistemati sulla calamita in cucina, poi cercando di fare il meno rumore possibile (e lasciando il bicchiere di latte sul bancone) cominciai a muovermi verso la porta d'ingresso.
Cercai di fare meno rumore possibile con la maniglia, la mia unica speranza era riuscire a uscire dalla casa senza che si accorgesse di nulla.
Come diamine aveva fatto ad entrare?
24/10/18, 00:11 - Murasaki: L'escatologico aveva appena finito di cercare la sua sigaretta. La aspira lentamente.
"Buonasera, Starling". Non si voltava.
"Non è consigliabile uscire a quest'ora, la zona non è tra le migliori e qualcuno potrebbe farti del male".
La sigaretta abbandonò il labbro, rincorsa in fretta e furia da un getto di fumo caldo.
"Forse ti chiederai perché sono qui. Non volevo disturbarti, ero convinto avresti dormito. Semplicemente, avevo voglia di stare tranquillo e ricordavo in zona solo la tua casa. Ti da fastidio se fumo?" la voce tranquilla, totalmente priva di riferimenti al Teatro e a ciò che le aveva fatto, come se non considerasse gli atti come un torto. Monotòno, imperturbabile.
24/10/18, 00:33 - Selene Starling: Il suo saluto fece tendere i miei nervi, già abbastanza tesi.
Lo sapevo che la zona non era tra le migliori della città, la ia idea infatti era rimanere sul pianerottolo di qualche piano inferiore, non certo in mezzo alla strada... non che poi avere un serial killer in casa fosse una cosa sicura.
Stavo per fare uno scatto quando lui continuò a parlare come se nulla fosse, come se non fosse in una casa non sua, ad un'ora improponibile della giornata, con una persona alla quale aveva strappato via un occhio dalla testa.
'Ti da fastidio se fumo?' che razza di domanda era? Strinsi le mani sul manico del coltello, come per trarne sicurezza; mi aspettavo un qualche tipo di attacco, di presa di posizione, di azione, insomma, mi aspettavo che succedesse qualcos'altro.
Anche perché ora che ci pensavo stavo per lasciare un innocente nelle mani di un serial killer.
In risposta al mio silenzio non arrivò nulla: né un attacco, né una provocazione.
Ok, forse avevo qualche possibilità di uscire illesa da quella serata.
"No" risposi dopo qualche interminabile attimo.
Forse se mantenevo la situazione di stallo potevo cavarmela con poco... anche perché come avrei spiegato allo psicanalista che ero stata trovata con un coltello da cucina in mano, girovagando per i pianerottoli di una palazzina, alle tre del mattino, dicendo di aver visto per l'ennesima volta Green Finger (che nessuna registrazione era mai riuscita a cogliere, nonostante io avessi la cristallina convinzione di averlo visto)? E comunque dove volevo andare? Probabilmente in breve tempo mi avrebbe raggiunto, probabilmente con armi migliori delle mie a disposizione, probabilmente con una migliore capacità di usarle... tutto sommato mantenere la situazione di stallo sembrava una delle cose meno pericolose, se riuscivo ad arrivare in camera avevo anche un'arma da fuoco in mano.
Tuttavia rimasi premuta nell'angolo dell'ingresso vicino alla porta, una mano serrata sul coltello e una agganciata al catenaccio.
24/10/18, 00:36 - Murasaki: L'asiatico poggiava una sigaretta sul tavolo. "Grazie." Con l'indice le dava una spinta, facendola rotolare verso di lei. "Vuoi fumare anche tu?" Questa, poco dopo, cade dal tavolo, rotolando poco distante. "E' la quarta volta che vengo qui, dalla tua finestra la Luna si vede bene, anche quando è buia. Non te ne sei mai accorta."
24/10/18, 00:52 - Selene Starling: La quarta volt-La Quarta Vo-LA QUARTA VOLTA!?
Da dove era entrato!? Chiudevo a chiave la porta tutte le sere e non ero certo ad un piano raggiungibile con un salto o qualche metro di arrampicata... Guardai la sigaretta rotolare in terra e fermarsi a circa 80 centimetri da me. Cosa avrei dovuto fare? Una sigaretta effettivamente non era una cattiva idea per rilassare la tensione, ma avrebbero potuto essere avvelenate...
In verità la ritenevo un'ipotesi molto improbabile, in base al suo profilo non era il tipo di modus operandi che usava. Cosa avrebbe significato un rifiuto? Avrebbe significativamente modificato lo stato delle cose? Avrebbe potuto, in genere quel tipo di profili erano capaci di impazzire per delle piccolezze: tipo una penna Bic nera messa in una bustina perché trovata sulla scena di un delitto.
Avrei accettato la sigaretta.
Mossi qualche passo avanti con la schiena attaccata al muro, poi piegai le gambe per abbassarmi e con una mano non proprio ferma raccolsi la sigaretta da terra. Avevo tenuto gli occhi fissi su di lui per tutto il tempo, terrorizzata da un eventuale tentativo di aggressione. "Sì... Grazie" aggiunsi alla fine.
Tutte le sue frasi sulla Luna erano affermazioni, mi chiesi che diamine aveva di interessante la Luna vista dalla mia finestra, effettivamente non avevo mai prestato troppa attenzione, tanto la Luna stava sempre lì, io avevo di meglio a cui pensare.
"Non sono solita guardare la Luna" ero tornata nell'angolo della porta con una mano sul chiavistello "Raramente guardo fuori dalla finestra".
Quella conversazione aveva dell'assurdo, pensai sentendo la carta della sigaretta tremare contro le mie labbra
24/10/18, 00:58 - Murasaki: L'Escatologico rimase in silenzio per un po'. Poi si alzò, per poterle offrire la fiamma servita dall'accendino.
Il suo sguardo era freddo, perso in un punto a casaccio nel vuoto. Finita la sua, di sigaretta, ne riaccese subito un altra. Come se senza fosse nudo, privo di senso.
Si rimise a sedere al suo posto, arricciando appena le labbra. Era il suo modo di pensare.
Al termine di quel piccolo rituale, finalmente un barlume di empatia - o senso civico - apparve nel buio della sua incapacità di comprendere il giusto ordine tra cose giuste e sbagliate, situazioni tese e rilassate.
"Hai paura che ti uccida?" disse quindi, arrivando immediatamente al punto.
"Io non uccido le persone" concluse, tranquillo.
24/10/18, 01:19 - Selene Starling: Quando si avvicinò per accendere la sigaretta serrai sul manico del coltello ambo le mani... lui sembrò non notarlo nemmeno, si comportava come se fossimo due persone che si erano conosciute ad un evento e ora scambiavano quattro chiacchiere. Mentre la fiamma dell'accendino faceva frinire appena la carta, i miei occhi frugarono nel suo viso alla ricerca di... qualcosa, non sapevo cosa, ma volevo trovare qualcosa di vagamente ricollegabile all'umanità, qualcosa che non fosse una quasi completa alienazione dal mondo circostante.
Ecco cosa sembrava, immerso in un suo mondo di pensieri che solo parzialmente si sovrapponeva al mondo reale. Guardava la fiamma lambire la punta della sigaretta, ma sembrava fermarsi lì, come se non ci fosse il mio corpo a reggere la sigaretta in questione. Sembrava riuscire a concentrarsi solo su un insieme per volta: insieme finestra-sigaretta-luna, insieme sigaretta-luna-discorso, insieme sigaretta-accendino-fiamma; la sigaretta doveva essere una costante dei suoi insiemi. Solo quando una tremula nuvola di fumo si levò dalle mie labbra sembro cambiare sistema di riferimento (insieme accendino-sigaretta-fumo), che dovesse ricalibrarsi in base a come quei sistemi si modificavano? Alienazione lucida, con iperfocus selettivo?
Lo guardai allontanarsi tranquillo per tornare dove sedeva poco prima, portai una mano alla bocca per spostare la sigaretta, non fumavo frequentemente, anzi, in genere evitavo, anche se sotto stress lo trovavo un gesto meccanico rilassante. Presa la sigaretta tra indie e medio accostai il dorso della mano alle labbra per minimizzare un colpo di tosse, dovuto al bruciore della gola non più abituata.
Il successivo colpo di tosse fu per la sua domanda e la successiva affermazione.
No... non le uccideva, il violoncellista infatti era vivo e vegeto, aveva solo dovuto accettare di essere suonato anziché suonare. I diabetici recuperati dal campo di coltura potevano dire lo stesso (beh, lì la maggior parte erano vivi effettivamente... ma questo non c'entrava!).
"Mh mh" mugugnai annuendo, non sapevo se commentare circa i suoi crimini o meno "Anche perdere qualche altra parte del corpo non mi farebbe piacere" dissi riportandomi la sigaretta alle labbra.
Questa volta la nuvoletta di fumo fu piccola e tremolante, mentre parlavo portai gli occhi sulle ceneri ardenti prima di ri-spostarli verso di lui "In che senso 'non uccidi le persone'?" chiesi alle fine, una domanda più mirata avrebbe acquisito il suono di un'accusa e volevo evitare di perdere anche l'altro occhio.
24/10/18, 01:30 - Murasaki: L'Escatologico arricciò di nuovo il labbro.
"Selene. Sapevi che in greco è la dea della Luna, figlia di Iperione e Teia, sorella di Helios, che rappresenta il sole, ed Eos che invece simboleggia l'Aurora." Aspirò nuovamente.
"Per essere specifici, Selene è la personificazione della Luna piena, così come Artemide è quella crescente, Ecate è la calante e Perseide quella nuova. Nella visione greca aveva un abito bianco e una torcia tra le mani"
fissò il coltello.
"Quello non mi sembra vicino all'idea di una torcia".
Aspirò di nuovo. "Non uccido, faccio esperimenti. A volte mi servono le cose, tante altre le persone. Ma io non sono un assassino. Io sono uno scienziato e cerco delle risposte".
Altra vampata di fumo. "Sembra che tu sia arrabbiata con me. Perché? Ti ho tolto quell'occhio perché tu potessi avere una vista migliore. Per poter vedere ciò che è celato agli occhi di tutti. Sei stata brava a trovarmi, quindi pensavo potessi essere altrettanto brava a trovare dell'altro. Volevo studiarti, sembri una cavia promettente".
24/10/18, 01:54 - Selene Starling: Rimasi basita, questa volta rischiai di perdere la presa sulla mia arma: in anni di carriera ne avevo sentite di cotte e di crude, avevo appreso un repertorio decisamente vasto di modi per richiedere che un'arma venisse posata o di frasi di circostanza da dire quando sei minacciato da qualcuno... tuttavia non era questo il caso, intanto perché nessuno aveva mai pensato di parlare dell'etimologia greca del mio nome, in secondo luogo perché nessuno aveva mai avuto una faccia così seria mentre faceva ironia, sempre che... cercai di nuovo piccoli segni nel suo viso a sostegno della mia teoria: nulla. Fissava il coltello, ma non ne aveva paura, non sembrava intimorito, non sembrava agitato, sembrava guardare quel coltello solo per confermare a se stesso che effettivamente fosse un coltello e non una torcia.
Poteva essere disturbo dissociativo dalla realtà? Effettivamente era dall'inizio della conversazione che si comportava come se la situazione fosse un qualcosa di normalissimo, una normale chiacchierata tra amici. Possibile che non si sentisse minimamente minacciato?
Cercai di studiare la sua posa, approssimando i particolari che avrebbero avuto bisogno del secondo occhio per essere visti: rilassato, quasi assente, era come se mi guardasse senza vedermi. Cominciò a venirmi il dubbio che non fosse un disturbo, ma una sindrome dissociativa, forse dovuta a un periodo prolungato di traumi che avevano portato quello stato ad essere costante e non legato a particolari episodi.
"Risposte... a quali domande?" era altamente probabile che non si rendesse minimamente conto dell'atrocità delle sue azioni.
Più che arrabbiata con lui, ero spaventata da lui.
Portai una mano a tastare la palpebra chiusa sul nulla; una volta, per abitudine, avevo provato a grattarmi l'angolo dell'occhio, ma le mie dita erano affondate nella voragine che ora stava al suo posto, avevo cacciato indietro un conato di vomito alla sensazione ruvida dei grumi di sangue contro le dita. Forse avrei dovuto dar retta al medico e portare il cerotto.
In definitiva stavo parlando con una persona che era seriamente convinta di quello che diceva e che seriamente non coglieva quanto tremendi potessero essere i suoi atti. Era assolutamente possibile quindi che stesse dicendo tutta la verità, almeno per come lui vedeva le cose.
Il pattern comportamentale doveva essere simile a quello di un bambino: egoriferito, eccezion fatta per poche figure autorevoli che riconosceva.
Il coltello non lo lasciavo comunque, ma una mano incerta provò a chiudersi sulla sigaretta senza lasciarla cadere. Questa volta provai a fare un tiro un po' più lungo, anche se questo mi costò qualche colpo di tosse.
"Più... spaventata. Mi sento in pericolo" ignorava o non coglieva gli tati d'animo delle persone? "Per vedere meglio?" ricollegandomi alla cultura mostrata poco prima circa il greco dovevo pensare a qualche gioco di ossimori? togliere l'occhio per vedere meglio? Perché accecare un organo che già ci vede? Dovevo vedere altro? "Quindi dovevi farmi capire che ci sono cose che devo cercare lontano dalla logica o lontano dalla luce? Qualcosa che non poso percepire con dei normali sensi... o mi sono troppo affidata all'apparenza delle cose?" quel discorso mi suonava sempre più nonsense, ma in un certo senso ero curiosa di sapere qualcos'altro.
Era il mio lavoro alla fine.
24/10/18, 02:04 - Murasaki: L'uomo porta le dita sulla benda, gliela sposta un poco per osservare. "Immagino sia stato doloroso" amette. "Il non aver esportato l'occhio, ma infilato il dito nell'iride. Mi chiedo cosa si provi. Una volta ho provato a capirlo" le sue parole erano piuttosto vaghe, lei sente quasi come se parlasse di se stesso "nulla. proprio nulla. Ma hanno fatto un buon lavoro, rimuovendo tutti i centri nervosi." Il suo linguaggio tecnico, faceva presagire che avesse studiato medicina. Ma aveva l'abbigliamento e la svogliatezza di un ingegnere o informatico. Lo sguardo da filosofo, ledita da musicista, o magazziniere, dipendeva dalla mano.
L’assassino si china un attimo, al lato sinistro di un mezzo spolverino di pelle, con retrotessuto di colore verde, attaccata una maschera. Simile a quella di Hannibal Lecter, effettivamente sul lato era siglata la factory, specializzata in repliche cinematografiche. Doveva avere un gusto speciale per il cinema e i videogiochi, gli occhiali piuttosto vecchi, modello del 2001 dolce e gabbana, li aveva trovati presso l'ultima vittima, erano ancora sporchi di sangue. Non solo un Maniaco dei Videogiochi, ma anche un pigro ragazzo privo di attenzione. I capelli erano più lunghi di 8 millimetri, dovevano essere cresciuti in fretta.
Dopo il silenzio riprese a parlare. “Chissà cosa si possa provare…”
Inclinò lievemente il capo abbassando gli occhi. Disagio, o riflessione. Per un attimo le sue parole avevano cambiato il suo stato d'animo. Fissò la maschera per un attimo.
“Non uccido le persone, ma soffro di una forzata condizione di Cannibalismo. Le cavie servono per curare questa condizione mia e di molti altri. Gli esseri umani sono dei parassiti, ma altri sono ancora più parassiti. In comune abbiamo il compito di scovarli. Il tuo compito è arrestarli, il mio è studiarli per curarli.” Repentino cambio di velocità nel parlare.
Nuovo silenzio, poi riprese. “Gli zombie non vanno uccisi, vanno curati o l’epidemia potrebbe estendersi”. Riguardò la maschera. “Hai il cognome dell’eroina del film, Hannibal Lecter. Per questo sono in qualche modo un po’ colpito. Come se ti fossi chiamata Hatsune, che è il nome di un personaggio in 3d che canta spesso per me e molti altri fan”.
Lieve tic all'occhio sinistro. “Siccome porti il nome della persona che parla con Hannibal Lecter, che è un cannibale, ho trovato interessante il fatto che l’ultima volta tu mi abbia trovato a teatro”. ”Ma forse sto perdendo tempo." Tira self control, ma comprendi dal suo stringere le falangi che è molto pragmatico, quel 'perdere tempo' era legato ad un bipolarismo latente, schizofrenia implosiva. Aveva un buon autocontrollo, dovuto all'autismo inemotivo. "Ma probabilmente non lo faresti,- catturarmi intendo- capiresti che è inutile”.
La guardò con indifferenza. “Somigli a Jodie foster, o forse in realtà di più a Julien Moore. Beh, il film di Ridley Scott è sicuramente più bello in termini tecnici, ma preferisco quello in cui appariva foster. Ad ogni modo voi occidentali siete così simili tra di voi, salvo per il colore dei capelli”. Portò la mano al suo occhio, attivando vicissitudine. Glielo stava curando.
“Per vedere che le cose a noi care altro non sono che mèra immaginazione, Starling”.
Altro sbatter di ciglia. "Non so perché ti ho morso, non eri una mia preda. Ma ti avevo colpito e l’odore del sangue ha fatto presa sul mio istinto. Anche io ne ho uno. Ma la logica non si lascia spaventare.
Ti avrei sventrata, se non avessi capito la mia teoria sulle connessioni…”.
un lieve sorriso, o forse era l’ombra sul suo viso. Ammirazione? Voleva parlare del suo progetto, si sentiva elogiato dalla sua stessa intelligenza. Ma si tratteneva, era cinico. "Il mio nome era Hiroshi" parlava al passato, dissociazione confermata. “Ora sono Murasaki L’Escatologico e tu ci vedi meglio. Le cose con biunivoche, ecco”.
24/10/18, 13:27 - Selene Starling: Quando si avvicinò a quel modo deglutii forzatamente portando il coltello all'altezza del petto. Il rumore metallico dei bottoni della camicia contro la lama mi sembrò risuonare stranamente alto nel silenzio, come il fruscio dato dalla punta metallica che grattava contro la trama del gilet che portava sopra. Mi trovavo in difficoltà: le mie mani tremavano troppo per permettermi di avere una presa salda sul coltello, per di più per poter mirare o ferire in maniera efficace avrei avuto bisogno di più luce, colpire al petto non era facile, considerando che bisognava evitare lo sterno e le costole. Lui sembrò di nuovo non curarsi minimamente della cosa.
Quando si era avvicinato non era rimasto esattamente di fronte a me, ma si era spostato leggermente verso sinistra, l'unica parte di me rientrante nell'insieme ora doveva essere l'occhio mancante.
Il suo discorso mischiava diagnosi e riflessione personale, doveva essere molto più colto e informato di quanto non riuscisse a sembrare un ragazzo così giovane, che avesse fatto qualche particolare percorso di studi nel campo biologico o medico?
Il tocco delle sue dita mi fece sobbalzare appena: erano fredde, gelide, che avesse problemi di circolazione? Una fisiologia particolarmente 'endoterma'? La casa non era fredda, quindi non poteva essere il normale intorpidimento delle estremità del corpo dato dalla vasocostrizione da temperatura. Quando sfiorò le ciglia chiusi gli occhi per il fastidioso solletico che fece arricciare la palpebra: insieme al bulbo oculare era stata rimossa anche gran parte dei muscoli orbitali, lasciandomi con la sensazione fantasma di muovere un organo non più presente. Chiusi l'occhio quando premette sulla palpebra inferiore e osservò il lavoro che aveva fatto il chirurgo, un'opera effettivamente magistrale.
Mi stavo chiedendo cosa intendesse con 'ho provato a capirlo': aveva provato a estrarsi un occhio da solo?
La poca luce che mi permetteva di vedere era quella che arrivava dalla cucina e quella dei lampioni, che invece filtrava appena dalla finestra del salotto, non riuscivo a cogliere perfettamente tutti i particolari, ma mi sembrava di capire che riusciva a concentrarsi sui dettagli solo fino ad un certo punto: la sigaretta era sempre presente, ma gli occhiali erano macchiati, la sua cultura sembrava molto ampia, ma il vestiario meno curato - il gilet lasciava intravedere una macchia scura sulla camicia, forse un resto di qualche esperimento, o di una ferita - se non per alcuni dettagli, come lo strano spolverino allacciato in vita o una maschera da Hannibal Lecter attaccata alla cintura... doveva essere un esperto di film e videogiochi, probabilmente quello che i giovani definivano un Nerd.
Mentre snocciolava critiche cinematografiche sembrava completamente incurante del coltello puntato contro il gilet in corrispondenza dell'attacco osseo del pettorale sinistro sullo sterno: tanto in ogni caso non avrei avuto la forza di lasciare una ferita troppo seria, al massimo qualche graffio, sempre che il coltello fosse abbastanza affilato da tagliare la stoffa.
Il suo tono di voce non cambiava secondo la normale scala tonale che permetteva di cogliere l'espressività di una persona, però variava nella velocità, come se alcuni argomenti lo catturassero più di altri. Autismo? Diagnosi di Asperger? Avrebbe potuto usare la velocità come alternativa al timbro tonale? La costruzione di un diverso sistema espressivo non era certo qualcosa di nuovo nel campo, ma ognuno elaborava strade diverse a seconda della causa che lo spingeva a questa costruzione. Discorsi più leggeri, o per meglio dire: meno personali, sembravano procedere più velocemente; discorsi più legati alla sfera personale o più in connessione con l'insieme che al momento occupava i suoi pensieri procedevano più lenti, come se avesse avuto bisogno di dedicare particolari ragionamenti alle parole che usava.
"Cannibalismo? Sei stato tu a mordermi a quel modo?" ricordavo di aver subito un qualche tipo di ferita, ricordavo il dolore sentito al livello dello stomaco mentre brancolavo a terra in attesa di recuperare la vista; quando avevo visto le registrazioni e dopo le sedute avevo pensato fosse stato un animale, non certo un ragazzo... con quali denti era riuscito a dilaniare la carne in quel modo? Una normale dentatura umana avrebbe trovato una certa fatica nel fare a pezzi la carne, servivano dei canini da predatore, ma un particolare del genere mi sarebbe saltato all'occhio: mentre parlava i suoi denti non mi avevano attirato in nessun modo, un canino da felino o da canide sarebbe stato notato subito; mi suonava strano anche il fatto che potesse percepire l'odore del sangue attraverso la pelle. "Come è possible sentire l'odore del sangue attraverso la pelle di una persona?" il discorso cominciava a mettermi un po' di angoscia, ma forse... "... è qualcosa di legato al... cannibalismo?".
"Parli di questa condizione come di una... malattia, una patologia nuova e ancora inesplorata" dissi dopo qualche attimo di silenzio durante il quale avevo preso un'altra boccata dalla sigaretta e avevo tossicchiato di nuovo, arricciando le labbra da un lato per non mandargli il fumo direttamente in faccia. un momento, ma... "Le colture di funghi facevano parte di questo studio? Sono legate a questa 'malattia'?" la chiamavo malattia, ma non avevo idea di che razza di malattia potesse essere. Aveva detto di essere uno scienziato e aveva affermato di voler trovare una cura a questa condizione, i suoi esperimenti dovevano essere collegati quindi.
"Che differenza c'è tra Hiroshi e Murasaki?" cominciavo ad essere confusa, improvvisamente sembrava diventato loquace, come se avesse trovato una via di espressione più facile o più interessante delle altre.
Sbattei le palpebre e improvvisamente mi resi conto che la palpebra sinistra non percepiva più il vuoto sotto di sé.
Presi fiato mentre rimanevo a bocca aperta, tanto che il mozzicone cadde verso il pavimento, urtando brevemente il mio piede scalzo prima di finire su una delle piastrelle.
Mossi le labbra come per dire qualcosa, ma non usciva alcun suono.
La sinistra, la mano libera, andò a premersi sull'occhio, quasi scavalcando la sua, che era ancora ferma lì.
Le mie labbra tentarono di nuovo di parlare, ma non ci fu verso.
Sentivo sotto le dita il gonfiore del bulbo oculare, i suoi movimenti sincroni con l'altro occhio.
Aprii le palpebre di sinistra e chiusi l'occhio dentro: ci vedevo.
Vedevo con l'occhio mancante.
"Cosa diamine...".
Non riuscivo a capacitarmi di cosa fosse appena successo.
Come aveva fatto?
Una cosa del genere non era possibile.
Anche il coltello cadde verso terra, urtando con il manico sulle sue scarpe prima di rotolare dalla parte opposta rispetto al mozzicone di sigaretta.
"Cosa hai... fatto?".
L'occhio sinistro continuava a muoversi come impazzito, come se avesse dovuto recuperare tutti i particolari che non aveva potuto notare fino a quel momento.
Ci doveva essere una spiegazione logica... doveva esserci!
Eppure il suo viso continuava ad essere così dannatamente calmo e tranquillo, come se avesse solo spostato una ciocca di capelli, come se far ricrescere organi fosse la cosa più banale del mondo...
Incurante della sua mano provai a premere appena contro il bulbo attraverso la palpebra, come per testare che quel nuovo occhio fosse lì, che non fossi impazzita completamente.
24/10/18, 22:46 - Murasaki: Si rimise a sedere tranquillamente. "Hiroshi è un ragazzo vivo che muore. Murasaki un ragazzo morto che vive".
"Sono cannibale, sì. Ma parliamo d'altro. Non capiresti. Ora hai di nuovo il tuo occhio. Ti ho resa cieca di nuovo, non comprendi, non puoi comprendere. Sei poco intelligente. Pensi a cose inutili. Ti concentri su sciocchezze. Nugae".
Riprese a fumare.
"Che cosa fai nella vita, a parte il lavoro intendo?".
Tornò a parlare tranquillamente.
"Ti piace leggere manga?"
24/10/18, 23:10 - Selene Starling: Non capirei cosa!? Anche lasciare i discorsi a metà poteva rientrare nel suo pattern comportamentale?
Fissai gli oggetti rimasti a terra mentre mi tastavo di nuovo l'occhio: stavo sognando? Ero sveglia? Ero impazzita?
Mi chinai a raccogliere la mezza sigaretta che ormai si era spenta, quella nottata sembrava il carosello delle assurdità, cominciate quando avevo deciso di rompere la mia routine.
Aveva senso ormai rimanere lì contro la porta a quel modo?
Lui continuava a comportarsi come se fosse una situazione completamente normale.
"Mhh... non faccio molto altro, vado in palestra e ogni tanto partecipo alle cene con i colleghi, ma il lavoro occupa gran parte delle mie giornate" era il discorso più assurdo che avessi mai sostenuto, pensai mentre raccoglievo il coltello e lo riportavo in cucina, probabilmente questa non l'avrebbe saputa nemmeno il mio psicanalista. Recuperai un posacenere improvvisato con aria sconsolata: potevo essere impazzita per il troppo stress? Poteva essere una situazione generata a caso dalla mia mente? Magari un principio di alienazione visionaria?
Tornata di là lo fissai seduto sulla sedia, avrei dovuto sedermi? Tanto per proseguire sulla linea delle assurdità, visto che ora sembravamo passati ai discorsi da liceali.
"Non lo so, non credo di averne mai letti" dissi mentre spostavo la sedia e poggiavo il piattino/posacenere sul tavolo, la mattina dopo avrei dovuto pulire i pavimenti "Quando ero più piccola facevo collezione di fumetti gialli, ma erano americani e italiani" ma cosa stavo dicendo? Mostrai la sigaretta, le mie mani tremavano ancora, così come le labbra, ma era un tremore meno convulso di quello presente fino a pochi attimi prima "Posso riaccenderla?".
Dovevo essere definitivamente impazzita, pensai mentre portavo delle ciocche dietro l'orecchio.
24/10/18, 23:38 - Murasaki: Mentre Selene parlava l'Ecatologico sollevò lo smartphone per registrarla. Le si avvicinò.
"Non capiresti nulla".
Tenendo lo smartphone in mano e puntando la camera verso di lei attiva dominazione. La guarda dritto negli occhi. "Il tuo hobby è ballare a just dance le canzoni di Hatsune miku, adori i manga degli anni '80, nello specifico i Mecha. Adori lanterna verde".
La camera si avvicina ai suoi occhi imbambolati. "E ti piace moltissimo l'horror".
"Il tuo Hobby è collezionare film horror".
Fumò di nuovo. "Ora non ricorderai nulla fino all'istante in cui ti ho chiesto se hai hobby". Spense la camera del cellulare e si rimise a sedere.
"Hai degli Hobby, leggi manga per caso?"
25/10/18, 00:01 - Selene Starling: Avevo guardato il cellulare con un moto di curiosità e perplessità, avevo pensato di alzarmi o allontanarmi, ma il movimento era stato relativamente lento, visto che era partito dalla mano che reggeva la sigaretta a mezz'aria.
Per un momento sentii una sensazione stranissima, qualcosa di paragonabile all'ovattato, con qualche vago rumore in sottofondo...
...
Mostrai la sigaretta, le mie mani tremavano ancora, così come le labbra, ma era un tremore meno convulso di quello presente fino a pochi attimi prima "Posso riaccenderla?".
Dovevo essere definitivamente impazzita, pensai mentre portavo delle ciocche dietro l'orecchio.
"Beh, il lavoro assorbe gran parte della mia giornata, ma per staccare la spina mi piace ballare su Just Dance le canzoni di Miku, per un periodo ho collezionato film horror" i miei occhi vagarono un attimo per la stanza, ricordavo di averlo fatto, ma non ricordavo dove fossero "Forse sono rimasti nell'altra casa..." dissi prima di riscuotermi e annuire appena "Avevo una passione per i manga anni ottanta, i miei preferiti erano sicuramente i mecha... è un peccato che il lavoro mi prenda così tanto tempo" dissi cominciando a valutare di non finire la sigaretta "Avevo anche un segreto interesse per lanterna verde" aggiunsi scuotendo appena la testa, come se parlassi di cose per ragazzini.
25/10/18, 00:06 - Murasaki: "Vedi? Stiamo perdendo tempo. Tu non capisci. Sei fragile Starling. Credevo che togliendoti quella benda avresti visto, eppure non vedi".
Tornò imperturbabile. "Tu credi nella fortuna?"
Le si avvicinò di nuovo, dandole il cellulare. Un video era pronto all'avvio.
"Qual è la tua canzone preferita?" cercò di abbozzare un sorriso, falso, rigido.
Non ci riuscì. "Di Miku, intendo".
Pigiò su Play. Quando la Selene nel video disse "Credo di non averne mai letti" Hiroshi rispose.
"Tutto ciò che è reale è razionale".
Altra cenere, altro fuoco.
Altre labbra che risucchiavano l'aria ingabbiata tra tabacco e carta.
"Ma non tutto ciò che è razionale è reale. Per cui fuma quella sigaretta e lasciami guardare la Luna, è bella da qui". Disse, fissandola. Poi, dopo qualche secondo, si rivolse a quella che era oltre la finestra.
25/10/18, 00:32 - Selene Starling: Lo guardai perplessa "Nella fortuna? Non esattament-..." dissi prima di ritrovarmi lo smartphone in mano, con un video pronto ad andare in play "La mia preferita... è..." non riuscivo a rispondere.
Non mi veniva in mente nemmeno una delle canzoni che in teoria riempivano le ore vuote delle mie giornate.
Zero spaccato.
Nemmeno il motivetto.
Il vuoto.
Come faceva a essere il mio passatempo se non ricordavo nemmeno un motivetto?
Murasaki mise in play il video.
Dovetti ravviarlo un paio di volte.
Spostai lo sguardo verso di lui, incurante del fumo che mi aveva solleticato il naso.
I miei occhi tornarono sul telefono.
Poi di nuovo su di lui.
Poi di nuovo sul telefono.
I miei ricordi entravano in conflitto con la mia logica.
Mi vedevo affermare di non aver mai letto manga e di non avere hobby a parte un po' di palestra, ricordavo che il mio hobby era ballare a Just Dance, ricordavo che non avevo nemmeno idea di cosa fosse Just Dance... non avevo nemmeno idea di chi o cosa fosse Miku e per quanto affermassi di avere una collezione di horror, non ricordavo la trama di nessuno di questi.
Ok, con calma.
Mi portai una mano alla fronte passandoci le dita.
Aprii le impostazioni del video e controllai sotto le info: era stato registrato pochi minuti prima, dalla fotocamera del telefono... quindi...
Ascoltai il suo discorso: vero, i ricordi possono essere modificati o impiantati, anche senza interventi esterni.
Allungai meccanicamente una mano a prendere l'accendino e accesi di nuovo la sigaretta.
Potevo giurare di non aver mai letto uno di quei volumi o sentito una di quelle canzoni... eppure avevo il ricordo chiaro nella mia testa... però... effettivamente non riuscivo nemmeno a focalizzare qualche immagine, non ricordavo le pagine, nulla, era come avere un baule vuoto, ma pensare sia pieno.
Aspirai profondamente dalla sigaretta mentre riguardavo il video, poi rimasi per qualche attimo a labbra dischiuse, fissando lo schermo prima di soffiare il fumo e restituire lo smartphone.
Era stato lui? Aveva fatto qualcosa alla mia testa? Si era rimesso a guardare tranquillamente la luna...
Il mio occhio sinistro era ancora lì... che mi avesse convinto in qualche modo che quelle cose mi piacevano? E se avessi voluto fare qualche altra domanda?
O era meglio andarmene a dormire e sperare che la mattina mi mostrasse le cose per come erano realmente?
Portai nuovamente la sigaretta alle labbra.
25/10/18, 00:40 - Murasaki: Dopo un lunghissimo silenzio, il suono della sua voce riprese a colpire l'aria circostante, propagandosi fragilmente.
"Hai sonno?" fece per alzarsi. "E' meglio che vada. Il dolore che hai provato, per l'occhio..." una nuova verità. "E' prezioso." Si incamminò lentamente verso la porta.
"Ma questo non riesci a vederlo. Immagino che per una persona al di fuori da certe conoscenze possa apparire tutto irrazionale. Lo posso capire bene. Ma c'è della logica anche in questo c'è. Uccideresti pur di capire cosa è accaduto e perché?" era a pochi passi da lei, indirizzato alla porta di casa. "Non è forse più importante c a p i r e ?".
25/10/18, 00:57 - Selene Starling: Scrollai le spalle alla prima domanda, ero stanca sì, ero spossata, ma non avevo propriamente sonno... il mio cervello stava cercando di elaborare cose senza avere tutti i dati necessari alla loro risoluzione.
Presi fiato, ma non risposi subito, non mi ritenevo pronta a uccidere, non mi facevo capace di un atto tanto crudo, ma perché concentrarsi sul capire perché se ancora non avevo capito cosa e come? Probabilmente prima di capire queste due dovevo anche solo capire cosa veramente stava cercando di dire...
Ma gli stavo dando ragione???
Sì...
Gli stavo dando ragione, stavo ragionando su quello che aveva detto, un senso doveva esserci.
"Hai ragione, forse prima dovrei capire e basta".
Effettivamente ora mi sentivo molto stanca, la botta di adrenalina era passata e la nicotina stava cominciando a far funzionare il suo effetto rilassante.
Una bella dormita era quello che mi ci voleva per schiarire le idee.
Feci un'ultima boccata, poi spensi il mozzicone e mi alzai a mia volta.
Sentivo un vago senso di confusione, misto al torpore che ti assale quando il corpo ti comunica che ha bisogno di dormire.
Probabilmente sarei crollata a letto appena entrata in camera.
"Non so se sono disposta a uccidere, ancora"
25/10/18, 01:09 - Murasaki: Si fermò per un attimo. "puoi provare, allora."
L'escatologico le si parò davanti.
"Ho intenzione di dedicarmi alla Musica. Lufkin Michelle e il gruppo della Bayer del centro svizzero... li ho presi io. Sto considerando di utilizzarli per degli esperimenti.
Lufkin no. Lufkin è più un passatempo.
Voglio provare a comprendere se posso dividere un corpo umano in tanti piccoli componenti de-corpo.
Striscettine sottili, come fossero pezzi di un pianoforte. Quelli dietro le corde."
La guardò vacuo.
"Mi uccideresti per assicurarti che non lo faccia?"
"E perché?"
"Perché le loro vite sono tanto preziose?"
"Perché quella di un assassino non lo sarebbe?"
"Cosa mi definisce un assassino"
"Cosa non ti definirebbe un assassina?"
Riprese ad armeggiare con una sigaretta, dandole tregua.
"E Soprattutto, perché ostacolare qualcosa che non si capisce? Gli esseri umani sono come maiali. La lor intelligenza è come quella di un infante, la loro utilità è discutibile.
Eppure dal letamaio chiamato genere umano nascono dei fiori: Heisenberg, Einstein, Borh, Mach, Godel, Mozart, Beethoven, Mendel... Yagami Light. "
Le si avvicinò a pochi centimetri dal viso, continuando monotono.
"Tu hai smontato quei corpi su cui crescevano funghi senza fermarti un solo istante a domandarti se fosse la cosa giusta. Voi della polizia non vi siete mai fermati a domandarvi se le vostre piccole menti non abbiano forse incontrato qualcosa di scientificamente superiore?"
Aspirò. "Siete stati come dei roditori che hanno mangiucchiato i cavi sotto la terra".
"Certo, comprendo che sia stato un po' macabro, ma come credi i medici abbiano scoperto ciò che han scoperto nel rinascimento?"
Si ripeté "Nugae, nugae".
Se vuoi arrestarmi puoi provare, ma è difficile giocare a Death Note senza conoscere almeno la trama.
25/10/18, 02:02 - Selene Starling: Ricordavo una certa attinenza tra il 'de' e gli integrali... voleva ridurre un corpo ad una funzione e calcolarne... l'area? Questo sì che era macabro... chissà se poi programmava di suonare per far vedere le varie parti del corpo in tempi diversi... il mio stesso pensiero mi fece venir voglia di picchiarmi da sola. Che schifo.
"No, non ti ucciderei, io non pongo fine alla vita delle persone, anzi, cerco di impedire che questo avvenga, specie se per cause violente... la vita di tutti è preziosa..." mi resi conto che qualcosa non andava nella frase che avevo appena detto, qualcosa mi stonava "La vita di un assassino non è da meno" dissi prima di passarmi una mano sugli occhi, cominciavo ad avere difficoltà nello svolgimento di funzioni cognitive "Uccidere rende una persona un assassino, ma-..." lo guardai un attimo indecisa prima di affermare "Io non ho mai ucciso nessuno" era ritornato improvvisamente loquace, ma avevo faticato a riprendere il ritmo.
Si avvicinò di nuovo, per indietreggiare inciampai sulla sedia rimasta alle mie spalle e caddi seduta, ritrovandomelo a pochi centrimetri dal naso che continuava a parlare tranquillo.
"Se faccio una cosa vuol dire che la ritengo giusta..." ma non era quello il punto del discorso, no, non voleva sapere cosa ritenessi giusto o meno, voleva sapere perché avessi smontato il suo gioco per salvare la vita di quelle persone.
_"Sono uno scienziato"_ quello era un suo esperimento? Le connessioni tra i vari funghi possono permettere il passaggio di informazioni. E se... non avesse voluto trasformare le persone in funghi, ma i funghi in persone... o meglio, renderli parte di una persona? La.. la telepatia... Non sapevo se il mio cervello stanco lavorasse meglio perché la stanchezza mi impediva di alzare troppe barriere o se stavo delirando semplicemente.
Stava studiando la telepatia tramite i funghi, una scoperta che avrebbe potuto rivoluzionare effettivamente la storia di un secolo di ricerche neurobiologiche.
Stavo pensando cose assurde eppure... adesso sentivo il bisogno di sapere se quello he avevo pensato era folle o meno.
Tossichiai per il fumo, abbassando appena gli occhi solo per alzarli di nuovo "Erano connessioni intercerebrali... abbiamo smontato un esperimento sulla telepatia?" lo sapevo che prima o poi sarei finita dalla parte sbagliata della scrivania, che diamine mi veniva da valutare l'affidabilità della mia sanità mentale chiedendo cose ad un alienato?
E deat note adesso cos'è!? Uno dei suoi... manga? Potevo sempre fare una veloce ricerca.
"Operavano i... cadaveri... sì,lle salme in fossa comune" avevo vaghi ricordi delle poche informazioni storiche che avevano passato all'università.
Stava solo applicando il metodo scientifico... sentii l'improvviso bisogno di precipitarmi in ufficio ad aggiornare la sua lavagna... sentivo il bisogno di aggiornare quel caso e riguardare tutte le tappe.
Annuii come a dare ragione alla sua ultima affermazione, mentre l'altra metà del mio cervello tentava di salvare tutte le informazioni apprese quella sera.
La vicinanza del suo viso cominciò a far nascere in me un discreto senso di disagio, che stesse cercando di farmi impazzire completamente? Che fosse una sua influenza come quando mi aveva fatto dire che mi piacevano le canzoni di... Miku?
26/10/18, 00:36 - Murasaki: Restò a fissarla per un po'. Non ottenne una risposta. Il labbro tornò rigido, come le palpebre. Sembrava che quel minuscolo alito di vita lo avesse abbandonato di nuovo.
Il tono gelido ruppe quell'ondata di disagio con un disagio maggiore.
"Stiamo perdendo tempo".
Si voltò verso la porta, facendo per andare via.
Poi si fermò un attimo.
"Dovresti ascoltarla, Miku intendo. Sa cantare davvero veloce".
26/10/18, 00:49 - Selene Starling: Di nuovo un freno, doveva essere qualcosa di implosivo: da dentro nasceva e da dentro moriva qualunque tipo di moto.
Quella frase - striamo perdendo tempo - era sempre presente nel momento del cambio repentino; sembrava che tutto fosse congegnato come un meccanismo costruito solo per autoblocarsi.
Il tempo sembrava avere un ruolo fondamentale nel meccanismo, chissà esattamente quale?
Lo guardai perplessa mentre si allontanava, prima di sentire la frase su Miku, annuii confusa, rispondendo con un "Lo farò".
Il mio cervello stava cercando di processare i suoi sbalzi comportamentali, sicuramente erano un complesso intreccio di diagnosi, mischiate a qualcosa che ancora non avevo pienamente afferrato.
In una serata però aveva fatto crollare tutto il mio precedente elaborato.
26/10/18, 00:55 - Murasaki: L'escatologico annui. "Mh".
Poi si allontanò.
26/10/18, 01:04 - Selene Starling: Sentii la porta chiudersi e la maniglia scattare.
Volevo alzarmi, ma rimasi immobile qualche altro minuto, gli occhi che vagavano nella penombra, tra i fiocchi di cenere sul pavimento e le cicche nel posacenere.
Che cazzo era appena successo?
Mi alzai lentamente e andai in cucina a finire il bicchiere di latte che era rimasto abbandonato sul bancone; mi sentivo particolarmente spossata, come se avessi fatto uno sforzo mentale non indifferente.
Sospirai mentre andavo a chiudere la finestra... ah, dovevo chiudere la porta, a chiave, e assicurarmi che fosse chiusa.
Dopo il chiavistello e due mandate provai ad aprire la maniglia: la porta rimase chiusa, tutto normale.
Spente tutte le luci tornai in camera da letto e per qualche secondo fissai l'uomo che dormiva tranquillamente sotto la coperta leggera, chiedendomi se tutta quella situazione non fosse che colpa della mia routine interrotta.
Scrollai le spalle: l'indomani avrei valutato il tutto, avevo bisogno di schiarirmi le idee.
Mi stesi dal lato libero e controllai il cellulare: erano già le sei meno venti.
Poggiai la testa sul cuscino e tirai un sospiro, poi spensi lo schermo e chiusi gli occhi.
26/10/18, 01:16 - Murasaki: Passano diversi mesi, di Green Finger neanche l'ombra. Sembrava quasi che la città di Detroit avesse deciso di dare una tregua al corpo di Polizia. Sei in ufficio, nella tua stanza c'è Dave, il solito stupido-stronzo un po' maschista intento a fissare una ciambella. La radio e la sua pessima selezione musicale per un attimo danno spazio al Tg.
"Un intero gruppo di lavoro Bayer è stato sequestrato in Svizzera. Si tratta di 5 persone. <<Frederick Macken, Theodore Debuq, Mariejana Stevens, Luigi Decchi e Michelle Lufkin lavoravano tranquillamente quando una strana ombra li ha presi. Dalle registrazioni non è chiaro cosa sia accaduto, ma l'unica cosa che sappiamo è che i cinque scienziati sono stati sequestrati e ad ora nessuna richiesta di riscatto è stata avanzata al CERN>>.
26/10/18, 01:21 - Selene Starling: Al nome di Michelle Lufkin sollevai gli occhi dal fascicolo e allungai una mano per alzare il volume, sperando che la radio passasse qualche altra informazione. Tecnicamente non era di nostra competenza quel caso, visto che non si era svolto a Ditroit, però... se le vittime fossero state a Ditroit sarebbe diventato sicuramente una nostra mansione, una di quelle davvero problematiche visto che probabilmente il caso non sarebbe rimasto solo nelle nostre mani.
_"Li ho presi io, [...] ma è difficile giocare a Death Note se non se ne conosce la trama"_
Più che incapace di mentire sembrava non essere minimamente intenzionato a farlo: non vedeva la crudeltà insita nei suoi gesti? C'era davvero lui dietro quella sparizione? I cinque scienziati erano a Ditroit?
26/10/18, 01:25 - Murasaki: Dave si stese con i piedi sulla scrivania, incrociandoli.
"La Bayer deve aver fatto incazzare molto Al Quaeda, ci scommetto le palle che sono stati i terroristi!"
tirò fuori uno dei suoi sigari e lo portò alla bocca.
"Che c'è Starling? Ti è forse morto il gatto?" una grande nube di fumo venne gettata fuori dalla sua bocca, insieme alla marea di stronzate.
26/10/18, 01:32 - Selene Starling: Guardai infastidita la radio quando ripartì quell'orribile musicaccia e riabbassai il volume tornando alla mia postazione "Le perderai" dissi semplicemente mentre cercavo qualche informazione circa i cinque scienziati, tanto il pc era sempre acceso in orario lavorativo. Aveva detto che si sarebbe spostato sulla musica, mi chiedevo se tra quei cinque qualcuno suonasse o avesse a che fare con il mondo dello spettacolo per altre vie.
"Non ho mai avuto animali domestici" trovavo Dave una delle persone più fastidiose e irritanti del dipartimento.
Mi sfiorai l'occhio mentre leggevo i documenti trovati; nessuno era stato capace di spiegare come fosse ricresciuto, al medico e allo psicoterapeuta avevo raccontato che mi ero svegliata con l'occhio in quel modo.
Essere di nuovo cieca... _"[...] tutto quello a cui teniamo è una mera illusione"_ ...
Quindi se volevo arrivare ad una soluzione dovevo andare oltre...
Ma perché mi preoccupavo così tanto di un caso che non era nemmeno mio?
26/10/18, 15:30 - Murasaki: Dave rideva. Era piuttosto divertito dall'atteggiamento serio e rigido di Selene. "Oh adorabili provincialotte credono sempre nelle favole" disse. "Magari quel tuo occhio tanto fortunato ti è stato ridato da Green finger perché si era sentito in colpa" rise di nuovo alzandosi. La giacca veniva colpita nelle incavature dalle braccia per essere indossata. "Come fa la fatina dei denti" si chino il cappello all'ingiu e fece per varcare la porta.
27/10/18, 00:17 - Selene Starling: "Certo, è passato a trovarmi quando ho finito le visite ospedaliere, mi ha portato dei biscotti e ha pure lavato i piatti prima di andarsene" dissi con un pizzico di pungente sarcasmo, che non mi sforzai minimamente di nascondere.
Mandai in stampa il mandato di perquisizione che avevo finalmente ottenuto e mi appoggiai allo schienale della sedia togliendomi gli occhiali, cominciavo ad avvertire un lieve fastidio agli occhi, dato dal prolungato uso del pc.
In quei mesi avevo cercato di sviscerare tanto la vita di Hiroshi quanto quella di Murasaki, perlustrando il web e il deep web, in verità non mi aspettavo così tanto materiale, ma avrei dovuto immaginarne la presenza, visto la sincerità calma e distaccata con la quale aveva parlato dei suoi progetti quella sera.
Hiroshi e Murasaki erano la stessa persona, eppure sembravano radicalmente diversi, addirittura agli antipodi, nonostante entrambi mostrassero un'intelligenza davvero fine e sbalorditiva.
Hiroshi sembrava essere stato molto sfortunato, quasi troppo per poter sembrare verosimile, avevo trovato diversi suoi progetti che erano finiti nel nulla nonostante un inizio davvero notevole. Ero riuscita a scoprire che aveva vissuto in una casa per studenti vicino al campus universitario, il nome sul contratto d'affitto però era quello di un'altra persona, il ragazzo che, probabilmente, era conosciuto on line come Sp@wn: che fossero amici e Hiroshi si fosse fermato da lui per qualche motivo? Avevo richiesto una fotocopia dei documenti del ragazzo, ma probabilmente avrei dovuto aspettare ancora un po' tempo (per molti di essi andavano contattate le autorità giapponesi): volevo sapere più o meno tutto il percorso che aveva fatto 'in vita'.
Sembrava una persona dannatamente sensibile, nulla a che vedere con Murasaki/Green Finger.
...
O forse no?
Non è raro che le più gravi sindromi dissociative nascano dall'annichilimento di un animo decisamente 'elevato'/poetico/sentimentale/sensibile, però...
Cosa poteva essere successo di così grave? Potevano esserci i molteplici insuccessi alla base di ciò? Mancava qualche tassello?
_"Hiroshi è un ragazzo vico che muore, Murasaki è un ragazzo morto che vive"_
Cosa voleva dire con questa frase? Hiroshi era effettivamente morto, ero anche stata sulla sua tomba, Ma Murasaki mi era sembrato un ragazzo più che vivo... nonostante le mani fredde.
Cosa intendeva con 'morto'? Era inteso in senso metaforico? Per forz...
_"[...] le cose a noi care altro non sono che mèra immaginazione, Starling"_
Ero tornata cieca, così mi aveva detto. Ripensai alla Selene che affermava di non aver mai letto fumetti, ripensai al mio occhio ricresciuto per miracolo.
Forse dovevo cominciare a considerare delle opzioni fuori dal normale?
Avevo visto tutti i video caricati sul deepweb: non era un killer, o almeno non era cosciente di esserlo, effettivamente lui sperimentava, studiava.
Quando avevo cercato documentazioni nel deep web mi ero immaginata di trovare qualcosa sull'autocelebrazione, invece avevo trovato dei video didattico-tutorial che scendevano anche molto nei dettagli, lasciando capire perfettamente che doveva aver studiato presso qualche facoltà di medicina o biologia.
Avevo chiesto ad un collega di informarsi circa la frequenza di un certo Hiroshi, ma non risultava iscritto, nemmeno il nome di Murasaki risultava negli archivi delle matricole; l'unica soluzione è che avesse studiato per proprio conto.
Avevo riguardato più volte tutti i video, nonostante il normale disgusto che mi suscitavano quelle immagini, c'era qualcosa che mi incuriosiva terribilmente.
Non era un killer, anzi, sembrava non curarsi minimamente della morte delle sue vittime: lui studiava; era vero.
Ogni tanto rimettevo quai video, mi sembrava di non star afferrando un passaggio fondamentale, ma quale?
_"Siete dei topi che hanno rosicchiato dei cavi sottoterra"_
Dovevo riuscire a cambiare prospettiva, ma come?
E se... riaprii il documento sull'escursus storico di Hiroshi e cercai il nome di Michelle Lufkin: era la ragazza che aveva vinto la borsa di collaborazione al suo posto, lei e il partner...
...
Un improvviso bussare mi riscosse dai miei pensieri.
"Avanti"
Una testolina castana di affacciò alla porta "Buongiorno dottoressa Starling, sono della scientifica, mi avevano detto che aveva bisogno di un support per una perquisizione" la ragazza entrò, la conoscevo di vista, l'avevo vista spesso al laboratorio, non era lì da molto , ma era molto brava e precisa, silenziosa il giusto e ben educata. Me ne aveva parlato molto un mio collega, ma non avevo prestato particolarmente attenzione all'epoca.
Annuii alla sua presentazione mentre mi riscuotevo e mi alzavo per prendere il documento "Sì, mi ricordi il tuo nome?", "Ah, certo scusi, mi chiamo Simone", annuii mentre mi mettevo la giacca di Jeans e la borsa a tracolla.
Aveva un viso pulito, un paio di jeans e una t-shirt color crema, alla mano aveva la valigetta per i campioni e drappeggiato sul braccio aveva il camice.
"Che tipo di campionatura andremo a fare?", "Rilevamenti in un appartamento" dissi controllando di avere almeno la pistola di ordinanza.
Era passato qualche minuto da quando eravamo salite in macchina, dirette all'appartamento del campus, "Simone, tu che esperienze hai avuto al liceo? Com'era la tua scuola?", lei scrollò le spalle "Una normalissima scuola pubblica, nulla di speciale, non mi piaceva studiare all'epoca, quando ho avuto il mio periodo ribelle odiavo un po' tutti, specialmente i miei compagni di scuola", annuii interessata "Hai ricevuto dei torti?", "Mah, le solite cose, un po' di bullismo, io ero la sfigata della classe, quindi un po' di dispetti me li hanno fatti, qualche merito se lo sono preso perché avevo i voti in condotta molto bassi", questo era interessante, proprio quello che speravo "Se ne avessi la possibilità, diciamo che non rischieresti di avere ripercussioni legali, ti vendicheresti di qualcuno di loro?", la sua reazione mi sorprese: si mise a ridere; "Sono indagata, forse?" chiese divertita mentre annuiva "Beh, sì, il desiderio di rivalsa è una cosa comune, effettivamente anni fa avrei voluto ucciderne un paio, ma si sa come sono i ragazzi" mosse le mani in aria "Tante energie buttate nei pensieri", annuii assorta "Vero, è una cosa molto comunque nella post adolescenza... chissà... potrebbe essere proprio questo il caso... che studi hai fatto?", "Sono partita da biologia per poi specializzarmi in molecolare, ho conseguito un dottorato e ho tre master su tecniche di analisi in laboratorio. Quando sono entrata all'università sapevo dove volevo finire, anche se non mi aspettavo di arrivare proprio nel corpo di polizia di Detroit" sembrava molto felice e motivata, mi faceva piacere, ecco perché lavorava tanto bene.
Dopo qualche minuto di silenzio mi fece lei una domanda "Stiamo andando sulla scena di un omicidio?", scossi la testa "No, stiamo andando nella vecchia abitazione di Green Finger, quella dove stava prima di diventare un serial killer. Potrebbero esserci degli indizi interessanti, così come potrebbero esserci delle prove, per questo ho richiesto una della scientifica come accompagnatrice. La casa è di un ragazzo conosciuto come Spawn, dovevano essere grandi amici. Vorrei parlare con questo ragazzo e dare un'occhiata alla casa", la vedevo annuire, interessata, come se stesse prendendo appunti mentali.
Quando arrivammo presi in mano il distintivo e bussai alla porta.
27/10/18, 00:33 - Murasaki: Nessuno era in casa. Aveva l'aspetto un po' abbandonato: polvere, cartacce. Fuori, all'ingresso, era ridotto molto male.
Simone fece un'espressione un po' laconica e un po' confidente. Starling annuì e la piccola ragazza armeggiando con la serratura riuscì ad aprire la porta.
Le due ragazze entrarono: l'odore era terribile.
Veniva dal bagno: una vasca piena d'acqua dove un cadavere era stato malamente disciolto e non totalmente. Brandelli di corpo galleggiavano nell'acqua. Il volto, ancora intatto, corrispondeva a quello di Spawn.
Presentava dei buchi.
Fuori dal bagno fetido carte erano sparse ovunque: documenti di Spawn, stampe di account, password, fatture. Un pezzo di carta dove c'era scritto << Voglio morire, basta. Qualcosa mi perseguita, è la sfortuna che vuole divorarmi... sto impazzendo. Spawn è morto, l'ha ucciso la mia sfiga, ora daranno la colpa a me... non posso dirlo a nessuno...>>.
Il resto della stanza era pieno di medicine per il cuore, per i dolori muscolari e il mal di testa.
Alcuni brandelli di cartelle parlavano di un problema alla gamba destra. Altri di Cardiopatia rara.
Sui mobili della cucina era montata una webcam collegata a un portatile. Una sedia accanto, e posta di fronte a uno specchio, era sporca di sangue. Un lettore di CD fu avviato da Simone. Un brano cantato da una voce robotica che Simone non faticò a riconoscere "Ma lei è una Vocaloid! Allora Green Finger era un Otakon!"
27/10/18, 01:30 - Selene Starling: Inizialmente mi portai una mano davanti alla bocca, volevo vomitare, l'odore era davvero simile ad un cimitero di animali misto a discarica. Tossicchiai mentre avanzavo. Quando aprii la porta del bagno rimasi decisamente sbalordita... che fosse Murasaki a pagare regolarmente l'affitto del locale? Tossii di nuovo mentre facevo un giro di ricognizione nelle altre stanze, l'appartamento non era poi grande.
"Un che?" chiesi quando Simone commentò il brano, "Otakon, Otaku... è uno a cui piacciono queste cose giapponesi, si intende di fumetti e anime, poi ci sono le fiere cosplay... è una sorta di mondo a parte rispetto a quello reale, poi dipende quanto ci sei addentrato", annui, per quanto Simon facesse la simpatica era in difficoltà a causa dell'odore.
"Ok, per prima cosa, puoi campionare il cadavere nel bagno?", "Non chiamiamo gli altri della squadra?" scossi la testa "No, non ancora, rischiano di imbrattarmi la scena e poi l'unico che potrebbe arrivare al momento è Dave e non lo voglio tra i piedi", in realtà mi chiedevo se avvisare fosse la cosa giusta, qual era veramente il mio scopo? Catturare Green Finger o essere una paladina della giustizia?
_"E comunque è difficile giocare a Death Note se non se ne conosce la trama"_
Avevo visto death note, mi ero ben informata sui personaggi e su tutte le varie critiche che l'opera aveva ricevuto, sia in positivo che in negativo. Infilai i guanti di gomma che Simone mi aveva appena passato. Tanto non potevo più salvagli la vita, parti del cadavere avevano già cominciato a decomporsi, anche se il processo sembrava esere stato bloccato da qualcosa, probabilmente da qualche sostanza in soluzione nell'acqua... in ogni caso, era da molto tempo che era lì, non avrei potuto salvargli la vita nemmeno volendolo: io dovevo catturare Green Finger, quindi forse dovevo lasciare tutto com'era...
Ci avrei pensato in un secondo momento.
Tornai in camera mentre Simone si infilava la mascherina e si dava da fare nel bagno, presi il cellulare e cominciai a fare foto alle cartelle e alle medicine, inquadrando anche le varie date di scadenza, cercai di non farmi scappare nulla, volevo lasciare tutto com'era, come se non fossimo mai passate.
A proposito di medicine per il cuore... Murasaki aveva la camicia macchiata di sangue, che fosse collegato al problema?
No...
Non poteva essere...
"Dottoressa, in bagno ho finito", "Ok, prendi dei tamponi per vedere se qualcuno usa ancora questa casa" dissi mentre mi affrettavo in cucina.
Fissai la sedia sporca di sangue, sul mobile vicino c'erano delle siringhe, un paio di bisturi, delle scatole di morfina, una video camera... e lo specchio. Mi sedetti delicatamente sulla sedia, dove c'era l'orma di una persona seduta circondata da sangue secco, probabilmente l'altro era rimasto attaccato ai pantaloni del malcapitato.
Presi un profondo respiro chiudendo gli occhi.
Non ero Selene.
Mi chiamavo Hiroshi, ero un ragazzo sfortunato, con problemi di cuore e una gamba messa male, perché non ero andato in ospedale a farmi controllare?
Non avevo dei documenti, non potevo richiedere una visita.
Perché non avevo richiesto dei documenti?
Perché Spawn era morto e io avevo bisogno di prendere la sua identità.
Ma il mio cuore non poteva reggere a lungo senza cure.
Potevo operarmi da solo.
Siringhe per iniettare l'anestetico, morfina come antidolorifico e bisturi affilati per operare.
Aprii gli occhi e mi fissai allo specchio poggiandomi contro lo schienale: avevo una visuale perfetta, ne troppo vicino, né troppo lontano.
Manca solo una cosa.
Cosa?
La mia più grande opera andrebbe ripresa, l'unica opera che dovevo portare effettivamente a termine.
Cos'era successo poi?
Era andato storto qualcosa? Avevo avuto paura? Avevo sentito dolore? Avevo sbagliato un passaggio?
Aprii gli occhi fissando la videocamera, mi alzai lentamente e cercai la memory card, era probabile che avesse fatto un video.
Quando la trovai tornai velocemente di là, dicendo a Simone di andare a campionare i medicinali e il sangue sulla sedia. Doveva essere vecchissimo, visto quanto era scuro, ma a parte il genotipo mi interessava sapere la periodizzazione, quella poteva essere fondamentale.
Tirai fuori dalla borsa il piccolo portatile (più simile ad un hard disk con tastiera, visto che il suo unico compito era di essere veloce e pratico, tanto poi i file venivano passati sul computer d'ufficio) che avevo durante le ispezioni e scaricai tutti i file presenti sulla memori card, mentre i file si copiavano andai in camera e provai ad accendere i pc, erano coperti di polvere e cercai di non sollevarne nemmeno un briciolo: nel primo non trovai nulla di particolarmente interessante, i file sembravano riguardare dei conti, forse il lavoro del ragazzo chiamato Spawn. Sull'altro trovai diverse ricerche, documenti per studi di almeno cinque materie diverse, un video e... porno di bambine disegnate... rimasi un attimo perplessa davanti a quella cosa, ma Simone commentò di nuovo "Ma dai, era pure Lolicon?", la guardai confusa, ma preferii rimandare le spiegazioni alla macchina. Copiai tutto su una pennetta e andai a spegnere il pc che aveva finito di copiare la memory, presi la scheda e la rimisi al suo posto, andai a spegnere il pc di Spawn, feci una foto anche al bigliettino per terra, potevo farlo controllare dai calligrafi, cercai per questo di fotografarlo da più angolazioni.
"Simone, puoi fare un giro anche in cucina?" chiesi sentendomi rispondere "Sto già facendo!", mi piaceva come lavorava quella ragazza.
Anche la polvere per terra lasciava presagire che nessuno entrasse in quella casa da moltissimo tempo, mi chiedevo a che pro cercare di nascondere un omicidio del genere: era occultamento o poca cura, come quella che metteva nel pulire le camice?
La figura in camice di Simone comparve sulla porta "Ho sistemato i campioni nella valigetta, c'è altro che posso fare?" "Hai il kit per le impronte digitali?", lei scosse la testa "No, quello va preparato o richiesto in anticipo, anche perché nessuno mette piede qui da un po', sarebbe un'impresa riuscire a prelevarle", "Per il resto hai campionato tutto?" annuì "Sì, in bagno ho preso dei campioni dal corpo, ho provato a prelevare del sangue e ho preso dei campioni della soluzione acquosa che ha usato, ho preso dei tamponi anche dei sanitari e un campione di acqua del gabinetto. Ho preso dei campioni in cucina sia dai fornelli che dal frigo, potrei prenderli anche dalla spazzatura, ma posso giurare che sta lì da mesi, c'è anche parecchia muffa, qui ho passato al vaglio le scatole dei medicinali e il biglietto. In cucina invece ho preso campioni del sangue, dal pavimento e dalla sedia, un capello che ho trovato incastrato in una scheggia dello schienale, idem per i bistudi e le siringhe, una di queste l'ho riempita con della soluzione e ho prelevato il contenuto" annuii "Perfetto allora, per le impronte non fa nulla" dissi guardando il pc ultimare l'operazione.
Staccai la pennetta e spensi il portatile, ne abbassai il coperchio attenta a non lasciare tracce nella polvere e controllai che tutto fosse come lo avevo trovato.
"Bene, per il momento andiamocene, devo valutare se sia il caso di mandare una squadra o meno", Simone mi guardò perplessa mentre uscivamo e lei richiudeva la porta, erano circa le quattro meno un quarto, ci avevamo messo un po' più del previsto, probabilmente anche per colpa del traffico trovato, "Cosa c'è da valutare? Non sarebbe la osa ottimale?" scossi la testa "Non posso salvare la vita di quel poveretto ormai, ma potrei evitare che Green Finger sappia che siamo state qui. Il proprietario di casa afferma che l'affitto viene pagato regolarmente, quindi non ho la sicurezza che questo posto sia in disuso. Aspetterò i risultati delle tue analisi per muovermi", dissi mentre cercavo le chiavi della macchina in borsa, "I miei risultati?", "Sì, ho bisogno di sapere le tempistiche, voglio le datazioni dei reperti, non redo che da quel grumo si riuscirà a tirare fuori un genotipo. Per questo ti ho chiesto i tamponi dei sanitari e della cucina", il viso di Simone si illuminò all'improvviso "Ah! Ho capito! Vuoi vedere da quanto tempo nessuno mette piede lì dentro, per essere sicura che nessuno farà caso agli oggetti prelevati! Che trovata geniale! In questo modo capisci anche perché quel ragazzo sta ancora lì" batté le mani prima di aprire lo sportello "Che cosa geniale, vedrò di consegnare tutto quanto prima... mentre torniamo in sede posso mettere della musica dal cellulare?", annuii, se l'era meritata.
27/10/18, 01:51 - Murasaki: L'escatologico era nella stanza con Lufkin. La fissava, silenzioso. Il pavimento era luminoso, la stanza del laboratorio nella Mansion non era abbastanza chiara, quindi si era spostato in un capannone fuori città. Michelle era stata legatasu una brandina d'ospedale. Una siringa.
"Ti prego... "
Lui continuò silenzioso, ignorando le sue suppliche.
Iniezione.
"Ti scongiuro, Hiro..."
Un cenno di disapprovazione apparve sul volto del cainita. Prese a parlare.
"Sei sempre stata lasciva. Mi domando a chi tu ti sia concessa per ottenere quel posto. So che ti piaceva praticare il Bdsm, sarò entrato nel tuo computer un migliaio di volte. Questa è una medicina che ho preparato appositamente per te. La usavano negli anni '50 per curare l'omosessualità. Lascia che ti spieghi."
I pantaloni di lei furono strappati via. Rimase anche priva dell'intimo. L'asiatico passo le mani gelide sul suo corpo scorrendole lentamente. La toccava, per procurarle piacere.
Un ansimo fu seguito da un conato di vomito.
"Il tuo corpo risponderà con la nausea e violenti attacchi di vomito ogni volta che verrai stimolata piacevolmente."
Michelle piangeva, continuando a supplicarlo.
"Non è più tanto appagante, immagino. Ma non preoccuparti, non lo faccio per piacere personale. In realtà non provo nulla."
Indossò i suoi Glass per avviare la registrazione.
"Siamo in diretta live, sono Green Finger e oggi scopriremo come immortalare un'espressione umana. La nostra collega, Michelle Lufkin, ci aiuterà prestandoci il volto. Nel momento di maggiore pathos le causerò un irrigidimento e rimuoverò parte del suo volto, cercando di capire a quale profondità incidere per non perdere l'aspetto scultoreo."
28/10/18, 02:07 - Selene Starling: "Com'è che lo hai definito prima? Green Finger intendo, quando hai visto quelle bambine disegnate", "Non sono bambine, sono Loli. Insomma, sono disegnate così ma la maggior parte di loro ha vent'anni o più. Si dice Lolicon quando ti piacciono le loli" arricciai appena il naso "Mhh... quindi abbiamo a che fare con un pedofilo" dissi picchiettando con il pollice sul voltante, Simone scosse la testa abbastanza vigorosamente "Non per forza, in verità sono solo una piccola parte quelli che provano attrazione fisica per le loli... e comunque in quel caso non ti piace il fatto che sia bambina, ma solo il fatto che appaia come una bambina. In genere si immagina di giocarci o coccolarle, non per forza la questione sfocia nell'erotico" "Mhh", commentai poco convinta, quel mondo mi appariva sempre più assurdo, avevo provato ad ascoltare i Vocaloid ed ero rimasta parecchio basita dal genere e dal tipo di voce, avevo cercato le traduzioni dei testi, che non erano brutti, ma quella musica era... troppo. Anche Death Note mi aveva lasciata perplessa, a parte lo scontro filosofico i personaggi sembravano così dannatamente estremizzati, così eccessivi.
Scossi appena la testa con un sospiro: decisamente non era per me.
Arrivammo in ufficio per le cinque e venti più o meno, Simone si precipitò in laboratorio ad analizzare i campioni con una velocità che non credevo umana.
Io tornai in ufficio, volevo scaricare i file che avevo trovato in modo da poterli ordinare in cartelle; dovevo guardare i video che avevo trovato nel pc e nella memory card: provavo il grande desiderio di sbarazzarmi dei porno e delle loli, ma purtroppo non solo erano referti legati ad un indagato, avrebbero potuto contenere qualche importante suggerimento circa quelli che potevano essere traumi, sfoghi... insomma, non potevo semplicemente eliminarli, però non potevo nemmeno guardarli in ufficio, volevo evitare di dare a Deve qualche spunto per nuove prese in giro; decisi, alla fine, di spostarli su una pennetta per poterli guardare con calma a casa.
Cominciai a spulciare velocemente le ricerche e i documenti per lo studio: sembrava che si fosse particolarmente interessato alla bioingegneria e alla medicina, c'erano delle nozioni di chirurgia... era un programma davvero vasto. Controllai le date dei documenti: la maggior parte risaliva a circa 5 o 6 anni prima, quindi all'epoca dei suoi studi in ingegneria biomedica, la maggior parte dovevano essere argomenti del suo corso di studi, pensai tenendo in mano i fogli dove avevo riassunto il percorso della sua vita. Andando avanti però si notava che gli argomenti cambiavano, diventavano più attinenti alla medicina ed erano molto specifici; il più vecchio era sulla chirurgia, la data corrispondeva ad un periodo di poco successivo alla data riportata sulla diagnosi di problemi alla gamba... aveva provato a sistemare da solo anche quella? Poteva essere...
Successivamente il tema diventava la cardiologia, la cui applicazione immaginavo di trovare nel video preso dalla videocamera. Trovavo abbastanza scomodo fare quei confronti usando il telefonino, ma stampare le foto avrebbe richiesto troppo tempo, al momento mi interessava un primo lavoro di scrematura, poi avrei cominciato con il lavoro di fino, scendere nei dettagli troppo presto rischiava di farti perdere la visione generale.
Finito di sistemare la maggior parte dei documenti sugli studi, archiviai la cartella e staccai la pennetta dove avevo copiato tutti i video e la cartella Loli. Preferivo finire di lavorare da casa su quel materiale, più avanti lo avrei presentato anche ad altri colleghi.
Lasciai un avviso per Simone, anche se dubitavo fortemente che riuscisse a consegnare parte delle analisi entro la serata, poi passai da Josh, avevo bisogno di una lista dei colleghi di corso di Hiroshi, divisi per anno.
Arrivai a casa prima delle sei e mezza e decisi di farmi una veloce doccia per togliermi di dosso la sensazione sgradevole che l'odore di quella casa mi aveva lasciato, avevo bisogno di rimuovere un immaginario lercio che sentivo incollato alla mia pelle e ai miei vestiti, che misi subito a lavare, preferendo il pigiama.
Mi sedetti sul letto a gambe incrociate, con il portatile e le cuffiette, e mi preparai a vedere il video prelevato dalla memory card.
29/10/18, 00:20 - Selene Starling: La data alla base dello schermo diceva che il video era stato registrato durante la notte del 27 luglio, circa tre anni prima, Hiroshi aveva avviato la registrazione e si era seduto sulla sedia, stranamente non aveva messo nessun panno per proteggere la sedia dal sangue.
I tratti somatici erano palesemente gli stessi, nonostante le condizioni fisiche di Hiroshi fossero davvero precarie, la vita sedentaria, il lavoro al pc, il fumo, il problema al cuore, la gamba compromessa e molte altre situazioni avevano influito pesantemente sulla sua forma fisica. Mi chiedevo se fosse possibile riuscire a eseguire un'operazione in quelle condizioni.
Hiroshi aveva acceso la musica, avevo riconosciuto le melodie elettroniche dei Vocaloid e la loro vocetta acuta. Il suo viso sembrava stranamente calmo, composto, anche se una nota di superbia ne tirava appena i tratti.
Hiroshi si levava la maglia e prendeva una siringa per iniezioni sottocutanee: probabilmente un anestetico, una scatola di pasticche di morfina era pronta sul ripiano, vicino agli strumenti, per le situazioni di emergenza, sicuramente non erano state prese subito per non compromettere la lucidità della mente durante l'operazione.
Quando cominciò a incidere dovetti mettere un attimo il video in pausa, sia per finire di annotare che per prepararmi psicologicamente allo spettacolo che avrei visto. Dopo aver preso un profondo respiro feci ripartire il video.
Il taglio era preciso, come se si fosse esercitato su qualche cavia, eppure Hiroshi non aveva mai avuto a carico certe accuse. Delle pinze chirurgiche venivano posizionate per tenere scansati i lembi di pelle, avrebbe cercato di operare attraverso le costole o avrebbe rotto anche quelle?
Lo vidi affondare il bisturi tra le due arcate costali stracciando quanto ci stava in mezzo... come aveva intenzione di riaggiustare quei muscoli... sembrava che alcune cose fossero state valutate alla perfezione, mentre altre fossero state improvvisate sul momento. Doveva essere una persona molto superba, anche se cominciavo a credere che avesse ragione di esserlo.
Misi di nuovo in pausa il video e mi passai una mano sul viso, fortuna che non avevo mangiato prima di fare una cosa simile, pensai mentre finivo di fare alcuni appunti sul blocchetto, qualche valutazione generale, tanto avrei avuto modo di imparare a memoria quel video per quante volte l'avrei rivisto.
Ok, rimisi nuovamente in play, il sangue cominciava ad essere tanto, forse l'anestesia locale non era abbastanza per un intervento a cuore aperto... ora che ci pensavo non c'era nemmeno un qualche bypass temporaneo; non avevo idea di come andasse operato un cuore, però di logica andava deviato momentaneamente l'afflusso del sangue.
Il sangue cominciava ad essere veramente tanto, cominciava ad impregnare i pantaloni e a colare per terra dalla sedia, se continuava così uno shock ipovolemico era il minimo che ci potesse aspettare.
La musica cominciava ad infastidirmi, controllo quanto manca alla fine del video, ma mentre muovo il cursore Hiroshi si blocca, con gli occhi spalancati... è morto? No, il cuore pulsa ancora, le sue iridi si muovono... sembra cercare di vedere qualcosa, sembra cercare qualcosa nello spazio intorno a sé, sembra quasi spaventato, febbrile. Nella stanza non è cambiato nulla, forse l'atmosfera si è fatta un po' più cupa, sì, ci sono molte più ombre e i colori si sono fatti più scuri, sembra che un'ombra si sia addensata intorno a lui, ma potrebbe essere banalmente un effetto delle regolazioni automatiche della videocamera; non riesco a capire cosa stia cercando, qualcosa si muove sulla sua spalla, anche se non c'è nulla, lui è l'unica persona nella stanza.
Lo vedo mormorare qualcosa, rimando indietro un paio di volte fino a capire una frase simile a "Sono solo allucinazioni"... cosa stava vedendo in quel momento?
Balbetta di nuovo "Il reale è razionale", di che diamine sta parlando? Crisi allucinatoria? Shock ipovolemico? Ipotermia? Improbabile data la stagione, ma possibile vista la grande perdita di sangue... abbassamento della pressione?
Lo vedo muovere appena la testa, come se ci fosse qualche suono oltre la musica, che effettivamente sembra più bassa di prima, come se ci fosse qualcosa a soffocarla... anche la regolazione sonora rientra tra i parametri che una videocamera media? Forse ora che Hiroshi mormora i suoi suoni hanno una priorità più alta di quelli del lettore musicale.
Il pulsare del suo cuore ormai è lentissimo, i battiti sono in caduta libera, le contrazioni sono ancora visibili, ma ognuna di esse continua a rigurgitare fuori un essenziale fiotto si sangue.
Un altro mormorio: con chi stava parlando ora? Che diamine stava dicendo?
Le ombre cominciano a muoversi...
Cosa?
Riavvolgo il video... dei filamenti scuri hanno cominciato a muoversi, staccandosi dalle normali ombre proiettate dalla luce.
Riavvolgo il video.
I filamenti si muovono sulla sua pelle, ma sembrano essere in 3D.
Riavvolgo il video.
Ancora.
Ancora.
Ancora.
Ancora.
Cosa cazzo sono quelle cose?
Provo ad andare oltre quel pezzo. I filamenti diventano tentacoli, ma è come se in quel punto non esistesse nulla. Sono neri, ma non hanno ombre, non hanno luci, sembra che in quel punto il nastro della registrazione sia bruciato... peccato che sia un video digitale.
Di che razza di materiale è fatto quel coso? Il pavimento sembra per un attimo oscurarsi, poi torna normale, tutte le ombre si concentrano in un punto per poi sparire.
Hiroshi continua a guardare verso quel punto.
Distoglie lo sguardo sochiudendo gli occhi, sembra quasi star provando qualcosa di piacevole.
Una nuova ferita si apre sul suo cuore, due buchi...
Sbianco, non può essere vero... non può star succedendo sul serio.
"Non ti rifletti sui muri della realtà, quindi sei solo un mostro della mia mente" _Con chi diamine parli, Hiroshi?_
Le sue labbra si fermano.
Ormai è abbandonato sulla sedia, la testa quasi rovesciata sullo schienale, la sua bocca riesce appena a mormorare... un momento... quando si è fermata la musica? Il video è improvvisamente silenzioso.
Apre la bocca... improvvisamente spalanca gli occhi, il suo corpo è percorso dai tremiti, come se stesse soffrendo... poi Hiroshi sparisce dal video.
Non all'improvviso.
Lentamente.
La sua figura si fa sempre più indistinta.
Poi tremula.
Sparita.
COSA!?
DOVE?
DOVE CAZZO è FINITO?
Nel sangue si vedono delle impronte, lo sento parlare.
Distorto.
L'inquadratura è vuota.
La sua voce si sente.
Metto in pausa e abbasso il coperchio.
Mi alzo.
Forse ho bisogno di una sigaretta.
29/10/18, 00:20 - Murasaki: Michelle continuava a lagnarsi. L'escatologico la ignorava, armeggiando con questo o con quello. Abbassò la musica dei Vocaloid e prese a parlare.
"Vedo dallo smartphone che qualcuno di voi mi scrive... vediamo: non avrei imaginato di avere dei fan. E' qualcosa di strano. Dunque Michelle, per favore potresti leggere cosa c'è scritto?"
Michelle piangeva, scongiurando perdono.
"Lufkin san, se non leggi sono costretto a ridurre la lunghezza del video e procedere immediatamente alla rimozione del volto. Non credevo avessi a cuore la riuscita dell'esperimento fino a questo punto."
"No, ti prego, voglio leggere, ti scongiuro lascia che legga!"
L'escatologico allungò lo smartphone verso il suo viso. I glass la mostravano più nitidamente.
"C...ciao... gr...gren f-fing...er- sigh- ti pr-prego va-vai in live su ins-sta...g-g... gram" tossisce "s-su i-Ggtv..."
L'escatologico prese il dispositivo e lesse veloce.
"Ciao Green finger, ti prego và in live su instagram #iGTV così che tutti possano vedere che esistono. Pensano l'abbiano presi gli stronzi dell'ISIS per motivi religiosi, la gente non crede alla tua esistenza. Dai, sono sicuro che un uomo intelligente e figo come te non si farà beccare dalla polizia".
"Mh..." disse.
"Ma io, fan-sama, non ho problemi a farmi prendere dalla polizia. Mi chiamo Hiroshi Iwamoto, sono nato a Fukuoka e abito a Detroit, oltre il bosco. Ogni giovedì notte vado a comprare lo zucchero al supermarket della srada provinciale dove c'è quella fattoria che ha aperto un hamburgeria notturna. Mi piace il verde e fumo sigarette di ogni genere, anche se alla fine scelgo sempre quelle alla menta"
Lufkin riprese a piangere. "Okay, andremo su IGTV. Faccio un account, aspettate. Allora. Hi-ro...shi. I-wa...mo- mh, ci vorrà la u dopo la o?Va beh. Mo-u-to. Nato a Fukuoka, il 2 ge...n-naio. Nickname... sono indeciso tra Dr. Doraemon... e Raoh... Ok. "Ciao a tutti, sono Green finger anche se in realtà il mio nickname ideale era Doraemon89. Okay, siamo qui per assistere a una lezione di conversione sessuale.
La nostra collega, la signorina Lufkin che tutti conoscerete per il suo splendido lavoro in Bayer e al Cern grazie al frutto dei miei studi - ma anche per il fatto che qualcuno l'ha rapita e si pensa sia stata l'ISIS -, è qui per riconvertirsi.
Lufkin in realtà disprezza gli uomini e va a letto con la sua amica del cuore, Naomi. Però c'è anche da dire che la sua carriera si è spianata quando lei ha usato le sue proprietà fisiche per incoraggiare i membri della commissione. Se fossimo tutti pansessuali e le commissioni si lasciassero convincere anche da dei bei ragazzi non avrei nulla da dire, ma purtroppo viviamo in una società maschista quindi oggi faremo un'esperimento di stampo maschista chiamato "la riconversione sessuale degli anni 50".
"Chi mi conosce saprà sicuramente che ho preso la mia prima laurea in lettere, poiché sono un grande appassionato di Storia. Bene. Partiamo dalle premesse storiche." una marea di commenti iniziarono ad apparire.
"Cos? Se ho paura di essere bannato? Da Instagram? Non credo Mark abbia voglia di far incazzare un Nano barbaro con un martello di livello 30. Dai, seriamente, ho creato il 'eee'. Cosa volete che sia hackerare il db di quei nerd fessi. Io ho intelligenza a cinque, come me ce ne sono pochi al mondo. - Non scherzo.
Va beh, torniamo a noi. "
Lufkin cominciò ad urlare chiedendo aiuto. L'Escatologico uscì dalla stanza insonorizzata, entrando nel laboratorio vero e proprio.
"Scusatela, credo sia un po' troppo emotiva. Questo è il mio laboratorio. Quelli sono i miei topi da compagnia, questa invece è la lavagna su cui giocavo con Fourier. Sapete, una delle applicazioni migliori è quella dell'Mp3. "
L'escatologico si accese una sigaretta.
"La terapia di conversione è un metodo che voleva cambiare l'orientamento sessuale di una persona dall'omosessualità originaria all'eterosessualità, oppure a ridurre drasticamente i suoi desideri e comportamenti. Veniva utilizzata anche su donne ninfomani. Dalla psicoanalisi all'esorcismo. Noi siamo scenziati e lavoreeremo con la teoria dell'avversione.
[20:31, 10/28/2018] Murasaki: "La terapia dell'avversione è una forma di trattamento psicologico nel quale il paziente è esposto a uno stimolo e simultaneamente assoggettato a qualche forma di disagio. Questo condizionamento è preordinato a causare nel paziente l'associazione di uno stimolo con una sensazione spiacevole, allo scopo di far cessare un comportamento indesiderabile. Credete sia qualcosa di disumano? Eppure lo applicano le ragazze quando devono evitare di mangairsi le unghia..." L'escatologico riprese la siringa e la preparava. "Oh, cazzo. Michelle credo che l'FBI sia arrivato a salvarti."
Lufkin sorrise e iniziò a urlare "Aiuto, sono qui!"
Hiroshi infilò la siringa velocemente, lei iniziò immediatamente a vomitare. "Ecco, così"
"Se si emoziona o ha piacere fisico, immediatamente vomiterà e soffrirà in modo lancinante"
Lufkin urlava più di prima, dilaniandosi.
"Questa espressione che intendo prelevare come campione si chiama "Pathos". Mi servirà per confronarla con le persone in modo che io possa capire che emozione stanno provando."
29/10/18, 00:20 - Selene Starling: Guardo la cenere della sigaretta cadere lentamente nel posacenere.
Le mie mani tremano.
Lascio la sigaretta e percorro il salotto.
Cammino velocemente.
Riprendo la sigaretta.
Faccio un tiro e cerco di trattenere la tosse.
Vado alla finestra e la apro.
L'aria è abbastanza fresca.
Quello che ho visto non ha senso.
Nulla sembra avere senso.
Torno in camera e riapro il pc.
Chiudo il lettore video e torno in salotto.
Cosa ho visto?
Forse ho bisogno di stare più calma.
Non riesco a pensare in queste condizioni.
Non riesco a trovare una giustificazione.
Una spiegazione.
Una scusa.
Non rieso a trovare niente.
Mi passo una mano sul viso.
Sono di nuovo di fronte alla finestra.
Torno al tavolo.
Ultimo tiro della sigaretta.
La spengo e decido di riguardare il video.
____________________________________
Niente.
Se Hiroshi non fosse sparito da lì avrei potuto giustifiare il tutto con: allucinazione.
Ma Hiroshi è sparito.
Hiroshi era seduto ed è diventato trasparente.
TRASPARENTE.
Un essere umano non fa queste cose.
I miei ochi stanno scorrendo distrattamente sui libri ordinati sull emensole della libreria a muro.
_"[...] tutto quello che abbiamo intorno è mera illusione, Starling"_
_"Non capisci"_
_"Stiamo perdendo tempo"_
_"Credo di non averne mai letti"_
Ripenso al video.
_"Ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale"_
_"Non ti rifletti sui muri della realtà, quindi sei solo un mostro della mia mente_"
*_"Ora sei cieca di nuovo"_*
Cieca... quindi non posso vedere la realtà delle cose perché ingannata dai miei occhi.
Ok...
Ipotiziamo l'assurdo.
Hiroshi stava parlando con un essere invisibile.
Quali esseri non riflettono la propria immagine?
Alieni? Fantasmi? Demoni? Vampiri?
Analizziamo caso per caso.
Un alieno sarebbe abbastanza improbabile, oltre che indimostrabile... e poi non è detto che non si riflettano negli specchi.
Fantasma: come aveva fatto un fantasma a farlo sparire? Sono immateriali, non possono mica toccarti, credo non possano nemmeno fare magie.
Sei ridicola.
No, devo concentrarmi e provare.
Un demone, forse? Ma un demone per essere evocato ha bisogno di un rituale.
E se potesse arrivare senza rituale? Sicuramente lo avrebbe curato e non fatto sparire.
E un vampiro? I vampiri per tradizione non si rispechiano perché privi di anima e un vampiro avrebbe potuto trasformare Hiroshi in un altro vampiro, quindi giustificare la sparizione del ragazzo dal video... e poi i segni di gerita da morso apparsi sul suo petto avrebbero potuto essere i canini.
Bingo, Selene, hai trovato il colpevole, un vampiro; se solo esistessero sarebbe l'ipotesi più probabile.
Forse avevo bisogno di una doccia... calda.
E mi sarei lavata anche i capelli.
30/10/18, 00:22 - Selene Starling: Dopo aver controllato di aver chiuso porte e finestre andai in cucina per farmi un boccone, in verità non avevo fame, ma se avessi saltato la cena avrei sballato il ritmo dei pasti dei giorni successivi e preferivo evitare; il corpo andava abituato un po' come un bambino, i pasti erano a determinate ore e basta, non potevo abituare il mio corpo ad un ritmo poco costante.
Aprii il frigorifero, cosa avrei potuto mangiare? Non avevo molta fame e non potevo mangiare nulla che favorisse gli attacchi di stomaco. Legumi? Magari con della carne... avrei dovuto pulire il frigo...
Chiusi di nuovo lo sportello: mi sarei fatta prima una doccia, avevo assolutamente bisogno di acqua bollente.
Ogni volta che facevo la doccia l'acqua raggiungeva temperature di anche 60°C, come se fossi dovuta riuscire a scaldare qualcosa all'interno del mio corpo, a scacciare il freddo dalle ossa; l'acqua calda induceva la vasodilatazione e rallentava il flusso sanguigno, mi aiutava a calmarmi.
Fissai la doccia al gancio in alto e mi sedetti sotto al getto raccogliendo le gambe, per poter poggiare le bracia sulle ginocchia. Sentivo l'acqua picchiettare sulla nuca e sulla schiena prima di scivolare giù.
Chiusi gli occhi, imaginando che quel getto potesse lavare via anche i pensieri; ogni tanto sentivo come una patina attaccata alla mia pelle, qualcosa di appiccicoso, viscido, qualcosa di pesante.
L'acqua cominciò a imbevere i capelli, che cominciarono ad attacarsi alla schiena e alle braccia, sulle quali la mia fronte poggiava. Presi un altro respiro profondo mentre qualche goccia percorreva lo zigomo, doldolando appena nel punto più in basso per poi cadere come una piccola lacrima.
Lentamente tirai sù la testa, permettendo all'acqua di bagnare anche il mio viso.
Ogni volta che mi davano un caso mi raccomandavano di non farmi prendere troppo, di cercare di mantenere un po' di distanza tra me e loro, ma non ci riuscivo; per capirli dovevo vedere come loro, dovevo quasi diventare loro, per un attimo... ma questo implicava il capire che avrei preferito non capire, il vedere punti di vista completamente folli, il vedere ragionaminti osì ferrei che ogni tanto vacillavi: erano logiamente inespugnabili, potevi attaccarti solo all'etica per smontarli. Portai le mani a scansare i capelli dal mio viso, riaprii gli occhi dopo aver sfregato bene la pelle degli zigomi e delle guance e mi girai verso la mensola dei saponi.
Dovevo smetterla di immergermi così tanto nei casi che studiavo, però era il mio lavoro: capirli.
Mi rialzai in piedi e presi lo shampoo; capirli era l'unico modo per riuscire a prenderli, ma dopo ogni caso sembrava che qualcosa di ognuno di loro fosse rimasto dentro di me, piccole voci, pensieri, brandelli di emozioni, motivazioni... e io mi sentivo sempre più sporca.
CRRRR CRRRR CRRRR
CRRRR CRRRR CRRRR
CRRRR CRRRR CRRRR
Lo squillo del telefono aziendale interruppe violentamente i miei pensieri.
Sciacquai velocemente le mani e scansai la tenda della doccia cercando l'asciugamano.
Che diamine era successo? Non mi chiamavano mai su quello, usavano sempre il cellulare, doveva essere successo qualcosa di dannatamente grave.
Cercai di asciugarmi velocemente per non bagnare tutto il pavimento e corsi in camera da letto, allungando la mano verso il comodino.
"Pronto!?"
"Finalmente, Starling, dove eri finita!?"
"Ero in doccia"
"Corri al dipartimento! Green Finger questa volta è andato on line su instagram"
"Co-!?"
"Ti ho mandato una breve anteprima su questo numero, ma sai che non posso mandare il video integrale"
"Corro!"
Attaccai il telefono e corsi di nuovo sotto la doccia per sciacquarmi, schizzai fuori e avvolsi i capelli nell'asciugamano, prima di cominciare a sfregare il panno sul mio corpo freneticamente, cercando di usare meno tempo possibile, corsi in camera e afferrai l'intimo e una maglia. Corsi di nuovo in bagno, accesi il phon per non prendermi un bel raffreddore e cominciai ad asciugare i capelli partendo dalle radici, ma lasciai la metà inferiore umida.
Presa la borsa e le chiavi della macchina, uscii chiudendo la porta.
Fortunatamente in tarda serata non c'era molto traffico e mi bastarono 30 min per arrivare alla centrale. Peters era nervosissimo.
"Ci hai messo troppo"
"Ci ho messo il minimo"
Senza perdersi in altre chiacchiere mi portò davanti allo schermo dove stava andando avanti il video, "D-Devo vederlo dall'inizio, giralo sul mio dispositivo" dissi mentre correvo ad accendere il computer sulla mia scrivania.
Non era possibile... era un incubo.
Però... se aveva sempre registrato sul deep web perché adesso stava su instagram, "Di quando è l'account?", Peters si avvicinò "Creato appena prima di mandare questo video" "Mhh... cercate nel deep web se c'è qualcosa di simile, non credo che questo sia il vero inizio del video".
Rimandai da capo. Cosa dovevo fare? Provare a salvare la vita della signorina Lufkin? Usarla come cavia per poter studiare Green Finger? Lui non appariva mai nel video, si sentiva la sua voce parlare da dietro l'apparecchio registrante. La mia folle ipotesi sui vampiri per un attimo mi balenò in mente, ma provai a scacciarla.
"Deve esserci qualcosa..." non era interessato al corpo della donna, quindi doveva essere un altro il fine dell'esperimento... Estrarle il viso... perché? "Questa espressione che intendo prelevare come campione si chiama 'Pathos'. Mi servirà per confronarla con le persone in modo che io possa capire che emozione stanno provando"...
...
Ah.
Era quello il fine?
Studiare le emozioni umane?
No, più semplice, lui voleva solo capirle.
Prelevare un viso per poterlo confrontare con altre persone... si stava costruendo un vocabolario di emozioni?
Qualcosa che effettivamente in lui non avevo mai visto, date anche le diagnosi che ero riuscita a fare circa la sua condizione.
Stava cercando di capire qualcosa a lui sconosciuto.
Qualcuno interruppe il filo dei miei pensieri: "Starling, sbrigati, dobbiamo andare a prenderla."... no, dovevo vedere come andava a finire... però non potevo sacrificare un innocente così, però non potevo perdere quest'occasione, però non potevo... cosa avrei dovuto fare? Sacrificarne una per salvarne dieci o provare a salvarne undici? Era a Ditroit, aveva detto oltre il bosco, quindi forse era fattibile... però avrei perso l'occasione di studiarlo a fondo...
"No, devo vedere il video fino alla fine"
"Sei impazzita!?"
"è l'unica occasione che ho per poterlo comprendere a fondo!"
"Stai dicendo di usare Lufkin come una cavia? Non puoi ucidere una delle scienziate del cern per poter studiare un criminale qualunque"
"Se fosse un criminale qualunque sarebbe già in galera, Lufkin aveva un rapporto particolare ocn lui, una persona qualunque non va bene"
"Starling, stai impazzendo"
"Io non vengo, devo prima finire il video. Preferisco sacrificarne una per salvarne dieci piuttosto che farne morire undici nel tentativo di salvarli tutti. Il mio compito è studiare i criminali, non salvare la vita alle loro vittime"
La porta del mio ufficio sbatté violentemente quando venne chiusa. Peters si allontanava imprecando e masticando bestemmie.
"E comunque non è che una persona normale ha meno diritto di vivere!" gli dissi dietro irritata dal suo commento sul lavoro della donna.
Mi rimisi al pc e feci ripartire il video: dovevo studiare, dovevo capire, dovevo conoscere.
Dovevo rimanere salda enlla mia decisione anche se mi sentivo già a pezzi per quello che vevo detto... forse dovevo aiutarla... ma...
Le informazioni...
No, avevo fatto bene...
Ne avrei parlato con lo psicanalista.
Ora avrei finito il video.
30/10/18, 01:04 - Murasaki: La musica cominciò. Era un brano diverso. Moto bambinesco.
https://www.youtube.com/watch?v=p0JFc5giu9U
Le urla di Lufkin erano soffocate dalla voce dalla fanciulla giapponese che cantava smagliante.
Lui si mise a cavalvioni su di lei tenendola ferma, mentre con il bisturi incideva. Non aveva applicato alcunché: il dolore era insopportabile per lei, ma non abbastanza da farla svenire per lo schock.
La lama si infilò nella sua pelle e tutto era registrato dai suoi Glass.
"Konna koto ii na..." la sigaretta era tra i suoi denti, mentre mormorava la canzone andando a tempo.
In breve tempo raggiunse 1 milione di visualizzazioni.
"An an an, totemo daisuki..." la lama si spinse velocemente verso il basso, "...ki Dorae-Mon!"
Il lavoro proseguiva. La polizia si dirigeva velocemente verso le sue indicazioni.
Intanto la musica cambiava. "Kira Kira, Hikaru...", una canzone per bambini.
la vittima sembrava febbrile, le urla erano tanto forti da essersi spezzate nel vuoto. L'escatologico non avvertiva minimamente il benché minimo senso di dolore o di preoccupazione, né piacere per l'oscenità cruenta di cui si stava rendendo artefice. "Osorano Hoshii yo"
Si fermò un attimo, per ciccare nel posacenere lì accanto, con le mani ancora sporche di sangue. L'inquadratura mostrava come queste venivano pulite sui pantaloni.
L'inquadratura si spostò su un monitor che mostrava il registrato delle telecamere di sorveglianza.
La canzone proseguiva, cantando "E poi sulle spalle" "il dito, il dito, va sul viso..."
"il dito va fin sù la testa".
L'Fbi era lì fuori, una squadra speciale la seguiva.
L'escatologico strinse il palmo sul volto di Lufkin e lo stracciò via indifferentemente. - Sayounara shimashou!" la canzone si fermò.
"Non ho capito cosa sia, questo Pathos. Però ora basta così, fan sama. Stiamo perdendo tempo".
Senza armeggiare con lo smartphone, l'Escatologico proseguì, dimenticando di essere in diretta.
Aprì la porta.
"Se poi faccio come il nemesis Mà potrebbe arrabbiarsi, dice che non dovrei giocare con le Bottiglie".
I passi avanzavano. Senza se e senza ma una raffica di colpi lo colpirono.
Cadde a terra.
La connessione su IGTV di Instagram si interruppe per un attimo.
L'Escatologico si rialzava senza i suoi Glass. Urlò.
"Cosa avete fatto..."
"COSA AVETE FATTO"
"COSA DIAMINE AVETE FATTO. I MIEI CAZZO DI GOOGLE GLASS".
La frenesia cavalcava, ma nessuno poté vedere altro che una figura sfocatissima.
Mentre i poliziotti erano ben visibili. Uno di questi venne letteralmente sventrato. L'altro spezzato in due. Il terzo, Peters, venne privato della mascella e lasciato cadere a terra.
La sparatoia continuò per almeno 10 minuti. Il programma in diretta si bloccò per quel tempo interminabile. A poco a poco tutto diventava nero e buio.
Lo schermo era privo di alcuna forma di luce. Tranne quella di lei.
Le urla non si sentivano più. Nessun rumore era possibile.
Solo i suoi occhioni bellissimi.
"Saki Kun, Daijobu?" disse l'assistant virtuale, o meglio la Waifu digitale di Green Finger.
"Ti ricordo che tra 30 minuti comincerà l'episodio nuovo di Shin Hokuto no Ken, dobbiamo sbrigarci, non abbiamo molto tempo!".
La luce tornò, divorando le ombre. I glass furono ripresi in mano.
"Oh, eccoti. Allora non sei rotta. Mh, la connessione non è stata chiusa, forse qualcuno ha assistito. "
"Scusate per l'imprevisto, la polizia è venuta ed era in qualche modo infastidita dal mio esperimento. Non sono un tipo aggressivo, però ci tengo alle mie cose.
Se qualcuno rovina i miei effetti personali posso diventare poco educato".
Si accese una sigaretta.
"Ora devo andare, grazie per avermi seguito, potete lasciare un like oppure no. Mi è indifferente".
30/10/18, 01:42 - Selene Starling: Ok, Selene, con calma.
Respira.
Non sei Selene, sei Green Finger.
Ti chiami Murasaki e stai facendo un esperimento.
Rimisi in play il video.
Vidi il bisturi affondare nella carne.
Le mie mani cominciarono a tremare, ma le serrai sui braccioli della sedia.
Dovevo resistere, potevo farcela.
Dovetti abbassare il volume per sentire meno le urla, erano lancinanti, dolorose.
Mi sentivo dilaniata.
L'angoscia era quadruplicata dall'improbabile canzoncina per bambini messa come sottofondo.
Il ragazzo afferrò con una mano il viso di lei.
Lo strappò via.
Mi alzai di scatto e corsi in bagno.
Non avevo cenato, ma riuscii a vomitare un po' di bile, qualche succo gastrico e amarezza.
Le mie mani tremavano, tanto da riuscire a malapena a reggermi al bordo del gabinetto.
In verità qualunque muscolo del mio corpo tremava.
Una piccola convulsione mi spezzò il respiro.
Qualcosa di bollente cominciò a colarmi sul viso.
Avevo fatto la scelta giusta?
Avevo sbagliato di nuovo?
Le mie mani si strinsero sul bordo di ceramica.
Continuavo a rivedere davanti ai miei occhi la scena della carne strappata via dalle ossa.
Cercai di deglutire, ma un nuovo conato mi fece sputare fuori il poco di saliva presente.
Le urla nella mia testa non si fermavano, continuavo a sentire urla.
Ero anche io colpevole?
No...
Il mio lavoro lo avevo fatto.
Altri brividi, ora sentivo freddo
Mi facevano male le ginocchia.
Cercai di alzarmi.
Sentivo le gambe deboli.
I miei occhi faticavano a mettere a fuoco.
Qualosa rimbombava nelle mie orecchie.
Cercai di trascinarmi fino al lavandino per aprire l'acqua fredda.
Le mie mani si muovevano a fatica.
Infilai mezzo braccio sotto l'acqua gelida.
Riempii la conca delle mani e mi sciacquai il viso.
Non avevo coraggio al momento di tornare a guardare il video...
Ripensai al viso di Michelle.
Caddi in ginocchio davanti al lavandino, tenendomi al bordo con la sinistra.
Che diamine avevo fatto?
Tanto non avresti potuto essere utile sul luogo.
Hai fatto la scelta giusta.
L'ho condannata a morte...
No, la riovereranno e praticheranno una ricostruzione.
Mi rialzai per vomitare di nuovo un po' di saliva, questa volta nel lavandino.
Era colpa mia?
No, non poteva essere.
Le lacrime non si fermavano.
I tremori nemmeno.
Dovevo fare qualcosa per calmarmi.
La mia testa non smetteva di ripetere in loop le ultimi immagini che aveva memorizzato.
Dovevo tornare di là a studiare il video per risolvere il caso quanto prima?
Dovevo calmarmi e tornare nel pieno delle mie facoltà?
Poggiai una mano sul piccolo specchio sopra il lavandino.
Probabilmente avrei chiesto allo psicanalista di anticipare la successiva seduta.
Stavo perdendo la cognizione del tempo.
Da quanto ero in bagno a fissare il mio riflesso schifata?
Da quanto tempo le mie gambe non riuscivano a muoversi?
Pochi minuti? Ore? Avrebbero potuto essere secondi o giorni...
Mi bagnai di nuovo il viso.
Dovevo tornare in me.
Dovevo tornare in me.
Sei Selene.
Ti chiami Selene Starling.
Michelle...
No!
Selene, sei solo Selene.
Green Finger.
No, solo e soltanto Selene Starling.
Dividiti da tutto, torna in te.
Deglutii.
Solo Selene.
Vivi a Detroit.
Lavori per la polizia.
Cercai di visualizzare i visi dei miei genitori.
La casa dove vivevo.
Il viso tranquillo di Simone.
La faccia imbronciata di Peters.
Le mani lerce di Dave.
Con calma...
Pensa alla tua normalità, cancella tutto.
Ormai il pianto sembrava intenzionato a rompermi il fiato con le convulsioni nervose.
Respira, imposta il respiro.
Sai come si fa.
Con calma.
Respira.
30/10/18, 01:53 - Murasaki: Arriva un Sms.
"Ciao. Come procede il lavoro? Il mio non bene, ma continuerò nella ricerca.
Spero che il tuo nuovo occhio ti sia utile.
I tuoi colleghi sono passati qui, purtroppo c'è stato un incidente.
Condoglianze.
P.S. Miku potresti provare ad ascoltarla. Non è male.
Hiro."
01/11/18, 17:58 - Selene Starling: Mi sciacquai di nuovo il viso e andai a farmi un caffè, quello sicuramente avrebbe aiutato.
Ero stanca, provata dal video visto nel pomeriggio e schiacciata dalla scelta che avevo fatto, nonostante, pensandoci bene, non avevo colpa dei fatti eventualmente successi: non avevo impedito alla squadra di andarla a salvare, avevo solo detto che non mi univo... che se ne facevano di una profiler in quel frangente?
Strinsi il bicchiere di carta con le mani: sì, mi ero solo fatta prendere, dovevo stare più calma; il calore del caffè stava facendo tornare la sensibilità nelle mie mani. Avevo visto altre volte vittime conciate in maniere orribili, perché mi aveva fatto tanto effetto? I brividi non volevano andarsene, anche se il caffè mi stava aiutando.
Dovevo solo razionalizzare. A darmi fastidio probabilmente era stato lo stridente misto di azione cruenta e canzoncina per bambini.
Infilai una mano sotto la maglia per grattarmi la schiena, sentendola umida... oh, diamine, i capelli, ecco cosa mi aveva fatto venire i brividi, la parte bagnata aveva inumidito la maglietta, ora rischiavo di prendermi un raffreddore.
Finii il caffè e buttai il bicchierino nel cesto lì accanto. Probabilmente dovevo portarmi il video a casa, asciugarmi i capelli e rimettermi al lavoro con un tea caldo in mano, non potevo permettermi un attacco di febbre.
Nell'ufficio lo schermo si era fatto grigio, con una texture che ricordava molto quella dei vecchi televisori quando non c'era segnale, una scritta indicava che il video in diretta era finito. Chiusi i programmi scuotendo appena la testa, poi andai al computer di Sean, dove era avviata anche la registrazione, gli diedi l'hard disk e scambiammo qualche parola, più di circostanza che di interesse vero e proprio.
Avuto il filmato tornai in ufficio, mi misi la giacca, presi le chiavi della macchina e il cellulare, prima di mettere quest'ultimo in tasca notai che c'era un messaggio non letto.
Arrivata in macchina accesi il riscaldamento e aprii la notifica.
"Ciao. Come procede il lavoro? Il mio non bene, ma continuerò nella ricerca.
Spero che il tuo nuovo occhio ti sia utile.
I tuoi colleghi sono passati qui, purtroppo c'è stato un incidente.
Condoglianze.
P.S. Miku potresti provare ad ascoltarla. Non è male.
Hiro."
Il mio numero come lo aveva avuto? Da dove lo aveva preso? Che diamine voleva dire? Era stato inviato pochi minuti prima, voleva dire che lo aveva inviato appena finito l'esperimento?
Ok, rileggiamo con calma. "Come procede il lavoro?" Beh, ora che mi hai dato nuovo materiale sicuramente non rischio di annoiarmi.
Avrei dovuto rispondere normalmente?
Probabilmente sì, anzi, se riuscivo ad aprire una finestra di dialogo con lui potevo ottenere informazioni più facilmente di quanto potessi dedurre da un video... certo era un'arma a doppia lama, potevo avere dei vantaggi come anche dei grossi svantaggi, mi conveniva? Tanto che problemi mi facevo, sapeva già dove abitavo e a quanto pareva sapeva anche entrare senza le chiavi, mentre dormivo tranquilla... insomma, avesse voluto uccidermi ci sarebbe riuscito indipendentemente da un SMS, quindi effettivamente era un qualcosa che volgeva a mio favore.
Ok, dovevo solo riuscire a suonare abbastanza naturale:
"Ciao, Hiro. Il lavoro procede bene, ultimamente ho dovuto anche fare gli straordinari, non rischio di rimanere senza. Ho visto parte del tuo video su iGTV, effettivamente non sembravi soddisfatto, come mai?
Il nuovo occhio va molto bene, il mio senso dell'equilibrio è molto migliorato.
Ti ringrazio, aspetterò notizie dall'ospedale o dall'obitorio.
P.S. Ho ascoltato qualche canzone, ho trovato quella dove canta molto veloce (disappearence). Non è proprio il mio genere, ma proverò a sentire qualche altro brano.
Selene"
Rilessi il messaggio: mi ero giocata il cervello...
Ok, rivalutiamo pro e contro:
1) Otteneva il mio numero: lo aveva già, insieme all'indirizzo di casa e del posto di lavoro;
2) Potevo mettermi nei guai in centrale: tanto ero già antipatica a tutti, in ogni caso ero l'unica effettivamente affidata al Caso Green Finger, il telefono non era neanche quello aziendale, quindi in verità non poteva essere messo sotto controllo a meno di prove concrete di un mio coinvolgimento emotivo o pratico con il ricercato;
3) Potevo ricevere informazioni: questo era positivo;
4) Potevo studiarlo più da vicino: questo era ottimo, facilitava il compito di dover tracciare il profilo psicologico;
5) Potevo creare situazioni spiacevoli o pericolose? Quelle si erano già create, a parte cambiare casa non avevo altre soluzioni a questo problema;
Rimuginai per un po' picchiettando il pollice sul volante.
Ma sì, alla fine non sembrava una cattiva idea.
Premetti invio, poi misi in moto, si stava inumidendo anche la felpa e volevo evitare di bagnare il sedile.
Erano circa le 21:00, il cielo era già scuro da un po' e fortunatamente per strada c'erano poche persone; per le 21:30 ero vicino casa mia, ma vista l'ora faticai un po' a trovare parcheggio, giustamente erano tutti già rientrati a casa.
Finalmente trovai il posto per lasciare la macchina, era un po' lontano da casa, ma meglio di niente, tenendo le chiavi di casa in mano a mo' di arma e guardandomi intorno circospetta, arrivai al portone di casa e mi infilai dentro chiudendolo dietro di me.
Non faceva freddissimo, l'aria era appena fresca, ma la macchia di umido sulla mia maglia mi stava facendo gelare le ossa. Arrivata a casa chiusi la porta a doppia mandata, lasciai la borsa e la giacca sull'attaccapanni all'ingresso e mi infilai di nuovo in bagno; misi il pigiama sulla stufa prima di infilarmi di nuovo sotto l'acqua, dopo aver raccolto i capelli. Mentre mi insaponavo facevo un breve schema mentale sulle cose che dovevo notare nel video. Uscii a mi asciugai il corpo, misi il pigiama e asciugai completamente i capelli.
Andai in camera e avviai il computer, poi andai in cucina e accesi il bollitore. Il mio stomaco brontolò affamato: cosa potevo mangiare? Avevo degli hamburger in frigo e degli spinaci... sì, una cosa semplice e veloce, pensai prendendo una padella dallo sportello sotto i fornelli.
Mezz'ora dopo ero seduta al tavolo con il pc, l'hard disk, il blocchetto e la cena: avrei momentaneamente saltato il primo pezzo per poter finire il video.
C'era qualcosa di dannatamente fuori luogo: non era solo dissociazione, non era solo iperfocus, non era solo autismo o simili, doveva esserci stata una vera e propria regressione nello sviluppo, oltre a qualche tipo di alienazione cognitiva dalla realtà. Dovevo riguardarlo un momento. Sembrava calmissimo.
Mi chiedevo perché ancora non avevo percepito nulla circa la sua sessualità, poteva essere inesistente? Una parte così istintiva era stata la prima ad essere soggiogata e cancellata? O magari era stata la prima ad essere negata... Dovevo controllare in tutti gli altri video questo particolare, le sue vittime non erano mai state particolarmente infantili, quindi quella cartella non poteva essere direttamente collegata a quel discorso, dovevo farmi spiegare da Simone come funzionava esattamente quella cosa.
Poi: aveva nominato una persona chiamandola Ma': la madre? una persona che riconosceva come autorevole? Ma non poteva essere la madre biologica, doveva essere una sorta di madre adottiva... era possibile contattare i genitori di Hiroshi? Avrei dovuto chiedere di nuovo aiuto alla polizia giapponese.
Chi era la vocina da Miku che si era sentita ad un certo punto? E perché lui parlava con una voce negli occhiali?
Che cazzo era sucesso ai due agenti che improvvisamente avevano cominciato ad esplodere? Cos'era quella sorta di effetto blurr/pixel apparso ad un certo punto?
Mi serviva l'analizer presente in centrale per quello, pensai mentre scrivevo appunti sul blocchetto.
Finito di mangiare riguardai il video un'altra volta con una fumante tazza di tea in mano, per assiurarmi di aver segnato tutto quello che dovevo appurare nei giorni successivi. Già che c'ero riguardai anche il video che avevo trovato nella videocamera.
Quando riuscii a sdraiarmi sul letto era ormai passata la mezzanotte da almeno venti minuti.
01/11/18, 19:46 - Murasaki: Messaggio ricevuto: "Disappearence è una delle mie preferite, mi piace esercitarmi nel cantarla ma è troppo veloce rofl. Per l'incidente non capita spesso che accada, ma a volte perdo le staffe. E' colpa del virus, qualcosa nella pancia cresce e non riesco a controllarmi. Sono veramente mortificato, per aver alzato la voce e lasciato il video a metà. Non mi piace non completare le cose.
Poco fa ho visto un'episodio di Hokuto no Ken, mi aspettavo la comparsa di Raoh, suo fratello. E' stato un po' come quando è arrivato il mio, Dà. Anche se in questo caso io sono Raoh e lui è sicuramente Ken. Che dico, è chiaramente Shin. LOL. Per lui "non basta!" haha. LOL.
Mi stai simpatica. Tu non sei stupida come il 99,999997% della popolazione mondiale.
Sto provando a esercitarmi col violino, perché penso possa aiutarmi a capire delle cose.
Poi avevo bisogno di un Hobby musicale, mi è venuto in mente dopo il teatro.
A te piace la musica? A me molto anche se non si direbbe quella classica lol."
01/11/18, 20:49 - Selene Starling: Lessi il messaggio più volte, era stranamente eloquente... come diamine si chiamava quel fenomeno giapponese dei ragazzi chiusi in casa che comunicavano solo attraverso schermi e chat? Ikori? Ikkokiri? Iko... oddio, non riuscivo a ricordare il nome specifico, eppure ricordavo esistesse.
Analizzai il messaggio suddividendolo per tipo di argomento:
1) Vocaloid: effettivamente doveva piacergli tanto quel gruppetto... ma come facevi a cantare una cosa simile? Avresti dovuto trascendere dal bisogno di respirare. Non avevo mai provato a cantare seriamente, quindi avrei dovuto trovare un altro modo di mandare avanti la conversazione;
2) Incidente: quindi stava confermando che li aveva uccisi lui, anche se nel video lui non veniva mai inquadrato... similmente a quanto era accaduto nel video preso dalla memory della videocamera... dovevo ricontrollare anche se in quel video ad un certo punto appariva lo stesso effetto, all'incidente era di nuovo collegato questo virus, questa malattia. Segnai anche questo sul blocchetto;
3) Scuse: mi chiedevo se questa attenzione fosse frutto dell'educazione giapponese che aveva ricevuto o se veniva da qualcosa imposto successivamente;
4) Cartoni animati e famiglia: aveva fatto un paragone abbastanza normale, anche se non mi aspettavo avesse un fratello: non poteva essere reale, Hiroshi era figlio unico, magari era acquisito? Dà... per cosa poteva stare? David? Daniel? Dawson? Erano troppi per poter tirare a indovinare;
5)Contatto: strano che avesse scritto quella cifra, perché non tutti multipli di tre? Perché un numero pari di cifre dispari? Da dove veniva quel calcolo? doveva essere un percentile reale tirato fuori da qualche studio;
6) Musica: effettivamente un violoncello umano doveva essere complicato da trasportare e accordare, il violino era comunque più gestibile;
7) Domanda: aveva stabilito un contatto, quindi era interessato a continuare la conversazione;
Il tutto era condito da acronimi da 15enne su facebook, non mi era mai capitato di leggere tante abbreviazioni per le risate in un singolo messaggio.
Dovevo rispondere:
"Questa sì che è una sfida, non riuscirei a trattenere il fiato per così tanto tempo, per poco non era troppo veloce anche la traduzione che scorreva sotto. Mi è capitato di sentire anche Matryoska e Rolling Girl, ne hai qualcuna in particolare da consigliarmi?
Capisco, come un attimo di perdita di controllo. Deve essere legato agli occhiali, mi sa che stavi registrando con quelli e un colpo li ha fatti cadere, fortuna che non ti ha ferito.
Haha bello! Quando ero più piccola vedevo qualche episodio mentre mangiavo, ricordo poco, ma all'epoca mi divertiva molto. Perché dici che somigli a Raoh e tuo fratello a Shin? Lol
Grazie, come hai calcolato questo percentile? Risulta da uno studio particolare, tipo quelli delle associazioni per maggiorati di IQ?
Non ho mai provato a suonare ed è raro che senta la musica, in genere ho sempre altre cose da ascoltare, però un sottofondo di musica da camera ogni tanto lo apprezzo molto. Non mi piacciono i brani con le parole, mi distraggono dal lavoro. Effettivamente non mi aspettavo ti piacesse la musica classica Hahaha su quale brano ti stai concentrando al momento?"
Praticamente per parlare con lui bisognava chattare come due ragazzini su whatsapp, sembrava molto più reattivo rispetto a quando avevamo chiacchierato in salotto: stavo ottenendo un sacco di nuovo materiale su cui lavorare. Certo che era strano passare dai vocaloid alla musica classica. Ora che ci pensavo non ero mai stata tipa da ascoltare musica, mi piacevano i sottofondi rilassanti (sicuramente non quelle porcherie fintamente country e commerciali che teneva Dave in ufficio), ma non mi ero mai particolarmente concentrata sulla melodia vera e propria.
01/11/18, 21:01 - Murasaki: Arriva un altro Sms: "Si, sono un regalo della mia sire. Me li ha portati dal futuro.
Non potrei sistemarli in alcun modo, tra l'altro ho programmato io Miku.
Ti consiglio "Kokoro" dei fraelli Kagamine, ma le ultime che mi piacciono sono "last night good nigh e certamene Meltdown.
Mio fratello è italiano, Mà dice che lo ha scelto perché sembra una scultura.
Io invece sono stato scelto per la mia intelligenza, le serviva qualcuno che studiasse il sangue dei transilvani.
Il percenile risale all'ultimo test fatto prima del virus, era molto alto.
Sono tutti così stupidi, sia le bottiglie che i portatori del virus. Uno l'ho mangiato perché non sapeva pronunciare la parola suidae.
La classica mi piace perché prima studiavo umanistica.
Col violino non procede bene. Il virus mi impedisce di progredire facilmente, è come se fossi bloccato. "
01/11/18, 23:42 - Selene Starling: ... Dal futuro? Che vuol dire che glieli aveva portati dal futuro? COME!? Forse era un modo di dire che non capivo?
"Dal futuro? Come si portano gli oggetti dal futuro? Sei riuscito a programmare un'assistente virtuale o è proprio un'intelligenza artificiale?
Le cerco subito allora.
Dev'essere bella l'Italia, ma non ci sono mai stata; scelto in che senso? Hai una sorta di famiglia adottiva?
Non so quanto fosse prima del contagio, ma mi sembra che anche ora sia davvero molto alto; chi sarebbero le bottiglie?
Ah, non mi sembra una parola difficile da pronunciare, anche se conosco un po' di persone che potrebbero avere problemi nel dire certe banalità lol.
Sapevo dei tuoi studi precedenti, eri anche molto bravo, davvero, ora sembra che tu voglia esplorare campi scientifici, come mai questo cambio di interessi?
Che strana malattia, che tipo di virus è? Prevede disturbi dell'apprendimento?"
Quella conversazione cominciava a sembrarmi assurda, eppure stava avvenendo, tra l'altro stava dando informazioni che combaciavano con il profilo segnato finora, tra l'altro coincidevano anche con i risultati delle mie ricerche. Dovevo trovare il modo di interrogare i genitori biologici di Hiroshi, pensai mentre mi sistemavo il cuscino dietro la schiena per stare comoda.
01/11/18, 23:44 - Murasaki: Dopo circa 40 minuti di silenzio, arrivò un altro SMS.
"Sono fuori la porta, fammi entrare. Ho qualcosa per te, sono convinto che ti piacerà molto".
02/11/18, 00:04 - Selene Starling: Cosa? Fuori la porta? In quaranta minuti?
...
Ma non abitava dall'altra parte di Detroit? Come aveva potuto attraversare la città in soli quaranta minuti!? Era già in zona? Ma allora perché aspettare? forse per non farsi beccare? Forse aveva aspettato quaranta minuti per farmi pensare che fosse arrivato da un punto mediamente vicino a casa mia?
...
Dai, era una presa in giro, non poteva essere fuori alla porta...
Accesi l'abatjour sul comodino e mi alzai dal letto, non poteva essere serio, non si poteva attraversare Detroit in 40min con la macchina, figuriamoci a piedi... e nel caso parcheggio dove lo aveva trovato a quell'ora improponibile della notte?
Mentre attraversavo casa accendevo le luci, controllando che non fosse già entrato da solo.
Arrivata davanti alla porta aprii lo spioncino: era lì... Sul pianerottolo...
Non avevo sentito l'ascensore muoversi, non avevo sentito i passi, non l'aveva fatta a piedi perché non sembrava avere il fiatone... come era possibile attraversare Detroit in 40 minuti?
Presi le chiavi dal gancio e le girai nella toppa, le sfilai e aprii la porta... sì, era davvero lì. Lo guardai sorpresa per qualche secondo, come se mi aspettassi una coltellata o un secchio di acqua fredda addosso, poi mi scansai dall'uscio "... Accomodati". Ero impazzita? Tanto se non avessi aperto sarebbe entrato da solo, pure irritato. Ecco: la visita a casa non l'avevo prevista nel mio inventario dei contro... adesso che facevo? Mi comportavo normalmente?
Chiusi la porta lasciando aperto il chiavistello e riappesi le chiavi al gancio.
"Mi faccio del caffè, ne vuoi?" chiesi mentre mi raccoglievo i capelli in una coda.
Anche la frase più normale mi sembrava terribilmente stonata... anche se non avere un uomo addormentato nell'altra camera in un certo senso mi faceva stare più tranquilla, almeno non avrei coinvolto innocenti in qualche disastro.
02/11/18, 00:06 - Murasaki: L'Escatologico entrò silenzioso. "Non posso prendere il caffè" disse.
"..."
02/11/18, 00:20 - Murasaki: "Ma posso annusarne un po'". Si mise a sedere, accendendo la solita sigaretta.
"Forse parlare a voce è meglio. Oggi sono un po' scosso"
La voce era monocorde, come sempre.
"Non riesco a trovare la mia penna, di nuovo".
La cosa lo preoccupava, al primo incontro l'aveva aggredita proprio perché Starling stava tenendo la sua penna in mano.
L'escatologico le porse un sacchetto di carta. Dentro c'era una ciambella, col buco.
"Sono sicuro che ti piaccia" aggiunse.
Era gentile, a modo suo.
"Sono qui Starling perché non potevo rispondere alle tue domande via Messaggio. Ci sono persone che tengono molto alla segretezza di questa condizione.
O che tengono a dei segreti che non dovrebbero essere rivelati.
Le bottiglie, non devono sapere. Le persone che hanno contratto questo virus si nutrono di persone come te, vi chiamano Bottiglie, o Vacche.
Tra di loro invece si chiamano Cainiti, qualcuno dice Fratelli.
Il mio ruolo in questo formicaio di predatori è quello di studiare le condizioni del sangue, per evitare dei disastri.
E quello di tirar duori da una figura molto pericolosa di nome Trois dei segreti. Lei è pazza, totalmente. Io devo inglobare la sua pazzia e tirar fuori delle verità. E' il mio compito più importante.
Non mi va molto di farlo, ma immagino che divorandola farei un favore all'umanità intera, dato che lei è quella che ha distrutto l'intero ospedale di New York.
Ad ogni modo, sono laureato in Biomedicina, queste cose le studio.
Il Virus-Cainita è una forma di mutamento genetico molto forte, qualcosa che rispetto a Cernobyl fa la figura di un pianeta davanti a un granello di polvere. Può prevedere dei disturbi, sì.
Nel caso di mio fratello, possiamo parlare di una forte forma di narcisismo, anche se io penso che fosse narcisista anche prima. So solo che al suo abbraccio è stato costretto a macellare 7 persone.
Mia sorella è stata abbracciata durante uno stupro.
Io invece non ricordo molto. Solo che mi stavo operando al petto... forse c'era mia madre.
Non so, ci ho messo molto a risvegliarmi. Il Dottor N. mi ha tenuto in osservazione per molto tempo e hanno fatto cose strane. Ricordo di aver passeggiato per ospedali i cui scenari avevano forme, colori e meccanismi simili al cubo di Rubik. Da quel momento ho smesso di provare qualunque forma di emozione.
Parte dei miei studi vengono da questo: vorrei capire come tornare normale, non mi piace essere così. "
Fumò ancora. Poi, riprese.
"La mia sire è invischiata in molte cose, cose in cui generalmente non entro. Mi limito a fare ciò che devo quando lei lo vuole, nel frattempo trascorro il tempo studiando. O guardando serie tv e anime. Però sto iniziando a occuparmi di fisica. Sono convinto che certe persone non mentano quando dicono che alcuni sanno spostarsi in avanti nel tempo. Voglio capire se è possibile, ho ragione di pensare che alcune persone che mi circondano sappiano di cosa sto parlando ma non vogliono dirmelo"
Intanto osservava il caffè.
"Tu puoi capire, io so che tu puoi capire. Ma ti ostini a non farlo. Ho pensato che se ti avessi lasciata in vita pur avendomi visto in faccia non mi avresti causato dei problemi. Perché noi siamo simili":
03/11/18, 01:15 - Selene Starling: Nonostante la strana risposta riempii due tazze di caffè e le portai di là, lasciandogli la tazza di colore più simile al verde scuro, avevo notato che era l'unico colore onnipresente intorno a lui, anche le sigarette avevano parte del pacchetto verde/celestino perché erano al gusto di menta. Io tenni la tazza gialla: una collega universitaria particolarmente simpatica me le aveva regalate dopo la laurea triennale, erano comode e resistenti. Gli avevo lasciato la tazza verde anche per fare un piccolo test... più che test in verità era la ricerca di una conferma circa un'ipotesi che avevo in testa. Spesso il suo tipo di disturbi tendeva a selezionare alcuni parametri preferenziali: un colore, un numero, un oggetto, una parola; probabilmente il colore designato era il verde, in base ai suoi studi il numero probabilmente era un numero primo, l'oggetto era un concetto esteso in verità a più particolari (al momento avevo considerato la sigaretta, gli occhiali e il cappellino), la parola non l'avevo inquadrata, ma probabilmente il concetto di escatologia era qualcosa di fondamentale per lui (si era presentato usando quel concetto come soprannome).
"La penna..." dissi pensierosa mentre mi sedevo "Nel video di instagram credo di averla vista sulla scrivania del laboratorio, quando sei uscito dalla camera operatoria, era vicino ad un raccoglitore, forse i colpi l'hanno fatta cadere e rotolare sotto qualche mobile" allungai una mano al sacchetto, era caldo, per un attimo temetti ci fosse qualche souvenir della scienziata... invece era una ciambella con la glassa, la classica donut con sopra glassa verde e cioccolato. Gli angoli della mia bocca si sollevarono in un piccolo sorriso "Grazie, è vero, mi piacciono molto": riconoscimento di un ristretto gruppo di persone come collegamenti interpersonali, sociopatia intellettuale? O razzismo intellettuale misto a sociopatia?
Ascoltai attentamente il suo discorso, ponendo qualche domanda di tanto in tanto, tipo "Tornare a provare emozioni o tornare 'umano'?", "Ho sentito qualche teoria, ma non ho mai approfondito il discorso dei viaggi del tempo, deve essere un campo davvero interessante, però", "Molti cervelloni si sono trovati in questa situazione, dicono sia perché si è sulla strada giusta... magari vogliono solo metterti alla prova".
"Quindi 'abbraccio' è il termine con cui viene indicato il contagio e... 'sire' è chi ti contagia" dissi cercando di mettere tutti i tasselli di quel discorso in fila "Quindi tu e tuo fratello siete tali perché contagiati dalla stessa persona?" dai, forse non era impossibile da capire, forse avevo reso tutto molto più complicato nella mia testa.
Presi un lungo sorso di caffè mentre ordinavo i pensieri: tutti i suoi video del deep web, le analisi che mi erano arrivate dall'ospedale dove i fungiofori erano ricoverati, gli studi che avevo fatto finora, le sue dichiarazioni dell'altra volta e quello che mi aveva appena detto... cercai di creare un discorso organico riassumendo il tutto.
"Se ho capito bene il virus è una forma molto semplice che ha già evoluto diverse linee filetiche, se così posso definirle. Tutte hanno in comune una profonda modifica del codice genetico, che acquisisce particolari proprietà (diverse da linea a linea), un'altra cosa in comune è il cannibalismo, i contagiati a quanto ho capito non posso più assumere alimenti, ma devono il loro sostentamento a persone non contagiate" presi un altro sorso di caffè "Tu devi avere la variante antiluce del virus, nel video di instagram ho notato che quando passi davanti ad un dispositivo non vieni ripreso. Il problema è che le varie evidenze che ho raccolto portano a qualcosa di abbastanza folle, che ho seri problemi a considerare come reale. La prima ipotesi è collegata ad un gruppo di malattie, chiamate porfirie, che hanno dato vita al mito del vampirismo, la seconda porta alla considerazione degli effetti di un fungo che 'zombifica' l'ospite... Però parliamo in entrambi i casi di malattie molto complesse che non originano da virus" c'era qualcosa di strano nella sua figura, provai a studiare un attimo il suo aspetto, rendendomi conto di molteplici fori macchiati sulla camicia, probabilmente i colpi dei proiettili "Ma sei ferito...!" certo, rispetto alla macchia che aveva sul petto erano niente, però quella era lì anche la scorsa volta, inoltre parlava tranquillamente, non sembrava affatto affaticato o in punto di morte, però... le sue spalle erano immobili e così le costole, si alzavano solo quando aspirava il fumo dalla sigaretta, era possibile vivere senza respirare?
_"Hiroshi è un ragazzo vivo che muore, Murasaki è un ragazzo morto che vive"_
Un ragazzo morto... "Posso sentire un attimo il tuo polso sinistro? O ti da fastidio essere toccato?" chiesi mentre davo un altro morso alla ciambella, attenta a tenerla per il fazzoletto, così da non sporcarmi le dita. Se non riuscivo a percepire un battito allora voleva dire che dovevo arrendermi all'evidenza: aveva ragione lui e il virus stabiliva un tipo alternativo di vita affine alle forme parassite.
Non ero impazzita, ma quando finivano le ipotesi verosimili bisognava cominciare a vagliare quelle improbabili, se anche quelle finivano c'erano solo due alternative: 1) creare un'altra ipotesi possibile; 2) cominciare a ponderare le ipotesi ritenute impossibili; la natura aveva più volte fatto capire quanto il suo impossibile si discostasse da quello umano, quindi forse non dovevo essere così rigida nei miei parametri di calcolo.
Mandai giù un sorso di caffè, tanto ormai che avevo da perdere...
03/11/18, 01:19 - Selene Starling: Cappellino=spolverino
04/11/18, 02:31 - Murasaki: L'escatologico si alzò per dirigersi in camera da letto. "E' un po' tardi, ho bisogno di stendermi. Parleremo di là".
Hiroshi non faticò molto a mettersi a proprio agio. Sul lato sinistro del letto, steso supino con le gambe incrociate alle caviglie. "Ora puoi sentire quello che vuoi, ma faresti prima a chiedermi diretamente quello che vuoi. Non ho problemi a parlarne, Starling. I miei simili si definiscono Vampiri, ma la loro intelligenza non dista molto da quella dei non vampiri, le loro bottiglie, da cui bere".
Il viso si lasciava ricadere sul cuscino, si tolse gli occhiali poggiandoli sul comodino.
"Vorrei che chiudessi tutto, non deve entrare alcuna luce. Tra un'ora mi addormenterò fino alle 19.45. Il mio polso è l'ultimo dei tuoi problemi, vedrai".
Si accese una sigaretta, l'aria era di solitudine e malinconia.
"Posso chiederti di ospitarmi qui? Non ho voglia di tornare al Magione, stanotte".
04/11/18, 13:30 - Selene Starling: Rimasi sbigottita quando in tutta tranquillità prese e si andò a stendere sul mio letto; portai le tazze nel lavello e la cartaccia nel secchio prima di raggiungerlo e notare che si era già sistemato. "... Ok" dissi alzando appena le spalle mentre andavo alla finestra per abbassare la tapparella, diedi qualche colpo alla fune cercando di chiudere tutte le piccole fessure che tendevano a rimanere tra un'asse e l'altra, chiusi il vetro e tirai la tenda "Scappi da casa?" chiesi vagamente divertita mentre spegnevo la luce in corridoio e chiudevo la porta, tanto ormai quella situazione stava andando verso i limiti dell'assurdo, almeno potevo provare a prenderla per il verso giusto.
Mi stesi dal mio lato impostando la sveglia e attaccando il telefono al caricatore, mi rimanevano circa due ore di sonno, considerando l'ora che avremo passato a parlare.
"Non credo basti la condizione biologica a definire l'intelligenza, la tua era sorprendente anche prima" dissi sistemando i cuscini contro la testiera per poter poggiare comodamente la schiena. Il mio polso era l'ultimo dei miei problemi? "Su cosa si basa questa nuova forma di vita? Da prima ti osservo, ma sembra che tu non abbia bisogno di respirare, anche i fori dei proiettili hanno stranamente perso poco sangue per essere colpi di arma da fuoco. Poi c'è stato un particolare che mi ha colpito, a parte il particolare che gli apparecchi digitali non riprendano la tua immagine: con una dentatura così non era possibile infliggere i danni da morso che ho sentito al ventre, sono zanne retrattili?".
In verità erano molte le cose che volevo chiedergli, sicuramente più di quante entrassero in un'ora, avevo una sete assurda di capire, ora che il mio cervello aveva ricevuto la prova di non essere impazzito; ora potevo aggiungere alla lista dei traumi la morte, probabilmente era uno dei primi casi del genere, a cosa assomigliava morire? Cosa si provava? E il risveglio? Come cambiava il corpo? La roba nera che appariva nel video della sua operazione era parte dei nuovi 'poteri' acquisiti, insieme al poter far ricrescere parti del corpo e poter convincere le persone di cose a caso? Anche la forza doveva essere tra le nuove caratteristiche acquisite.
Provai a organizzare tutte quelle domande in forma di discorso (evitando però di menzionare gli strani filamenti neri, preferivo non rivelare di essere stata nella sua casa), poi, quando ebbi finito, portai l'unghia del pollice a poggiarsi sul labbro inferiore, ogni tanto avevo l'impulso di masticarla, ma cercavo di trattenermi "Poi vorrei chiederti delle cose circa i tuoi esperimenti", dissi pensierosa, dietro quegli atti terrificanti si nascondeva solo la voglia di capire, avevo capito che non si rendeva conto probabilmente di cosa stava realmente facendo, almeno, non delle implicazioni etiche; il discorso però andava posto su un altro piano: perché non usare metodi che con una stessa efficacia permettevano di non uccidere persone?
05/11/18, 18:12 - Murasaki: L'asiatico riprese a fumare fissando un punto indefinito della stanza. In quel momento sembrava quasi una personalità normale, quiescente.
"Non potrei scappare nemmeno cambiando pianeta, o lo avrei fatto da molto. Poi, che senso avrebbe. Faccio parte di un sistema che mi opprime, ma che allo stesso tempo mi lascia indifferente. Si può dire che la mia esistenza sia migliorata, non muoio, non sono obbligato a svegliarmi a orari mattinieri e se qualcuno mi annoia posso mangiarlo. Poi, prima ero grassottello e malaticcio. Ora rispetto dei canoni che secondo la mia sire sono esteticamente fondamentali.
I Cainiti usano quelle doti che ho usato per riparare il tuo occhio solo per farsi belli.
Credi che il potere e l'immortalità inspessiscano gli animi? No, rendono solo la tortura più penosa per quelli come me. Se vivessi circondato da Maiali ne trarrei un godimento intellettuale maggiore.
Prima ero intelligente, sì. Ma non è quello che ha vinto la mia sire.
Noi nati dalle ombre irrazionali se veniamo scelti dobbiamo affrontare delle prove. I maestri delle ombre ci rendono la vita un inferno, se sopravviviamo e sopportiamo tutto rialzandoci e mostrando una volontà ferrea allora almeno ci ridanno indietro questo virus maledetto. Altrimenti...
Altrimenti ci lasciano come cani al nostro destino.
Spesso ci fanno del male, ci allontanano tutti. Manipolano i nostri insuccessi, causano incidenti o malattie mortali. Tutto questo per insegnarci a stare al mondo.
Una selezione naturale molto simile all'evoluzione. Solo i migliori K-strateghi nell'intero universo.
Fanno una prole a distanza di secoli e la adattano al meglio. Io sono il suo miglior esemplare.
Ha tentato di farmi ammazzare più e più volte. Ha condotto la mia vita allo sfacelo. Ha ucciso Sp@wn.
Ha fatto ricadere su di me ogni colpa. Poi, quando ha capito che io potevo essere molto meglio di una prole, ma una macchina, mi ha strappato via ogni emozione.
Credi che io non sappia di avere un disturbo dissociativo schizoide?
Credi che io possa definirmi asperger? Il mio Qi è così alto da prevedere tutto, anche le mie stesse alienazioni.
Ha fatto in modo che divorassi mia madre al risveglio. E con lei il resto della mia famiglia.
Poi ha creato copie di lei per ingenerare questo trauma fino a quando, spinto dal mio forte senso di volontà, non ho trovato da solo la forza per non sentire più nulla.
Mi ha riprogrammato.
Ha tagliato i miei capelli. Ogni volta, quell'incubo durava 4.17 minuti.
Era diventata una mia abitudine".
Tirò fuori le zanne retrattili, molto più appuntite e mostruose di quelle di un comune vampiro.
"Con queste, a differenza degli altri che come dracula mordono, danno piacere, provano piacere e non lasciano traccia, io devo lasciarmi andare a una cospicua consunzione. Non credere che mi piaccia. Odio perdere tempo e odio dover causare tutto quel casino solo per nutrirmi, ecco perché ho ideato metodi alternativi".
Un altra nube di fumo.
"Morire è qualcosa che non mi è stato concesso. Però ogni volta che riposo, sento che almeno per quelle 12 ore starò in pace."
La nube si districava nell'aria. "Ma il riposo di noi ombre è in un ombra densa e poco rassicurante. Forse è l'inferno".
Venne interrotto dalla domanda sugli esperimenti.
"Perché quelle persone sono inutili, tanto vale che muoiano".
05/11/18, 19:07 - Selene Starling: "Quindi siete veramente tanti e veramente organizzati, una sorta di... società segreta?" ci pensai un attimo mordicchiando nervosamente un angolo del labbro inferiore "Quindi è presumibile credere che i tuoi simili abbiano le mani in pasta nel mondo umano, no?" come non pensarlo? Qualsiasi essere più forte sfrutta un essere più debole se ne ha la possibilità... e se tutta la nostra storia fosse in verità nulla se non una messa in scena di qualcosa che non avevamo mai visto? Un po' il mito della caverna con gli schiavi che guardano le ombre muoversi, senza sapere che sono ombre e non figure reali... forse stavo di nuovo esagerando un po', però non sembrava una situazione così ridicola.
Mi sfiorai la palpebra tesa sul bulbo oculare prima di scuotere la testa "No, il potere avvizzisce un animo in genere, se ottieni del potere lo sfrutti, in genere per far subire ad altri quello che ti è successo, come se in questo modo si potesse scontare una pena... e l'immortalità probabilmente ti da solo più tempo per essere quello che sei sempre stato" lo guardai un po' triste per lui, da un lato sicuramente aveva molte più possibilità, ma mi chiedevo se il prezzo pagato fosse equo, o un po' troppo alto, sospirai appena "I geni si trovano male ovunque, forse solo tra geni loro pari trovano un briciolo di comprensione e serenità, forse nemmeno in quel caso, anche perché è difficile, statisticamente parlando, che si incrocino due geni compatibili, specie a livelli così alti".
Continuai a guardarlo mentre parlava, ragionando, mettendo in fila i discorsi, sistemando tutto nella mappa concettuale mentale che stavo costruendo e aggiornando "Sapevo che non poteva essere solo sfortuna", ero fiera delle mie capacità deduttive, anche se, sapendo di poterglielo chiedere direttamente, avrei evitato una gran fatica... meglio così, allenamento.
"Al contrario: sono convinta che tu ne sia perfettamente cosciente" dissi con calma quando citò i disturbi che avevo io stessa diagnosticato.
Per un attimo rimasi in silenzio, cercando di immaginare la più terrificante scena sentita fino a quella sera; io non avevo un rapporto particolare con i miei genitori, uno come tanti, forse permeato da una serie di moti unidirezionali, ma alla fine nulla di strano: cercare di immaginarmi quella scena mi rimaneva comunque difficile. Divorare più e più volte i propri genitori, la sola immagine mi faceva appena gonfiare la gola. Era terribile, non riuscivo minimamente ad empatizzare con una condizione del genere in quel momento.
"Ogni volta?" Chiesi interrompendo il loop che stava andando avanti nella mia testa "Quanto spesso li tagliavi? Crescevano così velocemente?".
Abitudine, questa doveva essere una chiave di lettura fondamentale per comprendere il suo sistema di riferimento.
Quando sguainò le zanne le fissai con un misto di paura e tremenda curiosità: erano terrificanti, appuntite, addirittura acuminate, sembrava esserci l'accenno di un seghetto sulla parte interna ed erano decisamente più ingrossate alla base di un normale canino, erano dei denti per macellare la carne, indipendentemente dalla sua possibile durezza; però al tempo stesso mi affascinavano, avrei voluto studiarle, saperne di più, come si sguainavano, dove riposavano quando non erano in funzione, come si generavano durante il passaggio... ma mi rendevo conto che infilare le dita nella bocca di una persona era una cosa che non andava fatta per due motivi: 1) era un gesto tremendamente maleducato, 2) con dei denti del genere non mi ritrovavo una mano, visto che l'ultima volta mi ero quasi giocata la parete inferiore dello stomaco. "Danno piacere e non lasciano traccia?" come si faceva a non lasciare traccia con un morso? Secernevano qualche fattore rigenerativo? Un adattamento? Certo, molti animali secernevano liquidi afrodisiaci per attirare prede, anche alcune piante applicavano un metodo simile "Quindi sfrutti le trasfusioni o le sacche di sangue?" erano le due soluzioni più logiche che mi erano venute in mente.
"Mi chiedo che aspetto abbia l'inferno..." ero cresciuta ricevendo un educazione religiosa, ma spesso dubitavo fortemente di quanto insegnatomi, non ero certo bigotta o estremista, ma ogni tanto effettivamente mi sentivo osservata, il più delle volte mi davo della paranoica e cercavo di non pensare a certe bambinate, però quel dubbio da qualche parte rimaneva in me.
"Come fai a sapere che sono inutili?" chiesi genuinamente curiosa "Cosa usi per scegliere le tue vittime? Non è solo un fattore circa il soddisfare dei requisiti base per l'esperimento, le vittime dei funghi per esempio avevano quasi tutte un lavoro prestigioso, ma come motivazione mi sembra debole... forse qualche attitudine? O comportamento? Credo ci sia molto di più dietro i tuoi omicidi, anche se è qualcosa che al pratico non sono riuscita ancora a dimostrare, l'unica cosa che accomuna tutte quelle persone è il loro essere per me sgradevoli, ma non credo costituisca una prova incriminante" dissi portandomi le ginocchia al petto per abbracciarle e rimanere, così, seduta, con le gambe coperte dal copriletto leggero "Ci devono essere altre informazioni che io non sono ancora riuscita a raggiungere; sto notando in questo momento che sicuramente molte informazioni sono più fuori dalla mia portata che dalla tua" commentai valutando effettivamente la differenza di possibilità tra me e lui, considerando anche che probabilmente i bonus che mi aveva mostrato non erano nemmeno tutti. Rimaneva il dubbio del nero, ma aveva parlato di ombre... sapevo cosa chiedere come prossima domanda.
05/11/18, 19:18 - Murasaki: "Un tipo mi faceva da mentore. Insieme abbiamo catalogato tutti i poteri mistici dei Cainiti. Gli abbiamo dato dei nomi. All'inizio era divertente e ne inventavo sulla base dei giochi di ruolo. Auspex, il potere di leggere nella mente, viene da Final Fantasy. Così Vicissitudine, il manipolare la carne. L'ho chiamata così perché è quella che è stata la causa delle mie vicissitudini. Poi toccò a Ascendente, è un termine che mi piaceva, si riferisce all'ascendente che avevano figure come Carlo Magno, Cesare, Leonardo... poi mi annoiò ben presto e li chiamai in modi semplici: potenza, velocità, robustezza... fino a deriderne alcuni: chimerismo, demenza..."
L'Escatologico chiuse gli occhi.
"Quel tipo conosceva quelle persone, avevo le loro schede. Il clan dei Dementi raccoglie i suoi discepoli tra i pazzi e ne sanno una più del diavolo. Ciascuno di quelle persone aveva fatto del male e per questo volevo punirli. Per guadagnarmi il perdono dal mondo della razionalità. Infatti ci sono riuscito.
Nel deep Web mi chiamano eroe, loro sanno cosa hanno fatto. Omicidi, truffe, stupri. I cainiti sanno essere mostruosi ma il seme di quella mostruosità è tutta insita nel cuore umano".
L'escatologico smise di parlare. Come bloccato. Le palpebre provarono a sollevarsi ma non ci riuscirono.
I capelli iniziarono velocemente a crescere e la barba si fece strada. Il cuore riprese a sanguinare lentamente.
Era andato in torpore. Proprio come Dracula.
05/11/18, 21:01 - Selene Starling: Rimasi in silenzio per qualche secondo, saggiando le sue parole: punirli, chiedere perdono; era la prima volta che mi trovavo davanti ad un ragionamento così lucido e calmo, da parte di un vampiro... beh, facciamo di un serial killer, che di vampiro conoscevo solo lui, però... pensandoci bene era il ragionamento più lucido e calmo sentito in generale; irreprensibile sotto certi punti di vista, estremo sotto altri, ma considerando i suoi disturbi non era nemmeno troppo folle. Era così... corretto.
Tutto quello che aveva fatto era stato davvero solo un togliere di mezzo gente orribile? Strinsi appena le gambe contro il torace: in verità noi quindi stavamo facendo la parte dei cattivi che proteggevano questo genere di depravazioni?
Perché non avevamo catturato noi quei dannati individui? Perché erano tutti così facoltosi che non esistevano accuse a loro nome, se esistevano erano state dimostrate non veritiere e se erano state veritiere sicuramente non mi erano arrivate in mano. Arricciai appena le labbra in segno di disappunto.
Gente ricca: gente coperta dalla legge.
Il silenzio si protrasse per qualche secondo, decisamente troppi perché stesse solo riprendendo fiato. "Hiroshi?" chiesi girandomi verso di lui, ma nessuna risposta seguì la mia domanda; il suo stato mi sorprese, lasciandomi basita: i capelli non crescevano velocemente, crescevano ad un ritmo vertiginoso. "Hiroshi..." chiesi scuotendogli gentilmente una spalla: nulla.
Presi il telefono per controllare l'ora: si era addormentato nel momento esatto che mi aveva detto... incredibile, crollava così, quindi il fatto che si addormentassero solo con l'arrivo del sole non era proprio corretto.
Vederlo dormire senza respirare era inquietante, sembrava davvero morto.
Con un sospiro gli tolsi il mozzicone di sigaretta dalle mani e lo spensi nel posacenere che avevo portato, poi mi alzai per poggiarlo sul tavolo in sala.
Quando tornai mi accorsi che sulla camicia c'era del sangue fresco, che stava colando lentamente verso le lenzuola: corsi in bagno e presi un asciugamano rosso per tamponare il danno... possibile che la ferita dell'operazione fosse ancora aperta? Beh, tutto, tranne la forma fisica, sembrava tornato come quando era stato... uhm... trasformato nella sua casa. Avrei dovuto medicarla, anche solo per evitare che colasse sangue su tutto il letto. Mentre pensavo al materiale da kit di soccorso che avevo in casa e tamponavo la ferita urtai un braccio: un lieve fruscio e un piccolo tonfo arrivarono al mio orecchio, allungai la mano libera tastando sul copriletto e trovai il bussolotto accartocciato di un proiettile... un proiettile!? Era uno di quelli che gli avevano sparato durante l'incursione?
Lasciai cadere l'oggetto per cercare un altro foro sulla camicia, tanto ormai non valeva la pena dormire per due ore, arrivare tardi in ufficio ed essere comunque assonnata tutto il giorno. Trovato un foro comodo da osservare allargai appena la stoffa con le dita: non ci volle molto prima che un altro proiettile cadesse dalla ferita che ora era perfettamente rimarginata, non rimaneva nemmeno una piccola cicatrice; tutti i fori che aveva sul petto e sul ventre stavano facendo la stessa cosa, anche se alcuni proiettili rimanevano nella camicia perché la ferita non era perfettamente allineata con il foro nella stoffa.
Perché quelli si curavano e la ferita al petto no? Forse perché quelli erano recenti? No... forse perché la ferita al petto risaliva a prima della sua morte o trasformazione.
Mi mordicchiai un labbro, poi mi alzai e andai a prendere il kit di soccorso, avevo quantità esorbitanti di garze, bende e cerotti. Non potevo lasciarlo così.
Tornai in camera e mi sedetti sul bordo sinistro del letto, non senza un po' di imbarazzo gli slacciai la camicia per osservare la ferita. Le costole non sembravano rotte, mi chiedevo che razza di zanne dovesse avere la sire per riuscire a lasciare una ferita simile nel muscolo cardiaco passando attraverso le costole... certe cose non dovevo chiedermele.
Presi le forbici e cominciai a fare delle striscioline di cerotto. Non ero una chirurga, ma qualche nozione di anatomia umana l'avevo, non avrei ricucito anche il tessuto muscolare, ma potevo sistemare un po' la pelle perché tenesse fermi gli strati sottostanti, fortunatamente il taglio superficiale era molto netto, quindi facile da seguire. Un po' schifata dal mettere le mani lì in mezzo, allungai le dita e sistemai le fasce muscolari, poi la pelle; tenendo tutto fermo con una mano usai le strisce di cerotto per simulare i punti, fortunatamente era una banda adesiva molto resistente, il sangue, però, sarebbe colato fuori lo stesso, almeno più lentamente.
Finito il patchwork sistemai delle garze sulle linee di sutura e bloccai il tutto con delle bande trasverse di cerotto adesivo Ora potevo mettere il cerotto assorbente, il medico me ne aveva lasciati vari per quando dovevo cambiare i bendaggi all'occhio, quella ferita aveva stillato sangue per mesi, anche dopo essere stata sistemata, la sua guarigione era stata molto lenta.
Richiusi la camicia, presi l'asciugamano macchiato e andai in bagno, per metterlo con acqua fredda e detersivo nella bacinella. Finito questo mi feci una doccia veloce e fresca per svegliarmi, indossai il solito paio di jeans e una t-shirt e mi legai i capelli. Mentre il bollitore faceva il caffè mi lavai bene la faccia e feci la borsa... mentre avevo in mano il telefono non resistetti alla tentazione di aprire la fotocamera e provare a inquadrarlo: il letto risultava vuoto, completamente vuoto; l'avvallamento causato dal suo peso c'era, ma di lui non si vedeva nulla, solo un pezzetto dello spolverino che cadeva già dal letto tornava visibile.
Andai in cucina a bere il caffè mentre rimuginavo, le sue parole non lasciavano la mia testa, il suo discorso continuava a girare tra i miei pensieri, facendo muovere troppi ingranaggi... erano solo parole infondo, pensai mentre poggiavo la tazza sul ripiano per andare a prendere il pc: dovevo portarlo per analizzare i video, io non avevo i programmi per far scorrere i singoli frame o analizzare immagini.
Finii il caffè mentre ripensavo alla sua 'abitudine'... presi un foglio di carta e gli lasciai scritto un biglietto:"Sono al lavoro. Ti ho lasciato le forbici per tagliare i capelli sul lavello del bagno, nel cassetto trovi un pacchetto di rasoi, il posacenere è sul tavolo del salone". Fissai per qualche minuto il biglietto come se lo avesse scritto un'altra persona, aveva un senso fare questo? Probabilmente per quell'ora sarei potuta essere di nuovo a casa. Se avessi tardato? Se non fossi rientrata in tempo? Se avesse voluto andarsene e basta? Alzai gli occhi per guardarlo dormire, sembrava solo un ragazzo...
Poggiai il foglio sul cuscino dove avevo dormito e uscii dalla camera chiudendo bene la porta perché non entrasse luce dal corridoio. Corsi fuori di casa impugnando le chiavi della macchina.
Avevo fatto bene? Bah, lui si era fidato, si era addormentato così a caso in casa mia, conscio del fatto che avrei potuto chiamare qualcuno per farlo arrestare... avrei potuto aprire le finestre, ferirlo in altro modo... ma lui si era addormentato lì mentre chiacchierava con me... un comportamento stranamente umano. Serrai le labbra mentre guidavo: he situazione del cazzo.
Arrivai in ufficio con mezz'ora di ritardo, probabilmente solo Dave se ne sarebbe accorto e ovviamente avrebbe rotto le scatole.
Entrai in ufficio e salutai Dave freddamente mentre mi sedevo, sulla tastiera del mio pc c'era una cartella firmata da Simone con un biglietto "Ciao Selene, questi sono i primi risultati, appena ottengo gli altri te li lascio in ufficio. Un bacio. Simone :)": che cara ragazza, pensai sedendomi. Mi tolsi la giacca e cominciai a guardare la cartella, già volevo un altro caffè.
05/11/18, 23:01 - Murasaki: "Noche brava? Hai l'aria di una che si è divertita un sacco... altro che i nostri amichetti. Ma che cazzo gli è passato per la testa di andare da un serial killer di quella portata. Non è nemmeno detto che sia lui. Senti, dammi retta. Io dico che quel muso giallo - si ho scoperto che è giapponese - non era nemmeno lì. Credo che usi tante piccole pedine e lasci trappole in giro. Poi, deve avere per forza dei complici. Quella carneficina non crederai mica l'abbia fatta tutta da solo? La prima complice è quella ragazza dalla voce da troietta... AHAHAHAH green finger in realtà è uscito da uno dei film di tarantino, e lei è Mallory Knox! Che duo di idioti senza fine!"
Davi si tirò su. "Quel mostro lo faremo fuori vedrai... così potrai farti tutte le scopate che vuoi in santa pace in prima serata e non rischiare di far tardi in ufficio. Siamo poliziotti Starling!" la cenere del suo sigaro cadde a terra. Dave la vide interrompendosi per un attimo. Con la suola della scarpa la inondò, costringendola a farsi largo tra gli spazi della moquette. Rimase solo un po' di grigiore.
"Mi chiedo che razza di perversione debba avere un individuo del genere, deve essere un reietto della società. Mi domando se si spari le seghe ripensando alle sue vittime, ahahahah. Probabilmente non sa nemmeno cosa sia farsi una sega, da quel video si vede lontano un miglio che non sa come si fa godere una donna. E' sicuramente un verginello del cazzo"
06/11/18, 00:24 - Selene Starling: "Noche bravissima. Io, i video e i codici di analysing, non mi piace perdere tempo" risposi distrattamente mentre sfogliavo i fogli nella cartella di Simone; il primo raccoglitore era sul bagno, aveva già analizzato tutte le specie di batteri e virus presenti, nonché tutte le sostanze in soluzione nella vasca: il decesso era avvenuto anni prima, anche se per sapere esattamente quanti avrei dovuto aspettare i risultati di un successivo test, nell'acqua era stata sciolta della calce viva, probabilmente era quella che aveva favorito il mantenimento del corpo e la sua parziale mummificazione, sui sanitari aveva trovato trace organiche, ma troppo degenerate per poter estrapolarne una qualunque informazione; anche le analisi dei campioni della cucina erano stati analizzati su specie di batteri: tutto era lì da anni, l'unica cosa sospetta che aveva notato era che c'erano pochissime uova di insetto. Questo era strano, visto che i materiali in putrefazione erano uno dei siti preferiti per la deposizione.
Dave continuava a fare schifo come al solito, ciccava sul tappeto e anziché pulire nascondeva, mi faceva vomitare. Il commento sulla mia vita sessuale mi fece rizzare anche i capelli sulla nuca dal ribrezzo "Dave, dacci un taglio! Stavo lavorando ieri sera, mica mi sono messa a perdere tempo in questo modo" sbottai irritata "E in secondo luogo: in quel video si stava vendicando, non ruota tutto intorno al sesso" conclusi con un occhiataccia prima di tornare alle mie carte. Che schifo.
Che schifo.
Che schifo.
Che schifoschifoschifo!
Con un gesto irritato accesi il pc mentre scorrevo anche il resoconto: e comunque ero una profiler, non ero una delle pedine per le irruzioni e simili, io in genere arrivavo sulla scena del crimine che il serial killer era già sparito, in teoria non avrei dovuto avere incontri con i ricercati.
Mi morsi la lingua per non dare una risposta ancora più piccata: che razza di commenti erano? Ma si era visto lui per caso? Scossi la testa mentre le mie orecchie fumavano: cominciavo a capire cosa intendeva dire Hiroshi: i maiali probabilmente erano più interessanti da stare a sentire, non che Dave si discostasse tanto da un maiale alla fine. Deglutii a forza mentre inserivo ID e Password nei campi della finestra per l'accesso al sistema: dovevo richiedere l'utilizzo della sala video.
Che schifo.
Volevo finire quella giornata alla svelta.
Come mi dissero che la sala video era disponibile schizzai letteralmente fuori dall'ufficio portando con me il pc, la cartella di Simone e la borsa, tanto per non avere troppe cose in mano, così da poter prendere un caffè mentre scendevo.
La sala videa era una stanzetta con due monitor fissi, uno per la riproduzione di materiali video e uno per l'esecuzione dei programmi. Collegai il mio dispositivo e trasmisi al primo schermo il video da riprodurre, poi aprii la gestione video sul secondo.
Mandai avanti velocemente la trasformazione di Hiroshi fino a trovare il punto dei filamenti neri: analizza file==>
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Niente, il file era vergine e perfetto, che usare quella sorta di tentacolini rientrasse tra le capacità dei vampiri? In fondo lui stesso aveva detto che erano fatti di ombre, ombre irrazionali, tanto irrazionali da non riflettersi negli specchi.
Un momento: loro non si riflettevano negli specchi, ma la roba nera sì, quindi voleva dire che nel momento in cui le ombre riprendevano forma potevo intravedere la figura che Hiroshi chiamava Sire.
Arrivai al punto del video dove le ombre sembravano prendere forma e cominciai a mandare avanti un fotogramma alla volta.
Non colsi il momento e dovetti riprovare da capo.
Al terzo tentativo riuscii a beccare il fotogramma dove effettivamente si intravedeva una forma umanoide tra le ombre nere, ma più sembrava definirsi, più sembrava farsi trasparente, solo qualche fotogramma dopo era sparita, Hiroshi sarebbe sparito poco dopo.
Cos'erano esattamente quei cosi? Ombre vere e proprie?
Passai al momento del morso sul muscolo cardiaco, da come si muovevano le vaghe impronte di mani sulla pelle del ragazzo potevo ipotizzare che prima avesse avvicinato la bocca e poi avesse estratto le zanne, una sorta di colpo stile vipera, anche perché la ferita si apriva istantaneamente e se avesse semplicemente morsi avrebbe urtato con l'arcata dentale inferiore sulla costola sottostante, facendo muovere il tutto... ma nulla si era mosso, la ferita era veloce, più di quanto una normale bocca avrebbe potuto fare, però, pensai, considerando che era riuscito ad attraversare Detroit in 40 minuti, forse non avevano troppi limiti sulla velocità, avevano addirittura un potere chiamato così, quindi la sola velocità non era qualcosa che dovevo tenere in conto.
Mi mordicchiai il labbro passando al video con Lufkin. Avrei preferito non concentrarmi su certe cose, ma era inevitabile: mandai il video e lo stoppai nel momento dell'operazione vera e propria, mandai a ripetizione gli stessi fotogrammi, ascoltando attentamente la voce: non c'era tracia di inflessione tonale, nessun trasporto, niente di niente; potevo escludere la ricerca della soddisfazione sessuale dai moventi per l'omicidio. Non era una scelta sicurissima, cera una probabilità di errore, ma non potendo vedere nel video la sua figura era più difficile notare o meno certi particolari.
Cercai la sua voce in tutti gli altri video, ma non trovai nulla di diverso da quanto avevo già trovato.
Ora rimaneva solo una grande incognita: le bambine... no, le 'loli', trovate sul suo pc. Avrei potuto chiederlo direttamente a lui, ma preferivo non dirgli che ero stata a casa sua. Quelle bambine dovevano essere collegate a qualcos'altro, anche perché non erano immagini da pedopornografia 2D, erano praticamente tute vestite e intente in attività normalissime (scuola, giardinaggio, compiti a casa). Cosa potevano significare? Forse l'innocenza? Qualcosa di non corrotto? Qualcosa di genuinamente interessante? Mi picchiettai la penna sul labbro pensierosa, mentre guardavo lo schermo.
Passai quasi quattro ore e quarantacinque lì sotto, finché la camera non venne richiesta da altri per l'uso. Gli occhi mi bruciavano per il tempo passato al buio a fissare uno schermo luminoso. Con molta poca voglia tornai in ufficio e mi misi a sistemare tutto quello che avevo segnato, i foglietti sulle ombre nere e le cose strane viste nel video della trasformazione erano nascosti nella tasca interna della mia borsa.
Riuscii a caricare tutto nella mappa concettuale che avevo sul computer. Quando finii di inserire anche i risultati delle analisi di Simone mi poggiai allo schienale e sospirai premendo indice e pollice sugli occhi: avevo bisogno di qualcosa che mi tenesse sveglia, la notte in bianco si faceva sentire e volevo tornare a casa prima per controllare effettivamente la puntualità della sveglia, tanto sembrava più tranquillo di me nell'entrare in casa mia, anche se non aveva le chiavi.
Stampai il resoconto di quanto fatto quel giorno e andai a bussare all'ufficio di Patrick, il vicecapo.
"Buona sera Patrick, come va?" chiesi quando mi diede il permesso di entrare "Mah, come deve andare, sempre tutto male alla fine, niente di nuovo sotto il sole, spero che almeno tu porti delle buone notizie", gli consegnai il fascicolo "I dati di Green Finger aggiornati, probabilmente riusciamo ad anticipare la sua prossima mossa. Preferirei che i risultati delle analisi rimangano segreti, vorrei non far sapere che abbiamo perquisito la casa", mi ascoltò svogliatamente, poi mi congedò, chiesi di poter tornare a casa prima, per finire del lavoro da lì e annuì svogliatamente, quasi non mi avesse sentito.
Tornai in ufficio e raccolsi le mie cose, riservando a Dave un saluto freddo e di cortesia.
Il viaggio in macchina fu piuttosto noioso, il discorso di Hiroshi circa l'eroicità continuava a girarmi in testa impedendomi di provare davvero sonno. Sospirando appena parcheggiai e mi avviai a casa, esitando un attimo prima di aprire la porta, ancora non si sentiva niente dentro, ero in anticipo di due minuti sull'orario che mi aveva dato.
06/11/18, 00:44 - Murasaki: Hiroshi si svegliò. Le palpebre ripresero da dove si erano interrotte. Rimase lì fermo a fissare un punto indefinito, perso tra i suoi pensieri. O forse no.
Quando Selene rientrò il giovane era da poco al cellulare. "Net. Ciao sono io."
"Si, lo so."
"Non mi interessa."
"Mh."
"Mh, ok."
"...Mh"
Dopo un po' riprese a parlare.
"Ho bisogno di un favore, in cambio avrai ciò che chiedi."
"Ok, andrò in Giappone."
"Ok, avrai i tuoi cazzo di funghi"
...
"Non importa se sono funghi o formiche, fa lo stesso"
"Ok, Leonardi".
"Ascolta, mi serve un Mancese"
...
"Sì."
"Mh, Ok."
...
"Non mi interessa, si faccia trovare con la mia faccia e un membro della polizia."
"Qualcuno che si chiami David, preferibilmente. Come quel coglione di mio fratello".
...
"Basta che lo arrestino, usa demenza, usa una mazza da baseball".
...
"E' che ho altro da fare".
"Ok, poi chiedi a quella inutile Tzimisce di prendere 40 kg di zucchero, ti serviranno".
"Poi falla fuori".
"E' emotiva. Quindi inutile."
Sembrava minaccioso, sembrava un mostro.
"Non mi interessa nulla del giudizio de L'Elegante, né quello dell'Ermetico o dell'Enigmista".
Iniziò a fumare, era un gesto legato allo stress.
"Uccidila o rinchiudila, poi fà lo stesso con la bambina. No. Non le rimuoverò il viso".
Non le avrebbe rimosso il viso.
"Non mi servono più quei dati. Prendi quella cazzo di mocciosa e fanne ciò che vuoi. Riportala ad Akihabara, uccidila, mettila nei tuoi giri loschi, l'importante è che io non la veda più".
"Non centra con i miei sogni".
...
"Mh."
"Ok, grazie. No, non ne farò una mia progenie. Devo occuparmi di Trois, non posso minimamente pensare a una cosa del genere."
"Si, Mà vuole che io vada ad occuparmi del Ventrue ciccione che dirige i repubblicani".
"Sì."
"No."
"Ok, ci penso io. Ma tu fa' arrestare qualcuno con la mia faccia, infilagli nel cervello le mie cose, così risolveremo".
"Il nome è Starling. Sì"
La guardava.
"Starling catturerà Green Finger e io potrò andarmene a fanculo a Tokyo, come vuole il clan."
"Una cosa..."
Si fece serio in volto.
"Se devo fare quello che devo fare ho bisogno del mio prezioso badge..."
06/11/18, 00:45 - Murasaki: La fissò negli occhi.
"C'è scritto Doraemon. Jyane."
Riattaccò.
"Ciao Starling", disse infine.
06/11/18, 12:30 - Selene Starling: Una bambina? Ucciderla? Rinchiuderla? Rimasi impietrita sulla porta della camera, lo stomaco che mi si contorceva appena: di che bambina stava parlando? Non di Detroit, ma giapponese, in effetti non c'erano state segnalazioni circa la sparizione di bambini. Uccidere un'altra donna... e Trois chi era? La ragazza pazza che aveva fatto saltare l'ospedale di NY? Che diamine stava macchinando? Davanti ad un membro della polizia!?
Ero rimasta banalmente ferma sulla porta, una mano sulla maniglia e una sullo stipite, la borsa appesa all'interno gomito, dove era scivolata mentre lo ascoltavo.
La barba lo invecchiava un po', lo faceva apparire quasi trentenne.
Conoscendo la mia posizione probabilmente avrei dovuto ignorare la prima parte del discorso, però stava parlando con una tranquillità disarmante di omicidi e vendita di esseri umani.
Deglutii, quella breve telefonata mi aveva messo i brividi addosso.
"Ciao, Hiroshi" risposi decidendomi finalmente ad aprire la porta per entrare e poggiare la borsa in terra e la giacca sull'attaccapanni; non sapevo minimamente come mandare avanti il discorso, stavo pensando alla bambina e alla ragazza/donna che diceva di voler uccidere: che razza di nome era Tzimisce? Era un cognome? Un soprannome? Ora che ci facevo caso tutti i soprannomi che aveva detto cominciavano con la E, il suo compreso (Escatologico, Elegante, Ermetico, Enigmista) e tranne l'ultimo erano tutti aggettivi, un'identificazione dell'organizzazione di cui faceva parte, forse? Che si potesse riferire ad una sorta di percorso intrapreso? Forse non venivano scelti a caso.
06/11/18, 16:38 - Murasaki: Hiroshi le si avvicinò con un'aria parecchio rilassata.
"Ti promuoveranno, grazie per avermi accolto. Greenfinger colpirà tra 3 giorni nel magazzino dei pegni di detroit alle 22 in punto. Così potrai chiudere il caso. Ho deciso che ci darò un taglio con questa storia degli esperimenti sui civili. Devo cominciare a sperimentare sui Cainiti".
Un po' di silenzio.
"Dopo ver bendato la mia ferita non sanguina più. Mi hai fatto capire che si può operare su di essi, più o meno".
06/11/18, 17:07 - Selene Starling: Un brivido mi corse lungo la schiena, allertando tutti i miei sensi, una naturale risposta alla percezione di un pericolo, però sembrava di nuovo molto calmo, che la sua dissociazione gli avesse addirittura permesso di creare situazioni simili a compartimenti stagni, dove tutto quello che succedeva circa una situazione non influenzava minimamente le altre?
"Grazie" dissi resistendo all'impulso di muovere un passo indietro, sarebbe stata una scelta solo dannosa. Abbassai lo sguardo sulla macchia scura ben visibile sulla camicia "Ne sono felice, ma... non puoi curarla come hai fatto con il mio occhio?".
Un po' mi dispiaceva la fine di quel caso, c'erano così tante cose che ancora volevo capire e sviscerare, però per la maggiore ero sollevata, voleva dire la fine di una serie di crimini efferati che tenevano sveglia la centrale a tutte le ore del giorno e della notte, questo mi faceva sentire decisamente sollevata, in parte anche il saperlo lontano da Detroit mi tranquillizzava, almeno non rischiavo di svegliarmi nuovamente con un serial killer in casa; il piccolo dispiacere era causato dal momentaneo cambiamento di uno stato diventato ormai un'abitudine, una risposta ad una situazione radicalmente diversa dalla precedente e la perdita di un caso studio molto interessante. Pazienza, tempo una giornata e la regolazione dei neurotrasmettitori sarebbe tornata la stessa di sempre, avrei ripreso la mia routine e tutto sarebbe tornato alla normalità.
"Parti subito?", c'erano altre domande che avrei voluto fare.
06/11/18, 19:20 - Murasaki: L'Escatologico annuì. "Si, abbastanza in fretta. Una settimana al massimo. Userò il Jet personale del clan, non posso permettermi viaggi troppo lunghi."
La guardò un attimo, poi riprese.
"Sembra che tu abbia più interesse nel fare la detective che nel salvare vite, sei sicura di essere una buona poliziotta?"
tacque un attimo, ma non troppo.
"O hai capito che la morale è una cosa inutile, quando è una funzione della variabile soldi?"
Accese la sua fedele sigaretta.
"Hanno trovato un gruppo di terroristi e devo farli fuori con un virus battereologico. Useremo delle spore legate al leonardi c. Vogliono fare un attacco terroristico con i fiocchi a Madrid ma la mia sire non vuole casini".
06/11/18, 20:18 - Selene Starling: Rimasi colpita da quell'affermazione, che più che una velata accusa sembrava semplicemente una constatazione. Serrai appena le labbra imbronciandole, sentendomi in parte colpevole, stranamente non mi venne nessuna delle risposte acide che mi montavano dentro quando Dave faceva un commento sullo stesso argomento, forse perché non sembravano esserci gli stessi sottintesi. Alzai le spalle, inizialmente indecisa su cosa rispondere davvero "Beh... tecnicamente sarei una profiler, anche se associata alla polizia. Però... in verità oggi ho pensato molto intensamente al discorso che mi hai fatto ieri sera, a quello che hai detto circa l'essere un eroe e non un banale serial killer. Ho pensato a come il giudizio che si ha di certe cose possa cambiare drasticamente a seconda delle conoscenze che si posseggono in merito... Mi hai fatto capire che posso, e dovrei, operare su me stessa. Anche se forse mi ci vorrà un po' per accettare certe cose" sorrisi appena, tra l'arreso e il vagamente sconvolto "La tua sire dev'essere una donna davvero particolare".
Non voleva casini, quindi organizzava un attacco batteriologico per tenere buoni dei terroristi, doveva essere una persona spaventosa e con un ascendente tremendo: avevo i brividi solo al pensiero di conoscere una persona del genere.
09/11/18, 23:23 - Murasaki: Hiroshi scrollò il capo. "In realtà è stata una mia idea. Colpiremo la carne Halal, quella consacrata. Penseranno che è stato un caso sfortunato". Era già alla porta.
"Bene Starling, ci salutiamo. Non credo ci rivedremo mai più. O non prima dei prossimi vent'anni. Ti trovo una persona capace di pensare, perciò fossi in te mi allontanerei da questo schifo di città. E' il covo del Sabbat, una congregazione di Cainiti terribili. Quelli europei ci considerano satanisti assetati di sangue e forse non sono lontani dalla verità. Se preferisci posso farti dimenticare quanto accaduto.
Se preferisci posso raccontarti via mail altre cose.
Chiedimi quello che vuoi, poiché sei stata l'unica persona al mondo ad essersi presa cura di me. Sarò un mostro irrazionale privo di emozioni ma so quando essere riconoscente a qualcuno."
La mano si poggiò sulla sua spalla.
"Ti sono riconoscente, in realtà mi sono fermato a dormire da te nella speranza che tu mi uccidessi".
La mano scese lungo il braccio, fino al ventre, dove si infilò sotto la maglia per scivolare con il palmo sul ventre caldo della fanciulla. Risalì poi appena verso lo stomaco.
"Per questo credo sia meglio, sebbene non mi entusiasmi l'idea, che tu diventi una potenziata dal virus".
Con vicissitudine creò un'allungamento che si infilò nello stomaco di lei, irrorandolo di Vitae.
"Non invecchierai, non ti farai male, forse una ventina di pallottole potrebbero farti svenire".
Il sangue era denso, gelido. Sembrava un mattone nello stomaco.
"Dovessero passare cento o duecento anni, finché io sarò un morto che cammina, anche tu camminerai, come ombra della mia morte e allo stesso tempo sole che proietti quest'ombra".
Scostò la mano.
"Sei tra i due mondo, quello della razionalità e quello dell'irrazionalità. Potrai scoprire col tempo le tue capacità, poiché io sono, secondo ciò che dicono gli anziani del clan, a sole 4 generazioni da caino e due dagli antidiluviani. Per questo sono molto potente ma..."
La sigaretta tornò tra le labbra.
"Non uso i miei poteri, evita anche tu. Sono inutili, rendono la mente fiacca".
Voltò le spalle.
"Se hai bisogno di altro Vitae puoi trovarmi alla mail che ho lasciato sul comodino, ti verrò a trovare per vedere la tua luna, mi piace molto".
10/11/18, 00:52 - Selene Starling: "Ah, detta così in effetti sembra proprio tua, una trovata decisamente ottima" non mi venne esattamente da sorridere, non sapevo con che razza di espressione avrei dovuto rispondere, era la prima volta che chiacchieravo su un attacco terroristico, lo avevo accompagnato alla porta, anche se non c'era bisogno di aprirla, non l'avevo chiusa a chiave. Ascoltai attentamente quanto mi raccontò sulla città... e io che avevo scelto Detroit per scappare dallo stupido paesino che mi aveva dato i natali, quella campagna grezza e spicciola: che scelta stupida che avevo fatto in fin dei conti.
Scossi la testa alla prima opzione "No, non voglio dimenticare, voglio continuare a capire", i miei occhi si illuminarono, anche se le mie labbra si piegarono appena, sì, volevo continuare a scoprire, volevo andare più a fondo e non solo al di fuori di me, anche all'interno, anche lì c'erano ancora cose da scoprire e da aggiustare.
"Perché avrei dovuto ucciderti?" non lo avrei mai ucciso, fossi stata in pericolo di vita mi sarei difesa, ma mai avrei mirato ad uccidere effettivamente qualcuno, un morto avrebbe perso la possibilità di apprendere, finché si è vivi si può capire e cambiare, da morti no. Lui voleva essere ucciso e io lo avevo pure curato.
Quando mi poggiò una mano sul ventre un brivido mi attraverso dalla pelle alle ossa. le sue mani erano terribilmente gelide, non semplicemente fredde, proprio gelide, sembravano fatte di marmo; mi chiedevo che diamine volesse fare questa volta, non sembrava intenzionato a fare uno spuntino prima di andare via. La mia pelle formicolò in un modo strano, una sorta di prurito misto a stiramento. Qualcosa di freddo cominciò a farmi venire i brividi allo stomaco, tutto il mio ventre ora mi sembrava colmo di ghiaccio, un ghiaccio stranamente pesante... provai a dischiudere le labbra per riprendere fiato, il freddo si stava espandendo, mi sembrava di star gelando... "Che strano paragone, come mai sia ombra che sole?" mi portai una mano allo stomaco, cosa stava succedendo lì? Le mie dita sfiorarono il suo polso, poi il mio ventre... un attimo: tra il suo polso e la mia pelle avrebbero dovuto esserci il palmo e le dita... dove erano? Erano... dentro? L-Le stava usando come siringa? Aveva le dita affondate nel mio stomaco!? Che schifo...
Quando tolse la mano mi premetti una mano sulla pancia come per contenerla, nemmeno il fritto del negozio più economico della città mi era mai risultato così pesante, annuii guardandolo comunque "Quindi ora sono un po' più simile a te?" al momento non mi sembrava che fosse cambiato qualcosa, a parte il freddo che sentivo... forse dovevo aspettare la mattina successiva o qualche giorno dopo; annuii prendendo un altro respiro "Non li userò", dissi prima di fare un altro cenno positivo "Ok, vieni pure, sembra che tu possa entrare anche con la porta chiusa. Fai buon viaggio, ti scriverò sicuramente" dissi rilassando appena l'espressione delle labbra e degli occhi, la sensazione di freddo mi stava facendo irrigidire appena le espressioni, però non era una normalissima sensazione di temperatura troppo bassa rispetto a quella corporea.
10/11/18, 00:55 - Murasaki: Clack.
10/11/18, 00:55 - Murasaki: La porta si richiuse.
10/11/18, 15:05 - Selene Starling: La porta si chiuse e io rimasi a fissarla per qualche istante prima di aprirla di scatto e correre fuori. "Aspetta!" c'era un'ultima cosa, qualcosa che mi stava rodendo dentro come un tarlo per la curiosità. Gli presi un braccio per farlo fermare, correre con quel peso nello stomaco sembrava costarmi una fatica immane. La mia mano si chiuse intorno al suo braccio, stringendo con esso anche la stoffa della camicia.
"Quelli come te possono, diciamo, muovere anche le ombre?", lui si girava a guardarmi, in viso sempre la solita espressione, con la sigaretta piegata a 45° rispetto alle labbra.
"Mh" rispondeva, come sovrappensiero, mentre la mano libera andava a toglierla dalle labbra.
Ci fu un piccolo sbuffo, il fumo mi finì negli occhi e per un momento dovetti chiuderli.
Quando li riaprii ero in piedi davanti al tavolo a fissare un'altra me seduta su di esso.
Feci un passo indietro.
Inciampai, ma provai a girarmi per attutire con le braccia la caduta.
Caddi in ginocchio, ma non ero sul pavimento. Era morbido sotto le mie ossa ed ero inginocchiata su qualcosa, qualcuno: una sagoma nera che non riuscivo a vedere.
Mi tirai su.
Ero nuda, sporca di sangue, in mano avevo una pistola e vicino a me c'era un uomo morto.
...
Perché c'erano due sagome nel mio letto... cosa era successo? Chi avevo ucciso?
Lasciai cadere l'arma e quando questa toccò il materasso ero di nuovo con Hiroshi sul pianerottolo.
Il suo cellulare squillò.
"Mh, è proprio l'ora di andare, Starling."
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Aprii un occhio mentre cercavo di arrivare al comodino per spegnere il fastidioso suono del telefono.
Mi alzai e presi un profondo respiro: mi sentivo stranamente riposata e in forma, mi sentivo davvero bene, ero attiva. Raccolsi i capelli e andai ad aprire la finestra, rendendomi conto che quel giorno l'aria sembrava più densa di odori del solito, per una volta non sentivo solo smog.
La sera prima mi sentivo così strana che ero corsa a letto senza mangiare, per il freddo avevo anche aggiunto una coperta. Non sapevo esattamente cosa avesse fatto, né come fosse riuscito a farlo, ma avevo immaginato che avesse usato la stessa capacità con la quale mi aveva fatto ricrescere l'occhio, aveva fuso il suo braccio al mio stomaco e ci aveva versato dentro qualcosa... il Vitae, lo aveva chiamato, che fosse tipo il sangue dei vampiri?
Mi passai una mano sul viso, poi sul petto, fortunatamente il mio battito cardiaco era ancora lì; aveva detto che ora ero a metà tra un essere irrazionale e uno razionale, quindi potevo pensare di avere i lati positivi di entrambe le parti?
Misi su il caffè e andai in bagno a lavarmi il viso. Mentre strofinavo con cura cominciai a notare i singoli pori, uno per uno, piccole rughe d'espressione... sembrava che i miei occhi funzionassero leggermente meglio del normale, tanto meglio.
Feci colazione e mi vestii abbastanza in fretta, sciacquai l'asciugamano che dalla mattina prima era rimasto a mollo nel lavandino del bagno e mi lavai i denti. Stranamente ero in anticipo, in genere la mattina ero sempre abbastanza spossata, raramente dormivo in modo davvero riposante e raramente mi svegliavo così bene la mattina.
C'era solo una cosa che mi impediva di godere a pieno questa strana condizione: il sogno; perché avevo sparato a qualcuno? Chi era la sagoma su cui ero inginocchiata? Per i ciuffi di capelli che avevo potuto notare nella zona del capo poteva essere Hiroshi? Ma perché sognarlo in quel modo? E perché avevo ucciso una persona? Chi era quella persona che avevo ucciso?
Sembrava quasi una versione alternativa di come erano andate le cose. Chissà, forse esistevano davvero vari universi paralleli e in uno di questi ero impazzita, o forse... forse non ero impazzita io, almeno: non da sola; che anziché convincermi di amare i fumetti anni '80, mi avesse spinto ad uccidere qualcuno?
Mi pettinai i capelli e raccolsi la parte superiore in una coda, presi la giacca di jeans e la borsa: il portafoglio c'era, le chiavi di casa erano all'ingresso, il cellulare era lì... ah dovevo prendere il caricabatterie che la sera prima non lo avevo messo in carica, il pc per scaricare i materiali lo avevo preso, cartelle non ne avevo, chiavi della macchina presenti... c'era tutto, potevo uscire di casa.
Chiusi la porta, scesi le scale, presi la macchina e mi diressi al lavoro.
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"Ciao, Selene. Sono arrivata prima per poter controllare le analisi, raggiungimi in laboratorio che devo farti vedere un sacco di cose belle, porta anche la cartella che ti avevo già lasciato.
Simone"
Questo post'it era attaccato sul monitor del mio pc, anche se in modo molto infantile Simone riusciva a rendersi molto carina, mi chiedevo come faceva a mantenere quella leggerezza stando tutto il giorno tra pezzi di cadavere, vetrini, liquidi corporei di varia natura e forme viventi poco identificate (batteri, muffe, virus e simili).
Appesa la giacca allo schienale della sedia, presi la cartella che avevo messo nel primo cassetto della scrivania e mi diressi al laboratorio di analisi.
"Buongiorno, sono Selene Starling, sto cercand-..." "Hey, Selene! Sono qui, vieni! Cercava me!" la voce di Simone si era sentita attraverso tutto il laboratorio, il direttore della scientifica aveva guardato Simone con un sorriso fintamente esasperato e moderatamente bonario, poi mi aveva fatto cenno di andare.
"Ti vedo bene, Selene, deve essere una bella giornata oggi, mh?" disse la ragazza prima di puntare i piedi sul bordo del tavolo e darsi una spinta, per arrivare con la sedia vicino ad un armadietto, "Abbastanza buona, sì, ho dormito particolarmente bene, anche tu sembri allegra", "Io sono sempre allegra!" disse mentre tirava fuori un raccoglitore enorme: per tornare indietro si spinse con i piedi contro l'anta dell'armadietto che, grazie alla resistenza dei cardini, si chiuse di nuovo.
"Allora!" disse indicandomi una sedia per farmi accomodare "Ti devo far vedere un sacco di cose strabilianti" cominciò a sfogliare il raccoglitore saltando la prima parte "Hai portato anche i risultati della scorsa volta vero?" quando annuii sorrise e tirò fuori una cartellina "Partiamo dal bagno, ti avevo detto che nella vasca c'era della calce viva e che questo aveva permesso la conservazione del cadavere, pensavamo che Hiro-chan avesse ucciso Sp@wn, ma non è così", stavo per rispondere che lo sapevo, ma mi corressi con "Ah, no?" Simone scosse la testa "No, il ragazzo è morto una una posizione diversa rispetto a quella che aveva quando lo abbiamo trovato, probabilmente era riverso a terra. Per esserne sicura al cento per cento dovrei avere il cadavere e controllare il livor mortis, o dovrei farmi aiutare d un medico legale, comunque: lui era nella vasca a pancia in su, ma dovrebbe essere morto in cucina, a pancia in giù, infatti aveva la faccia violacea, segno che la gravità aveva tirato il sangue in quella direzione e poi sulla maglietta e sul corpo i campioni prelevati sono simili a quelli del pavimento della cucina. Chiunque lo abbia effettivamente ucciso sembra aver avuto due intenti: il primo far pensare ad un suicidio, il secondo probabilmente era far cadere l'eventuale colpa su Hiro", annuii interessata mentre mi mostrava le foto dei risultati delle analisi "Ma se volevano far ricadere la colpa su di lui perché simulare un suicidio?", Simone alzò le spalle "Questo non lo so, se fossimo in un gioco di ruolo direi che qualcuno voleva testare il nostro caro Hiro-chan, lo ha messo in una situazione orribile, ma gli ha lasciato una soluzione a portata di mano. Lui comunque ha avuto una trovata geniale, la calce ha come mummificato il corpo, pulendolo da forme di vita degeneranti o necrofaghe, ma l'acqua ha permesso un mantenimento ottimo. Quel corpo è lì da più di tre anni", le mie sopracciglia si alzarono "Più di tre? Non sono troppi per quelle condizioni?"
"No, l'unica cosa che è andata seriamente in decomposizione sono le parti rimaste fuori dall'acqua, come la parte inferiore delle gambe e una mano, per il resto si è conservato alla perfezione. Tra l'altro c'è un altro particolare interessante: nessuno usa quella casa dallo stesso periodo di tempo, circa tre anni. Per arrivare a sapere il tempo effettivo mi servirebbero analisi al radiocarbonio, comunque tra la morte del tizio e l'abbandono della casa non è passato molto tempo..." disse pensierosa.
"Capisco" dissi osservando attentamente i fogli che aveva in mano "Che altro hai scoperto di interessante?", la faccia di Simone si illuminò mentre si schiariva la voce.
"Un sacco di cose: ti ricordi che avevo notato ci fossero poche uova di insetto? Ecco, era una cosa molto strana vista la gran quantità di di roba putrescente presente in quella casa. Ti sarai accorta quando siamo andate che avevamo non pochi problemi a respirare, odori a parte... ecco, quella casa sembra chiusa ermeticamente per impedire un qualsiasi ricambio di aria, nemmeno un raggio piccolino di sole riesce a entrare. La maggior parte dei batteri hanno eseguito una degradazione anaerobica e hanno sviluppato anidride carbonica e metano lì dentro, impedendo il proliferare di forme di vita standard... cioè, quelle che necessitano sole e ossigeno per vivere"
"Mhh..." dissi mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio "Se a questo aggiungiamo l'affitto pagato ogni mese possiamo dedurre che l'unico interesse di Hiroshi fosse che nessuno si avvicinasse a quella casa"
"Mh mh! Esatto. Poi ci sono le analisi della sedia operatoria" disse ridacchiando divertita "Tutto il sangue appartiene a Hiroshi, sia quello sugli strumenti che quello sulla sedia e il pavimento, ha provato ad operarsi da solo, ho trovato anche morfina e sostanze per l'anestesia locale, ma non ho trovato nessun tipo di bypass. In genere quando ti operano al cuore deviano il flusso sanguigno per poter operare il muscolo senza un'eccessiva perdita di sangue, credo abbia provato ad operarsi senza, ha perso troppo sangue per un cuore già compromesso e ha avuto difficoltà, non so come sia riuscito a salvarsi"
"E questa cosa cerchiata cos'è?" chiesi notando un cerchio a matita con vicino un punto interrogativo
"Ah quello, che tipo di abitudini aveva Hiroshi?"
"Non usciva mai di casa, tutto quello che gli serviva lo riceveva tramite consegna da shopping on line, perché?"
"Ah..." la vidi vacillare e osservare attentamente il foglio "Vedi, i nostri cari amici non erano persone molto pulite, insomma, la casa era un disastro, la spazzatura si accumulava da ben prima della morte di Sp@wn, però sul pavimento della cucina ho trovato qualcosa di strano, c'era del terriccio, o del sudicio, comunque, roba più recente di quella che probabilmente avevano sotto le scarpe, come se qualcuno fosse entrato da fuori. Queste tracce erano poche, quindi non ho abbastanza strisciate per poter definire una direzione, comunque sia non sembravano venire dalla porta. Mi sembra abbastanza assurda come cosa, ma here we are! C'era della terra proveniente da fuori, dovrei prendere dei campioni dal parco circostante e dalle scale per capire da dove è stata presa, ma c'è, quindi bisogna spiegarlo tenendo conto di questo"
Soppesai attentamente la frase masticando appena un'unghia "Che intendi con 'bisogna spiegarlo tenendo conto di questo'?"
Simone si stiracchiò sulla sedia "Vedi, la biologia non è una materia come la matematica. In matematica tu parti da qualcosa di vero e se dimostri logicamente che una deduzione di ciò è vera allora quella è vera, per forza. In biologia devi andare a rovescio: se osservi un fenomeno sai che è vero, anche se non sai come o perché succede; il compito di un biologo è scoprire questo perché, senza poter dire che quello che ha osservato è falso. C'è un famoso giochino di parole che dice 'La struttura alare delle api è inadatta al volo, ma loro non lo sanno e volano lo stesso', divertente no? Lasciando stare se tecnicamente sia vero che la struttura non è adatta al volo... il concetto è quello, tu sai che un'ape vola, se un fisico ti dice che non dovrebbe volare non importa: l'ape vola, tu lo vedi, lo sai; devi solo capire come fa a volare, ma puoi prendere per buono che sappia farlo"
Questo particolare accese una curiosità in me "Quindi secondo esistono esseri che non dovrebbero esistere?"
"Mhh, è una frase troppo a trabocchetto. Com'è un 'essere che non dovrebbe esistere'? Cosa intendi con questo? Se esiste la natura lo ha previsto, poi se noi non capiamo perché o come fa a esistere sono problemi nostri. Noi siamo una razza ignorante, non sappiamo quasi nulla di ciò che ci circonda, diamo per scontate molte cose perché è più facile, ma chi studia scienze biologiche lo sa bene che la conoscenza non è che temporanea, anche quella evolve mentre studi, può cambiare, cose che sembravano oro colato due anni prima potrebbero venir contraddette da nuove ricerche. Il segreto è tenere la mente elastica, se una cosa accade è vera, indipendentemente da quanto io sappia della cosa accaduta" dovette notare la mia faccia perplessa perché si affrettò a fare un esempio "Ecco, metti di conoscere un drago, ok? I draghi sono vertebrati, ma hanno sei arti (le ali sono arti), quindi tecnicamente non possono esistere, ma se tu incontrassi un drago questa regola non varrebbe più e io dovrei capire come fa ad esistere un drago, piuttosto che dirti che non è vero"
"Ho capito e se una biologa come te si trovasse davanti un vampiro?"
"Tipo quelli dei romanzi!? Tipo Dracula di Bram Stoker... sarebbe un sogno, gli chiederei se posso fargli un prelievo e delle analisi" mi rispose ridendo prima di tornare seria "Beh, sarei costretta ad affermare che i vampiri esistono. Potrebbe sembrare una cosa illogica, folle, da persone irrazionali, ma se esistono esistono e seguono un sistema di regole per 'vivere', semplice"
Annuii più volte seguendo il suo discorso "Capisco, è un ragionamento che prevede una grande elasticità mentale" dissi complimentandomi con lei "Altre cose interessanti sulle analisi?", Simone fece un gesto con la mano per farmi capire 'così così' "Nel frigorifero c'era solo qualche avanzo di cibo spazzatura, praticamente non cucinavano e non facevano spesa, ma a parte questo non c'era molto altro da notare, i farmaci per casa erano antidolorifici e medicine per il cuore, farmaci molto facili da trovare", guardai gli ultimi fogli prima di sospirare appena "E delle loli nel pc che mi dici? Sembri più informata di me" Simone ridacchiò alzando le spalle "Vuoi sapere se rientrano nella pedopornografia? Nah, le loli non sono un'immagine sessuale, sono un'immagine innocente, pulita. Possono essere rappresentate così anche ragazze che hanno più di vent'anni, ma in genere si preferiscono le bambine perché sono ancora intonse, non sono venute a contatto con lo schifo del mondo, in genere una loli non sogni di portartela a letto, ma di coccolarla, aiutarla a fare i compiti, giocare con lei. Le immagini che erano in quel pc sono di quel tipo, poi certo, alcuni le disegnano anche con intenti sessuali, ma non mi sembrava il genere", sollevata le sorrisi "Grazie Simone, ti sono grata, ti devo un favore" "Se ci saranno altre analisi da fare chiedi di nuovo me!" disse emozionata, le promisi che lo avrei fatto e dopo averla salutata tornai in ufficio.
11/11/18, 21:41 - Selene Starling: L'ospedale era imponente ma malmesso, probabilmente ottimo per da usare per girare un film horror, il muro, forse un tempo bianco, era diventato un tristissimo grigio e le vetrate erano incrostate da qualunque cosa la pioggia avesse portato con sé.
Il tempo non era dei migliori quel giorno, un denso strato di nuvole aveva congelato tutti i colori e la temperatura, minacciando pioggia costantemente. Anche quella mattina mi ero svegliata particolarmente attiva, dopo una notte di profondo sonno, era da quando Hiroshi mi aveva infilato il suo sangue nello stomaco che dormivo una favola, anche se non riuscivo a capire in che modo fossero collegati.
La ragazza che mi accolse alla reception doveva essere una tirocinante pagata solo per poter usare il pc, ma aveva meno voglio di vivere di me (dopo essere stata tutto il giorno in ufficio con Dave). "Sono la dottoressa Starling, ho un permesso per visitare la signorina Lufkin e l'agente Steve", la ragazza annuì svogliatamente, batté qualcosa al pc e prese un microfono per dire "Un'infermiera del secondo piano in reception, la dottoressa Starling è arrivata", spostò il microfono e guardò la mia faccia perplessa "Sono in reparti speciali, non può andare non accompagnata... e non può entrare vestita in quel modo, quindi le dovranno dare il camice", ringraziai, ma lei ricambiò solo con un cenno del capo, tornando a giocare a solitario.
L'infermiera arrivata per accompagnarmi era una signora di mezz'età un po' abbondante e molto chiacchierona, mi disse che si occupava spesso di pazienti in terapia intensiva, quindi aveva poca compagnia e poche persone con cui chiacchierare, cercai di informarmi circa le condizioni di Lufkin: "Ah, guardi, le è stato fatto proprio un bel lavoretto, il chirurgo è riuscito a fare un trapianto proprio buono, certo, qualche tratto è modificato e rimarranno delle cicatrici, quando è arrivata era in pesante stato di shock, per fortuna un farmaco le impediva di svenire, altrimenti sarebbe morta in sala operatoria probabilmente. Il killer che l'ha operata non doveva essere un medico, il taglio era molto approssimato, in alcuni punti ha inciso a fondo, in altri no, in verità sembra abbia grattato via la pelle con uno strumento molto grezzo. La signora non può parlare ancora, per questo le abbiamo detto di portare un tablet o un pc. Ah cerchi di non farla emozionare troppo, parte di quell'obsoleto farmaco condizionante potrebbe essere ancora in circolo, sta facendo dei cicli di pulizia del sangue" la donna mi diede un camice di plastica celeste, una cuffietta e una mascherina "Sembra un po' una mummia, ma non si preoccupi, è cosciente, non abbassi mai la mascherina, le condizioni delle persone in terapia intensiva sono molto gravi e se lei spargesse batteri o virus o simili potrebbe succedere un disastro" disse severa prima di accompagnarmi dentro.
La sala era illuminata e i lettini isolati gli uni dagli altri con delle tendine, la signorina Michelle era in quello vicino alla finestra, la donna mi fece accomodare portandomi una seggiola.
"Buongiorno signorina Lufkin, mi chiamo Selene Starling, sono una profiler affiliata alla polizia di Detroit e..." "Uole harmhi del...le dohagnde... su Ghreen Hinghher, hero?" (vuole farmi delle domande su Green Finger, vero?) chiese cercando di non muovere assolutamente le labbra, annuii e tirai fuori il tablet dalla borsa "Per favore, non si sforzi, le ho portato questo per scrivere" dissi poggiandoglielo sulle gambe.
Il viso era completamente bendato, solo gli occhi, le narici e parte della bocca erano scoperti, la sua espressione era sofferente e al suo braccio destro erano collegati numerosi tubi, sia in entrata che in uscita, altri due erano collegati ai lati della mandibola e drenavano sangue e pus dal viso.
La signorina fece un sospiro tossicchiato e lentamente prese il tablet:
-Buongiorno dottoressa Starling, mi chiamo Michelle. Come posso aiutarla?-
"Tu e Hiroshi vi conoscevate, vero?" chiesi accendendo un piccolo registratore.
-Sì, eravamo colleghi universitari-
"Vi conoscevate solo di vista?"
-No, frequentavamo lo stesso corso, eravamo compagni di laboratorio, siamo stati molto a contatto-
"Capisco, vorrei parlare di alcune cose che sono state dette durante la diretta su iGTV, posso farle qualche domanda?", l'espressione della ragazza si allarmò, gli occhi le diventarono lucidi e le dita fremettero appena.
-Vuole chiedere della carriera da ricercatrice?-
"Non intendo giudicare le scelte che ha fatto, devo solo capire come alcuni avvenimenti possano aver spinto Green Finger a fare quello che ha fatto", la vidi annuire con aria dolente.
-Faccia le sue domande-
Annuii "Cosa è successo prima della registrazione andata in onda?".
-Non ricordo con precisione come sono stata rapita, deve avermi preso nel sonno.-
-Mi sono svegliata legata sulla brandina da ospedale che si vede nel video. Per un tempo sembrato lunghissimo ha armeggiato con degli oggetti che non riuscivo a vedere. Lo supplicavo, mi ignorava.-
La sentivo riprendere fiato a fatica, come se le costasse molto, stava combattendo contro le lacrime.
-Avevo paura, non sembrava lui. Mi ha detto "Sei sempre stata lasciva. Mi domando a chi tu ti sia concessa per ottenere quel posto. So che ti piaceva praticare il Bdsm, sarò entrato nel tuo computer un migliaio di volte. Questa è una medicina che ho preparato appositamente per te. La usavano negli anni '50 per curare l'omosessualità. Lascia che ti spieghi": il suo viso non ha mai cambiato espressione-
Tremava, faceva fatica a scrivere, le spalle si erano irrigidite e l'elettrocardiogramma segnava un intensificarsi del battito cardiaco.
"Se la sente di continuare?" un cenno di assenso.
-Mi ha strappato via i pantaloni del pigiama e... mi ha toccato- le sue mani si chiusero appena, quando le flebo permettevano.
"E... lei lo ha trovato piacevole?" le chiesi cercando di tenere un tono morbido e comprensivo. Non volevo accusarla, non avevo intenzione di giudicare nulla, alcuni stimoli vengono interpretati sempre allo stesso modo, indipendentemente dal contesto.
Annuì trattenendo un singhiozzo.
-Sì, ma... era tutto così strano. Avevo paura, ma l'ho trovato piacevole, poi ho vomitato, mi aveva iniettato qualcosa. Le sue mani erano più gelide della sua espressione-
-Ricordo perfettamente cosa mi ha detto "Non è più tanto appagante, immagino. Ma non preoccuparti, non lo faccio per piacere personale. In realtà non provo nulla."... Sembrava infuriato con me, eppure era indifferente a tutto- il tremolio alle mani aumentò, il BIP dell'ECG aumentò ancora le pulsazioni.
-Non era lui posso giutarlo, era diverso, sebrava un mostro, un mostro, con quegli occhi, on avevano nemmeno un riflesso di luce. un mostro felido, canticchiava canzoncine per bambini mentre mi stacvava la daccia con iun bistuei. non ha mai cambiato espressionem non mi vedevam non era pià Jiro-.
Le presi una mano guardandola negli occhi "Signorina Michelle?" la chiamai per distoglierla dallo schermo, sembrò sobbalzare al rendersi conto della mia presenza:
gli occhi sembravano spiritati, terrorizzati dal ricordo.
Lacrimavano.
L'ECG sembrava impazzito di colpo.
Tutto il suo corpo era percorso da numerosi tremori.
Le unghie della mano che stringevo stavano incidendo appena il mio dorso.
Provò a lasciarmi una mano per tornare a scrivere.
Poi provò a portarsi l'altra mano al viso.
"Si calmi, per favore."
Voce ferma, ma gentile.
"Si calmi" ripetei.
Michelle si immobilizzò sul posto.
Una mano sospesa a mezz'aria e gli occhi fissi nei miei, tremava ancora, ma il BIP della macchina cardiotracciante aveva cominciato a rallentare.
Batté gli occhi sorpresa e lentamente riportò la mano sulla coperta.
Abbassò lo sguardo mentre lasciava la mia e riprendeva il tablet.
-Mi scusi, dottoressa, devo aver perso il controllo, mi avevano detto che queste crisi potevano capitare. Spero di non averla infastidita-
"No, stia tranquilla, è più che normale. Le dispiace se le faccio qualche altra domanda? Poi la lascerò riposare" annuì, ma scrisse.
-Potrebbe passarmi dell'acqua prima, mi da un po' di sollievo alle ferite nella bocca-
"Certo" dissi prendendo la bottiglietta con cannuccia che era sulla mensola vicino al lettino. Gliela avvicinai alle labbra e con difficoltà ed espressioni di atroce dolore bevve qualche sorso. Doveva avere i punti lungo la parte esterna dell'arcata dentale, ogni tipo di movimento doveva risultarle infernalmente doloroso.
"Cosa intende quando dice che non era lo stesso?"
Lufkin prese un lungo respiro prima di rispondere -Hiroshi era un ragazzo terribilmente geniale, ma era anche sensibile, poeticamente appassionato, molto colto. Era un po' chiuso, molto sfortunato e quasi... perseguitato da questa sua malasorte, ma non era assolutamente il mostro gelido che era in quella stanza con me-
"Michelle, lei... ne era innamorata?"
Gli occhi di lei si intristirono appena, sembrava molto più distaccata dal discorso da quando le avevo chiesto di calmarsi.
-Al momento preferisco non rispondere alla domanda-
Annuii e ripresi il tablet salvando la conversazione "La ringrazio per l'aiuto signorina, tornerò a trovarla appena verrà dimessa dalla riabilitazione e dalla terapia intensiva, le auguro buona guarigione", Michelle alzò una mano e mi salutò, il viso le si distorse in una smorfia di dolore quando provò a sorridermi.
Uscita dalla sala l'infermiera che mi aveva accompagnato mi si avvicinò per riprendersi il camice, la cuffietta, la mascherina e i guanti.
"Allora? Andato tutto bene? Non ha strapazzato troppo la signorina, vero?", scossi la testa forzando un sorriso "Certo che no, ad un certo punto credo abbia quasi avuto un attacco di panico, ma le è passato subito, comunque vi consiglio di controllare le sue condizioni, non vorrei fosse qualcosa di più grave. Io devo tornare subito in centrale, la ringrazio per l'aiuto che mi ha dato" dissi stringendole la mano prima di avviarmi fuori a passo spedito.
Cosa era successo esattamente dentro quella sala? Come aveva fatto a calmarsi così velocemente? Poteva essere stato un caso dettato dall'esperienza che avevo nel gestire le persone? Con lei sarebbe stato molto più facile che con un serial killer... ma un attacco di panico non poteva essere qualcosa di così passeggero...
Lufkin era stata innamorata di Hiroshi, ma osa era successo ad un certo punto? Lui aveva provato sentimenti per lei, lei per lui, quindi perché non erano insie-
...
No, non avrebbero mai potuto coronare il loro sentimento: la sfortuna fatta donna che perseguitava Hiroshi sicuramente avrebbe impedito una cosa simile sfruttando ogni tipo di mezzo, a costo di usare il proverbiale amore omosessuale di Michelle, tale Naomi.
Al momento non mi importava di questa parte del racconto, pensai aprendo la macchina, ora mi interessava fare un giro al banco dei pegni-
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Il negozio non era il più imponente tra quelli presenti a Detroit: l'American Jewelry and Loan; un deposito imponente di oggetti vari, comuni o assurdi, diviso in sezioni e organizzato per bacheche e mensole. Il luogo era quasi labirintico, avrebbe potuto essere un ottimo sito di tirocinio per gli studenti di psicologia.
La pianta fondamentalmente era rettangolare, c'era un bancone a parte per i gioielli e poi il bancone principale; il primo era presieduto da una donna abbondante, intenta a bisticciare con un ragazzo, a occhio e croce un familiare, il banco principale era tenuto da un altro uomo, più anziano degli altri due, una seconda donna faceva avanti e indietro tra il bancone principale e il retro.
Dopo qualche ora di osservazione mi avvicinai al bancone principale.
"Buona sera, lei è il signor Leslie Gold?", "Per favore, mi chiami Less e mi dia del tu, cosa sono questi formalismi da una ragazza giovane e bella come lei?", "Va bene Less" dissi senza perdere la mia serietà "Avrei bisogno di parlarle per un'indagine, preferibilmente in privato" l'ultima frase attirò l'attenzione della donna, che rallentò il suo avanti e indietro, "Un'indagine dici? Di mercato o simili? Ti ha mandato qualche azienda a imparare il mestiere?" chiese con un sorriso bonario, che cominciava a urtare il mio sistema nervoso, abbassai la voce per non attirare le attenzioni della clientela "Sono la dottoressa Starling, lavoro per la polizia e collaboro occasionalmente con l'FBI, ho bisogno di alcune informazioni sulla tua famiglia, di tipo medico, posso parlare con lei, o con sua moglie" dissi tirando fuori il tesserino.
Il volto di Leslie cambiò improvvisamente, divenne serio, sospettoso, si tolse lo stuzzicadenti dalla bocca e si poggiò con i gomiti sul bancone "Polizia eh? Che i fa qui uno sbirro? Non è arrivata nessuna denuncia", "Non sono una poliziotta, sono una profiler, una psicologa associata alla polizia. Ho bisogno di sapere se ci sono stati casi di diabete diagnosticati in famiglia", dovevo averlo sorpreso, perché Less era rimasto a fissarmi mentre mi puntava contro uno stuzzicadenti.
"Diabete?" chiese dopo un po' per essere sicuro, annuii, "Vuoi sapere se io e la mia famiglia abbiamo il diabete?", "Sì" non mi sembrava una risposta complicata da dare, le analisi del sangue erano un check abbastanza comune, "Le interessa solo questo?" "Sì", "Nessuna denuncia, richiesta di denaro, controllo merce..." "No, mi interessa solo sapere se qualcuno di voi ha il diabete", mi guardò stranito per qualche altro secondo, poi si girò verso il retro e urlò "LILY!" la donna abbondante di prima ricomparve "Senti un po' cosa vuole la signorina, questa non è roba che gestisco io".
Un preoccupato donnone abbondante e fasciato da un abito lilla mi si avvicinò e mi fece cenno di andare in un ufficio, una piccola stanza con una scrivania e un pc. "Mi chiamo Lily, sono la moglie di Less, chi è lei? Cosa vuole esattamente?", presi un respiro per stare calma "Sono la dottoressa Starling, sono una profiler affiliata alla polizia. Nessuno ha sporto denuncia verso di voi, nessuno vi ha chiesto del denaro e non sono qui per indagare sulla vostra attività. Mi interessa sapere solo se è stato diagnosticato diabete a qualcuno della famiglia", "A cosa le serve sapere del diabete?" chiese affannata, probabilmente pensava volessi fregarla in qualche modo, tirai di nuovo fuori il tesserino "Sono sotto segretezza lavorativa al momento, ma riguarda la sicurezza dei suoi figli", appurata la veridicità del documento e sentitasi nominare i suoi pargoletti, la donna corse verso il computer e cominciò a produrre una serie infinita e irritante di click.
"Senta ma... può dirmi perché le serve proprio il diabete?" "Fa parte del segreto lavorativo che devo tenere, l'indagine non può essere resa pubblica al momento, potrebbe essere troppo pericoloso", ci fu un momento di silenzio per disse "Ecco, è stato diagnosticato un diabete mellito di tipo 2 a tutta la famiglia", annuii "Grazie, non mi serve altro", "Ne è sicura?" chiese sospettosa.
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Finalmente in macchina mi poggiai con la fronte contro il volante e sospirai, pienamente esasperata.
Avevo chiesto le analisi del sangue, non l'estratto conto bancario, pensai mettendo in moto. Ora avevo qualcosa per poter allarmare la centrale, Patrick non era tipo da chiedere perché fossi andata lì, nel caso mi sarei inventata qualcosa.
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"Patrick, sono Starling"
"Entra" mi rispose stancamente da dentro la stanza. Patrick era sempre stanco, non importava il momento della giornata.
"Patrick, per domani sera ho bisogno di una squadra disponibile su chiamata", i suoi occhi si fecero attenti e si tirò su dalla sedia, "Che intendi, Starling?", mi sedetti di fronte alla sua scrivania "Che potrei avere la prossima mossa di Green Finger, l'ho intravisto nella folla oggi, è rimasto molto tempo al banco dei pegni, ho fatto una chiacchierata con i proprietari, sono tutti diabetici, potrebbe aver scelto le sue prossime vittime"
"Come sai che agirà domani?"
"Non lo so, sto ipotizzando in base alle mie deduzioni"
"Quindi ti serve una squadra che faccia irruzione in caso di necessità?"
"No, ho bisogno di una squadra che possa neutralizzarlo, sarò il primo contatto con lui"
"Ti tiri nella bocca del lupo, ragazzina? Hai visto cosa ha combinato agli agenti la scorsa volta?"
"Sì, molti li ha uccisi, io me la sono cavata con un occhio asportato, ma al momento ci vorrebbe ben più di un quarto d'ora per spiegarti il perché della mia decisione"
"Mhh... e come dovremo neutralizzarlo se una mitragliatrice è stata poco efficiente?"
"Sonnifero, colpi al sonnifero, non so cosa sia successo in quel video, forse in quel caso era un androide programmato da lui, non è nemmeno comparso nell'inquadratura... comunque non è di quel caso che stiamo parlando"
"Tu quella volta non sei andata"
"Avevo delle cose da capire, non era il mio lavoro andare a fare irruzione nel capanno. Oggi ho parlato con Lufkin, stasera sistemo la registrazione e domani la carico in archivio"
Patrick sospirò pesantemente "E va bene, va bene, domani dai istruzioni, ma se ti cacci nei guai ordino di aprire il fuoco sul bersaglio"
"Affare fatto"
"A che ora pensi di andare"
"Dalle otto e mezza in poi, non ha mai agito prima di questo orario"
"Uff, va bene, ora fammi finire di lavorare".
Lo salutai e dopo aver recuperato le mie cose tornai a casa per finire il lavoro, preferivo lavorare lì che accanto a Dave.
12/11/18, 00:22 - Murasaki: "Ho capito che per te non conta null'altro che quello stupido sangue Tzimisce. E' infetto, per cui hai deciso di farlo prendere a me. Quindi ora ti servo. Non credo tu abbia il tempo per generare una nuova progenie, Adine, quindi giochiamo come vuoi tu, ma anche come voglio io. Il patto è questo: io smetterò di fare ricerca sulle altre discipline e mi concentrerò solo su ottenebramento e Vicissitudine. In cambio tu esci dalla mia vita e mi lasci libero di impiegare il mio tempo come voglio proprio come fa David."
La sigaretta venne scaraventata a terra, un tentacolo stringeva l'escatologico per il collo.
L'espressione non variò, ma anche lui tirò fuori i tentacoli, che avevano la forma di tante piccole braccia. Dei sei tentacoli, solo due colpirono la sire, gli altri quattro si dimenarono contro hiroshi. Non solo non sapeva controllare le sue ombre, ma ne era totalmente succube: queste lo attaccavano e ferivano.
Adine si scansò. "Sei cocciuto come tutte le mie ombre. Mi somigli, credo che abbracciare una testa di cazzo come te sia stata la scelta migliore della mia non vita".
Hiroshi crollò a terra e si rialzò. Zoppicava, aveva quasi finito il vitae.
"Devi solo e unicamente a me questa tua forza. Eri così piccolo, patetico. Ora guardi la reggente negli occhi e le scaraventi contro i tuoi tentacoli Bravo Hiroshi."
"Mi chiamo Murasaki".
"Ti chiamo come cazzo mi pare."
L'Escatologico riprese la sigaretta da terra e provò a rimetterla in bocca. Un calcio ben assestato, con potenza, lo scaraventò contro il muro. Caddero pezzi di intonaco.
Hiroshi si rialzò, per riprendere la sigaretta.
"Sembra che tu non voglia staccarti dalle bottiglie. Li studi per essere come loro? Cosa eri?"
L'escatologico la guardò negli occhi. Era meno indifferente.
"Cosa eri? Un ciccione schifoso, patetico, pusillanime. Ti lavavi? Non sapevi nemmeno pettinarti i capelli! Nessuna ha voluto darti la figa nemmeno sotto tortura!" L'elegante rise.
L'escatologico accese la sigaretta. Arrivò un pugno.
La mano si infilò in tasca. Ne afferrò un'altra, di sigaretta.
"Fumare non ti farà dimenticare i tuoi cazzo di problemi. Facevi schifo prima e fai schifo adesso, l'unica differenza è che ora puoi compiacermi. Mettitelo in testa o giuro che renderò la tua non vita un inferno, peggio di quanto abbia fatto con quella da mortale. Virus? Sono stronzate, noi siamo Vampiri. Discendiamo da caino, abbiamo voltato le spalle a Dio e perfino a Lilith. Noi siamo una stirpe superiore che le bottiglie dovrebbero venerare. Il tuo sangue è quello della terra di Eno-"
"SONO STRONZATE!"
L'urlo di Murasaki ruppe il monologo di Adine.
12/11/18, 00:25 - Murasaki: Un tentacolo lo afferrò, mentre il corpo della sire diventava nero come la pece.
"Ti piaceva essere normale eh? Eri e seiun codardo. Tu non hai le palle per stare nella e-childe. Va bene..."
Lo guardava dritto negli occhi, tirandolo a sé con i tentacoli per abbracciarlo.
"Io sarò sempre con te... piccolo mio". La sua forza era mostruosa.
"Come lo ero quando convinsi Naomi a portarti via Lufkin..."
Sorrise.
"O quando violentarono quell'altra".
Lo abbracciò forte. "Sai, alla fine il bambino lo ha tenuto... anche se odiava il sol pensiero ed era nient'altro che un bastardo..."
Un bacio sulla guancia. "Proprio come io tengo te, piccolo Hiroshi".
12/11/18, 00:28 - Murasaki: La sigaretta venne a spegnersi su uno dei tentacoli di Adine.
L'escatologico tenne basso il capo. La mano corse ad afferrarle il collo, per stringere, lasciandosi andare alla rabbia più cieca. La lanciò contro l'altro muro, con una forza impossibilmente vicina a quella di un furgone in piena corsa.
12/11/18, 00:33 - Murasaki: In preda alla frenesia, lui colpiva Adine ripetutamente. Le stracciò via un braccio, poi le colpì il ventre come una bestia farebbe con il peggiore dei nemici. Urlava. Adine, invece, non disse nulla.
Soccombeva divertendosi.
Quando affondò i canini contro il suo collo, si fermò.
"Perché non continui, mi stavo divertendo"
"..."
La bestia sparì.
Adine era quasi tutta nera, era in procinto di diventare forma d'ombra.
Hiroshi si staccò via e si sistemò la giacca.
"Io non cedo alla rabbia. Sarò anche codardo, ma non sono irrazionale".
La sigaretta nuova diede una nuova luce alla stanza.
"Diventerai un ottimo lasombra, piccolo mio. Ora però smettila di fare il bambino. Non soffrire per quelle stupide cose da mortali, io ho temprato il tuo spirito".
"mh" disse appena.
"Morte Ascendo. Se non muori non ascendi".
"Capisco."
Silenzio, Adine fece per darsi una sistemata.
"Lufkin non era una puttanella, quindi?"
"Nah, era proprio la principessa del cazzo che pensavi tu. Mi sono divertita a vedere come mandavi a troie il velo su iGTV e le strappavi via quella faccia da troietta innocente. Lei piangeva perché ti aveva perso, non perché stava morendo. Era innamorata persa, pensa te..."
Una nube di fumo si lanciò nell'aria, espandendosi.
"Ok."
Adine sparì nelle ombre "Forse è l'unica che ti abbia mai amato."
"Forse." aggiunse lui.
12/11/18, 00:33 - Murasaki: ---
12/11/18, 00:35 - Murasaki: Giorno dopo. L'escatologico si recava in ospedale da Michelle Lufkin.
Mentre la polizia era al banco dei pegni, a notte fonda, lui viaggiava indisturbato tra i piani dell'ospedale, mormorando qualcosa. Non tardò a trovare la stanza di Lufkin. Una volta giunto, staccò tutto. Con vicissitudine la guarì rapidamente.
La reazione al risveglio di Lufkin fu di enorme sorpresa.
L'uomo rimase in silenzio.
12/11/18, 00:43 - Selene Starling: Stavo sognando.
Un incubo.
Il mio viso veniva strappato via di nuovo.
Ancora.
Ancora.
Ancora.
Mi svegliai di colpo, annaspavo alla ricerca di aria.
Aprii la bocca e respirai a pieni polmoni.
...
...
...
Dove era il dolore?
Non sentivo nulla...
Mi portai una mano al viso, non c'erano nemmeno le bende... non avevo più gli aghi nella mano.
Mi girai verso il comodino, convinta di stare ancora sognando.
E lo vidi.
Era lì, in piedi.
"H-Hiro..."
No, era seriamente un incubo... non di nuovo...
I miei occhi si inumidirono mentre cercavo di alzarmi dal lettino, tremavo, non volevo succedesse di nuovo.
Da lui meno che da qualcun'altro.
12/11/18, 00:44 - Murasaki: "Ciao Lufkin. Ho saputo che ti trovavi qui e sono venuto a salutarti. Sto per andare in Giappone. Credo di aver esagerato. Le cose sono cambiate e io pure."
12/11/18, 00:51 - Selene Starling: Avevo provato a spostare una gamba, ma data l'immobilità dopo l'operazione avrei avuto bisogno del percorso di riabilitazione per poter camminare normalmente.
"Ho... ho notato... già, sei cambiato m-molto" dissi torturando la coperta leggera con le mani. "C-come mai par-rti?" chiesi lanciando un'occhiata verso di lui.
Sembrava una statua, non si muoveva minimamente.
Avevo paura a chiamare il personale dell'ospedale.
Guardare il suo viso mi faceva male.
Mi faceva pensare.
12/11/18, 01:03 - Murasaki: Stava per accendere la sigaretta, ma ci ripensò.
"Sono un Vampiro". Disse seccamente.
La guardò negli occhi. Forse sentiva il bisogno di piangere? No, non lo sentiva.
Era come in una camera vuota. Il dolore era oltre la porta, non c'era nessun modo di aprirla.
Era solo in una camera vuota e larga infinitamente. Lei era lì, di fronte a lui, come una sorta di apparizione opaca.
Dove era finita la sua umanità? Sembrava la trama di un film. Viva ma finta. Oltre uno schermo grigio.
Oltre quella porta. Ne aveva solo i ricordi.
La guardò. L'aveva amata, quella ragazza.
Forse l'amava ancora?
Il verde era il suo colore preferito, aveva iniziato a indossarlo solo per farsi notare da lei.
Lo indossava ancora, sempre. Senza nessun tipo di eccezione.
Ma non indossava quell'amore. Dov'era?
Dov'era la rabbia? La gioia?
"Posso modificare la carne. Ti ho sistemato il corpo, ora sei normale".
Perché lo aveva fatto?
Perché lufkin era bella come una bambola. Era la sua Waifu ideale.
Una Waifu è come Shizuka per Nobita, Doraemon lo aiutava a conquistarla.
Ma lui non era più nobita, lui era Doraemon e aiutava Adine a conquistare il mondo.
O Nobita si era scocciato di essere il Nobita piagnucolone.
O Doraemon aveva ucciso Nobita per essere lui Nobita.
Come con Sp@wn.
"Sono un mostro." disse infine.
Un mostro che non era un gatto venuto dal futuro. Un mostro e basta.
"Parto per fare cose mostruose lontano da qui". Terminò.
12/11/18, 01:21 - Selene Starling: Mi toccai il viso, cercai i fori dei drenaggi, mi premetti il naso, le palpebre... era tutto in ordine, nulla mi faceva male, riconoscevo addirittura i miei tratti del viso.
Aprii la bocca e la richiusi.
"Un... vampiro... un... mostro?" ripetei incerta, di cose assurde ne avevo sentite nel mio corso di studi, ma questa mancava.
Allungai una mano, a sfiorargli appena la guancia con la punta dei polpastrelli.
Era gelido, non era stata una mia impressione allora.
I miei occhi si intristirono, mentre ritiravo la timida carezza "Quindi Hiro non c'è più?" le mie labbra si arricciarono appena in un broncio.
Era diverso, ma era ancora così lui, era venuto lì e mi aveva curato nonostante quello che mi aveva fatto "O qualcosa è rimasto, visto che mi hai guarito?" un piccolo sorriso umido addolcì il mio viso.
Era lì e parlava, io parlavo, un po' come quando stavamo nel laboratorio e ancora non eravamo laureati.
"Perché non ti siedi?" chiesi spostandomi da un lato del letto.
Forse era venuto per un motivo... forse si era ricordato qualcosa... abbassai di nuovo lo sguardo, quanto ero stata stupida quel pomeriggio di anni prima.
12/11/18, 01:28 - Murasaki: L'escatologico poggio la mano sulla sua. Nobita stava toccando Shizuka.
404.
Oggetto non trovato. Dov'è?
Dove sei?
Nella stanza qualcosa diede un calcio alla porta.
Non si apriva.
I suoi capelli erano lunghi.
Il suo occhio era sporco di sangue.
Un pugno alla porta.
Un altro.
UN ALTRO.
"Mh..." disse appena.
I capelli presero a cadere, o forse diventavano più corti. Sì, si tranciavano.
Staccò la mano da lei.
"Hiro c'è, ma ora si chiama Murasaki" disse infine.
Nella stanza sorrideva.
Come si sorride? Le labbra non si muovono.
Come si gioisce?
La abbracciò.
<< sono sempre con te, piccolo mio>>.
Doveva ucciderla.
<< come lo sono stata mentre Lufkin...>>
Doveva salvarla.
<< eri patetico...>>
Doveva scappare con lei.
<< e sei patetico >>
Doveva scappare da lei?
Dentro di sé continuò a combattere contro quella porta.
I capelli crescevano di nuovo, il sangue grondava.
<< ora almeno puoi compiacermi...>>
Mai.
<< ora sei una mia ombra.>>
Ti ucciderò.
Fissò Lufkin.
Ti ucciderò.
"Hiro c'è, ma non è più vivo. Sono un vampiro."
12/11/18, 01:43 - Selene Starling: Quando mi abbracciò rimasi interdetta, per un attimo immobile.
Un attimo gelido, ma in un certo senso solo fresco.
Per qualche istante rimanemmo così, le sue braccia sopra le mie e la sua fronte contro la mia spalla.
Mi faceva venire voglia di piangere per gli errori che avevo fatto.
Si allontanò e mi guardò con quegli occhi strani, senza luci dentro, dove era impossibile distinguere iride e pupilla.
'Hiro c'è, ma non è più vivo. Sono un vampiro.'
Non aveva senso, era lì e mi parlava... si allontanava...
No... non volevo si allontanasse.
Non ancora...
Questa volta lo abbracciai io, chiudendo delicatamente le braccia intorno al suo torace, anche io gli poggiai la testa sulla spalla, ma con la fronte che si poggiava contro il collo.
Era freddo, non c'era battito, ma parlava, si muoveva... era lì e non sottoterra.
"Mh..." biascicai poco convinta, non mi interessava se era un vampiro o meno "Non te ne andare... non ancora" dissi piano cercando di stringerlo a me con un po' più forza.
"Hi-... Murasaki, quello che mi hai fatto era una vendetta vero? Una punizione?" chiesi piano, alzando appena il viso, il giusto per poterlo guardare "Era per ripagarmi di come ti avevo fatto sentire?" i miei occhi erano tristi, potevo averlo spinto a odiarmi così tanto?
Eppure, era venuto lì per curarmi, quindi non doveva avere cattive intenzioni.
12/11/18, 01:52 - Murasaki: Scrollò il capo.
"Non mi interessano le vendette."
Rimase a guardarla. Era molto bella, questo non lo aveva dimenticato.
La sua dolcezza era però ovattata. Perché nemmeno quella arrivava?
Queste domande morirono nel suo inconscio.
"Volevo tenere con me il tuo volto". Disse. Forse voleva essere dolce.
Forse lo era.
Nessuno lo avrebbe mai capito. Nemmeno lui.
"Nulla può farmi sentire in alcun modo, adesso."
Abbassò le palpebre e si sistemò gli occhiali.
Voleva vendicarsi? Voleva sforzarsi a provare qualcosa?
"In quel momento eri solo una mia cavia, tutto qui".
Anche se stesso era solo una cavia, ormai.
Nessuno lo avrebbe capito. Nemmeno Hiro avrebbe capito.
Murasaki non avrebbe capito.
Solo Miku, sì. Lei avrebbe capito.
Lei è programmata per capire solo ciò che deve e non chiedere altro.
La vita robotica è bella. La vita virtuale non richiede sacrifici.
Perché non sentiva più quel magone allo stomaco?
Era diventato un robot?
Era un super eroe con i super poteri, ma senza alcuna aspirazione.
"Devo andare."
E se ti amassi ancora?
"Non ci vedremo mai più. Lascia questa nazione, torna in Russia"
E se ti amassi? Sembra che tu possa provare qualcosa per me.
Ma io non provo nulla.
E se ti baciassi?
Proverei qualcosa?
"Mi dispiace..."
La prese e la baciò, poggiando le labbra contro le sue. Le braccia la avvolsero.
Continuava a sfondare quella porta. Ma non si apriva.
Si staccò.
"Ma ormai non c'è più nulla che possa ferirmi"
Le diede le spalle.
"O che possa farmi provare qualcosa."
12/11/18, 02:10 - Selene Starling: "Ah" mormorai mentre mi immaginato la mia faccia portata su un calco di plastilina in una piccola teca sottovuoto, che immagine macabra, ma quasi dolce "Quasi dolce a modo tuo" dissi sorridendo di nuovo in pochino.
Il sorriso si spense quando mi disse che non ci saremo visti più, annuii al suo consiglio, avrei voluto chiedergli perché, avrei voluto dire qualcosa, ma tutto sembrò succedere molto velocemente.
Mi limitai a chiudere gli occhi, a poggiargli una mano sulla guancia, con delicatezza.
Ecco, potrei morire in questo momento e sarebbe una morte senza rimpianti.
Qualcuno fermi il tempo.
Qualcuno lo mandi indietro, per cancellare gli errori.
Sospirai appena e quando si allontanò di nuovo serrai appena le labbra, come a non voler far scappare quella sensazione.
La mia mano scivolò lungo la manica della camicia, esitando appena quando sfiorò il dorso della sua.
"V-va bene...Arrivederci" sospirai raccogliendo di nuovo le mani sulla coperta, non volevo dargli un addio "Allora... buon viaggio, Hi-Murasaki" dissi cercando di trattenere la tristezza che si stava aggrappando al mio torace "Buona fortuna".
Te la meriti, Hiro.
12/11/18, 02:18 - Murasaki: "non farti trovare qui da nessuno, se gli altri vampiri scoprono che ti ho rimessa a nuovo ti uccideranno".
Forse qualche emozione ce l'aveva ancora. Era pietà.
Avrebbe dovuto ucciderla.
Ma che pietà? Era indifferenza.
Patetica indifferenza.
Patetica?
Non avrebbe sentito nulla, dov'era il problema.
Era quello il problema.
Il suo animo vacuo raccolse il corpo e i mormorii e si avviò. Non provava nul-
Un profumo.
Era il profumo di starling.
Prese il cellulare, voleva scriverle.
"Ciao Starling, in bocca al lupo con Green Finger."
Quel profumo era piacevole. Chissà quali strane proprietà doveva avere la sua essenza.
<< Patetica indifferenza >>.
"Partirò domani alle 21. Ti invierò del Vitae di tanto in tanto. Mi raccomando, batti i cattivi e fai level Up".
<< Appassionata indifferenza>>.
"P.S. Qual è il nome del tuo profumo? Non me ne intendo. Sono andato da Lufkin e l'ho sentito. Ho riconosciuto che è tuo".
<< Appassionata e Patetica, come i concerti di Beethoven >>.
"P.P.S. E' sana e salva, le ho ridato ciò che è suo. Green finger non è più così -"
<< Non è più così come?>>
Ricancellò l'ultimo rigo.
"P.P.S. E' sana e salva."
<< La domanda resta >>.
Stai zitto Nobita. Io ora sono Doraemon e tu non puoi fare nulla.
Nemmeno io posso.
Sei un mostro irrazionale.
<< Anche tu lo sei.>>
Il server non risponde.
12/11/18, 02:18 - Murasaki: Error 500.
14/11/18, 01:10 - Selene Starling: Alle otto e mezza era cominciato l'appostamento, io ero all'interno del negozio e avevo rassicurato i proprietari, avevo atteso, tenendomi abbastanza lontana dal bancone.
Poco dopo il negozio era stato chiuso, erano cominciate le revisioni di cassa, il conteggio degli utili del giorno, la rimessa in ordine dei banconi e delle mensole, la pulizia del negozio; le normali attività che seguono la chiusura giornaliera di uno stabile si protrassero fino alle dieci.
Un rumore, dei passi, c'era qualcuno oltre noi. Avevo preso la radiolina e avevo avvisato gli agenti di essere pronti a fare irruzione in qualunque momento. Tre dei quindici agenti erano nascosti nel negozio con me.
Il ragazzo era armato, i suoi tratti incredibilmente erano uguali a quelli di Hiroshi, o Murasaki, ma pochi particolari tradivano il fatto che non fossero la stessa persona: il lieve pulsare della vena sul collo, la gocciolina di sudore impigliata tra i capelli vicino l'orecchio e il colorito più vivo della sua pelle; mancava, inoltre, la macchia di sangue sulla camicia e l'ara scelta era una banale pistola.
Tecnicamente non era mai stata definita un'arma del delitto ufficiale, ma conoscendolo mi sembrava discordante come scelta... in quanti se ne sarebbero accorti, però?
Nessuno, probabilmente, era una particolare troppo piccolo.
Il ragazzo si era avvicinato alla famigliola riunita dietro il bancone, Lily aveva tirato una pistola a sua volta, anche se più piccola.
"Come diavolo sei entrato? Che ci fai con quella cosa in mano?" aveva sbottato Less, dandomi la possibilità di ocmunicare con uno degli agenti tramite la radiolina; il ragazzo non mi aveva sentito, altra dimostrazione che non poteva essere Hiroshi (che aveva percepito i passi dei miei piedi scalzi sul pevimento mentre era intento a guardare la luna), il ragazzo non aveva risposto, aveva solo mosso la pistola per far capire loro che dovevano spostarsi dal bancone.
"Hiroshi, non farlo" avevo detto uscendo allo scoperto "Mh?" aveva chiesto lui girandosi verso di me, con un'ombra di sorpresa sul viso, "Non farlo" ripetei "Non è questo Green Finger, vero?", la sua testa si girava completamente verso di me, la mano armata seguiva lo sguardo, il collo si scopriva: la giugulare era esposta; il colpo era partito preciso, l'ago era affondato nella carne senza incontrare resistenze, il dolore aveva fatto accelerare il flusso e in pochi secondi si era addormentato, cadendo inginocchiato a terra.
Ero corsa a soccorrerlo, gli agenti lo avevano ammanettato. Solo una volta portato fuori erano state prese misure più sicure, anche le braccia erano state legate, così le caviglie, a portarlo via era stato il camioncino per il trasporto dei detenitu speciali, non una banale volante.
Io e alcuni agenti eravamo rimasti sul posto per prendere le ultime dichiarazioni ufficiali delle vittime, mi ero assicurata che stessero bene e che non fossero torppo scossi, poi mi ero dovuta sedere. Quella scossa ero io.
Patrick aveva pensato che a causarmi problemi fosse stata la troppa immedesimazione nel caso e la pistola calibro dodici puntata sul viso per una frazione di secondo.
No.
Non era stato quello a colpirmi.
Erano stati i miei pensieri, quello di cui mi stavo rendendo conto.
E ora ero lì, seduta sul sedile del passeggero, con i piedi poggiati sul marciapiede e un bicchierino di caffè in mano, che Patrick mi aveva versato dal suo termos.
"Serata pesante? Ti vedo stanca Starling"
"Un po' stressante, quando mi ha puntato contro la pistola ho pensato mi avrebbe ferito di nuovo, come quando mi ha strappato l'occhio. Il mio piano era comunque un azzardo"
"Già, ma pare che questa volta sia finita, ora vanno solo sistemate un po' di cose, vanno spiegati gli ultimi misteri, poi possiamo finalmente dichiarare il caso chiuso"
"Mh mh, domani me ne occuperò dopo aver avuto un colloquio con lui, forse so dove sono gli altri componenti del gruppo di ricerca"
"Ti sei messa in testa di fare gli straordinari?"
"Faccio solo il mio lavoro"
"Spero che tu non ti faccia prendere troppo dal tuo lavoro, sei promettente, ma in genere si rischia di sprofondare in quello che si cerca e poi non riuscire a tornare indietro"
"Non diventerò un serial killer, Patrick, tranquillo"
"Sì, sì, era per metterti in guardia" disse scrollando le spalle.
Mi alzai stropicciandomi gli occhi, avevo la mi macchina, quindi sarei tornata a casa in solitaria. Tra una cosa e l'altra era mezzanotte passata. "Comunque, perché non ha provato a ferirti?", mi girai verso Patrick confusa "Green Finger, sembrava sorpreso, ma non ha sparato alla fine", alzai le spalle "Il suo pattern comportamentale era quello di un bambino, io lo avevo capito, ero entrata nel suo mondo, ero un oggetto curioso e interessante, sul suo stesso piano, ecco, per questo sapevo con abbastanza certezza che non avrebbe provato a uccidermi", Patrick si grattò la testa "Mhh... mah, che gabbia di matti, fortuna che non devo starli a sentire io".
Sorrisi, una semplie espressione di circostanza, poi mi recai alla mia macchina.
"Ci vediamo domani in ufficio, buon riposo", fu l'ultimo saluto che diedi a vicecapo prima di chiudermi davanti al volante.
Guardai il telefono: mezzanotte e quaranta.
Acidenti quando ci avevamo messo, eppure erano le dieci quando aveva colpito... beh, tra arresto, dichiarazioni, io che mi perdevo nei miei pensieri e il breve discorso con Patrick... mah ormai la mia percezione del tempo era un po' sballata.
Misi in moto e presi la strada di casa, volevo solo andare a mettermi a dormire.
Il cellulare suonò per un messaggio ricevuto.
Al semaforo controllai il mittente.
H.
Hiro!?
Accostai e aprii il messaggio.
"Ciao Starling, in bocca al lupo con Green Finger.
Partirò domani alle 21. Ti invierò del Vitae di tanto in tanto. Mi raccomando, batti i cattivi e fai level Up.
P.S. Qual è il nome del tuo profumo? Non me ne intendo. Sono andato da Lufkin e l'ho sentito. Ho riconosciuto che è tuo.
P.P.S. E' sana e salva."
Rilessi il messaggio un paio di volte...
Era serio? E il non farsi scoprire a fare certe cose?
Quindi Starling era guarita. Il primo e forse ultimo amore mortale della sua vita.
Era andato da lei per dirle della partenza, non era possibile che fosse andato semplicemente lì per guarirla e basta...
Dovevo fare un salto all'ospedale, pensai sospirando, quella povera ragazza probabilmente era spaventata e confusa, giocavo uno scellino contro un penny che aveva detto anche a lei dei vampiri.
-->Opzioni
-->Rispondi
"Ciao Hiroshi, la cattura è appena avvenuta, sembra andato tutto bene, nei prossimi giorni svolgeremo le ultime indagini, poi chiuderemo il caso.
Sicuramente mi impegnerò per fare molti level up, non dubitare.
Il mio profumo si chiama Air du Temps.
Fai buon viaggio e fammi spere come vanno i nuovi esperimenti.
P.S. Se sei ancora all'ospedale puoi dire a Lufkin di aspettarmi? Immagino che non sappia dove andare e immagino non possa farsi vedere in giro con una faccia nuova di zecca. Potresti cancellare i filmati delle telecamere di sicurezza di questa notte, almeno non sapranno come è sparita e potrò fornire un'ipotesi razionale, alternativa alla realtà dei fatti"
La risposta non tardò troppo ad arrivare, un laconico "Ok" al quale risposi con un "Grazie".
Feci inversione di marcia e cominciai a guidare verso l'ospedale.
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Non avevo nemmeno un paio di scarpe.
Lo scalpiccio dei piedi nudi sembrava risuonare come un rumore assurdo lungo il corridoio.
Mi aveva detto di scappare da lì e immaginavo bene il perché, forse dovevo cancellare i video delle telecamere di sorveglianza?
Ma come?
Deglutii mentre mi cercavo di capire dove fosse l'uscita, avevo paura.
Seguivo più o meno Hiroshi, lui sembrava sapere dove andare.
Non avevo effetti personali da recuperare, ero arrivata lì indossando una maglia e un paio di mutande, non molto da tenere in effetti.
Dove sarei andata una volta fuori di lì? Non sapevo nemmeno in che zona mi trovassi.
La città doveva essere Detroit, visto che Hiro lo aveva detto nel suo video.
I miei colleghi che fine avevano fatto?
A chi potevo chiedere aiuto?
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Andavo spedita a dieci o quindici kilometri oltre il lmite, come tutti facevano.
Hiroshi probabilmente aveva preso e se ne era andato.
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"Aspetta Starling"
Non vedevo più Hiroshi, ero sicura fosse davanti ame giusto qualche secondo prima.
Mi guardai intorno spaesata, ma non lo vidi.
Eppure mi aveva detto di aspettare la dottoressa Starling, quella venuta nel pomeriggio
A passi tremanti mi diressi verso l'uscita, non potevo aspettare lì dentro, potevano prendermi in qualunque momento.
Arrivai alla porta.
Era una porta antipanico, quindi aprirla fu facile.
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Lasciai la macchina in un posto molto discutibile, misi le doppie frecce e schizzai letteralmente fuori dall'abitacolo.
Corsi al massimo della mia velocità verso il cancello per vedere una figura che a passi incerti si dirigeva verso lo stesso luogo, ma dalla direzione opposta.
"Lufkin" dissi per farla fermare quando arrivò alla portata della mia voce, "Sono Starling" non potevo urlare, o le telecamere avrebbero registrato la mia voce.
Le feci un segno e lei si avvicinò
"Dottoressa... cosa ci fa qui a quest'ora?", domande che non andavano fatte "Da spiegare è un po' complicato, so che Hiroshi ti ha curato e ti ha detto di non farti vedere"
"Sì... mi ha detto di aspettarla, come faceva a sapere che stava arrivando?"
"So i suoi segreti ed ero in contatto ocn lui, per favore, ti spiegherò tutto, ora però vieni con me, ci metteranno poco ad accorgersi che non sei più nella tua brandina"
La ragazza ammutolì e annuì appena.
Le diedi la mia giacca e non senza un po' di difficoltà arrivammo alla mia macchina.
L'inizio del viaggio fu abbastanza silenzioso, imbarazzato e un pochino teso.
"Lei... che segreti conosce di Hiro?" chiese debolmente dopo un po'.
"So che è un vampiro, so dove vive, so cosa può fare anche se non tutto... so un po' di cose, so che vi conoscevate e che eravate innamorati l'uno dell'altra", Lufkin sussultò raccogliendo le mani in grembo "Mi ha fatto ricrescere un occhio come ha fatto con la tua faccia".
Ci fu un altro po' di silenzio.
Lei prese fiato di nuovo.
"Come mai mi sta aiutando?"
"Perché lavoro con la polizia, io aiutole persone e poi perché devo chiudere il caso, ci sono informazioni che non possono arrivare alla luce del sole, immagino"
"Cosa... cosa dovrei fare?"
"Lui cosa ti ha detto di fare?"
"Di... di tornare in Russia, di lasciare Detroit... e di non farmi vedere troppo in giro perché se gli altri come lui lo scoprono allora mi u-uccidono..."
Annuii ragionando per un momento "Allora dobbiamo ricostruire la scena del crimine modificando un pochino qualcosa, così poi potrai partire in tutta tranquillità" merda, non mi piaceva quel ragionamento, ma come altro potevo spiegarlo? Come avrei potuto spiegare anche il suo volto ricresciuto in quel modo? Come cazzo avrei spiegato la ssua sparizione dall'ospedale?
Se Hiro avesse cancellato tutte le registrazioni di quella nottata dall'archivio dell'ospedale avrei potuto dire che mentre lui cercava la famigliola del banco dei pegni un complice aveva fatto sparire quella che tutti credevano Lufkin, ma se durante una perquisizione io avessi trovato la vera Lufkin insieme ai suoi colleghi avrei potuto facilmente spiegare perché la sua faccia era ancora attaccata al cranio.
"Qualcosa non va?" i miei pensieri si interruppero all'improvviso, non mi piaceva dover fare quel genere di scelte... se non avesse cancellato i file avrei anche potuto dire che la cavia era una persona d'accordo con Hiroshi... effettivamente lei non aveva documenti quando era stata recuperata, avrebbe potuto essere chiunque? No, potevano aver prelevato le impronte digitali o il calco dentale.
"Ti hanno identificato in qualche modo?"
"Scusi?"
"L'identificazione, non avevi documenti con te quando l'ambulanza ti ha prelevato, come ti hanno identificato?"
"Io... non ricordo molto, non sono nemmno sicura mi abbiano identificato, non ricordo molto, ero sotto shock..."
Certo, ovvio, come poteva ricordare?
Sospirai mentre cercavo un parcheggio vicino casa.
"Questa notte ti fermerai da me, devo elaborare qualcosa entro domani mattina"
"In che senso?"
"Che non puoi andartene in giro a dire che ti è ricresciuta la faccia, devo fare in modo che tutti credano che ci siano due persone diverse in questa storia. Anche perché siamo entrambe collegate a Green Finger e a entrambe sono guarite ferite molto gravi, ok che le persone sono stupide, ma ci mettono poco a fare due più due nella polizia", le allungai il cappoto che avevo sul sedile posteriore, essendo in notturna avevo pensato potessi sentire freddo, che colpo di fortuna.
Con sguardo circospetto riuscii a entrare nel palazzo e a portare Lufkin nel mio appartamento.
Misi su del caffè, sarebbe stata una lunga notte, di nuovo.
Sospirai.
"Michelle?"
"Mi dica"
"Ok, dammi del tu intanto, mi chiamo Selene, lasciamo perdere i formalismi. Intanto faccio del caffè, ne vuoi"
"Beh... se lo prendi tu ne accetto volentieri una tazza"
Annuii e andai a prenderle un pigiama da darle.
"So che è tardi e che sarai stanca, ma ho bisogno di farti delle domande. Domani mattina io andrò ad esplorare il sito del video, quindi probabilmente troverò i tuoi colleghi. Ti ricordi dove sei stata tra il rapimento e la registrazione?"
Scosse la testa "Ricordo che era una stanza molto futuristica, sembrava un laboratorio, ma sgombro, eravamo legati su delle brandine, mi sono svegliata lì, poi ha portato la brandina nella stanza del video e poi sai già cosa sia successo"
"Ok, ok" dissi più volte mentre cercavo di ragionare velocemente; forse la soluzione più veloce era portarla stanotte dai suoi colleghi e poi trovarli tutti insieme il giorno dopo, in questo modo si spiegava perché Michelle avesse ancora la faccia.
Però la notte era pericoloso uscire, o meglio: era pericoloso andare in una zona usata dai vampiri, se ci stava lui poteva starci pure qualcun'altro, visto che mi aveva detto di avere un fratello, una sorella e una sire.
Allora, il giorno dopo avrei dovuto interrogare Green, tanto per cominciare, quindi forse nel pomeriggio sarei andata in ava scoperta nel territorio indicato nel video di instagram; il primo giorno potevo non trovare nulla, la sera avrei accompagnato Lufkin e la mattina dopo li avrei trovati.
Certo, poi avevo il problema della scientifica... che il sangue sulla brandina fosse di Lufkin sarebbe stato palese.
"Allora" dissi finalmente prendendo fiato "Io domani mattina dovrò interrogare Green Finger, poi andrò a cercare i tuoi colleghi, non so se riuscirò a trovarli domani pomeriggio, ma se riesco ti accompagno da loro e vi troverò ufficialmente la mattina dopo tutti insieme, in questo modo potrò dire che la Lufkin del video non era quella vera e il fatto che tu abbia anora la faccia non sorprenderà nessuno. Non so come cavarmela con la scientifica, ma a quello ci penserò dopo aver dormito un po'."
Finimmo il caffè e andammo a dormire, mi stavo chiedendo se non potessi farle anche dimenticare quello che ci eravamo dette, in fondo se ero riuscita a calmarla avrei potuto anche indurla a dimenticare, no?
Avrei avuto bisogno di più tempo per sperimentare un po' di più.
"Domani cosa faccio?"
"Dovrai rimanere a casa, non posso portarti in centrale, si scatenerebbe un putiferio. Posso fidarmi?"
"E io posso fidarmi?"
Mi girai verso di lei "Perché non dovresti? Sto cercando di non farti avere problemi e di farti tornare a casa sana e salva"
Un sospiro "Mi sembra tutto così assurdo..."
"Lo so" dissi guardandola negli occhi "Dimentica tutto quello che è successo in queste ultime ore, come non fosse mai esistito" cercai dimettere in quella frase tutta la convinzione e la volontà di cui ero capace "Ora dormi, domani sarà una lunga giornata".
Spensi la luce sul comodino.
E finalmente chiusi gli occhi.
16/11/18, 01:45 - Selene Starling: La sveglia suonò impietosa alle sette, facendomi desiderare di lanciare il telefono contro il muro.
Mi alzai stropicciandomi gli occhi.
Ero stanca...
Guardai Michelle dormire tranquilla, stava sognando.
... chissà cosa?
Con un sospiro mi alzai e misi su il caffè.
Avrei dovuto cominciare a fare come gli italiani: caffè strettissimo.
Mentre la caffettiera faceva il suo dovere andai in bagno.
Mi lavai il corpo e il viso con attenzione, poi fissai lo specchio: le occhiaie cominciavano ad essere abbastanza visibili, non riuscivo a capire se il pallore delle guance fosse solo dovuto al poco sonno o fosse evidenziato da quelle taschi violacee.
Avrei dovuto recuperare ore di sonno, dormire poco non faceva bene ai miei cicli circadiani.
Mi vestii e sporcai le palpebre con un po' di matita, giusto per far risaltare di meno le occhiaie e non avere l'aria di una che non ha dormito nemmeno due ore.
Andai finalmente a prendere il caffè.
Guardai la tazza verde assorta, era quella che Hiro aveva usato per annusare il caffè.
Perché il mio cervello aveva ricordato proprio questa cosa? Che utilità aveva al momento questo ricordo?
Scossi appena la testa e presi il cellulare: dovevo andare a interrogare il finto green finger, ma c'erano altre cose fondamentali che dovevo assolutamente fare prima di sera, tipo andare a cercare i colleghi di Lufkin e andare a casa di Hiroshi.
Sospirai.
Quando il caso sarebbe stato chiuso ovviamente la casa sarebbe stata controllata nuovamente per poter portare in archivio tutti gli oggetti potenzialmente collegati al criminale, il che voleva dire che qualcuno avrebbe trovato il filmato.
E io dovevo impedirlo.
Come lo avrei spiegato?
Come poteva essere spiegata una cosa simile?
Però non potevo rischiare di andarci dopo il tramonto... Hiroshi poteva essere partito, ma altri vampiri a lui collegati potevano essere lì.
Con pollice e indice mi presi la radice del naso.
Dovevo togliere tutto quello che poteva svelare anche solo un indizio su una cosa simile, inoltre Hiroshi in teoria doveva essere creduto vivo... nel senso: se lui era vivo a che pro avrebbe lasciato il suo pc nella vecchia casa dove nessuno entrava da anni?
Dovevo anche controllare il luogo dell'esperimento su Lufkin, i suoi colleghi dovevano essere lì intorno.
Un altro problema da risolvere era proprio Lufkin: la su faccia nuova come diamine la spiegavo?
L'unica soluzione sarebbe stata portarla in mattinata nel luogo dove stavano i suoi colleghi e poi trovarla il pomeriggio con gli altri, in questo modo avrei potuto dire che l'altra non era che un complice o qualcosa di simile, ecco perché ad un certo punto era sparita dall'ospedale ed erano spariti anche i filmati della serata. La cosa sarebbe stata plausibile, perché Michelle era comunque il primo e ultimo amore mortale di Hiro.
Sbuffai.
Green Fake potevo interrogarlo in qualsiasi momento, lla casa ci potevo andare solo di giorno e in teoria anche al laboratorio...
Cosa potevo fare...
Volevo anche parlare a Michelle di parte del piano, doveva essere d'accordo con me.
Magari non cercavo di elaborare tutto e subito, però... almeno un accenno avrei voluto presentarglielo.
Presi il telefono e scrissi a Patrick: "ciao Patrick, potrei tardare di un paio d'ore, si è rotto lo scarico del bagno e ho dovuto chiamare urgentemente l'idraulico visto che ho tutto allagato fino al corridoio", "Ok, buona fortuna" fu la risposta.
Perfetto, andai in camera.
"Michelle?"
"Mph..."
"Michelle."
"Hi...rho?"
"Michelle!" sbottai mettendole una mano sulla spalla, quel mormorio mi aveva particolarmente infastidita, la ragazza aprì gli occhi di scatto e si mie a sedere, poi si portò una mano al viso e sorrise "Ah... non era un sogno, ho davvero di nuovo il mio viso" disse allegra.
Che diamine aveva da essere allegra in una situazione incasinata come quella nella quale si trovava?
"Ti ho fatto il caffè, puoi venire un momento di là con me?", lei annuì e si alzò, pronta a seguirmi, la feci accomodare e le diedi la sua tazza di caffè.
"Allora, io ora devo andare a lavoro, prima ti dico un paio di ocse sulla casa: intanto quando uscirò chiuderò a chiave la porta, puoi accendere la tv se vuoi, il telecomando è sulla mensola sopra lo schermo, lì ci sono i film, se no puoi cercare qualcosa che ti interessa, puoi leggere tutti i libri presenti sulla libreria, però stacci attenta per favore, evita di connetterti a internet con qualsivoglia dispositivo" la guardavo spostare gli occhi insieme al mio dito e annuire dopo ogni frase "Devo far finta di non esistere insomma", annui, grata che avesse capito "Bene, ora: appena torno a casa dovremo organizzare una piccola recita, ti porterò dove sono i tuoi collghi e ti troverò con la pattuglia di ricerca domani mattina"
"Perché?"
"Perché così poso dire che sia stata operata una tua sosia"
"Ah... già"
A che diamine stava pensando? Sembrava completamente fuori dal mondo.
"Selene, che lavoro è esattamente il tuo?"
"Sono una profiler, mi occupo di tracciare il profilo psicologico dei criminali, analizzo la loro mente e cerco di prvedere e spiegare le loro mosse"
"Quindi tu sai perché agiscono in determinati modi?"
Annuii "Sì, ma volevo parlarti di un'altra cosa"
"Mh?" aveva di nuovo quella faccia imbambolata.
Mi schiarii la voce "Dovrai riuscire a recitare di essere stata chiusa lì dentro ok?"
"Mhh ok" ma mi stava sentendo o no?
"Mi stai ascoltando?"
"Secondo te perché mi ha baciato?"
Per un momento mi venne voglia di mollarle uno schiaffo in pieno viso: io stavo parlando di una cosa seria e lei stava pensando al sogno di... aspetta, non stava parlando di un sogno: perché si erano baciati? In che senso? Perché Quando? Dopo che le aveva sistemato la faccia? Ma sorpattutto: perché mi stavo preoccupando per quelle cose?
Ripresi il controllo.
"Sapere l'azione non mi basta, dovrei sapere il contesto, cosa è successo prima e dopo. Ora però devo andare a lavoro che sono in ritardo, ne parliamo stasera. Dovrei essere a casa per le otto e quaranta" dissi andando a prendere a borsa.
Uscii e chiusi la porta.
Perché sentivo quel senso di rabbia dentro?
Che cazzo di giustificazione avevo?
Dovevo correre, salii in macchina in fretta e furia e corsi verso il campus.
Non aveva senso che mi fossi arrbbiata così?
Continuai a rimuginarci finché non arrivai alla mia destinazione.
Parcheggiai lontano dal palazzo e prima di scendere aprii il cruscotto per prendere dei copriscarpe e dei guanti in lattice, avevo già un past par tout nella borsa.
Arrivai davanti alla porta e, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno, mi legai i capelli e misi guanti e calzari.
Entrai.
L'odore era lo stesso dell'altra volta, nauseabondo come la prima volta che ero entrata là dentro.
Superando lo schifo andai in cucina e con delicatezza tolsi la videocamera dal supporto, se Hiroshi fosse tornato nella sua casa avrebbe preso tutto il dispositvo, non solo la memory.
La infilai in borsa e andai nella camera dei ragazzi: presi il pc, avendo cura di staccare anche il caricatore e presi gli hardisk che erano sul tavolo.
Poteva esserci altro?
Il biglietto per terra, pensai raccogliendo la testimonianza della malasorte di Hiroshi.
Bene, non c'erano altri dispositivi problematici.
In silenzio come ero venuta, me ne andai, richiudendo la porta alle mie spalle, velocemente ma con delicatezza, per non fare rumore e per non far uscire l'odore terribile.
mi tolsi i guanti e li infilai in borsa insieme ai copriscarpe.
Tornata alla macchina nascosi il pc nella tasca del sedile del passeggero, il caricatore nella tasca del sedile del conducente insieme agli hard disk e la videocamera nel cruscotto, prima però tolsi la memory e me la infilai nel portafoglio.
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"Hey Patrick, sono arrivata!" Dissi sporgendomi nell'ufficio dopo la corsa folle fatta per arrivare.
"Ciao, Starling. Con il bagno come è finita?"
"Lasciamo stare, una mattinata da incubo, ho dovuto ripulire tutto il bagno e il corridoio e ovviamente pagare l'idraulico, mi è costato una fortuna" dissi sospirando mentre mi sedevo, mi ero spruzzata un po' di profumo prima di entrare in centrale, almeno non si sarebbe sentita la puzza di morte che sentivo attaccata addosso a me.
"Allora, lui in che condizioni è?"
"Mah, probabilmente ha ancora in circolo i sedativi di ieri sera, dicono stia seduto sulla branda a fissare il muro, chiunque gli abbia chiesto qualcosa ha ricevuto due tipi di risposte, o 'mh' o 'stiamo perdendo tempo' coniugato in vari modi. Vedi tu che ci devi fare, forse riesci a farlo parlare".
"Capisco, hai un paio di sigarette in più e un accendino?"
"Non pensavo fumassi"
"Mi servono per lui"
"In che senso?"
"Lui fuma spessissimo, infatti le scene del crimine sono sempre piene di cenere di sigaretta, ho bisogno delle sigarette per potergli dare un premio se parla, si chiama meccanismo del premio-punizione"
"Mah, che gabbia di matti" disse per liquidare la faccenda mentre mi allungava quattro sigarette e un accendino Bic nero.
Annuii al suo discorso, lo salutai e mi diressi alle celle.
Non erano celle come quelle del carcere, a dividere le stanze dal corridoio non c'erano delle sbarre, ma lamine di vetro antiproiettile con dei fori che permettevano il passaggio della voce.
Erano fatte per i detenuti che andavano interrogati (o che dovevano subire altri accertamenti) in tempi brevi.
Il corridoio non era particolarmente illuminato, l'unica luce era quella artificiale dellelampade, visto che era un piano interrato.
Diedi le mie credenziali al ragazzo all'ingresso e scesi lentamente le scale.
Arrivai davanti alla sua cella e lo fissai.
Quante cose del vero Green Finger aveva? Che sapesse dei colloqui avuti con me? Che sapesse anche di avermi spiattellato tutto? Che... no, non dovevo essere ridicola, non sarebbe stato possibile.
"Ciao, Green Finger" dissi avvicinandomi di poco al vetro.
Il ragazzo alzò gli occhi: era un'impressione mia o sembravano comunque avere più luce di quelli dell'originale?
"Mh. Ciao Starling" disse laconico, effettivamente la sogmilianza era impressionante "Vedo che ti hanno ricucito l'occhio", bene, quindi lo avevano reso un normale serial killer umano.
Annuii "Più o meno, pare mi sia spuntato senza motivo", "Mh", "Vuoi una sigaretta?" i suoi occhi si accesero, la mano per qualche istante ricalcò il gesto familiare e febbrile del fumare, solo un accenno prima di riacquistare la sua normale rigidità.
"Per motivi di sicurezza non posso darti l'accendino, quindi la accendo io" presi la prima e me la portai alle labbra, la accesi e la poggiai nel piccolo carrellino che serviva a passare documenti da un lato all'altro della parete di vetro.
Il suo movimento per alzarsi fu immediato, come spinsi dentro il carrellino lui prese la sigaretta e se la portò alle labbra con un movimento quasi assetato, anche se non febbrile come Green Finger.
"Vorrei farti qualche domanda sul gruppo di ricerva della bayer che hai rapito. Come mai hai operato solo la signorina Lufkin?"
"Sei stata brava a prendermi. Meriti una risposta" una nuvola di fumo lasciò le sue labbra.
Perché aveva baciato Michelle?
Ma che razza di problemi aveva il mio cervello?
"Volevo tenere con me il suo viso, è l'unico modo che ho per capire l'espressione delle emozioni, non sarebbe stata la prima volta che facevo qualcosa di simile"
"Capisco, gli altri, invece, i colleghi di Lufkin, sono ancora vivi?"
Annuì "Sì, loro ancora non mi servivano"
"Sono vivi?"
"Mh mh"
"Posso sapere dove?"
"Tu lo sai dove" disse soffiando lentamente il fumo davanti a sé, "Lo sai già".
Nonostante il tono di voce impersonale e monodcorde, nonostante la faccia incredibilmente identica, nonostante lo sguardo freddo... c'era qualcosa che mi diceva palesemente che non era lui, piccoli atteggiamenti, il linguaggio del corpo leggermente sballato. La cosa quasi mi infastidiva.
"Li hai tenuti nel luogo dell'esperimento, dove hai tenuto anche Lufkin prima di portarla in sala."
Annuì di nuovo "Detto questo, buona fortuna. Non perdere tempo con altre domande inutili", quella frase scatenò in me un vero e proprio moto di irritazione: lui non parlava così.
Ok, nessuno lo aveva mai sentito parlare se non nei video, ma... lui non parlava così!
"Grazie" dissi accendendo un 'altra sigaretta, per poi passargliela.
Non ricevetti risposta, quindi mi alzai e me ne andai.
Quel colloquio mi aveva irritato, praticamente avevano fatto una copia perfetta solo di aspetto... dorse ero io che stavo scendendo troppo nei particolari e facevo la puntigliosa.
Nessun'altro lo aveva conosciuto faccia a faccia e dovevo ammettere che come copia era quasi perfetta. Forse ero io che sapevo dello scambio, quindi notavo cose anche dove non c'erano...
Sospirai mentre risalivo le scale e mi dirigevo di nuovo nell'ufficio di Patrick.
Poche decine di minuti dopo ero di nuovo in macchina, che correvo verso il luogo dell'esperimento, dovevo arrivarci prima che facesse buio, pure quel luogo era abbastanza lontano dalla sede del mio lavoro.
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Il laboratorio dove aveva operato era una sorta di piccolo hangar, Patrick era stato un po' restio a darmi le coordinate del luogo, ma alla fine ero riuscita a ottenerle e ad avere il permesso di andarci da sola. Patrick non capiva la mia paranoia, visto che ormai Green 'Fake' era al gabbio, ma avevo insistito così tanto che alla fine aveva accettato.
Potevo comunque giocarmi la carta dei complici.
Accesi la torcia e mi avviai all'interno, cercando di fare il meno rumore possibile.
Dovevo solo trovare tracce, dovevo solo capire dov'erano e come erano sistemati.
Il giorno dopo mi sarei portata Simone per i tamponamenti e solo successivamente avrei chiamato la squadra per il recupero e il ricovero.
Finalmente trovai la stanza del laboratorio inquadrato nel video e affianco anche la stanza dove aveva operato Lufkin, in quella stanza però non sembravano esserci altre porte, ci misi almeno un'ora e quaranta a capire che la porta in verità si apriva semplicemente facendo scorrere due pannelli... Perché?
Feci scorrere appena un pannello e sbirciai all'interno. C'erano delle brancine con delle persone legate sopra, avevano delle flebo attaccate e probabilmente erano addormentate o svenute, chissà cosa programmava di farci veramente, mi chiesi perplessa.
Aprii definitivamente il pannello e mi rimisi i guanti che avevo lasciato nella mia borsa, entrai cercando di fare poco rumore, ma non sembravano nelle condizioni di svegliarsi. Provai a sentire il polso di uno di loro: era vivo. Che fossero in una sorta di coma farmacologico? Che la flabo somministrasse anche sonniferi? Possibile, avere rumore di sottofondo nel video doveva essere poco simpatico.
Sospirai, perché doveva essere tutto così complicato?
Uscii dalla stanza: Michelle avrebbe dovuto aspettare per terra l'arrivo dei soccorsi.
Richiusi i pannelli e osservai il luogo dell'operazione, cercando di collezionare ogni singolo dettaglio.
Uscii e osservai il laboratorio.
Il mio piano sembrava una cazzata, ma forse era il più comodo e l'unico possibile.
Me era davvero la cosa giusta da fare?
Davvero volevo manomettere le cose fino a quel punto?
Davvero volevo spiegare tutto come stava?
No.
Non potevo farlo, era un suicidio e avrei pure messo Hiroshi nei guai.
Mi passai le mani sul viso.
Eppure sapevo che le scelte che avevo fatto avrebbero avuto un peso, avrei potuto chiedergli di farmi dimenticare tutto... invece no, avevo chiesto di sapere di più, ora ovviamente prendevo anche le responsabilità di quello che avevo scelto.
Rimasi lì a rimuginare per qualche ora, facendo avanti e indietro, avati e indietro.
Avrei per forza dovuto chiedere un favore a Simone, quello di non dire che alcuni elementi appartenevano a Lufkin, tipo il sangue.
Presi un lungo respiro, per un momento lo rividi inginocchiato su di lei con il bisturi affondato nella carne, da un lato mi tornò il riflesso del conato di vomito, dall'altro ci fu una sensazion quasi di soddisfazione... il mio cervello cominciava a farmi paura... forse dovevo risentire il mio psicanalista e chiedergli di intensificare le sedute.
Guardai un'ultima volta il posto, cercai di memorizzare tutto, poi tornai in centrale.
Passai ad avvisare Simone che mi serviva il suo aiuto in mattinata, che sarei passata a prenderla appena arrivata in ufficio.
Passai in ufficio e sistemai un po' di documenti, poi andai di nuovo da Patrick.
"Oggi non ho trovato nulla su dove possano essere i colleghi della signorina Lufkin, domani mattina presto mi rimetterò a seguire le tracce, forse so come estrapolare il luogo preciso della detenzione" Patrick mi guardò stancamente e annuì, da quando avevo permesso la cattura di Green Fake sembrava più propenso a darmi retta che a trattarmi come una bambina.
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"Mi ha ribadito che è un vampiro, poi mi ha abbracciato... poi l'ho abbracciato io, sembrva così combattuto, forse mi amava davvero, che sciocca che sono stata. Poi quando mi ha basiato è stato stranissimo, aveva le labbra così fredde, sapevano di sigareta, però erano morbide in un certo senso".
Era da quaranta fottuti minuti che ascoltavo i suoi vaneggiamenti su quella notte, cercando di sapere più cosa avesse detto che cosa avesse fatto. Avevo provato a parlarle dell'organizzazione del giorno dopo, ma mi aveva ascoltato con solo mezzo orecchio e non aveva nemmeno dato risposte coerenti.
Ottenute finalmente, dopo altri 40 minuti, le frasei che lui aveva detto prima di mandarmi il messaggio, spensi il registratore che era sul tavolo.
"Selene, non ti sei mai sentita attratta da lui?" chiese arrossendo mentre guardava fuori dalla finestra "Prima, sai, il suo aspetto non era così, mi ero innamorata tantissimo, ma lui era proprio... bruttarello, ecco, molto poco curato" sospirò come fosse una quindicenne "Ora però è così affascinante".
Qualcosa approssimabile alla furia cominciò a crescere senza motivo dentro di me, facendomi venire voglia di staccarle una mano.
"Questi fue giorni sono stati così-..."
Le aferrai una spalla costringendola a guardarmi negli occhi "Dimenticali." la fissai ancora, ero furente, non capivo il motivo e questo mi rendeva ancora più furente "Dimentica tutto. Tutto, capito?".
Michelle mi fissava imbambolata, gli occhi fissi nei miei, le labbra appena dischiuse.
"Non vi siete visti, sei stata chiusa in uno scantinato per giorni, non ti ha strappato la faccia, non lo hai mai visto in verità!" la mia voce si era fatta quasi concitata, lei rimaneva immobile "Ora voglio che ti addormenti e domani, quando ti sveglierai, sarai terrorizzata" mi accorsi che stavo appen esagerando perché le stavo stringendo la spalla abbastanza forte da lasciarle i segni delle dita sulla pelle "E dimenticati pure di me" sbottai interrompendo finalmente il contatto visivo.
Avevo bisogno di qualcosa di caldo che non fosse caffè... forse tea? O camomilla, visto lo stato in cui versavo forse era meglio.
Dovevo camlmarmi, quelle emozioni non avevano alcun senso, perché mi ero arrabbiata? Cosa avevo pensato? Perché avevo provato fastidio... ero forse gelosa? Ma gelosa di cosa, della vita sentimentale di un serial killer!?
Fisai il bollitore e le bolle che si formavano nel liquido ambrato.
C'era qualcosa che non andava.
Mi ero davvero fottuta così tanto il cervello? Poggiai le mani sul bancone e presi un lungo e profondo respiro.
Dovevo solo calmarmi, era solo lo stress.
Erano solo le ripercussioni delle scelte che dovevo fare.
Dovevo riuscire a capire però come funzionavano esattamente quei poteri, al momento ero riuscita ad applicarli solo in ituazioni limite, insomma, avevo bisogno di essere abbastanza fomentata anche io (dalla necessità o dalla rabbia sembrva non importare, anche se probabilmente avevo fatto due cose diverse tra quando le avevo chiesto di calmarsi e quando le avevo detto di dimenticare tutto).
Mi poggiai una mano sulla fronte.
Dovevo assolutamente calmarmi, non era possibile continuare così. Dovevo farmi una bella dormita e dovevo assolutamente sistemare le cose per il giorno dopo.
Trangugiai tutta la camomilla e presi una pasticca di melatonina, quelle che dovevano aiutarmi con il sonno, un integratore naturale che rilasciava la sostanza che il corpo produce prima di dormire.
Tornai di là per trovare Michelle addormentata sulla sedia... ok, non pensavo avrebbero avuto un effetto del genere solo perché ero arrabbiata... come erano organizzati questi poteri? Mi serviva qualcosa per poterli studiare... se mi fossero tornati utili?
Presi in braccio Lufkin e la portai a letto.
Per un attimo la guardai, avevo sentito il desiderio di ferirla, ma non mentre dormiva... in verità avevo snetito una cosa senza senso...
Avevo un po' di nausea... forse era meglio evitare la cena.
Puntai la sveglia poco prima dell'alba e mi andai a mettere il pigiama.
Una volta chiuso quel caso finalmene avrei potuto staccare un po' il cervello, pensai chiudendo gli occhi.
Ne avevo proprio bisogno.
16/11/18, 02:17 - Murasaki: E' notte. Sei nella stanza in cui Hiroshi viene "Abbracciato". La sua è morte.
Resti lì a fissarlo, mentre scorrono i giorni. Ce ne mette 4 prima di risvegliarsi.
Gli altri vampiri, o chissà cosa, lo portano nel cuore della notte altrove, in mezzo a dei boschi.
E' un magione.
Lo rinchiudono in una stanza simile a una prigione.
Tu lo segui, sei sempre con lui.
Quando riapre gli occhi, nella stanza chiusa ci sono delle figure asiatiche.
La madre di Hiroshi, dice qualcosa in giapponese.
Così altri membri della famiglia.
Lui è morto, a terra. E loro trovano grottesco tutto questo.
Pugni contro le porte, nessuno li fa uscire per 4 giorni.
Nessuno di loro ha coperto il volto di Hiro.
Nessuno ha mostrato dolore per la sua perdita.
Ad un certo punto, Hiro si sveglia.
Lentamente.
Urla, i suoi parenti credono sia un "uomo-pesce" (Cataiani, morti leggendari che si rianimano posseduti dallo spirito di un fantasma e possono assumere le sembianze di un demone pesce, alcuni li chiamano Kuei Jin. Gli Shinto fanno degli esorcismi).
16/11/18, 02:17 - Murasaki: Hiro fissa la madre, silenzioso.
La madre fissa Hiro, urlando.
Hiro le si avvicina.
Midori gli si allontana.
Hiro sorride.
Midori inorridisce.
Le braccia del figlio si allargano.
Quelle della madre si stringono al petto.
I suoi occhi si spalancano.
Gli altri si richiudono.
"Okaasan!" urla una ragazza, mentre Hiro la abbraccia.
Affonda il viso nello spazio tra il collo e la spalla.
Con affettuosità.
Con affettuosità?
"Okaaaasaaaan!"
le urla divorarono le tenebre, infiammando l'aria gelida della stanza.
Un uomo, il padre di Hiro, sbatteva i pugni contro la porta.
Dall'altro lato c'eri tu, a guardare dallo spiraglio.
Hiro stringeva la madre a sé nutrendosene.
Forse solo in quel momento lei gli avrebbe offerto una parte di sé.
Non succhiò il suo sangue. La divorò masticandola pezzo per pezzo partendo dal collo al volto.
Era disgustoso.
Era terribile.
Era quasi malinconico.
Una bestia così feroce non si fece mai strada in alcun animo mortale o demoniaco.
La sorella di Hiroshi non riuscì a tener duro e le sue gambe furono luogo dove l'urina scivolò fuori insieme alle sue grida.
16/11/18, 02:17 - Murasaki: Hiro gettò lontano alcuni resti della madre e si diresse verso la ragazzina.
Le mani sulle guance erano per un istante gentili.
Ma le dita avevano artigli, che le stracciarono il viso.
Il resto fu un misto tra orrore e febbrile fame.
Poi toccò al padre.
Parlò, urlò. Pregò. Si chinò per supplicarlo.
Hiro gli strappò via i vestiti e la pelle dalla schiena e continuò per molto.
Li divorò tutti.
Accanto a te c'era Adine che fumava.
"Non basta, ci vuole dell'altro."
"Cosa stai facendo, Mà" disse un'altro.
"Non vedi? Sto programmando un bel software".
16/11/18, 02:30 - Selene Starling: Assistere a quella scena era qualcosa di terribile e straziante.
Avevo assistito a parecchie scene decisamente crude, avevo visto più scene del crimine, avevo visto persone sventrate...
Ma vedere qualcuno cercare di divorare la carne a quel modo...
Sentii il mio stomaco contorcersi, chiedermi pietà, ma non riuscivo a fare nulla.
Volevo gridare.
Ma dalla mia bocca non uscivano suoni.
Volevo andarmene.
Ma i miei piedi non riuscivano a staccarsi dal pavimento.
Mi sembrava di non riuscire a fare nulla.
Non potevo nemmeno interagire con l'ambiente circostante...
Perché stavo sognando tutto questo?
Sentivo un groppo gonfiarmisi in gola dal terrore.
Quindi era questo che avevo rischiato?
Quella volta nel bosco poteva succedermi una cosa simile?
Cercai di avvicinarmi alle sbarre, ma i miei pedi erano incollati a terra.
Volevo chiamare Hiro, ma la mia lingua sembrava di piombo.
Nessuno sembrava vedermi.
Una voce, accanto a me.
Due voci.
Mi girai.
Accanto a me c'era una donna, dal profilo potevo intuire che fosse quella che avevo intravisto tra le ombre del video.
Era terrificante.
Guardava il tutto con aria così rilassata, come se stesse guardando n cricetino che correva sulla sua rotella dentro la gabbia.
Anche lei portava uno spolverino, l'interno era rosso come il sangue.
Mi resi cont osolo dopo che era molto poco vestita.
Dietro di lei c'era un altro ragazzo, aveva i capelli castani e una katana, lui non aveva lo spolverino, però l'aveva chiamata Ma'...
Come faceva un sogno ad essere così preciso?
In teoria non potevo sognare gente che non conoscevo, il mio cervello non poteva elaborare dal nulla nuovi lineamenti.
Parlavano tranquilli.
Io avevo addosso un angoscia assurda.
Tornai a guardare oltre le sbarre.
Hiro stava riuscendo a strappare la carne dalle ossa con le mani... la strappava a mano prima di portarsela alla bocca.
Mi portai una mano alla bocca, sentivo di voler vomitare e non ci riuscivo
16/11/18, 21:45 - Selene Starling: Caddi in ginocchio a terra continuando a guardare la scena con gli occhi sbarrati.
Era di una brutalità immane, assolutamente terrificante.
Cercai di allungare una mano verso lo spolverino della donna, ma sembrava che nulla di me potesse toccare l'ambiente circostante.
Lo toccavo, sentivo la stoffa, ma non riuscivo a muoverlo e lei evidentemente non mi sentiva.
Continuai a guardare la scena, impotente.
A intuito riconoscevo la forma dei suoi denti.
Da predatore.
Terrificanti.
Affondavano nella carne come un coltello affonda in un panetto di burro.
Sembrava completamente sordo a tutto, sembrava potesse sentire solo quella fame dilaniante.
Cosa aveva provato?
Che tipo di fame era esattamente?
Quanta forza aveva per riuscire a strappare carne e muscoli come fossero foglie d'erba?
Sembrava non fare differenza, mangiucchiava tutto: brandelli di carne, cartilagini, organi interni... sembrava seguire un qualche tipo di richiamo atavico, antico...
Mi rialzai e provai a muovere qualche passo...
Quindi quella vicino a me era la famosa Mater, la donna che lo aveva trasformato.
La guardai per qualche secondo, studiandola, poi tornai a guardare cosa succedeva oltre le sbarre.
Ero riuscita a muovere pochi e piccoli passi.
Ora che Hiro aveva finito di masticare mi chiedevo cosa sarebbe successo...
Se ne sarebbe accorto?
La sire da dove avrebbe preso una copia dei genitori?
Come era possibile riuscire a farla?
Era la stessa cosa che mi aveva curato l'occhio?
Guardai la stanza, cercando di memorizzare i particolari.
16/11/18, 21:48 - Murasaki: Poco dopo, la scena cambiò. Hiro era oltre delle sbarre, seduto. Ti fissava in silenzio, come se fosse l'interrogatorio tenutosi con Green Fake.
L'uomo prese la sigaretta, ti ringraziò.
"Hai poi letto il fumetto di Kingdom Hearts? Il protagonista, Sora, combatte contro gli Heartless per cercare di trovare l'amica Kairi".
Fumava. Parve quasi sorridesse, per un attimo.
"Ma anche lui e Kairi erano degli Heartless, solo che non se ne erano accorti. Un heartless che non si rende conto di esserlo, lo chiamano Nobody".
16/11/18, 21:53 - Selene Starling: Lo fissai stranito per un attimo.
Cosa era successo? Con chi parlava?
Mi girai, forse c'era qualcuno dietro di me.
Nessuno.
C'ero solo io.
Tornai a guardare lui.
Ora poteva vedermi?
"No, non ho ancora letto Kingdom Hearts" dissi dispiaciuta "Però ho letto Death Note, il primo che mi hai consigliato", riuscii a muovermi e a prendere la sedia.
Mi sedetti di fonte al vetro.
E ora cosa sarebbe successo?
Sembrava stesse quasi sorridendo, ma non era possibile.
Forse lo avevo solo immaginato.
Infondo era un sogno.
Non succedevano per forza cose reali, verosimili o plausibili.
16/11/18, 21:56 - Murasaki: Annuì. "Desunoto-", disse, in un accento molto giapponese. "Mi piaceva molto, in un certo senso volevo essere come Kira. Tu sei certamente L" .
Le mani si strinsero l'un l'altra.
"Vedo che ora hai un nuovo occhio, sembra tu possa vedere adesso"
sorrise ancora.
"Ti ho dato la vista."
16/11/18, 22:09 - Selene Starling: Sorrisi poggiandomi con i gomiti sulle ginocchia.
Il suo accento predominante era quello inglese, lo avevo notato anche nella realtà. Sembrava più abituato alla lingua naturalizzata che alla lingua madre.
"In un certo senso lo sei, no? Anche senza Shinigami" dissi storpiando appena la parola per colpa dell'accento palesemente americano, "Sei riuscito a diventare un bravissimo Kira."
Sistemai la postura e portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"E sono una brava L? O con il tempo diventerò un secondo Kira?" L lo avrebbe arrestato, io alla fine lo avevo aiutato, pur avendo la possibilità di ucciderlo.
Con chi stavo davvero parlando in qual momento? Con lui o con me stessa? A chi stavo chiedendo quelle cose?
16/11/18, 22:12 - Murasaki: La sigaretta tornò a bruciare. "In realtà ce l'ho anche io uno Shinigami".
"E tu sei una brava L".
Dopo un attimo di silenzio, riprese a parlare.
"L'ho baciata perché volevo capire se fossi ancora in grado di amare" rivelò.
"Era questo che ti domandavi oggi, giusto? Te lo si leggeva in faccia durante l'interrogatorio".
16/11/18, 22:54 - Selene Starling: "Grazie, come si chiama il tuo shinigami?" questo sogno sembrava molto reale, mi chiedevo se potesse anche infilarsi nei miei sogni. Era un sogno reale o stavo parlando davvero con lui.
Probabilmente mi rigirai un po' nel letto.
Lo guardai basita rimanendo per un attimo a bocca aperta.
"... S-Sì..." lo guardai attentamente cercando di leggere qualcosa nel suo viso, cercai una traccia nel suo linguaggio del corpo, qualcosa che indicasse se era veramente lui o se era solo un'elaborazione molto vivida della mia mente.
"Me lo chiedevo da quando me lo ha detto. Tu come fai a saperlo? Non volevi perderti il tuo interrogatorio e lo hai visto in qualche modo? Come hai fatto se l'ho interrogato in tarda mattinata?" forse stavo esagerando, era un sogno della mia testa, ovvio che sapesse tutto quello che sapevo io.
16/11/18, 22:56 - Murasaki: "Non abbiamo più molto tempo"
16/11/18, 22:58 - Murasaki: Si alzò, avvicinandosi alla barriera.
"In questa dimensione vivono le matrici matematiche: scrivi la tua equazione e troverai l'incognita".
I suoi occhi erano cupi, vuoti.
"Hai altre due battute, poi è ora della cena".
16/11/18, 23:10 - Selene Starling: Trovare la propria equazione.
Cosa voleva dire esattamente?
Trova l'incognita.
Sembravano così tante le incognite da trovare.
Però bastava avere equazioni a sufficienza.
Trovare la mia incognita in tempo.
Mi alzai e mi avvicinai alla barriera a mia volta, quasi fronteggiandolo.
Uno di fronte all'altra a fissarci, quella barriera a dividerci.
"Ora di cena, dici" dopo cena si dorme, io invece mi sarei svegliata.
Avevo un'equazione da trovare.
Avevo cose da capire, avevo...
Avevo una sigaretta in tasca.
Non sapevo perché, ma ci avevo infilato una mano.
Quella sigaretta era lì.
Tornai a guardare lui.
"La mia incognita è la conoscenza, come fai a controllare quelle capacità che hai? Voglio capire di più di come funzionano. Ho conosciuto la tua sire e credo di aver visto tuo fratello", mi chiedevo come avrebbe risposto, avrei potuto capire se era lui o meno dalla risposta? Chi lo sa.
Portai la sigaretta accesa alle labbra, si era accesa da sola, senza accendino.
Potevamo fumare insieme, come quella volta che lo avevo beccato a casa mia.
"Questo è un sogno? O è il tuo Vitae che ha effetti collaterali?"
16/11/18, 23:19 - Murasaki: "Ti ha infastidito sapere che l'ho baciata perché hai bevuto il mio sangue. Quando ti mancherà sarà difficile accettarlo. E' come droga. Non solo sei legata a esso, ma anche a me. Non volevo ridurti così, però avevo bisogno di trasformarti."
Le narici sembravano annusare quel fumo che passava dai buchi.
"Air du temps, è un profumo di qualità".
Nella stanza, sotto al letto, la sagoma nascosta di una signora si fece riconoscere. L'escatologico diede le spalle a Starling, mentre si avvicinava alla madre.
"I profumi di qualità hanno fragranze molto interessanti".
La mano sul collo.
"Il tuo profumo mi fa pensare a del grano".
La donna cominciò a urlare.
"Uno di quei posti dove si trovano i simboli ufo, sai?"
Si dimenava. Con un colpo secco le ruppe un braccio.
Grida.
"Posso controllarle con la volontà, sono come respirare o camminare. Il tuo profumo è come una capacità. Ce l'hai, gli altri devono sentirla per forza".
La donna era ora presa per i capelli.
Supplicava il figlio.
"Ti prego... ti preeego. Basta, Hirokun, basta..." singhiozzava "Abbi pietà della tua povera madre e lasciala morire in pace..."
Con un colpo ben assestanto la inchiodò al muro, da cui uno spuntone la teneva ben agganciata.
Le tolse la maglia, mordendola come aveva fatto la prima volta con Selene.
"Ad ogni modo, ciò che è razionale è reale per cui..."
Urla ancora più strazianti.
"Questo è un sogno e il vitae che ha effetti collaterali".
16/11/18, 23:29 - Selene Starling: E se...
Mi convinsi a guardare la scena.
Era di nuovo tremendo, ma meno della carneficina che aveva aperto le danze.
Portai di nuovo la sigaretta alla bocca mentre lo ascoltavo.
Nei sogno non tossivo, notai.
"Una sorta di legame a distanza. Come li chiamate quelli come me?".
"Ho presente. Possiamo condividere il colore del grano" dissi ricordando un romanzo che avevo letto da bambina.
In questo caso chi era il bambino e chi la volpe? Chi insegnava a chi? Chi esplorava per conto suo?
Un'altra boccata di fumo.
La vista della madre trafitta mi fece venire i brividi.
Sentii i capelli rizzarsi sulla nuca.
"E posso controllarle anche io come lo fai tu?"
Il ricordo di quando ero stata il suo pasto mi fece sobbalzare le interiora, non riuscivo nemmeno a ricordare con esattezza cosa avessi sentito.
Il ricordo era lontano e sicuramente contraffatto.
"Se è un sogno come fai a sapere cose che io non so?" chiesi poggiando una mano sul vetro. Che il vitae mantenesse la conoscenza del possessore anche una volta passato in un'altra persona? Che io stessi sperimentando quella conoscenza e quelle memorie?
16/11/18, 23:31 - Murasaki: Hiroshi sorrise di nuovo, questa volta era sporco di sangue.
"La vera domanda è: perché l'hai baciata?"
16/11/18, 23:31 - Murasaki: - Ti svegli -
17/11/18, 00:23 - Selene Starling: Presi il telefono e spensi la sveglia.
Ero come in trance.
Aveva sorriso.
Fissavo il soffitto.
Mi aveva sorriso.
Non volevo saperlo perché l'aveva baciata.
O meglio... volevo sapere perché, ma non volevo saperne della questione in generale.
Continuavo a trovare assurda la rabbia che provavo.
Completamente illogica.
Aveva sorriso.
Irrazionale.
"Michelle?" chiesi scuotendola gentilmente. Dovevo smetterla di farmi paranoie.
Dovevo smetterla di pensarci.
"Michelle" chiamai di nuovo scuotendola. La ragazza aprì gli occhi e sbadigliò vistosamente.
"Di già?", annuii e mi alzai per cercare nel cassetto della biancheria una mutandina che fosse più rovinata delle altre, se dovevamo fingere che fosse stata dei giorni lì dentro era abbastanza improbabile che i vestiti fossero in buone condizioni.
"Tieni, mettiti questi" dissi passandole le mutande e una canottiera bianca rimasta impossibilmente macchiata di terra e erba nonostante i ripetuti lavaggi.
In silenzio Michelle si vestì, avendo cura di non lavarsi prima.
E brava Michelle, allora qualcosa sul mio discorso ieri lo aveva sentito.
Anche io presi i vestiti, ma prima di mettermeli mi diedi una sciacquata e misi anche il profumo, si sarebbero sentiti di meno altri odori.
Nessuna delle due fece colazione, ma in silenzio ci avviammo alla macchina. Lei aveva un mio paio di Jeans e una maglia, me li avrebbe ridati dopo essersi sitemata.
Il sole sarebbe spuntato entro qualche minuto.
Salimmo in macchina e in silenzio ci avviammo al posto.
"S-Selene? Posso farti una domanda?"
"Dimmi" dissi mentre controllavo le macchine dallo specchietto retrovisore.
"Ieri ti ho fatto arrabbiare?" chiese guardandomi con gli occhioni da cucciola indifesa.
Mi sentii in colpa a dirle che: sì, diamine, mi aveva davvero irritato.
"Beh... mi hai un po' irritato perché mi semrbava non volessi prestare attenzione al mio discorso, stavo parlando di una cosa molto importante."
Lei annuì, rimase qualche secondo in silenzio, poi prese di nuovo fiato "Non volevo irritarti, davveor, mi dispiace. Sono successe così tante cose però... ero scossa e sapere di dover recitare ancora per qualche ora, recitare di essere stata meglio di quanto io non sia davvero stata... ecco, mi faceva un po' paura".
"Anche a me fa paura" ammisi con un sospiro mentre rilassavo la presa delle mani sul volante.
Si girò di colpo verso di me "Davvero?".
"Certo, sono terrorizata dalle conseguenze del mio gesto, ma non ho scelta."
"Sembri così sicura di te..."
"Perché non ho tempo per essere insicura, non ho tempo per essere fragile. Non so come funzioni nel tuo settore, ma nel mio una ragazzetta viene schiacciata subito e velocemente. Lavoro con degli squali che non avevano un briciolo di fiducia nelle mie capacità e qualcuno ancora oggi nutre dei dubbi. Non mi posso permettere l'insicurezza."
Mi guardò come ammirata "Deve essere così stressante il tuo lavoro" sospirò girando gli occhi verso il sole che, timidamente, aveva cominciato a mostrare i suoi raggi all'orizzonte.
"Siamo quasi arrivate".
La mia frase cadde nel vuoto, Michelle annuì, ma non riprese a parlare.
Arrivammo al luogo e io misi nuovamente guanti e copriscarpe, lei lasciò le scarpe in macchina.
"Selene?" mi chiese mentre camminavamo verso il capannone.
"Sì?"
"Grazie" disse con la voce appena rotta.
"Eh?" chiesi colta alla sprovvista.
"Grazie. Grazie per quello che hai fatto per me. Grazie per avermi accolta in casa e grazie per avermi dato da mangiare, per essere corsa da me mentre stavo uscendo dall'ospedale. Grazie per quello che stai facendo ora... mi stai aiutando a non infilarmi nei casini... Grazie" disse singhiozzando appena, un rivolo umido che le percorreva una guancia.
Mi girai e le asciugai il viso. In verità non sapevoesattamente cosa fare per calmarla visto che non era triste. "Michelle, guadami, sono felice di aiutarti. Non fare così" non feci in tempo a finire di parlare che mi abbracciò "Ho paura, Selene. Tu tornerai presto vero?", la strinsi accarezzandole appena i capelli, "Prestissimo, Michelle, te lo prometto. Saranno giusto un paio d'ore. Ora andiamo", prima di andare però le sporcai un po' i vestiti di terra e usai un pochino di terriccio per scurirle le occhiaie e scavarle un po' il viso.
Insieme raggiungemmo di nuovo la stanza. Aprii il pannello ed entrammo nella stanzetta.
Tutto era pulitissimo eppure c'era qualcosa che non avevo notato la sera prima.
Nella stanza c'era un leggero odore di urina.
Mi avvicinai ai lettini.
Ma certo, per quanto potessero essere sotto farmaci o sonniferi le normali funzioni del corpo non potevano essere completamente sospese.
"Michelle... devo chiederti una cosa molto imbarazzante" dissi tstandomi i capeli, per assicurarmi che la coda fosse in ordine, Michelle mi guardò perplessa, "Puoi fare pipì in terra per favore?", "In che senso!?" chiese letteralmente scandalizzata, "Sei qui dentro da quasi tre giorni in teoria, almeno una volta ti sarà venuto il bisogno di andare in bagno", Michelle aprì la bocca per ribattere, poi la richiuse, la aprì di nuovo, la richiuse.
"Però girati" disse alla fine mentre andava in un angolino della stanza, rossa in volto come un peperone.
Mi girai lasciandola fare.
"Ho... ho finito" disse tornando vicino a me con i pantaloni e la t-shirt in mano.
"Ecco tieni..." mormorò tenendo gli occhi bassi.
Le sorrisi mentre infilavo tutto in borsa, "Michelle, davvero non preoccuparti. Sarò di nuovo qui tra poco", la guardai seriamente "Ricordati, tu non mi conosci, non sei mai stata in ospedale, non ti è mai stato fatto del male. Non sai quanti giorni sono passati. Tutto chiaro?". Michelle prese fiato e annuì "Tutto chiaro", "Allora io vado", le strinsi un'ultima volta le mani, poi la richiusi dietro il pannello.
Mi allontanai in fretta.
Tornata alla macchina nascosi i vestiti in più e le cose da buttare nel bagagliaio, sotto il tappetino al posto della ruota di scorta.
Salita in macchina guidai fino al bar vicino alla centrale e mi fermai a fare una ricca colazione. Mi serviva per poter reggere senza pranzare, sapevo che sarebbe stata una cosa inutile: a ora di pranzo sarei stata nel bel mezzo dei ritrovamenti.
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Era buio.
Era tuto così buio.
Avevo paura.
Non c'era nessun con me.
Le lacrime cominciarono a uscire da sole.
Avevo paura.
E se la dottoressa non fosse tornata?
E se fosse tornato Hiro?
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"Patrick? Passo a prendere Simone e corro sul luogo a finire la perlustrazione. Tieni pronta una squadra, potrebbe essere la volta buona" dissi prima di andare in ufficio a stampare i permessi di perlustrazione e perquisizione. c'era una scartoffia per tutto.
Salutai freddamente Dave mentre mettevo i documenti in borsa e infilavo la giacca.
"Simone?" chiesi affacciandomi alla caffetteria della sede, era seduta con un bichierino di caffè in mano, sulla seggiola vicino a lei c'erano due valigette, come mi vide si alzò e mi salutà con una mano. Finì in fretta il caffè e, racccolte le cose, mi saltellò incontro.
"Buon giorno dottoressa, allora, andiamo in ava scoperta?" chiese emozionata tenendo na valigia per mano.
"Sì, simone, andiamo a cercare tracce" dissi divertita dal suo entusiasmo, io stavo sudando freddo.
17/11/18, 00:47 - Selene Starling: La macchina correva svelta, Simone chiacchierava.
"E poi ho sentito che Lufkin è sparita dallospedale, guarda caso mancano i filmati di quella notta. Secondo me Green Finger l'ha liberata grazie a un complice, oppure inl comlice era proprio lei... uff sarei stata una grande scrittrice di romanzi", le sorrisi guardandola per un attimo, "L'ipotesi del complice è probabile, credo che quella in ospedale non fosse nemmeno Lufkin, ma una sua sosia. Lei è stata il promo amore di Green Finger, probabilmente la ama ancora, era improbabile che le strappasse il viso in quel modo".
"Ma dai, sei seria? Non ce lo vedo Green Finger con una ragazza"
"Non sono mai stati insieme, però lui era innamorato. Credo nutra ancora qualcosa per lei".
Se all'inizio avevo pensato di chiedere il suo aiuto per occultare delle prove, alla fine avevo optato per il convincerla di quello che volevo. Volevo infilare direttamente il tarlo nella sua testa, in questo modo non si sarebbe stupita del sangue di Lufkin sulla brandina e avrebbe fatto i collegamenti che volevo.
Più che provare a utilizzare gli ipotetici poteri che il vitae poteva donarmi, preferivo andare sul sicuro e pilotare direttamente i suoi percorsi mentali.
"Pensa te. Quindi praticamente lui avrebbe preso una che era tipo uguale a Lufkin, poi l'ha operata facendo credere a tutti che fosse lei e poi l'ha fatta sparire?".
Annuii "Già, potrebbe essere plausibile, or se troviamo Lufkin con gli altri colleghi sapremo che queta potrebbe essere una possibile spiegazione".
Simone sorrise e cominciò a guardare fuori dal finestrino "Che fantasia che hanno questi serial killer, chissà che figata sapere cosa pensano e fare tutti qui ragionamenti strani", ridacchiai un po' a disagio "Beh, sì, potrebbe essere fico, come dici tu, ma la maggior parte delle volte diventano pensieri invadenti che non ti lasciano più, nemmeno la notte".
"Mhh... meno figo in effetti" ammise ridendo.
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Starling... dove sei? Quanto tempo è già passato?
Qui dentro mi sembra di non respirare.
Ho smesso di piangere per la stanchezza.
Ho provato a urlare ma non mi sente nessuno.
Starling, dove sei?
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Simone aveva cominciato i campionamenti dal laboratorio. Nella valigetta aggiuntiva aveva messo il camice, i guanti, la cuffia, la mascherina, i copriscarpe e il kit per le impronte digitali.
Vestitasi di tutto punto aveva cominciato a campionare tutto quello che c'era nel primo laboratorio.
Le avevo fatto vedere il video mentre eravamo in macchina, così sapeva cosa Green Finger aveva toccato e cosa no. Svelta ed efficiente si era lanciata subito sui suoi obbiettivi.
Molte cose erano state tolte dal laboratorio principale, come le gabbiette dei topolini o i dispositivi elettronici. Quello infatti era solo il suo laboratorio temporaneo.
Passammo poi alla sala operatoria.
Tamponò il sangue e provò a rilevare delle impronte dai bisturi e dagli utensili ancora presenti, anche gli schermi che avevano mostrato l'arrivo della polizia non c'erano più.
Ino intanto cominciai a esplorare in giro, facendo gli stessi giri che avevo fatto la prima volta che ero andata lì.
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Starling?
Dove sei?
Qui è buio...
Credo di avere freddo...
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Cominciai a picchiettare con le nocche sulle pareti e ad un certo punto un deble suono rispose al mio.
Simone si girò sorpresa.
Picchiettai di nuovo e di nuovo mi ritornò il suono.
Cominciai a premere sui pannelli delle pareti, sui collegamenti tra essi, sulle scanalature.
Finalmente si aprì.
Vidi Michelle rannicchiata in terra, con la mano protesa verso il muro, che mi guardava spaventata.
"Chi... s-siete?" provò a balettare, tremava, probabilmente per il freddo e la paura.
"Dottoressa Selene Starling, Polizia di Detroit" dissi inginocchiandomi vicino a lei "Vi abbiamo trvati finalmente" dissi prendendo il cellulare dalla tasca per chiamare Patrick.
"Starling, che-..."
"Li abbiamo trovati, manda una pattuglia e tre ambulanze, sono in sei, sembrano tutti vivi" dissi concitata mentre mi toglievo il cappottino e lo poggiavo sulle spalle di Michelle. Patrick mi confermò e, attaccato il telefono, tornai a guardare Michelle.
"Tanquilla, stanno arrivando delle ambulanze", mi si gettò al collo scoppiando di nuovo in lacrime.
"Siete qui... avevo così paura, lui poteva tornare... lui poteva tornare..."
"Shh, shh, è stato arrestato" dissi cercando di tranquillizzarla, presi dalla borsa una bottiglietta d'acqua e gliela porsi, la bevve quasi tutta.
Quando si fu calmata la accompagnai nel laboratorio e controllai le condizioni dei colleghi, per loro non potevo fare nulla senza le qualifiche. Dovevo aspettare arrivasse la squadra.
17/11/18, 00:55 - Selene Starling: Nemmeno mezz'ora dopo, a sirene spiegate, la squadra era lì.
I medici arrivati con le ambulanze avevano recuperato i ragazzi attaccati alle flebo e li stavano portando in ospedale.
Io stavo interrogando Michelle, dopo aver fatto il mio solito giochino davanti alla brandina nella sala operatoria.
Avevo spiegato il mio punto di vista a Patrick e ora stavamo cercando di staccare Michelle dal mio braccio, cosa che non sembrava intenzionata a fare.
Alla fine accettai di salire con lei in ambulanza e tenerle la mano.
"Come mai è così attaccata a lei, dottoressa Starling?" chiese uno dei ragazzi che le stavano misurando la pressione, "Sono stata io a trovarla, le ho dato da bere e l'ho accompagnata all'aria aperta. Deve aver passato un paio di giorni al buio con il terore che i lserial killer potesse arrivare da un momento all'altro per farle del male".
Mi passai una mano sugli occhi, Michelle si era chiusa nel mutismo, lo apprezzavo, almeno non rischiava di dire stupidaggini.
I due ragazzi le misurarono la pressione e la temperatura, le controllarono i battiti e confabularono un po' Le sue condizioni sembrano tutto sommato molto stabili, è solo un po' infreddolita. Appena arriveremo le faremo dei controlli migliori, ma per ora direi che possiamo stare tranquilli" mi disse uno dei due mentre stringevo la mano di Michelle, stesa in posizione quais fetale sulla brandina.
Non male come interpretazione.
17/11/18, 01:13 - Selene Starling: @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@
Erano passati circa due mesi dalla fine di tutta la vicenda.
Il gruppo di ricerca era stato riabilitato, Michelle aveva fatto richiesta di rimpatrio, io avevo beccato una promozione più contratto di lavoro a tempo indeterminato e tutto sembrava finito nel migliore dei modi.
Tutti avevano creduto a quel teatrino da quattro soldi.
Simone mi aveva aiutata senza saperlo e anche lei aveva guadanato punti agli occhi dei superiori.
L'unico cruccio era stato l'omicidio di Green Fake. Quando era stato trasferito in carcere ci era rimasto a malapena una settimana, poi era stato fatto fuori.
Nessuno aveva indagato, tanto sarebbe stato condannato alla sedia elettrica; gli episodi di violenza non erano rari tra le mura del carcere.
Però.
Però...
Sapevo che non era affatto stato un episodio di violenza.
Qualcuno aveva finio di cancellare le prove, qualcuno aveva deciso che il caso doveva essere chiuso e basta, nel più classico dei modi.
Per il resto sembrava essere un periodo stranamente tranquillo.
Io e Hiro ci eravamo scambiati un po' di e-mail, lo avevo informato sugli sviluppi della faccenda e li avevo chiesto cosa poteva essere successo in ospedale. Del sogno non avevo parlato e nemmeno del mio fastidio, preferivo prima metabolizzare la cosa.
Era sabato pomeriggio, ero da poco rientrata a casa dopo aver fatto la spesa, stavo sistemando le cose nel frigo quando qualcuno bussò alla porta.
Andai ad aprire e mi trovai davanti una donna con un pacco in mano.
"Selene Starling?"
"Sì?"
"Corriere, consegna speciale veloce. Può mettermi una firma qui?" chiese indicando un foglio poggiato sul pacco, firmai incuriosita e presi il pacchetto.
Era una scatola di cartone cubica, di circa trenta centimetri per lato.
Ne particolarmente pesante, ne particolarmente leggera.
Salutai la corriera e rientrai poggiando il pacco sul tavolo.
Chi mi mandava posta di sabato pomeriggio?
Aprii il pacco.
Una scatola di polistirolo.
Aprii la scatola di polistirolo e trovai una busta di plastica,
Nella busta c'erano una sacca di sangue da trasfusione, un ago a farfalla e un tubicino da flebo...
Controllai di corsa il pacco: quello era il 'ti spedisco del vitae'? Hiro aveva spedito una cosa del genere davvero tramite corriere? Possibile che un pacco così attento e curato fosse stato fatto da lui? Cercai il mittente, ma ovviamente non era segnato.
Volevo studiare meglio le proprietà di quel sangue. In verità volevo anche imprare a usare quella specie di poteri, ma cominciavo a credere che non fosse così facile, forse la sola volontà non bastava e ci voleva dell'altro per riuscire al meglio.
Guardi per un po' la sacca, io le trasfusioni non le sapevo fare e non potevo certo chiedere a qualcuno a caso in un ospedale...
Forse Simone, ma non ero sicura e volevo evitare di coinvolgere troppo quella ragazza in questa storia.
Sospirai e presi il cellulare per scrivere a Hiro.
"Mi è arrivata una sacca di sangue, è opera tua?" chiesi allegando una foto di quello che avevo trovato nella busta.
Come avrei dovuto conservarla?
Alla peggio avrei dovuto provare a berla?
La cosa mi faceva un po' ribrezzo.
17/11/18, 01:17 - Murasaki: Messaggio in arrivo: "Secondo i miei calcoli, tra un po' inizierà la fase di bisogno fisico. O la infili nelle vene o lo bevi. Sarebbe meglio se lo bevessi.
Ho un anime da suggerirti, credo lo adoreresti. Princess principal. Davvero, è geniale"
17/11/18, 22:59 - Selene Starling: Berlo...
Dovevo berlo.
Un'endovena non sapevo come farla.
Ehm...
Non mi convinceva molto la cosa.
Però...
Sospirai e presi la sacca per andare in cucina.
"Ok, lo bevo.
Lo guarderò di certo, appena lo finisco ti faccio sapere che ne penso.
Ma quindi questa cosa funzionerà esattamente come una droga?"
Inviai il messaggio e poggiai il telefono sul tavolino della cucina.
Guardai la busta studiandola un attimo, nella parte inferiore c'era il beccuccio per attaccarci il tubo per la flebo, potevo aprirla in una tazza e poi bere.
La mia mano andò in automatico sulla tazza verde, cominciava ad essere inquietante quel condizionamento.
Misi la tazza in una ciotola più grande.
La busta conteneva mezzo litro di sangue, avrei dovuto dividere in due porzioni probabilmente, il mio stomaco rischiava di rigettare.
Con una mano tenni sollevata la busta sulla tazza e con l'altra cominciai ad aprire il piccolo rubinettino nella zona inferiore.
Il sangue era denso, scuro, l'odore mi colpì immediatamente.
Era ferroso e particolarmente intenso.
Il fluido colava fuori dal beccuccio lentamente, somigliando più all'olio che al sangue.
Lentamente riempii la tazza, circa 200ml.
Chiusi il rubinettino, poggiai la sacca nella ciotola e presi la tazza in mano, fissandola.
In verità non mi sentivo particolarmente attratta dall'idea di bere quela roba.
Però sentire quell'odore mi spingeva come a farlo.
Era una sensazione abbastanza strana, l'idea mi faceva ribrezzo, ma c'era una malsana voglia in me, che mi suggeriva di provare, qualcosa dentro di me si sentiva stranamente attratta da quel liquido.
Presi fiato cercando di guardare davanti a me.
Poggiai lentamente il bordo di coccio sul labbro inferiore.
Cominciai ad inclinare il recipiente, fino a sentire il liquido gelido toccare il labbro superiore e, lentamente, aderirci completamente.
Il mio respiro fremeva appena, ma mi forzai ad schiudere le labbra.
Colò lentamente.
Con la stessa lentezza della cioccolata calda.
Però era freddo.
Gelido.
Con lentezza esasperante la prima goccia si poggiò sulla mia lingua.
Per un attimo la sentii bruciare per quanto era fredda.
Anche il sapore era intenso.
Prima di essere riuscita a prendere un sorso pieno dovetti allontanare la tazza.
Le mie ghiandole salivari cominciarono a lavorare per diluire quel nuovo alimento.
Stranamente il sapore non era poi così sgradevole.
Mandai giù.
Mi obbligai a farlo.
Poi spalancai la bocca per riprendere fiato.
Deglutii più volte, mentre stringevo una mano sul bordo del lavandino.
Che diamine stavo facendo?
Guardai di nuovo la tazza.
Con foga serrai gli occhi e presi un altro sorso mandandolo subito giù.
Era più denso del precedente.
Era più freddo.
Però...
Una parte di me lo trovava disgustoso, un'altra parte lo trovava...
...
Come?
Quasi buono.
Interessante.
Non era poi male.
L'odore si era fatto più intenso.
Presi un altro sorso.
Cominciai a sentire un mattone nello stomaco.
Era freddo.
Cercai di finire tutta la tazza in un sorso.
Quando finii dovetti riprendere fiato di colpo.
Non avevo bevuto tutto, sentivo parte del fluido ancora colare tra la lingua e la gola.
Mentre mi riprendevo riempii nuovamente la tazza.
Dai Selene, sono dolo 200ml.
Ce la puoi fare.
Poggiai un attimo la tazza e cambiai un attimo stanza.
Feci un giro per il salone riprendendo fiato, poi tornai in cucina.
Stavo seriamente bevendo il suo sangue dalla tazza.
Dovevo finirlo.
In che senso?
Sentivo un bisogno crescente di assaporarlo di nuovo.
Mossi la lingua nella mia bocca come per degustare lentamente il Vitae.
Il sapore sembrava diverso.
Cambiava...
O meglio.
Non cambiava in sé il sapore, ma la mia percezione di esso.
Tornai in cucina, non poteva essere possibile.
Presi la tazza e presi un altro sorso.
Freddo, denso.
Ma...
Sembrava quasi dissetante.
Cominciai a rabbrividire.
Il freddo cominciava a farsi sentire.
Socchiusi gli occhi mentre riportavo la tazza alla bocca.
Lentamente.
Lo lasciai scorrere nella mia gola.
Comiciavo a farmi schifo.
Cominciai ad avvertire piccole fitte per il freddo, ma...
No, dovevo berlo tutto.
Versai gli ultimi 100ml.
Sembrava sempre più difficile, l'odore cominciava a farmi venire i riflessi del vomito, però il mio stomaco non sembrava intenzionato a rigettare.
Sospirai quando finalmente ripresi fiato.
Dovevo stendermi.
Avevo freddo.
Presa da una sorta di puntiglio presi la busta e bevvi anche le ultime gocce di sangue rimaste nella busta.
Mi portai una mano alla bocca.
Presi il telefono per controllare l'ora, non erano passati nemmeno dieci minuti.
Il sole ancora splendeva oltre la finestra.
Andai in camera a mettere un maglioncino.
Forse dovevo riposare un po', l'ultima volta mi aveva aiutato...
Non mi sentivo ancora prontissima ad andare in cucina e lavare quello che avevo usato.
Avevo appena bevuto mezzo litro di sangue senza vomitare... trovandolo anzi... buono?
Tossicchiai mentre mi leccavo le labbra.
Un po' di riposo forse mi avrebbe aiutato a fare pace con il cervello, poi avrei metabolizzato quello che avevo fatto.
E se...
Forse un episodio dell'anime consigliatomi da Murasaki lo vedevo.
18/11/18, 00:47 - Selene Starling: L'episodio era stato davvero carino.
Mi piaceva, mi aveva conquistato, li avrei visti tutti.
Anche lì tornavano quelle bambine chiamate loli.
Presi il telefono.
"Ho visto il primo episodio, è davvero molto bello, anche se l'accostamento di queste bambine (loli?) e un tema così delicato è davvero strano. C'è una grande ricerca storica dietro, mi ha sorpreso.
Mi è piaciuto davvero molto"
Stavo valutando di fare un pisolino, quel vitae era davvero pesante, tenendo anche conto che già normalmente digerire del sangue sarebbe stata un'impresa titanica.
Mi chiedevo come funzionasse esattamente. Stavo comicniando a pensare che mi serviva qualcuno su cui fre delle prove, ma chi? Non avevo nessuno che sapesse quello che sapevo io e al momento ci tenevo a mantenere il segreto.
Inviai il messaggio, il fuso orario faceva sì che i nostri periodi di veglia fossero sovrapposti, se qui era l'una del pomeriggio, lì erano le tre di notte.
Questa cosa era davvero molto comoda.
Mi rintanai ancora di più sotto le coperte, come diamine faceva ad avere un sangue così dannatamente freddo?
Forse dovevo farlo arrivare a temperatura ambiente prima di berlo, la prossima volta.
Mi stesi guardando il soffitto, dovevo risolvere il problema, avevo provato un po' di volte a ripetere quello che ero riuscita a fare all'ospedale, ma non mi capitava così spesso di avere gente in crisi di panico sotto mano.
E comunque non riuscivo a capire cosa giocava, la volontà di fare una cosa ok, ma c'era dell'altro...
Probabilmente qualcuno che mi insegnava come effettivamente si usassero non sarebbe stata una cattiva idea.
Però non avevo idea di come scovare un vampiro.
Hiroshi... beh, non l oavevo scoperto io, si era scoperto da solo.
Come potevo fare? C'erano altre persone che sapevano gestire quelle cose?
Sospirai rannicchiandomi su un fianco.
Forse c'era qualche altra base da capire? Magari una base vagamente scientifica.
Sbuffai.
Era troppo ingarbugliata la matassa per riuscire a scioglierla da sola.
Mi servivano altri elementi.
In genere ero brava a trovare elementi per fare collegamenti, ma tovavo particolarmente difficile cercare indizi dentro me stessa senza nemmeno sapere cosa stavo cercando esattamente... insomma, in genere sapevo che c'era stato un omicidio, sapevo almeno dove andare a guardare, qui... però avevo i sogni, a proposito di guardare.
Se fossi riuscita a vedere come Hiroshi aveva imparato a gestire quelle cose?
Chissà se potevo controllare quello che vedevo sul piano onirico, potevo scegliere quale pezzo della vita vedere?
Probabilmente no, dovevo essere fortunata.
Chissà, a Hiroshi queste cose le aveva insegnate la sire?
C'erano altri vampiri a Detroit che lui conosceva e con i quali magari era... diciamo amico?
Sono amici traloro i vampiri?
Sospirai e mi girai dall'altro lato, piano piano mi stavo scaldando.
Ma se c'erano i vampiri c'era pure qualcuno che li combatteva?
Chissà cosa stva facendo Hiro in quel momento?
No... non mi dire che la cosa peggiorava ogni volta che ne bevevo il vitae...
Da che parte potevo cominciare a cercare?
Mi portai una mano alla fronte.
Sembrava tutto così impossibilmente complicato.
18/11/18, 00:55 - Murasaki: Messaggio: "Le loli sono semplicemente ragazze carine. Serve a controbilanciare la crudeltà della trama."
18/11/18, 01:14 - Selene Starling: Allungai una mano a prendere il telefono.
Effettivamente... sembrava essere meno cruento se a uccidere era una dolce bambina con grandi occhi luccicanti.
Chissà se quel mondo pieno di inghippi, spie, tranelli e bugie rappresentava quello che lui viveva tutte le notti, aveva detto che era parte di un sistema che lo opprimeva, ma lo lasciava indifferente. Forse stava parlando solo del rapporto con il fratello e la sire, però aveva detto che c'erano degli anziani che passavano il tempo con altro... forse mi stavo spingendo troppo in là.
"Sono strane, ma in un certo senso sono dolci.
Il mondo dei 'vampiri' somiglia al mondo nel cartone? Così intricato di bugie e piani?" guardai il messaggio, volevo chiedere anche altrom infatti aggiunsi "Come si imparano quelle capacità che sai usare? Ho fatto un po' di esperimenti, ma non sembrano andati bene; è difficile studiare qualcosa che non si conosce minimamente".
Inviai e tornai a rigirarmi nel letto.
Il mio stomaco pesava come un mattone.
Come diamine aveva fatto a mettermi nella testa che mi piacevano dei fumetti che non avevo mai letto?
Come? Mi era capitato un altro pai odi volte di sognare di nuovo cose relative ad un'altra Selene, era stranissimi sogni dove succedevano cose che non erano mai successe, come se avessi visto qualche puntata di una storia parallela... chissà se lui ne sapeva qualcosa?
Potevano esistere altri universi dove succedevano cose diverse?
Visto che si stava mettendo sulla fisica magari gli interessava il campo...
Sospirai colta da un nuovo brivido.
Cosa stavano facendo i miei centri per il controllo della temperatura? Perché non scaldavano quel blocco di ghiaccio nel mio stomaco?
18/11/18, 01:16 - Murasaki: Messaggio: "Il mondo è come quello. Vampiri o non.
Ma i vampiri sono come le Spie. Le capacità sono sconosciute anche ai vampiri. Io e N. le abbiamo studiate e le abbiamo chiamate Discipline."
18/11/18, 01:22 - Murasaki: Altro Messaggio: "Chi è il tuo personaggio preferito?"
18/11/18, 23:38 - Selene Starling: "Credo tu abbia ragione, non mi sono mai soffermata troppo a pensare a come doveva essere davvero il mondo.
Ricordo, me lo avevi raccontato, hai scelto tu i nomi e per alcune ne hai trovati anche di ridicolizzanti lol. Come si usano esattamente queste discipline?
Il mio personaggio preferito è sicuramente Ange, ha qualcosa di molto particolare, mi piacciono molto le sue risposte e sembra essere qualcosa in più di quello che dice. Sicuramente continuerò a guardarlo per saperne di più.
Il tuo qual è?"
Ero stanca di pensare, ero davvero stanca, però almeno stavo cominciando a scaldarmi... sicuramente la prossima volta avrei aspettato la temperatura ambiente.
Mi rigirai di nuovo poggiandomi una mano sulla pancia mentre fissavo il soffitto.
Chissà se potevo bere a più mandate, una tazza oggi, una domani... almeno dividevo il carico.
18/11/18, 23:40 - Murasaki: Messaggio: "La mia preferita è sicuramente Beatrice. E' così piccola. Mi piacciono i personaggi come Lei.
Ho già completato la mia missione ma mi spostano in Mongolia, ad Altaj. C'è del lavoro da fare poi potrò tornare a guardare il mio Netflix. Qui non prende bene. Se preferisci potremmo fare una video chiamata."
18/11/18, 23:46 - Selene Starling: Una video chiamata? Perché no, sicuramente sarebbe stato più comodo, anche perché forse a breve avrei potuto alzarmi di nuovo senza soffrire il freddo, però...
"Se è attraverso uno schermo la luce non ti da fastidio? Qui è quasi l'una del pomeriggio. Comunque vada per la videochiamata."
Probabilmente non lo avrei comunque visto, mi sarei divertita a vedere la stanza, però mi preoccupava il fattore luce, poteva dargli fastidio anche così? Avrei dovuto chiudere la tenda?
18/11/18, 23:50 - Murasaki: Una chiamata giunge. Dallo schermo video, una maschera di Daitarn. "Ciao".
18/11/18, 23:55 - Selene Starling: ...
Vedere una maschera sospesa sul nulla era inquietante, però era una maschera troppo simpatica.
"Ciao" dissi divertita guardando il mascherone, ero ancora rintanata sotto le coperta, i brividi per fortuna erano più rari, "Cosa fai di bello in Mongolia? Altri funghi?"
Tanto di cosa dovevo sorprendermi? Uno dei più inafferrabili serial killer del mondo era un vampiro che parlava con acronimi da 15enne mentre faceva ricerche di botanica... direi che l'assurdo sicuramente non era una chiamata con un mascherone giapponese.
19/11/18, 00:22 - Murasaki: La maschera si muoveva un po'.
"Non sembri messa bene, è successo qualcosa?"
"In Mongolia ci andremo tra qualche ora, per adesso sono tranquillo. Devo entrare in una specie di centro della Bayer per capire cosa stanno facendo, inoltre sembra che stia per succedere qualcosa di poco piacevole per la società. Una specie di attacco terroristico a catena organizzato dai Governi per giustificare una guerra. Devo fare il tuo lavoro, ottenere informazioni. A proposito, ora che il caso è chiuso intendi ancora indagare su di me? So che quello che accade tra noi, il parlare intendo, non è normale e potrebbe causare casini a entrambi. Però io parlo con chi voglio.
Solo che volevo sapere, ecco... volevo sapere se intendi ancora arrestarmi"
19/11/18, 00:39 - Selene Starling: "Ho bevuto la sacca che mi hai mandato e ora sto morendo di freddo, sembri avere ghiaccio al posto del sangue... è abbastanza pesante da digerire, quindi sto cercando di scaldarmi" dissi stringendomi nella coperta "Non sembra un incarico molto tranquillo, sarà abbastanza pericoloso, no?" chiesi prima di essere sorpresa dalla nuova domanda.
Volevo indagare su di lui? Dovevo ammettere di sì, ero curiosa, volevo capire e volevo studiare, volevo imparare le discipline, ma questo era un punto comunque abbastanza secondario, però tecnicamente lui era già stato arrestato. Mi strinsi nelle spalle scuotendo la testa "Il caso è stato ufficialmente chiuso, tu sei stato arrestato e sei anche morto in carcere un paio di mesi fa. Durante le indagini sono stati chiariti gli ultimi punti e ora Hiroshi è ufficialmente morto, la bara è anche piena. In verità no, non voglio arrestarti, forse sarebbe anche dannoso, però... indagherei ancora volentieri su di te. Mi incuriosisci molto" dissi francamente. Sì, avrei volentieri continuato a parlare con lui, a cercare di scoprire cose sia della sua vita passata che della non-vita presente. Sentivo la voglia di aprirgli la testa e fare luce con qualcosa su quello che c'era dentro, in parte era anche un caso studio davvero interessante, mi chiedevo se la mente di un essere umano potesse reggere un tale peso.
Era interesse reale o era solo il sangue?
Non credevo fosse il sangue, non avrebbe dovuto avere un effetto più completo e invasivo?
Rimuginai un po' in attesa della risposta.
19/11/18, 00:47 - Murasaki: "Mah, cosa potrebbero mai farmi? Uccidermi? Per mandarmi giù cinque minuti ci vogliono almeno 30 persone armate con fucili d'assalto. O 8 colpi di un doppia canna tutti regolari. Non prima di avermi bloccato con un paletto nel cuore. Insomma, le probabilità di morire sono dello 0.0008%. Un po' basse. Poi tecnicamente sono già morto. Non respiro e le mie funzioni vitali sono sospese da molto tempo. Inoltre, vivere o no mi è indifferente. Non ho alcun interesse nel dialogare con gli altri, sono tutti troppo stupidi. Sia i mortali che gli infetti."
La maschera si sollevò, il volto era inesistente.
La sigaretta veniva accesa.
"Devo sforzarmi per mostrarmi appena un po' guarda"
Volontà a gogo. Il volto appariva sbiadito in webcam, ma almeno non era vuoto. Durò circa deci secondi.
"Va beh, mi spiace per il sangue. Puoi scaldarlo se vuoi. Dopo un po' ti ci abituerai. Il topo a cui lo davo, Dodo, ci ha messo un po' ma ora sta benissimo.
Con quello non avrò paura che la mia consulente di feedback sui manga muoia o invecchi"
Una vampata di fumo.
"Quell'anime è bello. Difficilmente ne trovo di così belli. Sembra la nostra cazzo di situazione"
Altro fumo.
"Solo che Ange sa voler bene, io no. Sono una specie di Robot. L'unico problema è che so di essere stato diverso, posso ricordarlo. Sono ancora troppo giovane per dimenticare la mia vita precedente. Quando ho baciato Lufkin ho capito che il mio cuore batte solo se lo voglio, e lo fa solo quando ho bisogno di Vitae in qualche punto."
Ancora fumo.
"Mi spiace aver ucciso quelle persone, in realtà non volevo togliere loro la vita. Volevo sperimentare, ma è giusto che sperimenti su individui già morti, come Leonardo da Vinci..."
20/11/18, 00:28 - Selene Starling: Rimasi basita e sorpresa dalla lista così accurata di valori che servivano per causare la sua... morte? No, non andava bene... sospensione? Sì, ecco, diciamo sospensione, "Hai provato una cosa simile per avere valori così precisi? O sono calcoli puramente teorici?" chiesi con la voce udibilmente venata di sorpresa, non riuscivo a immaginarmi una situazione dove mi facevo sparare addosso per vedere quanto avrei resistito.
_E poi tecnicamente sono già morto_
Beh, era innegabilmente vero, ma... "Però cos'è che ti tiene effettivamente in vita? Hai studiato anche questo?".
Sul non voler parlare con nessuno potevo quasi capirlo, insomma, lo stesso effetto che aveva Dave su di me, ma moltiplicato per ogni persona esistente... doveva essere un senso di solitudine terribile.
"Woh..." riuscii a mormorare appena mentre cercavo di mettere a fuoco i suoi lineamenti, impossibile visto che era proprio l'immagine ad esser sbiadita, non la mia vista ad avere problemi, sorrisi appena quando i tratti si fecero un minimo più definiti, poi la schermata tornò vuota.
"Ah, non rischia la coagulazione? Temevo che mettendolo nel microonde mi sarei ritrovata con un grumo nero da magiare tipo biscotto", quella frase così macabra da dove era uscita? "Comunque non è male, è solo strano, non sembra esattamente sangue... ed è freddo, ma se sto un po' sotto le coperte mi scaldo e torna tutto normale... ma... ho smesso anche di invecchiare?" ora ero sorpresa, certo, non potevo apprezzare il risultato nel giro di una serata, ovviamente, ma la cosa mi sorprendeva parecchio: come sarebbe stato non invecchiare? Come sarebbe stato bruciare una delle paure più vecchie e diffuse nella società? Una paura che io ancora non avevo provato essendo parecchio giovane.
Cercai di immaginare una condizione simile, ma mi riusciva davvero difficile riuscire a estraniarmi da tutto e tutti, provai a immedesimarmi, a capire esattamente cosa intendesse, immaginai i battiti del mio cuore sempre più deboli, le mie sensazioni sempre più ovattate, i miei sensi sempre più schematici, cercai di immaginare un mondo privo di stimoli sia interni che esterni e per un momento riuscii a viverlo, un contesto dove nulla mi dava e nulla mi toglieva, un contesto sterile, conosciuto e controllato, controllabile e conoscibile, un mondo fatto di parametri esatti e leggi ben formulate che andavano solo scoperte e comprese, un mondo dove se non potev ferirmi la mia mente sicuramente non poteva farlo la canna di un 'arma da fuoco.
Ritornai improvvisamente in me battendo appena le ciglia, confusa per un momento dal sentire di nuovo tutte le cose alle quali ero abituata "Che strano modo di percepire" dissi guardando un punto dello schermo dove supponevo essere la sua faccia, ritornai completamente in me e recepii la frase che mi aveva detto "Già, ricorda la nostra situazione. Non ti piace ricordare ancora com'eri prima?" chiesi incuriosita dal modo in cui sveva posto la frase.
"Capisco... beh, che muoiano le cavie di un esperimento all'inizio è normale. Come sei arrivato a questa consapevolezza?" i suoi processi mentali erano dannatamente interesanti, qualcosa di non presente in nessun manuale capitato tra le mie mani fino a quel momento. Qualcosa di totalmente nuovo e inesplorato.
20/11/18, 00:53 - Murasaki: La voce fu disturbata per un attimo. "Scusa, laggavo. Ho fatto diverse missioni. In una ho perso un braccio convinto i poter fermare una sega elettrica. Poi, non è la prima volta che mi rompono gli occhiali. Questi li ho ricevuti in dono dalla mia sire, mi piacciono molto poiché sono di una tecnologia non attuale".
"Mi tiene in vita il blocco del ciclo cellulare, cose che studiavo a Biologia, magari cerca un manuale. Se vuoi te ne mando uno in Pdf. Non è etto che studiare... lo si faccia solo all'università. Insomma, la biologia è il primo passo".
Rimase a fumare per un po'.
"Infatti credo che tra qualche periodo cambierò ramo. A me è sempre piaciuta la fisica, sai?"
L'ennesima ondata.
"Per la biologia ci vuole altro, ci vuole cuore. Prima ne avevo, ora non riesco. Quindi non posso capire.
La mente deve essere elastica ma la mia non lo è più".
Ancora del fumo. La maschera fu messa via.
"La tua lo è, poi un analista delle psicosi che possa capire anche i processi neurologici sarebbe un ottimo archetipo, di quelli che hanno le skill mentali e sociali al massimo."
"Io invece voglio qualcosa di più reale, meno bugiardo od occulto. Preferisco la fisica. La matematica è ancora così astratta, anch'essa. No, ho voglia di cose concrete per poter modellare il mondo reale a mio piacimento, non quello irreale".
Cambiò bruscamente discorso.
"Nessuna coagulazione, purché non tocchi ossigeno. Il mio vitae è molto denso e forte, ci sono altri che invece lo hanno cosi annaquato da sembrare sangue umano. Una volta ho divorato un tipo perché mi aveva turbato con la sua stupidità. Era un membro importante. Avevo solo due giorni ed ero incazzato. A ogni modo era di due gradi piu basso rispetto a me, ed era annaquato. Normalmente i Cainiti arrivano fino alla tredicesima generazione...
si fermò, contò le dita.
"Io sono di quinta". Tirò indietro il mignolo richiudenolo mostrando le quattro dita.
"Adine è di quarta".
Ritrasse l'anulare. "I tredici progenitori sono gli antidiluviani di terza", così il medio mostrandone due.
"I tre figli di Caino sarebbero la seconda". Mostrò solo il pollice. "E Caino è il primo, direttamente marchiato da Dio e istruito da Lilith".
La sigaretta si riaccese. "Non credo nei testi antichi però loro si e sembra che abbiano avuto molte occasioni per convincersene. Secondo me esistevano, ma non erano divinità".
"Cosa è strano?" chiese, il suo tono era tremendamente monocorde.
"Se non avessi sentito il tuo profumo non avrei evitato di uccidere lufkin. Vedi, per me uccidere è liberare questo mondo dai parassiti. Nemmeno lei ce la può fare intellettualmente. E' stupida.
Emotiva.
Non capirebbe nulla.
Lei vorrebbe che io l'abbracciassi e l'amassi. Io vorrei passare in tranquillità la mia esistenza a studiare Gauss.
Non sento più il bisogno di una donna.
O di un amico.
Neanche di me stesso.
A me bastano i miei occhiali, per potermi focalizzare su ciò che voglio leggere, le uniche cose che lascio possano entrare".
La sigaretta si esaurì.
"Il tuo profumo mi piace perché mi ricorda il concetto di differenziale."
20/11/18, 01:30 - Selene Starling: "Hai seriamente provato a fermare una sega elettrica con le mani?" una sorpresa continua, mi chiesi cosa avrei fatto al suo posto, anche io avrei cominciato a testare tutte le mie nuove capacità? Probabilmente sì, anche se forse non in modo così audace, "Sì, me lo avevi detto, mi hai detto che te li ha portati dal futuro, è una delle sue Discipline? Il viaggiare nel tempo, intendo".
Biologia, una parte dannatamente importante dello studio di una persona una parte che il mio corso studi tralasciava per ovvi motivi, a noi bastavano conoscenze in campi molto limitati, quindi molte delle nozioni che avevo risalivano alla scuola superiore, "Magari, sarebbe interessante riprendere gli studi in quel campo, visto che di base a psicologia vengono abbastanza tralasciati, a criminologia non parliamone" dissi sollevando le spalle mentre mi mettevo seduta con la schiena contro la testiera, il freddo ormai era quasi completamente passato.
"Ci vuole cuore dici" ripensai a Simone, a quella profondità che sembrava mettere in ogni concetto, a quella strana comprensione dei collegamenti tra le cose che sembrava permeare tutti i suoi discorsi "Hai ragione, forse perché un campo così... informe" dissi non sapendo come esprimere meglio quel concetto.
"Sarebbe un archetipo pericoloso, decisamente pericoloso, immagino, di quelli che si adattano sia al profiler perfetto che al serial killer perfetto" dissi ridacchiando appena prima di tornare seria ed ascoltarlo "Concreto ma non troppo, non ti vedo troppo orientato a qualcosa di sperimentale, ti vedo nella teorica. Qualcosa che capisce e studia la vera realtà delle cose, qualora ne esistesse effettivamente una. Sono stata discretamente brava nell'esame di fisica, anche se era un programma molto banale, ormai non credo nemmeno sia più parte del programma".
Non seppi che ribattere al discorso generazionale, ero abbastanza sorpresa "Quindi il potere segue la generazione e non l'età? Avevo ipotizzato il contrario. E' così strano sentire un discorso di questo tipo, non avevo immaginato una radice del genere, lo ammetto. Comunque la prossima volta lo scalderò prima di berlo".
"Il tuo modo di percepire il mondo, ho provato a immedesimarmi completamente nel tuo modo di percepire le cose ed è stato molto strano per me. Emotività e incapacità di stare al mondo vanno di pari passo, vero? Come ti ha fatto cambiare idea il profumo?" sorrisi, mentre nella mia testa prendeva forma il suo ragionamento "Beh, la fisica potrebbe essere un'ottima donna".
Differenziale, come poteva un profumo ricordare un concetto matematico?
"In che modo colleghi un odore a un differenziale?" chiesi interessata e curiosa.
20/11/18, 01:39 - Murasaki: Sembrò quasi sorridere. Ma non era altro che un pensiero.
Forse la voce era appena diversa.
"Perché i differenziali sono, come diceva Berkeley «fantasmi di quantità defunte».
Piccoli, eppure decisivi. Come dire, mi hai ricucito il cuore. Sarò anche un sociopatico intelligente con gravi problemi di autismo ma so essere sia riconoscente che... mh."
Cercò la parola.
"insomma, ci sono persone interessanti, utili. Credo tu non faccia parte dei Suidae"
20/11/18, 20:07 - Selene Starling: "Fantasmi di quantità defunte... bella questa definizione, rende bene l'idea. Piccoli, eppure decisivi, già: non è forse vero che le cose più incisive sono sempre quelle piccole?", era un discorso delicato che veniva affrontato durante lo studio della psicologia; il suo tono di voce questa volta era cambiato quasi impercettibilmente, non era solo la velocità ad essere diversa, anche il timbro sembrava spostato su un'altra tonalità. Mi umettai le labbra mentre mi toglievo la coperta di dosso, ora cominciavo ad avere caldo.
Non trovai strano il suo essersi bloccato sull'ultima parola della frase "Che grato?" proposi per non sbilanciarmi troppo su una definizione che avrebbe potuto risultare anche fastidiosa, "Non pensavo che quel gesto sarebbe stato così incisivo, non te lo ha mai aggiustato nessuno?" ero sorpresa, ok, magari non era una ferita mortale per lui, ma diamine, almeno curarla, così per non farlo sanguinare... il sangue che perdeva era sangue che doveva bere di nuovo, chi avrebbe lasciato un ragazzo sanguinare in quel modo. Mi misi di nuovo le ciabatte e tenendo il telefono in mano arrivai in cucina mentre aspettavo la risposta, dovevo lavare i piatti.
"Ti ringrazio. Cos'è un non Suidae? Ha già un nome?".
C'erano momenti in cui sembrava una persona tremendamente adulta, altri in cui sembrava solo un ragazzo, un ragazzo che voleva solo essere lasciato in pace a fare quello che lo interessava: studiare; mi chiedevo perché fosse arrivato a diventare un serial killer, cominciando a valutare l'idea che quella definizione gli fosse solo stata appiccicata addosso da altri, noi per inciso, in fin dei conti era bastato chiedergli di non uccidere, più o meno, per farlo smettere,era bastato curare una ferita per far sì che le sue mani aggiustassero anziché guastare; pensai al viso ricomposto di Lufkin.
Molti ragazzi in America al posto suo avrebbero fatto lo stesso, anche da vivi.
21/11/18, 23:48 - Murasaki: "In realtà nell'universo ciò che conta è poco: una manciata di piccole costanti. I suidae sono maiali, tutto qui".
La maschera fu rimessa a posto. "Ora devo andare. C'è stato un cambio di programma Starling. Devo aiutare queste persone a far saltare in aria alcuni luoghi di otto capitali. La mia sire ha deciso per un attacco terroristico a catena."
21/11/18, 23:57 - Selene Starling: Rimasi basita di nuovo, non riuscivo a capacitarmi di quello che avevo appena sentito, "Mhh... in bocca al lupo?" dissi indecisa su cosa si dovrebbe dire in questi casi: in che senso andava ad organizzare un attacco terroristico? Selene, non fatti tuoi, non ti impicciare di cose che non ti riguardano che se no ti giochi l'occhio di nuovo.
"Allora ti tengo aggiornato sugli episodi dell'anime. Ci sentiamo" dissi facendogli un cenno di saluto con la mano. Speravo chiudesse lui la chiamata visto che io avevo momentaneamente le mani bagnate. Stavo lavando i piatti tentando di disincrostare i grumi di sangue rimasti nella tazza.
Non potevo farcela in quel modo: quante persone morivano durante un attacco terroristico? Tante in genere. Era giusto non dire nulla? Far finta di non aver sentito? Però... se loro conoscevano così tante cose anche quello poteva essere una mossa fatta per qualche motivo?
Sospirai scuotendo appena il capo, non riuscivo a far passare quella sensazione di amaro alla bocca dello stomaco. Possibile che fosse questo l'unico modo di risolvere i problemi?
O stavano impedendo ai problemi di nascere in questo modo?
21/11/18, 23:58 - Murasaki: "Jyane". Tac.
22/11/18, 00:00 - Murasaki: << otto capitali, attacco terroristico. >>
22/11/18, 00:00 - Murasaki: << Otto capitali, per ogni capitale ci sono 5milioni di persone. In un attacco terroristico generalmente muoiono dalle 10 alle 2000 persone.>>
22/11/18, 00:00 - Murasaki: << Moriranno dalle 80 alle 16 mila persone >>
22/11/18, 00:01 - Murasaki: << Ma lui è Green Finger >>
22/11/18, 00:01 - Murasaki: << Lui ne uccide da 6 a 20 senza problemi >>
22/11/18, 00:01 - Murasaki: << Quante persone moriranno? >>
22/11/18, 00:27 - Selene Starling: Fissai un grumo di sangue che non si staccava dal bordo.
Che diamine dovevo fare? Avvisare qualcuno? Ma chi? Come? Come potevo esserne a conoscenza?
Chi si avvisa in questi casi? Come?
Sei sicura che sia la scelta giusta? In fondo sono persone che nemmeno conosci... ma non potevo fregarmene, lavoravo con la polizia io queste cose le volevo evitare.
Perché non potevo essere una di quelle che semplicemente pensavano "Eh pazienza, tanto il mondo è brutto lo stesso".
Grattai con così tanta veemenza contro il grumo che con uno schiocco sottile la mia unghia si spezzò.
Lasciai cadere la tazza nel lavello mentre pensavo.
La prima volta che avevo preso una decisione del genere avevo fatto morire il mio animaletto domestico.
Ero piccola, avevo un gattino grigio un po' a strisce, mamma lo aveva comprato per una mia pagella molto buona.
Era estate e il gattino graffiava contro la porta, mamma mi aveva raccomandato di non accompagnarlo, fuori, mi aveva detto che sarebbe stato pericoloso.
Io però volevo farlo stare bene e credevo fosse giusto permettergli di uscire.
Avevo pensato solo di portarlo nel cortile di casa.
Così, per giocare fuori, come i miei compagni di classe facevano con i cagnolini.
Avevo improvvisato un piccolo guinzaglio e avevo aperto la porta.
Lui sembrava così felice.
Mi ero sentita così bene.
Lo avevo reso felice.
Preso dall'euforia aveva cominciato a correre e io avevo perso la presa sulla cordicella.
Appena uscito dal cortile una macchina lo aveva preso in pieno.
Una striscia rosso vermiglio si era disegnata sulla strada.
La donna al volante non si era fermata.
Non importò quanto velocemente io e mia madre fossimo corse dal veterinario.
Il gattino non ce la fece.
Il veterinario lo addormentò prima di smaltirlo.
Avevo capito che ogni tanto non importava quanto fossi sicura di aver capito una situazione.
Sbagliavo.
Cercavo di fare una cosa giusta e palesemente la sbagliavo.
Hiro mi aveva detto la stessa cosa quando avevo salvato il concime umano.
Afferrai il bordo del lavandino fissando l'acqua che si buttava nello scarico.
Che dovevo fare?
Rischiare di sbagliare di nuovo?
Però questa volta le persone non potevano essere tutte colpevoli di aver fatto qualcosa.
C'era qualcosa che dovevo poter fare.
In quel caso non potevo pensare che fosse giusto lasciar morire così tante persone.
Presi il telefono, l'unica cosa che potevo fare era avvertire Patrick, che in quanto a contatti era più esperto di me.
Però non volevo si risalisse a me.
Potevo scendere di casa e arrivare al telefono pubblico.
Però così avrei fatto un torto a Hiro.
Però dovevo fare qualcosa.
Però lo avrei messo nei guai.
Cominciai a mettermi la felpa.
Io non sapevo nemmeno quali fossero le otto capitali da colpire, quindi non potevo fargli un vero danno.
Potevo avvertire qualcuno di importante? No, quello no.
L'unico con cui avevo davvero contatti era Patrick.
Andai a prendere il computer... avrei potuto mandargli un avvertimento tramite un'email che sarebbe scomparsa qualche giorno dopo.
Mi sentivo ridicola, perché mi stavo facendo tutti quei problemi?
Beh, ovviamente perché non volevo essere tirata in mezzo ai casini.
Ovviamente.
Io volevo stare tranquilla, finire il tirocinio e firmare il contratto di lavoro.
Feci questa benedetta e-mail.
Scrissi solo "In settimana hanno passato un servizio sugli attacchi terroristici: saranno otto, in otto capitali diverse, scala globale."
Non dissi altro, semplicemente mandai il messaggio e cancellai tutto.
Avevo fatto bene?
Alla fine Hiro non aveva detto che voleva mettere fine in qualche modo alla non-vita?
Però così gli stavo solo creando fastidi.
Sospirai sedendomi al tavolo del salotto con la testa tra le mani.
22/11/18, 00:33 - Murasaki: Qualche giorno dopo, in ufficio. Tutto normale. La situazione era parecchio leggera dopo la morte di Green Finger in carcere. Patrick parlava con Simone, mentre Dave fumava la sua pipa e gli altri giravano come trottole. I telefoni squillavano meno del solito.
La musica venne interrotta da una segretaria che portava il caffè.
Patrick e Simone la raggiunsero per agguantare delle ciambelle. Fu tutto estremamente tranquillo. I due salutarono Starling.
"Pensavo che..." debuttò il capo. "Dopo la grossa fatica fatta per prendere Green Finger, potremmo valutare un avanzamento di Grado. Che ne dici di Ispettore Capo?"
22/11/18, 00:55 - Selene Starling: Ancora non era successo nulla, probabile che per organizzare un attacco terroristico ci volessero più di un paio di giorni, la situazione al dipartimento era rilassata, stranamente rilassata. Ultimamente non si era sentito di crimini particolari, infatti tutti stavamo mettendo in ordine varie scartoffie. Alcuni vecchi casi erano solo sotto analisi, ma per la maggior parte si trattava di archiviazione di documenti, almeno per me.
Mi ero alzata per prendere il bicchierino di caffè. "Hey Simone, come stanno andando le analisi al laboratorio?" ormai lei era un habitué nel nostro reparto, aveva cominciato a venire abbastanza spesso per portarmi i risultati analitici da allegare ai fascicoli di Green Fake ed era diventata la beniamina di tutti... vabbè, di Patrick e qualcun'altro, tanto Dave aveva parole sgradevoli pure per lei.
Salutai entrambi con un gesto della mano.
E rimasi sorpresa.
Non troppo, dopo le parole di Hiro me l'aspettavo una situazione simile, ma non ci avevo poi sperato davvero.
"Dici sul serio Patrick?"
Ero raggiante al pensiero, solo una vocina, nel mio cervello, continuava a dirmi che probabilmente non me la meritavo, perché avrei potuto chiedere a Hiro quali capitali doveva attaccare e poi fare qualcosa per modificare il corso degli eventi. Tentai di zittirla dicendomi che Hiro avrebbe pure potuto già prevedere il caso in cui io avrei raccontato a qualcuno quello che mi aveva detto. Mandai giù il malloppone, avevo fatto la cosa migliore in quel momento, non erail caso di ripensarci.
Eppure quella vocina continuava a torturarmi, anche se probabilmente, se avessi avvisato seriamente qualcuno, sarebbero solo morte centinaia di persone in più.
"Sarebbe... bellissimo" dissi cercando di trattenere l'emozione nella mia voce, mi ero aspettata davvero solo un contratto Full Time, non una vera e propria promozione, non così.
22/11/18, 01:04 - Murasaki: Un rumore acuto nelle orecchie. Acufene.
Tiiiiip.
La musica si arrestò.
Così la tv.
"Ma che cazz-"
Allarmi. Tanti allarmi. E telefoni.
Patrick rispose a uno di essi, preoccupato.
Impallidì.
Vacillò, fino a poggiarsi alla scrivania di Dave, tenendosi su per miracolo.
"Santo Dio..." disse.
"Mando immediatamente tutta la squadra, avvisate il centro di protezione. Sì, avviso io la Polizia Canadese e tutti i distretti limitrofi."
Guardò gli altri.
"Tenete duro..."
22/11/18, 01:06 - Murasaki: Patrick si passò una mano tra i capelli. Respirò profondamente prima di emettere l'ordine e comunicare l'accaduto.
Iniziò a piangere. "Avevo ricevuto una mail strana... l'ho ignorata dandoci poco peso ma..."
Abbassò lo sguardo. Tutti si radunarono attorno a lui.
Respirò ancora, i suoi occhi erano indirizzati a Selene, che gli era davanti.
"Mi dispiace ma non potremo festeggiare un bel niente. C'è stato un attacco terroristico."
22/11/18, 01:07 - Murasaki: Altro silenzio. "Sono state colpite simultaneamente molte città, sia qui che in Europa che in Asia".
22/11/18, 01:07 - Murasaki: Il pugno stretto. Lacrime, lacrime a non finire.
"Han-... hanno lanciato una bomba su New York..."
22/11/18, 01:18 - Murasaki: Scoppiò a piangere anche un altro gruppo di poliziotti. "Dobbiamo andare subito a dare una mano, fare una stima dei morti... ma mi hanno già detto che siamo sull'ordine della decina di milioni solo tra New York e Seattle..."
Uno dei poliziotti urlò disperatamente.
"Mia moglie, la mia Katy era a Seattle...". Scoppiò il finimondo.
Patrick fece fatica a recuperare l'attenzione di tutti, alcuni tremavano.
"Polizia di Detroit... facciamoci forza e raggiungiamo le città per dare una mano. Will, spero che katy sia tra i sopravvissuti..."
La Tv interruppe il canale musicale per uno speciale. La situazione veniva illustrata tempestivamente. Mosca, Xi'an, Roma, Londra, Seattle. Erano le più importanti metropoli del mondo occidentale, colpite tutte per una rivendicazione di Al Qaeda. Le immagini mostrate erano terrificanti. Tra le più alte stime possibili, in quell'occasione era morto un numero spaventoso di persone, senza contare gli altri danni. Seattle era stata attaccata sia dentro che fuori, utilizzando il sistema di circolazione dei Gas, unito a una bomba atomica: lo scopo era raggiungere Washington.
Fu terribile.
"Sembra che sia appena cominciata l'apocalisse, il consiglio speciale ha radunato i più importanti capi di stato e sua santità. Google, Bayer AG, Amazon e altri hanno subito messo a disposizione tutte le loro risorse per dare una mano. La Bayer ha già annunciato che invierà corpi paramilitari e aiuti ospedalieri per sostenere le città vittime..."
Anche Simone era impietrita. Non sorrideva più. La mano le copriva la bocca e gli occhi erano lucidi.
"Il comitato Europeo ha dichiarato lo stato d'allerta, in Messico le insurrezioni e il caos hanno costretto le forze dell'ordine a prevedere la legge marziale... che siamo giunti forse alla terza guerra mondiale?"
24/11/18, 00:17 - Selene Starling: Tutti ci girammo improvvisamente verso i dispositivi.
In pochi minuti scoppio il caos.
I morti erano tanti.
Troppi
I danni incalcolabili.
Ma le persone.
I morti.
I feriti.
Rimasi a fissare lo schermo impietrita.
Era colpa mia?
Avrei potuto fare qualcosa di diverso?
Avrei potuto cambiare le cose?
Le mie gambe cominciarono a tremare appena.
Fui costretta ad arretrare e lasciarmi andare su una sedia.
La mia mano si serrò sul bracciolo della poltroncina girevole.
Mi girava la testa.
Forse vedevo male.
_Hai fatto di nuovo un errore, eh Selene?_
_Nemmeno stavolta hai salvato il gattino._
_Guarda quante persone sono morte per colpa tua._
*No...*
*Basta.*
*Zitta.*
*Non è colpa mia.*
Sollevai gli occhi per vedere vari spaccati inquadrati dagli elicotteri della sicurezza: morti, feriti, sangue, macerie.
Chinai il capo cercando di reggermi una fronte con la mano.
Era davvero colpa mia?
Davvero avevo causato io tutti quei morti?
_Certo che li hai causati tu, Selene, esattamente come hai causato la morte del tuo gattino._
No...
_Sei una persona troppo leggera, Selene._
_Non ti meriti proprio niente, altro che promozione._
*Lasciami in pace!*
Respira.
Dentor, fuori.
Dentro.
Fuori.
Le lacrime cominciarono a bruciarmi le guance.
Non singhiozzavo, ma le sentivo colare sulla pelle.
A breve cominciò anche il picchiettio sui jeans scuri.
Era colpa mia.
*Non è colpa tua.*
_Sì che lo è, ohh se lo è._
_Guarda quanti morti ha causato la tua paranoia._
*Era giustificata...*
_Sei così meschina, Selene. Ti sei preoccupata del tuo lavoro e della tua vita prima di pensare a quella di tutte queste persone._
*Ci avrei rimessi tutto...*
_E allora guarda! Guarda cosa hai fatto. Guarda, ci sono delle donne, molte sono mamme, i loro bambini le aspettano a casa e loro non torneranno mai._
*Bast-...*
_Ci saranno dei bambini lì in mezzo, dei figli, i genitori non potranno mai più riabbracciarli._
_Pensa quanto saranno felici i tuoi genitori di sapere che la loro bambina è un'assassina!_
*BASTA.*
*TACI.*
*FALLA FINITA.*
Volevo silenzio nella mia testa, la mia coscienza mi stava uccidendo.
Non volevo più sentirla.
Volevo che la smettesse.
Cosa avrei dovuto fare?
Raccontare che avevo mentito, che Green Fake non era Hiroshi, che Hirochi era scappato in Giappone, che era tutto una messinscena alla quale avevo partecipato?
Dovevo giocarmi così la libertà, la vita, il lavoro e la reputazione?
_La tua vita è una, queste sono migliaia._
Quella pugnalata mi colpì proprio tra le scapole.
_Cosa ti dice che la tua sia migliore di tutte quelle?_
_Perché tu meritavi di meglio e loro no?_
Ho fatto quello che avrebbe fatto chiunque...
_Sei solo una contadinotta tirata a lucido._
_Forse..._
*Non dirlo.*
_Forse ha ragione Dave._
Serrai i denti.
No.
NO.
QUELLO MAI.
Se lo avessi detto...
_... Hiro si sarebbe fatto male per colpa tua, saresti comunque finita nei guai._
Ma allora...
_Dovevi stare fuori da questa storia. _
Le lacrime non si femavano.
PErò dovevo fare qualcosa.
Non era la prima volta che vedevo un sacco di morti.
Non era la prima volta che vedevo del sangue.
Però...
Era la prima volta che era colpa mia.
O comunque che gran parte della colpa era mia.
Dovevo fare qualcosa.
Ma cosa?
Mi passai le mani sul viso per riuscire ad asciugarmi gli occhi.
Non riuscivo ad alzarmi.
Sentivo il cuore rimbombare nelle mie orecchie come impazzito.
Volevo pensare ad una soluzione, ma non riuscivo a distrarre il mio cervello dal loop autodistruttivo che aveva cominciato.
Andava sempre più giù.
Sprofondava sempre di più.
In quanti modi riuscivo ad autofustigarmi con crudeltà?
Cercai di alzare almeno il viso.
L'ufficio era ancora in subbuglio.
I telefoni squillavano.
Le radio parlavano.
Tutti urlavano.
Sentivo tutto così ovattato.
Così...
Lontano.
Guardai Simone ancora avvilita.
Guardai Patrick che cercava di rispondere a tutti i telefoni.
Guardai tutti cercare di organizzarsi in qualche modo.
Dovevo reagire.
In qualche modo.
Come avevo sempre fatto.
Come quella notte nel teatro.
Come nel bosco quando Hiroshi mi aveva 'assaggiato' la prima volta.
Dovevo staccarmi, agire e poi pensare.
I sensi di colpa potevano aspettare stanotte, quando sarei stata da sola in camera, rannicchiata sotto le coperte.
Le mie labbra si muovevano, ma le mie corde vocali non parlavano.
"Patrick..."
Un suono finalmente riuscì a uscire.
"Patrick? Cosa dobbiamo fare?" dovevamo risolvere quella situazione prima di tutto.
Poi avrei pensato al dolore.
Quando avrei avuto tempo.
Ora dovevo solo staccarmi, come mi aveva insegnato lo psicoterapeuta.
Con il calar del sole avrei fatto tornare i mostri.
Deglutii.
Ora dovevo aiutare quelle persone.
Dovevo aiutare per quanto potevo.
Non avrei risolto, ma qualcosa avrei migliorato.
Forse.
24/11/18, 00:33 - Murasaki: Patrick organizzò tutto nel migliore dei modi. Dopo qualche giorno molti corpi di polizia erano lì a sistemare le macerie.
Salene era finita a Seattle, dove tutta la rete del Gas era stata fatta esplodere.
Un messaggio dal Santo Padre era stato inviato a tutti. Aida Bayer, a capo della famosa azienda farmaceutica, si accodava per confortare gli sventurati di mezzo mondo.
Le persone erano state infiammate contro i musulmani.
I corpi erano una moltitudine.
Selene si trovava lì, in mezzo a quello schifo, mentre ancora insieme ad altri volontari scavava nelle macerie.
Il telefono suonò. "Ciao, sono io." disse la voce inconfondibile di Hiroshi.
"Come stai? C'è stato un cambio di programma, dopodomani sarò a Città del Messico, la mia sire ha deciso di diventare il capo e spostando le masse da città del messico a Detroit, quindi sarò di ritorno. Peccato, mi sarebbe piaciuto andarmene a Tokyo, tra qualche settimana c'è il Comiket. Però dai, a San Diego dovrebbero fare il Comicon a breve..."
24/11/18, 00:52 - Selene Starling: La schiena mi faceva male.
Erano giorni che non dormivo decentemente.
Erano giorni che mentre rimuovevo calcinacci e pezzi di muratura le mie mani affondavano nelle carni ancora calde di un cadavere.
La prima volta che era successo ero quasi svenuta.
Non perché non fossi abituata alla vista del sangue o degli organi sparsi in giro.
Ma quello era diverso.
Toglievi un sasso e un odore inconfondibilmente ferroso ti colpiva il naso mentre sentivi la tua mano affondare in una sostanza morbida, a tratti fibbrosa, a tratti resistente.
Quando la ritiravi scoprivi di aver affondato la mano in una delle vittime.
La penombra comincava a uccidere il mio umore, più di quanto questo non fosse già.
Quando squillò il telefono mi ero appena tolta i guanti per pranzare.
"Pronto?" la mia voce era palesemente stanca e abbattuta.
Per chiamarmi a quell'ora era ancora in Giappone, evidentemente.
Tornava... di già... non dovevamo forse rivederci tra vent'anni? Mi pareva passato troppo poco tempo.
"Ah..." disi un attimo colta in contropiede "Io non sono a Detroit al momento, sono a Seattle. Sto scavando macerie e organi spappolati dai luoghi dell'attentato. Non dormo bene da un paio di giorni, visto che sono convinta sia anche colpa mia questa moria di gente" il poco sonno, unito al pessimo stato delmio umore, non aveva dato il tempo al mio cervello di elaborare una risposta sensata.
Guardai il panino, ma un forte senso di nausea mi chiuse lo stomaco.
Fortuna che mi ero scelta un posto particolarmente isolato per mangiare, ultimamente passavo da sola sempre più tempo.
"Non sono molto dell'umore per una chiacchierata."
Avrei voluto mettere giù il telefono, ma la mia mano non voleva muoversi.
Era una delle cose del sangue?
Anche il sollievo che avevo sentito quandoavevo appreso che alla fine stava bene doveva essere dovuto al sangue.
Che altro c'era a impedirmi di mettere giù il telefono a parte quella poltiglia rossa che avevo bevuto!?
Non ci riuscivo.
Ero arrabbiata e avevo poca voglia di parlare.
La mia mano continuava a reggere il telefono in attesa della risposta.
Metti giù questa cazzo di mano.
Non si staccava dal mio orecchio.
La cosa cominciava a darmi fastidio.
A questo punto speravo attaccasse lui.
Il problema era: perché non potevo mettere giù la telefonata se non mi andava di parlare?
Presi un respiro per tranquillizzarmi, forse mi stavo solo autoconvincendo?
24/11/18, 00:55 - Murasaki: "Perché non sei dell'umore? E' successo qualcosa di spiacevole sul lavoro?" disse, senza mostrare alcun cenno di comprensione.
24/11/18, 01:19 - Selene Starling: Ora volevo tirarlo il telefono...
Ma comunque non riuscivo a staccare la mano dal mio orecchio.
Volevo urlare, ma sentivo di non poter alzare la voce più di tanto anche perché non ero certo sola, non potevo gridare come una pazza in mezzo a tutte quelle persone.
Cercai di prendere fiato e di parlare a voce bassa.
"Sono morte più di dieci mila persone solo tra Seattle e New York. Sono tre o quattro giorni che sto scavando a mano tra le macerie per riuscire a trovarne qualcuno ancora vivo" deglutii, la mia voce cominciava a rompersi "Puntualmente infilo le mani nei resti di qualcuno" la mia voce era venata di rabbia e appena rotta dal pianto "E non riesco ad abbandonare l'idea che parte della colpa sia mia, per tutto questo casino".
Prendi il telefono e tiralo.
PRENDI IL TELEFONO E TIRALO.
La mano non si muoveva.
"Sono arrabbiata per questo, per quello che non ho fatto..."
Selene, perché senti il bisogno di essere così sincera?
"Mi sento tremendamente egoista per aver preferito la mia vita alla loro" sibilai guardando un punto fisso davanti a me.
Probabilmente sarebbe finita che avrei saltato il pranzo.
"E mi sento arrabbiata e non riesco a farlo sentire a voce... volevo attaccare, ma la mano non si muove dal mio orecchio..." cercai di continuare, ma sbuffai prima di tirare su con il naso e asciugarmi l'angolo dell'occhio, imperlato da una piccola lacrima tonda.
Perché ero stata così sincera?
Perché avevo sentito il bisogno di dire tutte quelle cose?
Mi premetti il palmo della mano sulla fronte, sibilando appena.
Mi era tornata voglia di piangere.
Ma non lo avrei fatto.
No.
Avrei finito la telefonata e sarei tornata a lavoro.
Tanto non avrebbe capito perché mi sentivo così, pensai tirando un calcio a un sassetto che era vicino al mio piede.
Perché non riuscivo ad arrabbiarmi?
24/11/18, 01:27 - Murasaki: "Uhm, perfettamente in linea con i miei calcoli. Dovrei dare più valore alla matematica, credo di aver sbagliato ad aver fatto Biologia" disse. Sembrava soddisfatto.
"E' inutile scavare, non ne troverete di vivi, è stato studiato per evitare inutili casi di feriti, l'ho fatto come gesto carino".
Si sentì il rumore di un accendino.
"In che senso hai preferito la tua vita alla loro? Non potevi di certo fermare l'accaduto. Piuttosto, mi sembra stupido porsi questi problemi"
Il fumo veniva gettato fuori, faceva il rumore del vento forte alla cornetta.
"Stai perdendo tempo. Preoccupati di cose più costruttive".
La voce sembrava un po' annoiata.
"Vedila così. Mi è stato chiesto di eseguire un compito e nessuno poteva farci nulla. Ho eseguito al meglio delle mie possibilità limitando i danni. Potevo farne molti di più". si limitò a dire.
24/11/18, 01:51 - Selene Starling: Gesto carino in che senso!?
Il gesto carino sarebbe stato non ammazzare nessuno!
"Io... avevo pensato di dirlo a qualcuno, di... fare qualcosa, ma avrei messo in pericolo il mio lavoro, la mia vita e avrei messo te nei guai"...
Aspetta... Ma lui cosa c'entrava adesso?
Che razza di discorso era?
Era il sangue.
Fine, doveva per forza essere quello.
Non avrebbe avuto senso altrimenti.
Sentii la mia arrabbiatura cominciare a scemare.
No!
Io ero arrabbiata, io volevo essere arrabbiata.
Perché se mi diceva che dovevo pensare ad altro il mio cervello gli dava pure retta!?
Non funzionava così!
NON DOVEVA FUNZIONARE COSì!
Provai ad attaccarmi a quella sensazione, provai a mantenere viva quella rabbia, ma sentivo inesorabilmente i miei pensieri seguire le sue parole.
No...
A meno che...
Forse avevo una soluzione al problema.
Non solo quello di quel momento, ma anche quello generale.
Forse era una strada facile.
Forse no.
"Come sarebbe concentrati su altro?" la mia voce effettivamente era più calma "Hai un trucco o una disciplina pure per questo? Fossi stata capace di ignorare una cosa simile su altro mi ci sarei già concentrata" cominciavo ad essere sconsolata.
Sembrava che il mio cervello desse più retta a lui che a me.
Calciai un altro sassolino.
Forse, così come mi aveva fatto dire che mi piacevano i fumetti anno '80, poteva tranquillamente dirmi di staccare la spina da quel turbine ossessivo di pensieri che avevo in testa.
Calciai un altro sasso.
Avevo ancora la nausea.
24/11/18, 02:11 - Murasaki: Si sentì un sospiro.
"La morte è un passaggio di stato chimico attraverso metodi Fisici. L'unica cosa difficile da sopportare è il dolore. Ma il dolore è un'informazione, se sapessero bloccarla non soffrirebbero e i loro impulsi elettrici si fermerebbero senza troppi problemi. Quando verrò lì ti farò dimenticare tutto. Non possiamo essere..."
si fermò.
"Non possiamo essere amici. Io sono solo e vivo in una società con regole diverse. Il mio clan ritiene di essere custode di tutte le anime. Dovremmo svolgere il ruolo dato da Dio di lupi, per spingere le pecore verso la retta via. Il male deve esistere perché esista il bene. Non c'è premio senza punizione.
Non che a me interessino queste cose, ma sono incaricato di fare delle cose e io le faccio. Senza preoccuparmi di altro, il ruolo di moderatore societario o di insabbiatore non mi compete. Mi è stato detto di sterminare il massimo numero di persone possibili tale da scatenare una guerra violenta. Ho valutato che usare testate l'avrebbe scatenata a prescindere dal numero di morti. Potevano morire molte più persone.
Ma non credo tu abbia valutato questo. Se non lo avessi fatto io lo avrebbe fatto qualcun altro. Peggio.
Mio fratello è stato molto preciso a riguardo. Ti assicuro che è un sadico bastardo, se avesse gestito lui la cosa...
Quando è stato abbracciato ha torturato sette persone seguendo la traccia dei peccati capitali. Nei giornali di Seattle si parlava di omicidi seriali di quel tipo. Indovina. Lo ha fatto per gioco, si annoiava.
Io se mi annoio guardo Netflix."
Un nuovo scatto di accendino.
"A ogni modo. Ti farò dimenticare tutto, anche perché potrebbe peggiorare.
Poi che tu interferisca non metterai nei guai me più di quanto non abbia già fatto da solo. Non può uccidermi, ha impiegato 17 anni per forgiarmi e le servo io. Ma tu sei una bottiglia, non si farebbe problemi a schiacciarti. Per un cumulo di emozioni stupide. Non le conoscevi nemmeno quelle persone.
Voi mortali avete perso di vista la naturalità.
Siete innaturali, vi odiate tra voi e non sopportate branchi grandi ma siete pronti a farvi scrupoli. Lo fate perché il vostro cervello Limbico vi impone di preservare la specie. Ma non importa, siete a uno stato di parassitismo.
La morte di quelle persone farà bene al pianeta. All'ecosistema e anche ai miei neuroni".
Il suo dire si era fatto rapido.
"Trovati un Hobby, inizia a coltivar concetti sensati. Se ti piacciono le verità smettila di parlare con me solo per psicanalizzarmi Starling. Non giochi con un bambino autistico. Il bambino autistico gioca con te."
<< gioca con te >>.
"La mia sire mi ha alevato facendomi divorare per 4 settimane i miei parenti più cari, notte dopo notte, finché non è diventato per me ordinario e rapido farlo. Finché non ho smesso di provare qualunque cosa. Io soffro di desensibilizzazione, una condizione che mi avvicina alla matematica e mi allontana dai problemi comuni ai mortali, agli inferiori, ai deboli.
Essere un Cainita non è ciò che volevo, però è indiscutibile che mi abbia dato la possibilità di risolvere tutti i problemi. Un giorno io diventerò in grado di viaggiare nel tempo, di scoprire i misteri dell'universo. Se per fare questo devo sterminare metà popolazione umana lo farò senza problemi. Tutto è uno strumento per ottenere ciò che conta.
Sei una persona da cui mi lascio ingannare volentieri, almeno sei interessante.
Ma posso ucciderti in qualunque momento.
Anche se hai il mio sangue.
Anche se avessi tutto il mio sangue..."
Silenzio. Fumo. Musica bassa di sottofondo.
"Potrei uccidere perfino me stesso, tutto mi è indifferente. Quindi non farmi mai più la paternale o posso mostrarti a modo mio come veramente un Lasombra può essere cattivo."
Il tono si era fatto duro. Si era forse irritato.
"Se a tua capacità migliore è quella di capire i serial killer, dovresti sforzarti di capire un genocida. E' così che mi si dovrebbe considerare no?"
Sì, era irritato.
"Capiresti che davanti all'infinito tutti i numeri sono dei potenziali differenziali, o forse zero".
Sì?
"Magari se studiassi un po' di bella matematica ne potremmo parlare, chi lo sa. Ad ogni modo non temere, se un giorno dovessi scoprire i viaggi nel tempo ti porterei indietro per non rivivere qesta cosa e mostrarti che in realtà è tutto finto, è tuto olografico. Viviamo circondati da informazioni variabili, in tutte le direzioni".
No, non lo era.
01/12/18, 13:45 - Selene Starling: Rimasi in silenzio qualche secondo.
Aveva ragione?
Sì, aveva ragione.
In verità anche io ero una tipa piuttosto solitaria, quindi perché dispiacermi tanto.
Fissai i brecciolini di fronte a me: non conoscevo nessuna di quelle persone, non le avevo mai viste, non avevamo mai parlato, non sapevo proprio nulla della loro vita, se non che sicuramente erano padri, figli, mariti o amici di qualcuno.
Però non li conoscevo e se non fossero morti non mi sarebbe mai importato di conoscerli o sapere qualcosa della loro vita.
Ero forse pazza? No, quello era il ragionamento che avrebbe fatto chiunque, quelle persone prima o poi sarebbero morte lo stesso – vecchiaia, incidenti, morte naturale, malattie – e io non lo avrei mai saputo. Perché l’essere morte per una cosa simile era diverso?
Perché?
Non sono questi i pensieri che dovrei fare… sento che dovrebbero essere altri.
Non dovrei essere arrabbiata? Forse dovrei spingerlo a ragionare su un argomento simile, ma pare ne sappia più di me…
Respirai lentamente.
Ignoravo il motivo, ma il mio corpo sembrava intenzionato a trattenere il fiato.
Mi sentivo colpevole.
Il suo tono di voce non sembrava arrabbiato, ma mi sentivo colpevole lo stesso.
Diamine, non mi sarei mai aspettata di finire in una situazione simile, quanto diamine poteva essere potente - quel legame tramite il sangue - per farmi ripensare alle basi dell’etica che mi era stata insegnata?
Eppure, mentre studiavo in università non avevo forse appreso che tutto quello che i miei sensi percepisco non è che il risultato di cosa la mia educazione vuole farmi sentire?
Mi mordicchiai un labbro, indecisa su cosa dire effettivamente.
“Scusami”.
Era davvero il sangue che mi faceva fare quei pensieri, o ero io che avevo quei pensieri, ma usavo la scusa del sangue per poterli tirare fuori?
Qual era la verità? Cosa pensavo io veramente? Perché piangevo per delle persone che non conoscevo solo perché erano morte in quel modo? Quando leggevo il necrologio sui giornali non stavo allo stesso modo eppure persone ammazzate ce n’erano sempre…
“Hai ragione”.
Volevo davvero dirlo? Lo pensavo davvero? Lo pensavo io o lo pensava il sangue? Lo pensavo io per colpa del sangue o lo pensavo io con la scusa del sangue?
Che avesse ragione non si poteva negare, era un ragionamento troppo logico il suo.
Ma dove doveva trovare posto il cuore?
Un momento…
Perché il cuore avrebbe dovuto trovare spazio in un discorso di logica? Lo aveva avuto il suo spazio e aveva deciso che non gli sarebbe fregato niente di quelle persone in condizioni normali… perché preoccuparsene se morte in maniera diversa?
Quante cose potevano avermi inculcato nella testa, che fossero vagamente non sense? Perché in quel momento stavo pensando al non sense dell’educazione?
Non era in quella direzione che doveva andare il mio cervello.
Mi ero lasciata prendere dalla situazione? Non mi ero staccata abbastanza? Mi ero protetta poco?
Ci doveva essere una spiegazione?
Perché venivamo educati in quel modo?
Selene… rallenta, stai andando troppo in là, resta concentrata sul discorso.
“Ho ragionato poco prima di parlare”.
Ero sicura di voler effettivamente ragionare? Quali risposte potevo scoprire? Date da chi? Ero pronta ad accettare una simile responsabilità da me verso me stessa?
“Rimettere mano ai libri di matematica non sembra una brutta idea, avevo già valutato di riprendere gli studi”.
Feci un altro respiro, profondo, come per rilassarmi.
“Comunque sì, direi che ti si può definire un genocida… più o meno” in quel momento non riuscivo a ricordare se il termine ‘genocida’ fosse più adatto all’esecutore o al mandante, ma ci avrei dovuto ragionare in un altro momento… “Non so se il termine è più adatto a te che sei l’esecutore o se dovrebbe essere riferito al mandante, o all’organizzatore”, perché il mio cervello sentiva questo irresistibile bisogno di metterlo al corrente di ogni singolo pensiero? Cominciava a diventare una cosa irritante.
Sbuffai appena mentre mi mordicchiavo un labbro, pensierosa. Chissà se c’era un modo di analizzare queste cose, tipo attraverso un EEG o delle analisi del sangue… da dove veniva quest’influenza?
“Che intendi con ‘abbiamo perso la naturalità’?” volevo analizzare meglio questa parte della naturalità, forse anche Simone poteva aiutarmi; era una frase abbastanza strana, si riferiva forse alla struttura sociale? Che avevamo scelto? O era un tema più vasto? Si riferiva forse al tasso in aumento dei disturbi legati a stress sociale?
03/12/18, 01:06 - Murasaki: La telefonata proseguì in modo piuttosto piatto. L'escatologico buttò giù e la giornata proseguì.
Si fece sera e il gruppo si era radunato per mangiare dei panini, prima di riprendere i lavori di scavo.
Per fumare una sigaretta e raccogliere i pensieri Starling si allontanò, passeggiando tra le macerie. I suoi pensieri erano affollati. Si sentiva come in una dimensione a sé, colpevole di aver accettato di far parte di un luogo che non fosse il suo.
Fu tra un passo e l'altro che sentì il rumore della voce stridula di Miku, l'app degli occhiali di Hiroshi.
Sollverò lo sguardo e vide davanti a sé, sebbene lontano di una decina di metri, l'escatologico.
Sulle macerie.
Controllava dei cadaveri. Sembrava conoscerne la posizione. Sollevava il macigno e tirava fuori il corpo. Lo fissava, poi lo gettava via, come immondizia.
Aveva una maschera e dei capelli lunghi, degli abiti particolari.
Era indiscutibilmente lui.
03/12/18, 01:07 - Murasaki: <Media omessi>
03/12/18, 01:08 - Murasaki: Per un attimo si accorse di Selene. Ruotò il capo per guardarla. Del sangue scivolava copioso sul suo corpo.
Il vento gli spostava i capelli continuamente da una direzione all'altra.
Dopo averla vista la ignorò, continuando col suo operato. Entrò in una nube di ombre e fuoriuscì in un altra posizione, ora a 14 metri circa. Nuovo cadavere, stessa procedura. Che stesse cercando qualcuno?
03/12/18, 01:36 - Selene Starling: Cominciava a fare fresco, avevo dovuto mettere un cappottino, anche se non era servito particolarmente, visto che le mie mani stavano avvicinandosi rapidamente a quelle di un cadavere, sentivo la punta delle dita formicolare fastidiosamente.
Si era anche alzato il vento, però non mi andava di rimanere in mezzo agli altri.
Avevo bisogno di isolarmi un pochino, di stare un po’ in pace.
Niente domande scomode, niente tristezza, niente chiacchiere inutili, niente interrogatori.
Niente.
Niente di niente.
Volevo stare sola e lasciare i pensieri a briglie sciolte.
Avevo fatto bene ad accettare la conoscenza che Hiro mi aveva offerto?
Avrei dovuto rifiutare in quel momento?
Sospirai guardando il fumo arricciarsi nell’aria.
Stavo cominciando a ipotizzare che la rotella spezzata fosse nella mia testa, forse mi stavo condizionando da sola a non volerne sapere nulla, sulla base comunque di insegnamenti artificiali, come avevo visto nel pomeriggio.
_Yowai kokoro kieru kyozou _
_Shinshoku suru houkai wo mo_
_Yameru hodo no ishi no tsuyosa_
_Umare sugu no BOKU wa motazu_
Questo motivetto lo conoscevo… chi diamine stava sentendo i vocaloid a quell’ora?
E chi diamine conosceva i vocaloid lì intorno?
Sollevai gli occhi scansandomi qualche capello dal viso per potermi guardare intorno.
Ed era lui.
Proprio lui.
Più o meno…
Portava i capelli lunghi e non aveva i soliti abiti. Aveva una maschera.
Il mio stomaco fece un piccolo salto, mentre le mie viscere si scaldavano appena: ero contenta di rivederlo…
No, aspetta, questo doveva essere sempre il sangue.
Dovevo pensare freddamente… come diamine era arrivato?
Quando?
Dove era atterrato?
Solo poche ore prima mi aveva detto che sarebbe rientrato tra due giorni…
E poi sarebbe rientrato a Detroit, non sarebbe venuto a Seattle.
Tentai di chiudere le labbra intorno alla sigaretta: non capivo cosa stesse facendo.
Come mai quella sera portava i capelli lunghi? Perché non li aveva tagliati?
Espirai lentamente il fumo, era buio e vedevo poco bene: per un attimo mi era sembrato si fosse girato verso di me, ma non ne ero sicura.
Stava… analizzando dei cadaveri, almeno credevo, forse ne cercava uno in particolare.
Dentro di me cominciò a crescere il bisogno di aiutarlo o quanto meno chiedergli se avessi potuto essere utile in qualche modo.
“Hiro” lo chiamai, la voce abbastanza bassa perché la sentisse solo lui, anche se difficilmente gli altri avrebbero sentito le mie parole, visto che io sentivo appena il loro chiacchiericcio, “Non dovevi rientrare dopo domani a Detroit?” chiesi muovendo qualche passo verso di lui.
C’era qualcosa di strano.
Nei suoi movimenti, nella sua postura.
Era lui, ma non era lui.
Una cosa assurda.
Però era discordante con i piccoli particolari che avevo notato nel suo comportamento standard.
Cominciai ad avvertire lo strano senso di pericolo che mi assaliva quando non ero completamente padrona della situazione, quando non capivo qualcosa o quando un particolare non rientrava nello schema che avevo appositamente e difficoltosamente preposto.
“Stai cercando qualcosa di particolare?”, ma da quando un mucchietto di globuli rossi, bianchi, qualche piastrina e un po’ di siero aveva il permesso di parlare al posto del mio cervello?
03/12/18, 01:43 - Murasaki: Il vampiro si avvicinò. La fissò per un po'. "Miku, analizza" si limitò a dire.
Nei suoi occhiali era riflessa l'immagine i pixel che scorrevano rapidi. Li analizzò.
Mise in standby gli occhiali e continuò il suo lavoro.
Afferrando un cadavere poi disse qualcosa.
"Starling, pensavo di averti bloccata in quella stanza, chi ti ha liberato?"
06/12/18, 18:35 - Selene Starling: Lo guardai confusa, sembrava non avermi riconosciuto a prima vista... quando parlò il mio sguardo si fece perplesso "Bloccata? Quale stanza?" ero abbastanza sicura che non fosse Hiro... o meglio, era lui, ma non era lui.
Questo discorso non aveva senso.
Però...
L'ultima volta che avevo seguito un percorso che sembrava non avere senso ero arrivata a ipotizzare la reale esistenza dei vampiri...
E ci avevo preso.
Quindi forse, ipotizzare cose assurde era il modo giusto per arrivare a conclusioni esatte.
Funzionava così la scienza?
Se sì era davvero molto diversa dalla psicologia.
Quindi lui era e non era Hiroshi.
Come si faceva ad essere e non essere qualcuno?
“Tu… sembri un Hiroshi diverso da quello che ho sentito al telefono oggi pomeriggio...” dissi cercando di essere cauta e soppesare bene le parole, quanto poteva sembrare stupida quell'affermazioe? Eppure che fosse Hiro era palese, aveva anche Miku negli occhiali, però… i vestiti, i capelli, l’atteggiamento, c’erano dei piccoli dettagli che non tornavano.
Che soffrisse di personalità multipla? Non era da escludere, ma era poco probabile vista la storia diagnostica.
Portai la sigaretta alle labbra e serrai le labbra intorno al filtro in maniera più forte di quanto avessi fatto fino a quel momento.
Cominciavo anche ad essere incuriosita dalla sua ricerca: stava cercando qualcuno in particolare? Perché avrebbe dovuto?
06/12/18, 23:29 - Murasaki: Si voltò con attenzione minima, se non del tutto nulla.
"Mh." disse.
"Non sono quell' Escatologico, lui ha settecento anni in meno".
07/12/18, 06:37 - Murasaki: Nota: L'Hiroshi che hai davanti indossa una croce e porta un violino alle spalle.
07/12/18, 15:55 - Selene Starling: “Ah” dissi dopo aver trattenuto il fumo per qualche secondo, menomale che quella che avevo in mano era una semplice sigaretta “Quindi li scoprirà davvero i viaggi nel tempo”, questo era più un pensiero a voce alta. Non avrei mai pensato però che il suo apprezzamento per la musica classica lo portasse a scegliere di studiare uno strumento, tanto meno avevo considerato che questo potesse essere proprio un violino.
Mentre si muoveva notai un altro particolare: al collo portava una croce; sì, sembrava proprio un crocifisso o un rosario…
Ma mi pareva difficile pensare che Hiroshi fosse credente… forse non così tanto: quante cose cambiano per un vampiro in 700 anni? Percepiscono come noi il passare del tempo o l’immortalità cambia il tuo punto di vista? Magari cercava un vampiro credente, chissà se anche loro era superstiziosi o religiosi… Hiro non soffriva le croci, però un vampiro che credeva a queste cose poteva esserne ferito.
“Stai cercando un altro vampiro?” chiesi osservando il suo esaminare i corpi che trovava, venivano tutti scartati, mi chiedevo come potesse riconoscere qualcuno visto il disastroso stato dei cadaveri.
07/12/18, 22:08 - Murasaki: "Cosa vuoi?" replicò.
Spostava altre macerie, alla ricerca.
08/12/18, 00:11 - Selene Starling: Scossi la testa: troppe poche parole e poi stava già facendo altro.
Guardai la sigaretta ormai finita e scossi la testa “Nulla di particolare, ero solo venuta a fumare una sigaretta e ti ho visto per caso. Ti lascio a quello che stavi facendo” non sembrava particolarmente invogliato a comunicare e senza sapere come aiutarlo ero abbastanza inutile, quindi semplicemente lasciai cadere la cicca e la schiacciai con un piede, “In bocca al lupo per la ricerca” dissi indecisa prima di muovere qualche passo indietro, voltarmi e cominciare a camminare verso le persone che ancora chiacchieravano.
Era Hiroshi, ma non era Hiroshi.
Era Hiroshi, ma era diverso dall’Hiroshi che avevo conosciuto, certo: in 700 anni possono cambiare molte cose; mi chiedevo cosa fosse successo…
Però mi era anche sembrato di capire che la mia presenza non fosse esattamente gradita in quel momento, anche perché era occupato in altro, quindi sicuramente non aveva voglia di parlare delle vicissitudini della sua… vita? Non-vita? Non-morte?
Però almeno avevo una bella notizia per Hiro, avrebbe davvero scoperto i viaggi nel tempo; come avrei potuto parlargliene? Sicuramente era qualcosa che avrei dovuto dirgli, forse anche quella del violino.
Tirai fuori il telefono per illuminare le macerie sulle quali avrei poggiato i piedi, all'andata la luce proveniente dalle mie spalle e il buio davanti avevano facilitato la mia visione, ora la luce al centro del campo visivo mi metteva in difficoltà, ero stata costretta a rallentare un po’ l’andatura dopo i primi passi, altrimenti avrei rischiato di rompermi una caviglia.
08/12/18, 00:28 - Murasaki: "Mh, ok".
Mentre ti allontanavi si allontanava pure lui. Passò rapidamente al tuo fianco, sorpassandoti.
"Soko deeee-su!" disse la voce stridula di Miku.
Allora il vampiro allargò le braccia, delle ombre emersero, a tratti scintillavano elettricamente.
Il furgone dell'ambulanza si distorse immediatamente. Sotto di esso c'erano alcuni civili e dei poliziotti. Una fanciulla in stato di coma su una brandina.
Hiro rimase piuttosto silenzioso, mentre con le mani sembrava dirigesse un'orchestra, dove i musicisti erano tragedia, dolore, morte. Gli strumenti erano carne, ombre e elettricità, metalli. Circuiti.
L'ambulanza si sollevò e si contrasse, dai suoi vani laterali emersero mani, il metallo si era sbriciolato in tantissime micro componenti. "Nano-,makina... rediii- go!" disse ancora Miku. Partì una musichetta. Lui restava impassibile.
Sollevando le braccia il composto di circuiti si nutrì della carne e del sangue di tutti loro. Una carneficina.
"Uno..." inizò a contare lui.
Tutte le persone si sollevarono prese da tentacoli di nanomacchine. Vennerò tutti sventrati e tagliati in due all'unisono. "Tre..." erano passati solo tre secondi.
Con la Vicissitudine, creò una colonna di cadaveri.
"cinque..." furono tutti unificati, alcuni ancora urlavano. "sei..." inizò a muoversi verso di loro. "sette..." uno urlò "è green finger, non può essere!"
"..." lo guardò, allungando la mano la lingaua dello sventurato fu tirata via da delle strane ombre di pece e di carne.
Lo mise sicuramente a tacere.
"otto..." si tolse la maschera e gli occhiali. I lunghi capelli corvini erano bagnati di sangue, ma sembravano assorbirlo. Il tubo che collegava il fianco alla bocca mostrava barre verdi, di livelli positivi.
"nove..." tirò fuori il violino, una sola nota.
un Sol, grave.
"dodici..."
Le ombre compressero tutta la colonna di individui in una fluente coda di ombre e carne che, come una sorta di ragnatela viscida , si riuniva a lui, entrando nel suo corpo, oltre gli abiti.
Quando tutto fu finito, solo la ragazza con una camicia di forza rimase da quel cumulo di morte.
Ripose il violino e le si avvicinò.
Tira volontà e fallisci miseramente.
08/12/18, 00:46 - Murasaki: "Ti ho trovata, Trois.".
14/12/18, 14:10 - Selene Starling: Il mio incedere era abbastanza faticoso, non vedevo quasi nulla, quindi dovevo tatare con i piedi il percorso che volevo fare.
Che strana versione di Hiro… cosa era successo nel futuro? Chissà quante cose aveva già visto…
…
Però…
In quel momento nello stesso presente c’erano due Hiro, quello che stava ancora a Tokyo e quello che stava rovistando tra le macerie, però in un universo avrebbe dovuto esserci un solo Hiro a rigor di logica… quindi quello veniva anche da un altro universo? Potevano esistere più universi? Che domanda stupida… come avrei potuto rispondere? Però se esistevano, magari c’era anche un’altra Selene. Cosa faceva l’altra Selene? Eravamo tutte copie o ognuna poteva cambiare anche di poco dal percorso che aveva fatto la… la cosa? Gemella? Copia?
Inciampai su un detrito e per un momento persi il filo dei miei pensieri, sollevando gli occhi dal terreno notai Hiroshi correre verso il piccolo accampamento dal quale mi ero allontanata inizialmente.
Che diamine stava facendo?
Lo vidi evocare quegli strani filamenti d’ombra che avevo visto anche nel video, anche se ai miei occhi sembravano diversi, sembravano come composti da tante piccole scagliette, erano percorsi da brevi scariche elettriche… forse in settecento anni aveva affinato le cose, o magari erano qualcosa di affine ma diverso.
Quando quei così impattarono con il veicolo dei soccorsi mi riscossi immediatamente, sentendo un brivido di terrore fin nella parte più profonda delle mie viscere: che voleva fare? Lì dentro c’era solo una delle persone trovate durante gli scavi, morta anche lei.
I cosi neri cominciarono a “nutrirsi”, qualunque essere vivente fosse lì intorno diventava un ammasso informe di carne e sangue, misto a filamenti neri.
Urlavano, urlavano troppo.
A uno di loro strappò la lingua con una sorta di tentacolo, che vagamente aveva assunto la forma di dita.
Il mio stomaco minacciò di vomitare, mentre le mie gambe cedevano.
No… non di nuovo.
Perché?
Mi sembrava di non riuscire a respirare.
Sentivo in bocca un sapore sgradevole, qualcosa di liquido.
Solo quando mi formicolarono le mani mi resi conto di essere inginocchiata in terra, puntata sulle mani per non cadere con la faccia nel cemento sbriciolato.
No…
Urlavano.
Volevo urlare anche io, ma sembravo non avere voce.
Volevo scappare, ma non sapevo come muovere i piedi.
Ero letteralmente atterrita…
Che cosa avrei dovuto fare?
Perché stava facendo tutto quello?
Quando tutto divenne un unico ammasso nero il mio stomaco non ce la fece e rigetto con veemenza il poco che avevo mangiato quella sera, condito di succhi gastrici e un po’ di bile.
Perché stava facendo tutto quel casino?
Non volevo guardare.
Mi stavo praticamente rannicchiando a terra.
Contro la mia volontà.
Avrei voluto alzarmi.
Correre.
Scappare.
O andare lì e fare qualcosa.
Mi sembrava di vivere di nuovo quel piccolo, primo, fondamentale momento.
Quella piccola palla di pelo in mezzo alla strada.
Io per paura ero rimasta ferma sul marciapiede a chiamarlo.
Lui non era tornato e una macchina lo aveva preso in pieno.
Ricordavo bene la strisciata rossa che si era dipinta sull’asfalto.
Io in quel momento non avevo fatto nulla.
Come al solito.
Diamine!
Avrei dovuto fare qualcosa.
Qualunque cosa.
Sentii i rumori calmarsi.
Forse si erano calmati anche i miei pensieri.
Il silenzio era accompagnato dall’eco di una nota di violino.
Boccheggiai pulendomi l bocca con il dorso della mano.
Alzai il viso.
La ragazza era in piedi davanti a lui.
Sembrava ridere.
Potevo giurare che era morta quando era stata trovata.
Ero sicura.
Ma era in piedi.
Sembrava viva.
Merda.
_”Ti ho trovata, Trois”_
LA CONOSCEVA!
Era un vampiro pure lei…
E Hiro si era scomodato dl futuro per riuscire a trovarla.
2+2=4
Scappa Selene, finché sei in tempo scappa.
Ma i miei piedi non si muovevano.
Rimanevano lì.
Le mie gambe tremavano.
Le mie labbra tremavano.
Il mio petto tremava.
Tremavo e basta.
Tesa come un tendine sotto sforzo.
Ma non riuscivo a muovermi.
Ero completamente paralizzata.
Se Hiro si era scomodato fino a quel punto pur di trovarla quella doveva essere non solo una vampira, ma pure pericolosa.
Ero morta?
O lo sarei stata a breve?
Cominciavo ad avvertire il freddo?
A cosa potevo aggrapparmi in quel momento?
A cosa potevo pensare per riuscire ad andarmene?
Hiro…
Forse proprio a lui.
A lui, che mi aveva fatto ricrescere l’occhio.
Che mi aveva aiutato a guadagnare una promozione con il posto fisso.
Che mi aveva portato una ciambella nel pieno della notte.
Che si era addormentato nel mio letto dandomi in mano tutti i modi per ucciderlo.
Lui voleva scoprire i viaggi nel tempo e io potevo dirgli che effettivamente ce l’avrebbe fatta.
Da quasi rannicchiata a terra riuscii a riportarmi a quattro zampe.
Avrei voluto accendete il telefono per avere un po’ di luce, ma i loro occhi avrebbero potuto notarla…
Con calma cominciai ad arretrare.
Tremavo ancora.
Avevo ancora paura.
Ma dovevo farcela.
Hiro mi aveva detto che non mi considerava un Suidae, quindi non potevo lasciarmi ammazzare come carne da macello in quell’occasione.
Sarei stata di nuovo l’unica sopravvissuta, ma pazienza.
Trovai un pezzo di muro che non si era eccessivamente rotto durante l’esplosione.
L’enorme massa di cemento armato si era piantata tra i detriti ed era rimasta eretta, lunghi prolungamenti in acciaio spuntavano dai bordi, alcuni piegati malamente, altri ancora dritti.
Cercai di aggirarla senza ferirmi, non avevo idea di quanto l’odore di sangue fosse percepibile da loro.
Al buio non vedevo fin dove si spingevano le barre metalliche, quindi provai a tastare con la mano.
Ero terrorizzata dal poter fare rumore.
Continuando a gattonare alla cieca riuscii ad arrivare dietro quella sorta di muro.
Ok, Selene, brava.
Ce l’hai fatta.
Ora puoi rilassarti un attimo.
Mi portai una mano agli occhi, rendendomi conto che per tutto il tempo avevo pianto, le mie guance erano umide.
Che quella fosse la stessa disciplina che mi aveva guarito l’occhio? Come aveva detto si chiamasse?
Mi asciugai il viso.
Ok, ora dovevo calmarmi.
Volevo disperatamente accendere il telefono, avere una lucina su cui contare.
Volevo poter vedere il mondo come ero abituata a fare.
Ma non potevo.
Non dovevo.
Hiro mi avrebbe cavato pure l’altro occhio se ne avesse avuta la possibilità.
Ok, fai come ha detto lo psicoterapeuta.
Respiri profondi, di pancia.
Sentivo il viso di nuovo bagnato.
Respiri profondi.
È successo tutto in così poco tempo.
Molto profondi.
Quanto era passato dall’inizio del delirio?
Ora un respiro profondo di petto.
I battiti del mio cuore cominciarono a rallentare a causa del gran carico di ossigeno arrivato.
Bene, per fortuna.
Li sentii riaccelerare.
No, no, no, no, no, no…
Ancora respiri profondi.
Cosa mi stava spaventando ora?
Che io non volevo morire.
Non volevo assolutamente morire.
Al momento non mi interessava di nessun altro, volevo solo rimanere viva.
Mi abbracciai le ginocchia e ci poggiai la fronte sopra-
Mi tornò in mente cosa mi aveva detto Hiro quel pomeriggio.
_”Non le conoscevi nemmeno quelle persone.”_
Profondo respiro.
Molto profondo.
Era vero, non le conoscevo, erano tutte persone che avevo incontrato in quei giorni, sia i morti che i vivi.
_”Voi mortali avete perso di vista la naturalità”_
Naturalità?
Cos’è naturale per l’essere umano?
È lui stesso naturale, in fondo?
Respiri di petto ora, sempre molto profondi.
Cosa voleva intendere con quello?
_”Siete innaturali, vi odiate tra voi e non sopportate branchi grandi ma siete pronti a farvi scrupoli”_
*[Se allevato in contesti precisi, circondato da conspecifici che seguono le stesse regole imposte al soggetto, un qualunque animale si svilupperà seguendo le stesse regole senza esserne cosciente. Questo meccanismo è la base di imprinting con la comunità insito in tutti gli animali predisposti alla vita in branco. La naturalità del loro comportamento può essere messa sottochiave, questo potrebbe comunque emergere sottoforma di disturbi del comportamento, della personalità o disordini psicologici]*
Era un pezzo del mio libro di psicologia comportamentale, la sezione riguardava il condizionamento esterno che subisce un individuo.
L’uomo era un animale… poteva essere applicato anche a noi quindi…
Mi tornò in mente un libro disgraziatamente famoso: il disagio della società, di Freud.
L’essere umano ha fondato la società, ma il prezzo che ha pagato è stato la sua sanità mentale.
Ha barattato il suo benessere per un benessere superiore che nemmeno ha ottenuto.
Hiro alla fine aveva davvero ragione.
Quando avevo letto quel libro avevo pensato che alla fine fosse vero.
Cosa era cambiato poi?
Mi ero lasciata chiudere in una serie di meccanismi e alla fine ero entrata a farne parte…
Mi morsi un labbro.
Quando lo psicologo mi diceva che dovevo imparare a separarmi da ciò che mi stava intorno non aveva mai compreso la società in quell’insieme.
Avrei dovuto staccarmi anche da quella?
Forse sì.
Quanto mi aveva fatto bene esserci immersa dentro?
Quanto mi aveva limitato?
Mi morsi un labbro.
Era successo quello che succedeva sulle scene del crimine.
Non ero più io, non ero più sulla terra.
Ero in una sorta di dimensione mia personale, dove ero da sola e sentivo solo me stessa.
Rialzai gli occhi dalle ginocchia.
Effettivamente non mi serviva una luce, non avevo bisogno di vedere qualcosa in quel momento.
Tanto dovevo solo stare ferma.
Cosa stava succedendo dove non vedevo?
Volevo davvero vederlo?
Alzai gli occhi verso il cielo.
Non c’erano più lampioni in zona, quindi era pieno di stelle.
Forse una sbirciatina la davo.
Mi avvicinai piano piano, sempre rimanendo seduta in terra, al bordo del muro che avevo scelto come riparo e sporsi leggermente il viso oltre il bordo, cercando di vedere le due figure oltre le sbarre metalliche.
21/12/18, 16:54 - Selene Starling: Niente, erano ancora in piedi uno davanti all’altro.
Tornai seduta dov’ero prima: come si ammazzavano tra loro i vampiri? Si mangiavano? O in maniera più simile agli umani?
Mi chiusi la giacca e mi rannicchiai di nuovo, cominciava a fare freddo e io cominciavo ad aver voglia di un’altra sigaretta… no, era il mio cervello che aveva voglia di staccare e rilassarsi.
_Miao_
Strano, non mi sembrava stesse soffiando il vento.
_Miaoo_
Certo, particolare come suono, forse era lo scricchiolio di qualcosa.
_Miaaao_
Sembrava proprio il miagolio di un…
_Meewww_
… gatto.
Alzai gli occhi dalle ginocchia per vedere effettivamente un gatto di fronte a me, sembrava un cucciolo, era piccolino, con il pelo rossiccio.
Che ci faceva un cucciolino da solo?
Lo guardai perplessa girando gli occhi in cerca della madre, ma non si vedeva nulla, né si sentivano altri miagolii.
Il gattino mi si avvicinò e io tesi una mano perché potesse annusarla.
Sembrava un po’ infreddolito anche lui, chissà se anche la sua mamma era morta.
Cominciò ad annusarmi la mano e dopo poco prese abbastanza confidenza.
Lo presi in braccio, provando a creare un riparo dal fresco vento autunnale che ormai verteva verso l’invernale.
Cominciai ad accarezzarlo cercando in quel gesto un po’ di conforto.
_Miaomma_
Eh?
Guardai verso il gattino continuando ad accarezzargli la testa.
_Miaommina, sei tu?_
In che senso?
_Ti sono mancato?_
Ma la voce da dove veniva?
Perché l gatto muoveva la bocca come se stesse parlando?
_Ormai non ci vediamo da molti anni…_
Deglutii a forza, cosa stava succedendo?
_Tu non volevi lasciarmi morire, vero?_
Cosa…
La tasta del gattino sembrava più chiara ora… mi guarda le dita…
Erano sporche di rosso.
Anche i miei vestiti lo erano.
Anche il pelo del gatto lo era.
Qualcosa di viscido aveva cominciato a lordare tutto.
Il gattino si alzò sulle zampe, dal suo ventre penzolavano delle viscere, le costole bucavano la carne mostrandosi attraverso il pelo.
COSA DIAMINE STAVA SUCCEDENDO!?
_Ti ho vista quando sei rimasta ferma sul marciapiede, mentre quella macchina mi schiacciava._
Doveva essere un incubo.
Cercai di deglutire, ma mi sembrava di essere immobile, di essere pietrificata.
Sentivo il fluido rosso venir assorbito dai vestiti, cominciare ad appiccicare la stoffa alla pelle.
Il gattino si alzò dalle mie gambe, cominciano a camminare con le viscere trascinate tra i detriti.
_La tua vita valeva più della mia?_
Lo fissai portando una mano avanti, ma quel sangue aveva la consistenza della colla e mi muovevo a difficoltà, sentivo le mie gambe incollate al pavimento.
Abbassai gli occhi per controllare e quando li rialzai davanti a me c’era Simone.
Al posto del gatto, con il ventre aperto, le interiora rovesciate in terra e il torace squarciato dai frammenti di costole.
“La tua vita è sempre più importante di quella degli altri vero?”, la ragazza allungò una mano e si prese l’intestino, cercando di risistemarlo nella cavità addominale.
“Anche quel povero ragazzo… Sp@@@@@@@@@@@@@@@]]##@@#§§ç°è***@@@wn” mentre allungava le lettere le parole si spezzettarono per u momento, come se il suono venisse da un CD graffiato.
Le sue guance si separarono aumentando a dismisura la dimensione dell’apertura orale “Eheheh-Eh, lo hai lasciato a faccia in giù nell’acqua senza alcun rispetto, mezzo decomposto”.
Simone cercava di tenere la mandibola al suo posto.
“Cosa succederà quando non ti servirò più, Starling? Butterai a morire anche me?” gattonava vero di me e io non riuscivo a muovermi.
“Come sei seria…” dissi ridendo mentre si sedeva sulle mie gambe “Dovresti sorridere… anche se so che è difficile… Mhhh” le sue mani affondarono tra gli organi interni mentre mi prendeva il viso con una mano “i aiuto io a sorridere”.
Con la mano coperta di sangue sembrò disegnarmi un sorriso da una guancia all’altra passando per le…
Le…
Labbra?
Che non si erano separate…
Portai la mano alla faccia.
Non c’era una bocca.
Mancava.
Sotto il naso non c’era nulla.
Solo pelle.
Pelle tutta unita.
Non potevo parlare…
Non potevo gridare…
Abbassai il viso cercando il posto giusto con le unghie… forse potevo grattare via tutto.
“Voi campagnole!” una mano mi afferrò il viso.
Mi ritrovai a fronteggiare il faccione odioso di Dave.
Lui e il suo sigaro.
Non feci in tempo a fare niente che mi buttò all’indietro.
Ero atterrata in mezzo ad una strada di cemento.
Dave ora era coperto da una pelliccia candida e mi guardava piangendo.
“Selene, torna qui!”
La faccia era improvvisamente quella di Hiroshi.
“Selene” disse con la sua solita voce senza inflessione.
“È pericoloso, devo farti dimenticare tutto”.
Non capivo.
Cosa
Doveva
Succedere?
Improvvisamente un dolore enorme mi attraversò il ventre.
Qualcosa mi aveva colpito.
Qualcosa di duro.
Guardai la macchina allontanarsi mentre una chiazza cremisi si allargava sotto di me.
Continuavo a non poter parlare.
Volevo urlare.
Disperatamente.
Volevo piangere.
Ma la mia bocca non c’era.
Adesso non c’era più nemmeno il mio stomaco.
C’era un vuoto nel mio ventre.
Cosa stava succedendo?
_*Eh eh eh… eh*_
Chi stava ridendo?
Non riuscivo a mettere a fuoco nulla.
Sentivo solo un dolore enorme.
Poi, lentamente…
Tutto cominciò a sparire.
Lentamente.
Si fece buio.
Ovattato.
Cosa stava succedendo?
Cosa sarebbe successo ora?
"mi spii anche adesso?" mi si avvicina mettendo le mani sulle mie gambe ed avvicinandosi al mio viso. Sussurra "E ti è piaciuto quello che hai visto?".
Chi è che parla? Cosa sta succedendo…
Devo riuscire ad aprire gli occhi.
Li apro.
È buio.
Sono in un appartamento…
Ho la mia faccia davanti agli occhi…
Nel senso che di fronte al mio viso c’è il mio stesso viso.
“Selene?”
L’altra sorride, mi si siede in braccio “E così sembri riconoscermi… guardi la luna anche stasera?”.
Mi guardo, sono me stessa, ma io non guardo la luna dalla finestra.
Quello è Hiroshi.
Non io.
La tizia seduta sulle mie gambe mi affonda due dita nella carne.
Il dolore è atroce, ma sembra star liberando la mia bocca dalla sua condizione di silenzio forzato…
No, non c’è dolore, ho già parlato, la mia bocca è già libera.
Sento le sue dita arrivarmi quasi in gola…
Che cazzo sta succedendo?
“Anche tu hai bevuto da lui, mh?” sono sporche di sangue.
Sangue scuro, appiccicoso.
Adesso ne sento il sapore in bocca.
È quello che ho bevuto da Hiro?
Sembra quello.
Il sapore è identico.
Un sottile filo è rimasto teso tra la mia lingua e le sue dita.
“Allora? Come lo hai bevuto?” comincia a leccarsele, anche le sue labbra si sporcano di rosso.
“Tanto sappiamo che è solo questo che ti interessa, no?”, ansima appena.
“Quell’uomo ti piace… perché non lo ammetti semplicemente?”.
No… è il sangue, non sono io… è qualcosa che non so spiegare.
“Tanta fatica per uscire dagli stereotipi e poi ecco la dottoressa che si innamora del paziente”, se sue labbra cominciano a simulare un atto sessuale.
No…
No!
Io non sono così, quello è il sangue.
Non mi è mai importato di una cosa così futile, è solo utile al mio bilanciamento ormonale.
“Ammettilo Selene: sotto sotto sei femmina lo stesso”.
“No.”
L’altra ride.
Qualcosa si muove nel mio stomaco
“Fammi vedere che sai fare” mi avvicina, sembra stia cercando di sedurmi.
La cosa mi manda letteralmente in bestia.
“Per chi mi hai preso!?”
“Murasaki… non so se ho più voglia di ucciderti o di averti, in entrambi i casi… voglio farti urlare.”
Sento le sue labbra appiccicate alle mie… questo è troppo.
In camera tengo la pistola di ordinanza sempre sotto il cuscino.
Non so con che forza riesco a sollevarla in braccio, mentre mi dirigo in camera.
La lancio sul letto, cadendole quasi sopra.
Infilo una mano sotto il cucino.
“Murasaki, voglio di più!”.
Le punto la pistola contro la testa.
Sparo.
Tutto si fa silenzioso.
Quella non ero io.
Non potevo essere io.
Deglutisco e mi alzo.
No, non sono nemmeno un mostro… cosa sta succedendo.
Mi dirigo verso la porta.
Sento un rumore.
“Che Diamine fai Selene!?” Carlo mi fissa, poi non è più Carl.
È Hiro.
Poi Dave.
Poi sparo di nuovo.
L’altra Selene si alza.
Mi guarda.
“Eheheh… eh! Pensi sia così facile liberarsi di me?”
Mi si lancia contro, questa volta non sembra in cerca di erotismo.
“Finalmente ti sei svegliata! È così difficile farti perdere il controllo Selene.”
La blocco, ma urto contro il mobile e rischio di cadere.
“Butta via quella maschera Seheheh… eh!”
Le sue mani cominciano a stringermi il collo.
“Perdi il controllo… PERDILO”.
Non voglio morire…
NON VOGLIO!
Le mie mani non riescono a liberarmi.
La pistola mi è caduta.
Lei avvicina il viso al mio e io…
Io…
Le prendo il viso e la mordo.
Con cattiveria.
Disperatamente.
La mordo più e più volte.
Lei urla, si allontana un po’, io riesco a spingerla contro lo specchio mentre riprendo la pistola.
Le sparo nel petto.
La colpisco con il calcio.
Lei cerva di difendersi.
Mi lancia una scheggia di vetro.
Cado in ginocchio per evitarla.
La guardo.
Gattono verso di lei.
Ha una cicatrice sul ventre.
È lì che la mordo.
Affondando i denti nella carne che oppone una strenua resistenza.
La mordo, ancora.
Ancora.
“SELENE! PERCHé MI FAI QUESTO!?”
_Me lo hai chiesto tu._
_E io vi odio._
_Vi odio tutti quanti._
A lei manca un occhio, ancora.
Le affondo le dita nell’altro.
Lo specchio si rompe e noi cadiamo.
Cado da sola.
Mi sento precipitare.
Non mi sento più io.
Sono terrorizzata.
Per un attimo mi sembra di perdere conoscenza.
Quando mi sento di nuovo in me sono come immersa in un qualcosa di gelatinoso.
Resistente, ma morbido.
Cerco di girarmi.
Quello che vedo è un enorme collage di Selene.
Tante Selene incollate insieme come capita.
Sembravamo la raccapricciante scultura creata da Hiroshi dal futuro.
Un enorme ammasso di me stesse.
No.
Fanculo.
Io ero una.
Una sola Selene esisteva.
Ed ero io.
Cominciai a lottare per uscire da lì.
Ruppi appendici, stracciai carni anche con i denti.
Io ero viva.
Io volevo rimanere viva.
Io volevo urlare.
Volevo farmi sentire.
Io esistevo e…
Hiro aveva ragione.
Non mi interessava nulla di quelli che mi stavano intorno, mi interessavano i casi studio.
Ero un mostro anche io?
Almeno non ero un Suidae.
Le carni sembravano assomigliare sempre più a sangue.
Ormai era tutto una schifosa melma rossa che cercava di farmi affogare.
Raggiunta la superficie affiorai dalle macerie nel luogo dell’esplosione, avevo un telefono contro l’orecchio.
Sentivo la voce di Hiro.
_"Come stai? C'è stato un cambio di programma, dopodomani sarò a Città del Messico, la mia sire ha deciso di diventare il capo e spostando le masse da città del Messico a Detroit, quindi sarò di ritorno. Peccato, mi sarebbe piaciuto andarmene a Tokyo, tra qualche settimana c'è il Comiket. Però dai, a San Diego dovrebbero fare il Comicon a breve..."_
Sorrisi, alzando gli occhi verso il cielo.
“Sto bene, sto svolgendo un po’ di lavoro _accumulato_, ma procede tutto alla grande. Sai? Se solo mi avessi chiamato un poco prima ti avrei detto che ero arrabbiata e che mi dispiaceva per tutte queste persone, ma tu mi avresti detto che erano problemi inutili indotti solo dalla nostra innaturalità programmata.” Un risolino lasciò le mie labbra mentre camminavo “Ma sai che c’è? Hai ragione, non mi interessava della vita di queste persone e non mi interessa ora. Non sono mai stata al Comicon, che ambiente è?” chiesi mentre camminavo lungo la linea di cadaveri che mi avrebbe riportato a casa, dove effettivamente volevo stare.
Raggiunsi il muro dove mi ero nascosta, li dietro si trovava una Selene seduta in terra che piangeva, ammutolita, fissando il cielo.
“Scusa Hiro, ti richiamo che devo finire una cosa. Tanto ci vediamo quando rientri, fai gli auguri alla tua sire per il suo programma” dissi prima di attaccare.
Mi diressi verso quell’ennesima me stessa e la presi per le caviglie costringendola a stendersi.
“Che…” chiese mentre le premevo una mano sul bassoventre.
“Shh… c’è Solo una Selene in giro”.
_Eheheheh_
La mia mano sprofondò nella sua carne e cominciai a spostarla verso l’alto, lacerando la carne.
Dentro era vuota.
Ovviamente
Aprii il corpo in due lembi come un sacco a pelo e mi stesi dentro di lei.
Ora dentro di me c’era qualcosa di sensato.
__________________________________
Uno strano dolore cominciò a farsi sentire per tutta la mia schiena.
Avevo i brividi di freddo e sentivo di non riuscire a muovere bene le articolazioni.
Respirai all’improvviso, come se per lungo tempo avessi trattenuto il fiato.
Tremavo.
Cosa era successo?
Avevo il viso bagnato di lacrime.
Cosa diamine era successo?
Faceva freddo, ero stesa sui calcinacci e avevo difficoltà a muovermi…
Cosa diamine avevo visto?
04/01/19, 22:17 - Murasaki: Trois correva rapida verso Selene. Voleva nutrirsi della sua mente, della sua anima. Come un ragno, zapettava verso questa mortale così prelibata. L'escatologista la seguì silenzioso. Quando Trois ebbe alzato la copertura che sosteneva e nascondeva Selene, L'escatologista la impalò.
Aveva salvato quella giovane umana.
La guardò dritto negli occhi, arricciando l'angolo delle labbra.
Era un mostro, era palpabile.
Era lontano, era palese.
Ma l'aveva salvata.
Le offrì la mano per tirarla su.
La tirò su.
La mano sulla sua testa per pulirla dalla polvere.
Gli occhi che puntavano ai suoi.
L'aria era gelida e tesa.
Quasi densa.
L'Escatologista finalmente aprì bocca.
"Un po' mi sei mancata."
07/01/19, 23:04 - Selene Starling: Ora che avevo ripreso conoscenza cominciavo a sentire dolori ovunque, era probabile che mi fossi mossa rotolandomi appena tra le macerie.
Cercando di trattenere la tosse mi raddrizzai e cercai di arretrare fino alla maceria che mi nascondeva. Dovevo rifare la coda con i capelli? Probabilmente sì, dovevo anche spazzolarli visto che potevano essere diventati un covo di calcinacci.
Mi portai una mano alla fronte, mi faceva male la testa dopo quello che avevo visto. Cosa cazzo erano state? Visioni? Allucinazioni? Un vampiro poteva indurre una cosa del genere a quella distanza? COME?
Mi premetti una mano sulla bocca per non tossire, cominciavo a sentire anche un principio di nausea da vertigine.
Improvvisamente il muro si mosse.
Si alzò da dove stava.
Cosa.
Cazzo.
Il muro schizzò via da dietro la mia schiena.
Io caddi all’indietro mentre alcune sbarre metalliche mi passavano vicino, una mi lasciò una bruciatura sullo zigomo, mentre gli occhi si riempivano di calcinacci e polvere.
Sentii nel naso la sensazione appiccicosa del gesso e del calcestruzzo.
Alzai le mani per coprirmi il viso mentre tossivo a pieni polmoni, sentendo la gola chiusa e appiccicosa.
Un tonfo.
I detriti vibrarono sotto di me, li sentii spostarsi e infilarsi sotto la maglia di cotone.
Il pezzo di muro doveva essere atterrato poco lontano.
Aprii gli occhi terrorizzata per trovarmi di fronte il viso di una bambina.
Massimo dodici anni.
I suoi occhi sembravano posseduti.
Al posto dei canini aveva due zanne appuntite.
Urlai terrorizzata.
Mentre cercavo di muovere le braccia per proteggermi qualcosa spuntò dal petto della ragazzina.
Il mio urlo si congelò, un po’ come la ragazza, che improvvisamente si era bloccata.
Tossii di nuovo appena provai a respirare, la ragazza si accasciò a terra rimanendo con gli occhi aperti.
Portai le mani tremanti a stropicciare gli occhi irritati dai detriti e finalmente riuscii a mettere a fuoco il viso di Hiroshi, o meglio: la maschera che lo copriva.
Mi stava tendendo una mano: la presi e mi tirai in piedi con un po’ di fatica.
Una gamba era addormentata, la schiena mi faceva male, avevo dei sassolini nella maglietta, la polvere negli occhi e il collo incriccato… insomma, una favola-
Lo guardai vedendo la maschera spostarsi appena e un piacevole tepore farsi largo nel mio stomaco… aveva sorriso… più o meno, insomma, aveva quasi l’intenzione di sorridere.
Ricambiai il sorriso mentre mi spolverava i capelli; avrei voluto rispondergli che mi era mancato anche lui, ma non avevo ancora ben capito come potevano funzionare i riferimenti temporali tra un Hiro e l’altro.
“Ante tu, credo…” dissi incespicando appena in difficoltà “Da quanto mi conosci? O da dove?” chiesi girando il viso per tossire di nuovo e spolverarmi anche il viso.
07/01/19, 23:14 - Murasaki: Il vampiro prese la piccola Malkavian per la vita e senza dire nulla avvolse il braccio attorno alle spalle di Selene. Attorno a loro una circonferenza di pece apparve dla nullo. La sua aura densa e tenebrosa divenne a poco a poso fango infernalmente nero. Poi quasi acqua. I tre caddero improvvisamente dentro, come si fa in un tuffo. Milioni di sensazioni terribili percuotevano chiunque si fosse trovato a viaggiare nell'abisso. L'uso smodato di Vicissitudine e ottenebramento resero quel viaggio sopportabile per un mortale e rapido per un lasombra.
Ma era un viaggio che solo chi era a pochi passi da caino - e fortemente in accordo con la natura dell'abisso - poteva fare.
Dopo lo svenimento per il terrore di Selene i tre erano nella sua casa.
L'escatologista rimosse quindi la sua veste, per mostrare qualcosa di insolitamente simpatico.
Indossava ancora quella maglia di lanterna verde, che aveva sopportato quasi immortale tutto quel tempo.
Era la maglia che indossava quando si furono conosciuti, molto tempo prima.
Ma quella Selene era abbastanza diversa, lui poteva capirlo. La osservò, mentre le serviva del tè.
In quel viaggio buio Selene, ancora colpita dalle virtuose facoltà di Trois, poté vedere uno scorcio di futuro. Accadeva che lui le avrebbe parlato, che l'altro si sarebbe fatto avanti e lo avrebbe ucciso.
Riaprì gli occhi.
Il tè era davant a lei, il gelo attorno e l'inconsistenza delle sue convinzioni sotto, i piedi.
07/01/19, 23:58 - Selene Starling: Quando mi svegliai mi tirai su di soprassalto.
Avevo freddo, avevo i brividi, ma ero sudata.
Mi passai una mano sul viso, non volevo davvero sapere cosa fosse successo. Ricordavo solo che mi aveva passato un braccio sulle spalle e poi qualcosa di nero, appiccicoso e viscido era apparso… ci ero caduta dentro e qualunque cosa avessi sentito era stato terrificante, forse mi ero aggrappata al suo braccio, forse mi ero aggrappata alla spalla; non lo sapevo, sapevo che avevo raggiunto un livello di terrore tale da svenire.
Mi ero svegliata sul divano di casa mia.
Deglutii mentre i miei occhi si abituavano all’oscurità, mettendo a fuoco la stanza usando solo la luce dei lampioni che arrivava dalla finestra.
La ragazza era stata lasciata malamente su una sedia.
Scattai in piedi tastandomi il corpo, poi il viso e la testa: sembravo essere tutta intera.
Mi lasciai cadere di nuovo sul divano tastandomi gli occhi, sembravano al loro posto, entrambi.
Solo a quel punto vidi la tazza di tea che mi stava porgendo.
Allungai le mani e sospirai appena alla piacevole sensazione di calore, ero ancora convinta di avere il freddo attaccato alle ossa.
“Grazie” dissi sinceramente grata.
Effettivamente erano due gocce d’acqua, non fosse stato per i capelli che gli cadevano disordinati intorno al viso, arrivando al collo. Chissà perché aveva smesso di tagliarli. Sorrisi quando riuscii a vedere anche la stampa sulla maglia, era la stessa da settecento anni? Non si era mai rovinata? Non pensavo potesse arrivare ad essere così tanto abitudinario, ma forse il vampirismo aggravava condizioni che in un essere umano venivano definite croniche?
“Cos’era quella cosa? Quella… roba nera…” chiesi mentre sorseggiavo il liquido fumante, ancora non potevo prendere sorsi pieni: troppo caldo.
25/01/19, 12:20 - Il codice sicurezza di Murasaki è cambiato. Tocca per maggiori info.
28/01/19, 13:12 - Selene Starling: Quando mi svegliai mi tirai su di soprassalto.
Avevo freddo, avevo i brividi, ma ero sudata.
Mi passai una mano sul viso, non volevo davvero sapere cosa fosse successo. Ricordavo solo che mi aveva passato un braccio sulle spalle e poi qualcosa di nero, appiccicoso e viscido era apparso… ci ero caduta dentro e qualunque cosa avessi sentito era stato terrificante, forse mi ero aggrappata al suo braccio, forse mi ero aggrappata alla spalla; non lo sapevo, sapevo che avevo raggiunto un livello di terrore tale da svenire.
Mi ero svegliata sul divano di casa mia.
Deglutii mentre i miei occhi si abituavano all’oscurità, mettendo a fuoco la stanza usando solo la luce dei lampioni che arrivava dalla finestra.
La ragazza era stata lasciata malamente su una sedia.
Scattai in piedi tastandomi il corpo, poi il viso e la testa: sembravo essere tutta intera.
Mi lasciai cadere di nuovo sul divano tastandomi gli occhi, sembravano al loro posto, entrambi.
Solo a quel punto vidi la tazza di tea che mi stava porgendo.
Allungai le mani e sospirai appena alla piacevole sensazione di calore, ero ancora convinta di avere il freddo attaccato alle ossa.
“Grazie” dissi sinceramente grata.
Effettivamente erano due gocce d’acqua, non fosse stato per i capelli che gli cadevano disordinati intorno al viso, arrivando al collo. Chissà perché aveva smesso di tagliarli. Sorrisi quando riuscii a vedere anche la stampa sulla maglia, era la stessa da settecento anni? Non si era mai rovinata? Non pensavo potesse arrivare ad essere così tanto abitudinario, ma forse il vampirismo aggravava condizioni che in un essere umano venivano definite croniche?“Cos’era quella cosa? Quella… roba nera…” chiesi mentre sorseggiavo il liquido fumante, ancora non potevo prendere sorsi pieni: troppo caldo.
29/01/19, 18:45 - Murasaki: "L'abisso, lo chiamano i Lasombra. Io lo chiamo Antimateria".
29/01/19, 19:12 - Selene Starling: Raccolsi le gambe al petto e poggiai i gomiti sulle ginocchia, avvicinai la tazza al viso e ci poggiai la fronte contro, il tepore del liquido alleviò il fastidio che provavo alla testa.
"I Lasombra? Cosa sono? Tipo una famiglia?" potevano essere un sottogruppo dei vampiri? Ora che ci pensavo: ogni specie aveva i suoi sottogruppi.
"La ragazza che cercavi era una Lasombra?" magari erano divisi in famiglie.
30/01/19, 22:59 - Murasaki: L'asiatico incrociò le braccia. Tutta l'impalcatura si sciolse nelle ombre, mostrando solo il semplice Hiroshi. Non era cambiato quasi per nula, salvo i capelli e un pauio di pantaloni più moderni nel design.
"No, è una Malkavian e porterà solo problemi" disse.
04/02/19, 13:14 - Selene Starling: “E che differenza c’è tra Malkavian e Lasombra?”, riusciva a rimanere perfettamente immobile, questo gli dava un aspetto leggermente irreale, fosse stato umano probabilmente avrebbe alzato leggermente le spalle “Il virus C prevede diversi ceppi, ognuno di questi ha particolari caratteristiche patologiche, il ramo dei Lasombra è quello che io chiamo ceppo antiluce, quello dei Malkavian è il ceppo antiragione” ok, quindi funzionava tipo una malattia “Antiluce? C’entra qualcosa il non riflettersi?” cambiai punto della fronte, era ancora troppo caldo per essere bevuto, lui annuì “Uno dei sintomi”, “E quello antiragione?” “Sembra siano in grado di creare un collegamento tra le loro menti per comunicare a distanza, se si collegano alla mente di un altro essere riescono a farlo semplicemente impazzire” “Quindi quella sorta di visioni che ho avuto erano colpa della ragazzina?” annuì di nuovo “Gli altri definiscono questa capacità Demenza, una delle Discipline, per me sono semplicemente effetti collaterali del virus” “Discipline… ce n’è una capace di convincere le persone di qualcosa” “Mh mh, la chiamano Dominazione, probabilmente ha una base a induzione psicologica di qualche tipo” annuii mentre cercavo di ricordare tutto “Come si fa ad usare queste discipline?” “Hai bisogno di qualcuno che ti insegni e poi basta volerlo, questo virus cambia la molecola fondamentale dell’esistenza, non è più l’ATP, ma qualcosa che viene genericamente definita volontà” “Capisco” dissi rimanendo un attimo in silenzio.
“Quelle cose che avevi addosso cosa sono?”
“Device Tech”
“E cosa sono?”
“Dispositivi elettronici di potenziamento basati sull'utilizzo della Energy, una qualità del sangue umano”
“Quindi lo schermo che faceva vedere le tacche verdi era una sorta di riserva?”
“Mh mh, il Vitae non riesce ad alimentarle, quindi ho bisogno di integrare energia dall'esterno”
“E come fai a integrarla?”
“Ho creato una disciplina ibrida tra ottenebramento e vicissitudine, si chiama Elegance; unendo questa alle nanomacchine riesco ad assorbire sangue dagli esseri umani senza che questo venga convertito in vitae”
“Aspetta…” dissi cercando di assimilare tutto “Cosa sono ottenebramento e vicissitudine?”
“Ottenebramento è la capacità di muovere antimateria dandole una forma solida, vicissitudine è una particolare modifica del DNA, lo rende instabile e modellabile a piacere, i possessori di questa mutazione sanno cambiare la forma del loro corpo senza andare incontro a malfunzionamenti fisici o fisiologici”.
Quindi i tentacoli d’ombra che avevo visto nel video erano stati creati tramite Ottenebramento “Come mai quest’anti materia si vede nei video e voi no?”
“L’antimateria ha una propria non-luce, assorbe a tutte le frequenze, quindi anche guardata attraverso una lente è percepibile come completa assenza di luce visibile, mentre i Lasombra non riflettono alcuna frequenza percepibile da una lente, anzi ne vengono attraversati, quindi quello che la lente percepisce sono i raggi di luce provenienti dagli oggetti oltre l’infetto”
Presi un sorso di tea, finalmente era arrivato a un piacevole tepore “Le Devices dove le hai prese?”
“Le produce la Bayer”
“L’azienda farmaceutica”
“Nel futuro estenderà la sua influenza e la sua competenza su altre aree. Il suo avanzamento tecnologico è innegabile”
“Ah, ecco perché ha offerto così tanti soldi per sostenere le città colpite dall'attentato e le varie zone in guerra. Qual è davvero il suo scopo?”
07/04/19, 15:09 - Murasaki: L'uomo si fermò un attimo e si spogliò di tutto ciò che aveva indosso.
Un sospiro.
"Sono qui per fermare me stesso dal passato e mio fratello dal futuro, che è tornato qui dopo avermi messo al tappeto. Ho intenzione di prenderli insieme e ucciderli perché ciò che vogliono fare è bloccare la naturale evoluzione delle cose e questo costerà all'intero ecosistema molto più di quanto non possa permettersi di spendere."
Una sigaretta si accompagnò alle sue parole.
"Prenditi dell'altro caffè, è una storia lunga"
Iniziò infatti a spiegare. Tutto, dal principio, nel più sottile dettaglio.
Si fermò.
"So che ti starai domandando perché io ti stia dicendo tutto questo"
Una nube di fumo invase la stanza ponendosi tra i due.
"Secondo te, perché lo faccio? "
07/04/19, 15:34 - Selene Starling: Presi direttamente la brocca e la poggiai sul mobiletto vicino al divano, preparandomi ad assorbire quante più informazioni possibile.
Ciò che raccontava aveva dell'incredibile, sembrava la trama di una qualche serie tv fantascientifica, era quasi impensabile provare a ricordare quella quantità di informazioni.
Cercavo di seguire il filo logico narrativo, nonostante questo continuasse a compiere salti improbabili avanti e indietro nel tempo.
Mi morsi un labbro quando parlò di uccidere sé stesso con così tanta naturalezza: perché voleva uccidere l'altro Hiro? O meglio, perché voleva uccidere Hiro, visto che lui era l'altro? Come si definiva che era l'altro se erano la stessa persona? Le sensazioni elaborate dal mio stomaco non facevano che confondermi di più creando un non indifferente loop senza uscita... che fosse per via del sangue?
"Perché?" chiesi riscuotendomi dal mio stato assorto mentre mi mordicchiavo un labbro pensierosa, potevano esserci svariati motivi "Molto probabilmente ti torna utile, Dubito perderesti del tempo in questo modo se non ci fosse una finalità. Cosa può tornarti utile in questo momento... dovresti andare a cercare l'Altro te, che probabilmente troveresti nel suo rifugio (e dovresti sapere qual è visto che era anche il tuo)..." lampo di genio "Oppure è più comodo aspettarlo qui, un posto dove probabilmente sai che passerà o forse sono un tramite abbastanza utile?" dubitavo fortemente di poter essere considerata un'esca appetibile, per quanto non mi considerasse un Suidae, non ero certo un qualcosa di fondamentale, ero interessante, ma comunque sacrificabile, quindi il tramite sembrava l'ipotesi più sensata.
Alla vista della coltre nera mi tirai istintivamente indietro, vedere quelle cose dal vivo insillava una sensazione molto vicina all'angoscia o al terrore, nonostante la mia tremenda curiosità non mi sarei mai azzardata ad avvicinarmici.
07/04/19, 15:40 - Murasaki: L'Escatologista annuì.
"Lo sto aspettando qui. In un'altra dimensione lui mi prende di sorpresa e mi uccide. E' molto scaltro, sebbene sia veramente debole come vampiro. Devo uccidere lui e tutti gli altri me. Sono tutti una palla al piede, al momento.
Trovo che tu sia più ragionevole di qualunque altro cainita. Inoltre molto probabilmente ti ha infilato una cimice sottocutanea. E' così che mi consideravo furbo 500 anni fa."
Fumò ancora.
"Se continuiamo senza una direzione saremo noi stessi la rovina di tutto. Stiamo facendo parte di un gioco ben più complesso di quello che appare.
Mà è bloccata in un loop e sta bene dov'è. Dà invece tornerà meno matto tra un po', ma quello che c'è ora non è poi tanto sano. Rovinerebbe tutto. Ho imparato molte cose in questi 500 anni e una di queste è che non è possibile salvare tutti, né è possibile continuare a essere indifferenti Hiro."
Si rivolgeva alla pancia di Selene.
"Posso rimuoverlo?" chiese infine.
07/04/19, 15:59 - Selene Starling: "Hai ragione, è... sei... siete anche molto intelligenti" che razza di pronome andava usato? "Suppongo che in genere si vada più lontano usando bene ciò che si ha, anziché sfruttare male tante cose diverse...Ucciderli tutti..." il mio stomaco fece di nuovo qualcosa di strano, ma cercai di ignorarlo il più possibile "Aspetta, non ce ne sono infinite, di copie?" le mie conoscenze sulla fisica di questa roba erano decisamente scarse se non proprio inesistenti.
Stavo per ringraziarlo quando il mio cervello realizzò la seconda parte del discorso: una cimice... sottocutanea... DOVE? SOPRATTUTTO COME!?
Staccai gli occhi da lui per fissarmi, come era possibile che non me ne fossi accorta!? Aspetta... quando mi aveva dato il sangue la prima volta, certo! Praticamente aveva fuso un braccio con il mio stomaco, doveva averla infilata in quel momento... il solo pensiero mi fece venire un conato che trattenni tappandomi la bocca con una mano.
Lo sentii parlare con il mio stomaco e trovai la cosa disgraziatamente inquietante.
Deglutii a vuoto mentre annuivo alla sua domanda e sollevavo la maglia fino a scoprire quei 5 o 6 centimetri di carne compresi tra l'ombelico e lo sterno.
07/04/19, 16:03 - Murasaki: La mano fece rapida. Furono le nanomacchina a svolgere il compito, insieme alle ombre. La sua maestria in quella disciplina era sovrumana.
Un oggetto raccolto in una busta di silicone dal diametro di mezzo centrimetro apparve nel centro del suo palmo.
"Molti commettono l'errore di considerare Hiroshi 2.0 la versione di me più ingenua. La verità è che la 2.5 sarà la peggiore offerta da parte della mia persona all'intero cosmo.
La cimice venne schiacciata.
"Ero disturbato, molto. Ma la crudeltà che avevo, era tutta umana".
Ancora una sigaretta tra le sue verità e l'aria fuori dalla bocca.
Sembrava uan gaurdia attenta, che elargiva un permesso speciale infiammandosi.
"Ciò che rende davvero crudeli i vampiri sono gli aspetti umani che hanno".
07/04/19, 16:26 - Selene Starling: La scena fu raccapricciante proprio come lo era stata la prima, tanto che probabilmente battei il record di velocità nel mettere una mano sul punto 'offeso' e abbassarci sopra la maglietta... dio, riuscivo a sentire come se ci fosse un taglio, anche se non era successo assolutamente niente di interessante ai miei tessuti.
Ci misi qualche secondo a riacquistare la capacità di parlare con voce normale.
"Credo tu abbia ragione, ho visto esseri umani compiere atti atroci, dotare un essere umano di un potere enorme sostanzialmente vuol dire dargli armi per poter fare quello che prima non poteva fare... credo che alla fine vampiri ed esseri umani possano essere considerati più simili di quanto non sembri, visto che hanno una radice comune", non ci avevo mai davvero pensato fino a quel momento, però doveva essere così: un vampiro era un essere umano trasformato, quindi sostanzialmente un vampiro era un essere umano che moriva molto difficilmente e con dei poteri paranormali... nel 90% dei casi probabilmente questa cosa avrebbe portato ad una degenerazione psicologica di qualche tipo, convincendo il soggetto di poter fare tutto quanto desiderasse, tanto nessuno avrebbe potuto fargliela pagare... o no?
Stiamo perdendo tempo.